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Educare alla legalità
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E-book145 pagine1 ora

Educare alla legalità

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Info su questo ebook

Saverio Barone è un noto pittore di origini salernitane, nato a Pagani, con la sua arte ha voluto dar voce a chi ne ha poca, i detenuti costipati come deposito in celle minute. Con umorismo ha voluto rappresentare il percorso che a volte, Bullismo e devianza portano al carcere
LinguaItaliano
Data di uscita28 mag 2020
ISBN9788831675963
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    Anteprima del libro

    Educare alla legalità - Saverio Barone

    Indice

    PREFAZIONE

    Storie di vita

    L’oroscopo

    PICCOLI SPAZI UMORISTICI , PENSIERI, LETTERE E TENTAZIONI

    Bella domanda: cosa o come

    Tentazioni

    Corrispondenza

    Piccoli spazi umoristici

    Lo sciopero dei carcerati

    La libertà è nelle mie mani

    Ingredienti (dosi per 4/5 persone)

    Il tiramisù (zio Alfonso F.)

    La sbriciolata con la ricotta (da un detenuto di Nocera Superiore SA)

    A frittata (Anonimo)

    Cucciolo

    Il carcere può aiutare

    La fuga di Mimì

    Biografia dell’autore

    Ringraziamenti

    Educare alla legalità (non siamo rifiuti umani)

    Barone Saverio  (Sant’Angelo dei Lombardi 2011)

    Titolo | Educare alla legalità

    Autore | Saverio Barone

    ISBN | 978-88-31675-96-3

    Prima edizione digitale: 2020

    © Tutti i diritti riservati all'Autore.

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'autore.

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    PREFAZIONE

    Questo scritto di Saverio e dei suoi compagni mostra tutte le loro difficoltà a vivere in un ambiente spesso ostile e poco rispettoso della dignità umana e anche della Costituzione art. 27 che sancisce, in maniera precisa, che si debba cercare di ottenere la riabilitazione di chi ha sbagliato.

    Nell’ambiente carcerario, così poco pulito e fertile, ecco che si innestano le loro difficoltà personali: emozioni spesso violente come la rabbia, lo sdegno, la paura e la depressione, tanta, spesso soffocata dagli psicofarmaci di cui si fa un grande uso.

    A prescindere dal fatto inoppugnabile che chi sbaglia paga e la pena è da scontare rimane il fatto che l’ambiente carcerario è quello veramente meno adatto alla redenzione di chi ha sbagliato. Naturalmente ci sono sempre le eccezioni sia tra gli operatori di tutti i livelli che tra i vari istituti di pena.

    Da diversi anni svolgo un volontariato presso il carcere fiorentino di Sollicciano e ho viste parecchie situazioni di ogni genere. Sono del parere che, a parte le difficoltà di ordine economico che può avere un singolo carcere, con la buona volontà, un po’ di buon senso, un po’ più d’umanità e qualche sforzo da parte di chi lì vive e lavora si potrebbe migliorare di parecchio la situazione dei detenuti. Sicuramente il mio discorso potrà sembrare un po’ polemico ma se si transita dentro a quell’ambiente non è possibile non notare quello che sto dicendo e trarne le relative riflessioni.

    Saverio ha avuto la fortuna, come dice lui, di essere detenuto in un istituto di pena particolarmente all’avanguardia nella cura della riabilitazione del recluso e di questo va dato merito agli addetti ai lavori che, evidentemente, hanno messo in atto tutta la loro sensibilità e amore per l’umanità sofferente e anche per il loro stesso lavoro.

    Saverio ha portato alla luce, attraverso le parole scritte, tutta la sofferenza, i dubbi, le paure e la solitudine di coloro che vivono la reclusione. Sono spaccati di vita del carcere, coriandoli, più o meno colorati, di forte impatto emotivo come le pitture che Barone ha dipinto sui muri di quell’istituto.

    Leggere i racconti e le poesie che in questo libro sono riportate ci fa cavalcare l’onda emotiva che prima è passata attraverso chi le ha scritte, qualche volta anche con ironia ma più che altro con tristezza; ci fa comprendere come quegli uomini (e donne) che noi liberi consideriamo soltanto dei criminali siano invece anche persone. Possiamo prendere atto che quegli esseri umani, prima di delinquere, hanno avuto un passato e un’infanzia spesso difficile e che quindi anche la società, di loro vittima, è anche in parte responsabile delle loro azioni per avere lasciato spesso nel degrado quelle famiglie da cui provengono.

    Questo libro ci fa riflettere e accorcia la distanza fra noi liberi e i reclusi riportando comunque tutti, loro e noi, alle proprie responsabilità.

    Lucia Rossolini

    In carcere eram et venisti ad me

    Fa che la giustizia degli uomini

    Dipenda dalla tua divina giustizia

    E che la pena che soffriamo

    sia espiazione di quelle colpe

    che tu solo conosci

    e che tu solo redimi

    tu rendici l’onore

    tu riannoda i vincoli dell’amore

    tu consola i nostri cari

    tu affretta il giorno

    della nostra liberazione

    (preghiera di un detenuto di Regina Coeli,  Roma, 1958 )

    Caro Papa ,

    La tua visita in carcere.

    Siamo rimasti di stucco quando ce  l’hanno detto.

    Non immaginavamo che

    una persona importante come te

    potesse venire a trovarci qui...     

    (ringraziamento di un giovane, Istituto penale minorile di Roma, a Sua  Santità Benedetto XVI, anno 2007)

    Tutto succede per un motivo

    Se ti danno una seconda opportunità

    Afferrala con tutte e due le mani

    Se la tua vita cambia, lascia che cambi,

    perché anche se difficile, vale la pena.

    Introduzione

    Non siamo rifiuti umani

    Questo libro è dedicato ai miei compagni detenuti, a tutti quelli che si trovano ancora nel carcere e a

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