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Un narcodipendente ci parla
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E-book102 pagine1 ora

Un narcodipendente ci parla

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Info su questo ebook

Leo Porro parte, come sempre, da uno spunto narrativo per le sue riflessioni: stavolta il “racconto” è affidato ad una giovane “vittima della droga”, che ci parla dall'al di là e, con tono pacato e addirittura sereno, ripercorre la sua esperienza terrena, i suoi problemi esistenziali, le sue preoccupazioni per un mondo che certi fenomeni rendono estraneo ed ostile a tante giovani vite. Come sempre, poi, in Porro prevale l'istinto pedagogicodidattico ed allora il giovane Andrea diventa Porro (o viceversa): precise informazioni e puntuali riflessioni sul fenomeno“tossicodipendenza”, in tutti i suoi aspetti, danno spessore e profondità a questo “racconto” (basta scorrere l'indice per capirne la ricchezza), che contiene anche opportuni suggerimenti per un percorso veramente formativo. Certo, non basta un discorso pertinente e competente (ed a volte anche suggestivo) per cambiare la realtà. Si potrebbe però qui ricordare quanto una volta ebbe a dire il coltissimo scrittore argentino Jorge L. Borges: “Molti si vantano d'aver scritto buoni libri. Io posso vantarmi d'aver letto buoni libri.” Ecco, dopo aver letto questo testo di Porro, molti potranno dire: ”Ho letto un buon libro, ho letto un libro utile.”
LinguaItaliano
Data di uscita1 set 2012
ISBN9788867515790
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    Anteprima del libro

    Un narcodipendente ci parla - Leo Porro

    Andrea

    DEDICA

    Ai miei familiari, ai miei ex alunni e agli eventuali venticinque pazienti lettori, di manzoniana memoria, disponibili alla lettura del presente scritto.

    L’uomo ricerca il proprio equilibrio psicologico.

    La gratificazione è il frutto di una personalità equilibrata, etica, solidale L’immaturo, l’egoista, si rende infelice e quindi non ama neanche se stesso.

    Saggiamente ammonisce il poeta D. Alighieri:

    ...uomini siate, e non pecore matte, ...

    ( D. Alighieri, Paradiso, Canto V, v.80)

    La vita deve essere ricerca dei valori, conquista della propria identità.

    Lo ha ricordato ad un’amichetta la mia cara nipotina Eleonora: Perché vuoi cambiare scuola? Guarda che le regole ci sono in tutte le scuole, in ogni posto

    Proprio le giuste regole interiori e sociali che noi uomini non sempre rispettiamo.

    Si deve essere ganzi (cool), dicono i miei alunni.

    Sapientemente ha sostenuto Goya y Lucientes Francisco:

    Il sonno della ragione genera mostri

    Leo Porro

    PRESENTAZIONE

    Conosco il prof. Porro da oltre 40 anni, essendo stato mio professore di lettere alle medie e di filosofia alle magistrali ed in seguito sempre presente nella mia vita. E’ pertanto con immenso piacere che presento il suo ultimo scritto.

    Lo considero un insegnante che tutti vorrebbero incontrare nel loro cammino scolastico, di quelli sempre attenti alle esigenze dell’individuo, a penetrare nei meandri più profondi della mente umana per poter dare il consiglio migliore, generoso, disponibile sempre, pronto a recuperare anche quegli alunni che, col loro comportamento, erano un po’ fuori dalle righe.

    Questa sua ultima pubblicazione si occupa di un problema sempre molto attuale come la droga, a cui mi sono avvicinata qualche anno fa, proponendomi come volontaria insegnante di yoga nella comunità di recupero di Ponzate (CO).

    Fino a quel momento avevo visto questo problema da lontano, magari giudicando affrettatamente chi si lasciava travolgere da questo vortice.

    Negli anni ho conosciuto molti ragazzi, giovani, adulti, che mi hanno raccontato le loro storie.

    Bene ha sottolineato il prof. Porro le cause dell’avvicinamento alla droga e le sue conseguenze, anche se, oltre a quelle elencate, proprio grazie al lavoro che porto avanti con loro, ho anche riscontrato notevoli rigidità muscolari e articolari, difficoltà di concentrazione, problemi di coordinazione, difficoltà di relazionarsi in modo positivo con gli altri. Sicuramente, però, con un lavoro costante e continuativo, unito al percorso psicologico, le problematiche, fisiche e non, possono notevolmente migliorare.

    Purtroppo, dalle statistiche, risulta molto difficile allontanarsi da questo mondo della droga: si deve ritrovare sé, la gioia di vivere per poter poi di nuovo andare verso gli altri con maggior fiducia, forza e stabilità.

    E’ solo riscoprendo e fondandosi sui valori umani, come scrive il prof. Porro, che si può pensare al recupero.

    Riuscire ad affrontare le prove più difficili della vita ci permette di arricchirci nello spirito e raggiungere un equilibrio tra noi e ciò che ci circonda.

    Il trattare le tematiche, tramite il racconto di un narcodipendente, è originale e l’esposizione è resa piacevole dalle illustrazioni effettuate con maestria professionale dal disegnatore Marco Posa.

    Mi auguro che lo scritto riscuota l’attenzione che merita, che possa essere un valido strumento nelle mani di tanti ragazzi, che, in momenti di difficoltà, pensano di trovare nelle droghe la soluzione dei loro problemi.

    Un grazie al prof. Porro, che, tramite i suoi scritti, continua a portare avanti il suo ruolo di educatore anche al di fuori della scuola, sempre attento al mondo ed ai disagi giovanili.

    Vorrei concludere con una frase di S. Bambarén, che possa essere d’augurio: ... In quell’istante mi sono reso conto che il cielo nella mia vita sarebbe stato azzurro persino nei giorni grigi, perché mi dovevo abituare a guardare oltre le nuvole per vedere le stelle.

    Un giovane, ospite e attore in una recita nella Comunità di recupero di Ponzate (CO), ci ha indirizzato la seguente lettera.

    "Cari ragazzi/e, non so come iniziare questa lettera anche perché non sono un grande scrittore, perciò scriverò quello che mi viene in mente man mano.

    Il significato di questo mio scritto è semplicemente per farvi sapere (anche se può non interessare) quello che mi ha dato il passare questi momenti in compagnia. Siccome l’esprimere certe mie emozioni davanti ad altre persone mi crea parecchie difficoltà, ho pensato che scrivendo sarebbe stato il modo migliore per superare questo imbarazzo.

    In questo periodo (anche se molto breve) siete riusciti a farmi sentire di nuovo una persona normale, al pari degli altri e con le stesse possibilità. Avete creato intorno a noi un clima fantastico, allegro, un ambiente sano, tanto che in quelle 2/3 ore che ci trovavamo per fare le prove riuscivo a dimenticarmi di tutti i miei problemi, legato al mio passato, alla comunità e anche a quelli che dovrò affrontare in futuro. La vostra compagnia mi ha regalato un’esperienza fantastica, avendo età diverse ed esperienze diverse ho avuto modo di apprendere molto da ognuno di voi, questo me lo porterò dentro di me per molto tempo. Assieme a voi ho riassaporato il vero divertimento.

    Riuscire a divertirmi con cose semplici, anche banali, per me,

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