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Travix Inc
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E-book85 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Esiste un grattacelo chiamato Travix INC., è alto e imponente e si trova nel cuore di Manatthan.

Siamo nell’era futuristica anno 2.158, quando il protagonista Gabriel decide di fare l’esperienza della pre-morte entrando nel grattacelo Travix INC., dove ritroverà la sua Anima sconosciuta e osserverà la storia di tante altre persone, che hanno scelto quel misterioso viaggio per lo stesso motivo.

AUTRICE

Deborah Lovison, trapiantata da Milano al Sud, è scrittrice con due anime: la prima con una visione del mondo regolare, organizzato, meccanico; la seconda colorata, folle e disorganizzata. Tutto questo si riflette nei suoi scritti, fatti di verità nascoste, inaccettabili segreti umani conditi di ironia profumata di agrumi, aspra.
LinguaItaliano
Data di uscita17 apr 2016
ISBN9788899394578
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    Anteprima del libro

    Travix Inc - Deborah Lovison

    Nmedia

    PARTE PRIMA

    TRAVIX - INC.

    TRAVIX-INC. è un edificio alto e imponente nel cuore di Manhattan.

    Gli specchi brillano alla luce, cuocendo sui vetri i riflessi del led pubblicitario, dove costantemente si vedono visi di persone che decantano l’esperienza vissuta.

    Se ti soffermi a osservare una di quelle finestre, il video si proietta sui tuoi occhiali, e il suono si sintonizza sulla voce di chi si racconta.

    Siamo nell’anno 2.158, e la popolazione mondiale ha superato i dodici miliardi di persone.

    La parola chiave è ‘mancanza’... di lavoro, di cibo, di salute, d’aria.

    La verità è che il pianeta non ce la fa più a reggerci tutti quanti e nulla è più bastevole.

    Costantemente si avverte il brusio dei depuratori, per rendere pulita l’aria della città, ma basta trasferirsi in provincia per ammalarsi ai bronchi.

    L’altra parola chiave dei nostri tempi è ‘dolore’… in quanto ci fu un periodo, circa vent’anni fa, quando il partito della ‘morte on-line’ parlava del dono della morte assistita, dove si poteva accedere liberamente alla richiesta di sospensione della vita. Non ebbe però mai il sostegno dei poteri forti, così quel partito venne osteggiato e le sue proposte non divennero mai legge.

    E come fossimo animali da macello, i poteri dello Stato sono parecchio interessati alla nostra esistenza in vita. D’altronde a cosa serve comandare se non hai nessuno su cui poterlo fare?

    Il suicidio è bandito per legge, pertanto chi lo tenta e non muore viene deportato nella prigione a vita; così, elemento improduttivo, viene escluso per sempre, permettendo ad altri di continuare a lavorare.

    Del resto, tentando il suicidio è facilissimo venire salvati, in quanto la medicina ha fatto passi da gigante.

    Se ti spari un colpo in testa, ti viene trapiantato il cervello; se ti avveleni hanno antidoti per tutto, se ti butti dal balcone vieni salvato.

    L’unica alternativa è la TRAVIX-INC., dove forniscono, da qualche decennio, la morte assistita, ovvero la sospensione farmacologica dell’esperienza in vita.

    Tutto è legale, basta fare una richiesta all’ufficio competente e avere un cospicuo tesoretto per poterti pagare il servizio d’ibernazione, integrandolo anno per anno, il tempo in cui vuoi che il tuo corpo venga conservato, mentre la tua anima viene lasciata viaggiare nello spazio.

    Puoi trovarti a vagare senza meta oppure venire trasportato da vite extraterrestri.

    Questa tecnica innovativa che trasferisce l’anima a vagare nello spazio prevede, per contratto, già la data del rientro nel corpo.

    Se però si è stati nella vita troppo malvagi, possono accadere esperienze al di fuori della volontà cosciente e del contratto sottoscritto.

    Molte persone che hanno vissuto ciò hanno dato il consenso alla divulgazione del loro vissuto, e così le finestre del TRAVIX-INC. proiettano in diretta i loro racconti.

    Sto per entrare al TRAVIX-INC., ormai è tutto pronto. La signorina all’ingresso mi accoglie con estrema professionalità, accompagnandomi nella stanza dove mi attende la mia bara di viaggio che mi permetterà di addormentarmi nel corpo lasciando libera la mia anima per dieci anni, come da contratto, trasferendomi poi in uno dei quattrocento piani sotterranei dell’edificio.

    Ecco, il mix di farmaco gelato che sta per entrare nelle mie vene… Ora posso andare!

    Vedo una luce, proprio come quelle persone che sono riportate in vita dopo essersi avvicinate tanto alla morte… forse qualcosa è stato sbagliato nella procedura, forse è la volta buona che posso andarmene via per sempre.

    La luce si fa grande e sento la sensazione dell’avvicinarsi della fine di vita, ma forse non c’è alcuna prospettiva.

    È una luce calda, ma non dà calore e mi avvolge senza darmi alcun senso di paura, né di oppressione.

    Mi ritrovo avvolto da un’immensa energia, così densa che reagisce ai miei organi, o almeno, alla percezione che ho di essi.

    Sento una voce, ma non è realmente un suono, proviene da dentro di me, ed è come se si propagasse nella mente.

    Questa voce parla e per la prima volta, dopo tanti anni, sento pronunciare il mio nome, invece della mia qualifica lavorativa.

    «Ciao Gabriel.»

    «Ciao.»

    Sento questa voce metallica che mi sussurra: «Lo so, so tutto di te, sono accanto a te da sempre, ma tu non mi hai mai ascoltato.»

    «E chi sei? Il mio angelo custode?», chiedo stravolto, rammentando racconti di religioni perdute e un animo felice ma nello stesso tempo angosciato.

    «No Gabriel, non sono il tuo angelo custode.»

    «E chi sei? Dio!?», chiedo davvero spaventato per l’imminente paura del ricordo di tutti i peccati che avevo commesso durante la mia vita… proseguo…

    «Sei tu, qui venuto, a giudicarmi?»

    La voce, ora, è come se sorridesse. È strano come ci si senta nel percepire un suono galattico ascoltato con l’illusione di una voce.

    «No Gabriel, non sono Dio, ma sono una parte di te.»

    «Oh Dio mio!», dico prima di mordermi il labbro pensando di star peccando al sol nominarlo…

    «Scusa, forse sei il mio giudice?»

    «Forse, in un certo senso sì, sono la tua anima, Gabriel! Non ci sentiamo da tanto tempo, l’ultima volta eri piccino, ti ricordi?»

    «No! Non ricordo…»

    «Certo, come puoi ricordare? La tua mente si è distratta così tanto, nel soffocare le emozioni, patendo e soffocando quei segnali che ti inviavo.»

    «Eppure io non mi ricordo di te.»

    «Certo, non con la mente, ma la tua anima ricorda tutto ciò che abbiamo fatto assieme, tu decidevi e io subivo l’esito di ogni tua scelta. Sai qual è il giudizio che tanto temi? È proprio il momento in cui sentirai le emozioni di ogni tua scelta, il momento in cui sarò io a parlare a te di ciò che abbiamo vissuto.»

    «Va bene, fallo!»

    Chiudo gli occhi e mi preparo ad accogliere ogni cosa voglia darmi quella luce.

    «No! Gabriel, non è il momento» dice l’anima, «non sei morto, sei solo sospeso. Io sono qui perché questo era il tuo desiderio: capire prima di sentire; credo che ora prima ti farò ascoltare le storie degli altri sospesi come te.

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