Storie FAVOLA Nonna, racconta ancora
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Con uno stile personale, ricco di rime, onomatopee e allitterazioni, nonna Marina invita al rispetto per tutto il creato. Le storie favola trovano ispirazione e linfa dalla pedagogia del giardiniere, dalle scienze e dai pensieri dei boschi. Nonna e nipotina si divertono a curiosare, lasciar correre la fantasia e tuffarsi in nuove avventure dove divertirsi e ridere, volteggiare, favoleggiare e imparare gli uni dagli altri il desiderio di esistere e il coraggio di crescere.
Le storie favola sono spunti operativi e metodologici per i campi di esperienza della scuola dell’infanzia, le discipline della scuola primaria. Per la scuola media possono essere spunti di lavoro sull’utilizzo del lessico e della lingua italiana, per costruire ed elaborare divertenti rappresentazioni teatrali. Le storie attraversano contenuti inerenti al corpo umano, all’educazione, alla salute alimentare, ambientale, i fondamenti dell’ecologia e il filo della vita.
Le parole, ovvero l’espressione più alta dell’essere persona, diventano stella, pane, seme, germoglio per la mente e l’anima, costruiscono, coccolano, cullano e curano. È un invito ad appropriarsi delle parole per smontarle e rimontarle, per giocarci e creare un linguaggio “personale e complice”.
Al tempo stesso, come la prefazione di Andrea Canevaro giustamente evidenzia, queste favole ci mostrano come sia profonda e importante la relazione tra nonni e nipoti. E allora corriamo anche noi con Anita e impariamo a guardare la realtà da un punto di vista diverso e come loro con tempi lieti e lenti, lienti, per pensare altrimenti.
Marina Seganti, già dirigente scolastico, pedagogista, scrittrice per passione, professione e formazione. Fra le tante pubblicazioni, la più recente: Dal Rubicone, la pedagogia del giardiniere, Edizioni Si.
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Anteprima del libro
Storie FAVOLA Nonna, racconta ancora - Marina Seganti
Marina Seganti
Storie FAVOLA
Nonna, racconta ancora…
© 2023 Europa Edizioni s.r.l. | Roma
www.europaedizioni.it - info@europaedizioni.it
ISBN 979-12-201-3060-8
I edizione gennaio 2023
Finito di stampare nel mese di gennaio 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distributore per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.
Storie FAVOLA
Nonna, racconta ancora…
Storie FAVOLA
appassionate e sempre in volo,
dedicate
ad ogni adulto
pronto a sognare e volare
con il naso rivolto alle stelle,
a ogni bambina e bambino,
di oggi e domani.
Ai miei Maestri dell’età matura
Andrea Canevaro, Duccio Demetrio
A Anita e Olivia, Fabio, Enrico, Laura, Giulia
Gabriele, Marcella, Vanila, Tea, Rosalba, Carla
che mi hanno regalato sorrisi, parole,
ascolto e la piacevole Ma, Gi. A. del dialogo.
A Corrado che, sempre attivo, cura la casa nel parco,
perché siano sempre più casa e più parco.
Le STORIE FAVOLA
Nonna perché sei andata all’ospedale?
I nascondigli bisbiglio
Due fogli profumati di prato
Storia memoria dalle colline di Romagna
La quercia Marina e il melograno Anita
Siamo tutti fratelli battelli, nel mondo tutti viviamo,
e gli altri arricchiamo
Occhi balocchi e sussurri di magia
La biblioteca auto. Bio. grafica dei manoscritti, MA.GI.A.
Un furetto corre sul tavolo
MAh! Che musica MAESTRO!
La tartaruga Gina, rosicchia la rabbia come radicchi
Un orto incanto che è uno schianto
La conta delle ciliegie
La filastrocca del topolino adagino piccino, picció
Bottiglie smeriglie e damigiane felliniane
È l’amore che muove il sole e le altre stelle
Il palo Pelo e il nonno Pilo
I PERSONAGGI
la nonna, il sole e la quercia sono
Marina Seganti
la nipotina, il melograno, Divertita, Colombina sono
Anita Dellabartola
il Rio Salto è
Francesco Enrico Dellabartola
e Francesco Fabio Dellabartola
L’orto e la terra sono
Laura Lami
Il cedro Pedro e il cardellino sono
Giulia Soldati
La vigna e la cantina sono
Corrado Dellabartola
Il palo Pilo e il nonno Pelo sono
Andrea Canevaro
Prefazione
dedicata ai lettori adulti
di Andrea Canevaro
Anche un palo della luce ha un nonno
Questa piccola intervista, o conversazione, accompagna un libro sui nonni.
Vale la pena ricordare ancora una volta quello che disse l’economista indiano Kaushik Basu¹ che, con una simpatica ironia, racconta che un commerciante di cappelli, viaggiando in un giorno caldo d’estate, si mise sotto una pianta e schiacciò un pisolino. Mentre dormiva, le scimmie gli rubarono tutti i cappelli, tranne il suo, che aveva in testa, calato sugli occhi per riposare meglio. Quando il commerciante si svegliò, capì quello che era successo. Sapendo che le scimmie oltre ad essere dispettose sono anche buone imitatrici, scagliò il suo cappello per terra, con gesto teatrale. Immediatamente le scimmie scagliarono, con gesti teatrali, i cappelli per terra. Il commerciante li raccolse, partì e continuò il suo commercio, lasciandolo in attivo a un suo figlio, che a sua volta lo lasciò ad un suo figlio. Che, viaggiando in un giorno caldo d’estate, si mise sotto una pianta e schiacciò un pisolino. Mentre dormiva, le scimmie gli rubarono tutti i cappelli, tranne il suo, che aveva in testa, calato sugli occhi per riposare meglio. Quando si svegliò, si ricordò del racconto di suo nonno. E scagliò il suo cappello per terra, con gesto teatrale. Immediatamente, una scimmia gli si parò davanti, gli diede un buffetto, e gli disse:
pensi di avercelo soltanto tu, un nonno?
Durante gli anni della crescita, è fondamentale che chi cresce sia considerato un soggetto con tante funzioni che devono trovare una composizione armonica. Giovanni Bollea² ha sostenuto con convinzione che la famiglia ha il compito di formare il bambino ma non può essere caricata di tutto il peso dell’educazione e altri servizi educativi devono fare la loro parte, con stimoli e stima reciproca, favorendo il colloquio fra genitori e figli. Questo può portare ad un maggiore rispetto verso le persone più anziane, i nonni, verso tutte le persone che non lavorano più e si sentono inutili. Con lo scambio di varie esperienze si realizzerebbe quella che Bollea ha definito: circolazione gratuita delle intelligenze
, e si potrebbero aprire finestre che permettono a chi cresce di guardare verso ciò che li attende.
Una bambina da grande vuol fare il pompiere. Chi, adulto e adulta, la ascolta ride. Cosa potrebbe esserci dietro quelle risate? Niente e tutto. Potrebbe esprimere l’intenzione di collocare e così archiviare, quel desiderio fra le prodezze infantili e le bambinate. Archiviarlo per non farlo crescere accompagnato dall’idea che fare il pompiere non sia da femmina, con tutti i pensieri preoccupati che si collegano, indotti, a quel pensiero. Sembra niente. Risatine e battutine sono un niente che crea il clima per il tutto dell’intolleranza e del razzismo. Esageriamo?
In una bella intervista/dialogo, Piaget dice che l’intelligenza è l’adattamento a situazioni nuove. E che, per assimilare gli elementi nuovi, dovremmo avere una strutturazione interna: «Un coniglio che mangia dei cavoli non diventa cavolo, e questa è l’assimilazione»³.
Se quel coniglio di cui parlava Piaget avesse avuto una visione apocalittica catastrofica sarebbe stato probabilmente assimilato da quella sua visione, avrebbe evitato di mangiare cavoli, e avrebbe patito la fame. Oppure avrebbe pensato che, perso per perso, poteva mangiare di tutto, cavoli e ogni cosa, anche cose pericolose per la sua salute. Tanto … la catastrofe era comunque inevitabile. Gli adulti che vivono attorno a chi cresce dovrebbero evitare di creare un clima apocalittico catastrofico. Sarebbe il clima adatto a convincere che, essendo la catastrofe inevitabile, tanto vale fare quello che si vuole, anche se fosse qualcosa di pericoloso. Come si crea il clima apocalittico catastrofico?
Per cercare di rispondere a questa domanda, spostiamoci in una scuola, e precisamente in una classe che affronterà l’argomento dell’altruismo. Una seconda elementare. La domanda che ci è venuta entrando in questa classe è stata: Qualcuno di voi ha preso l’aereo?
. Tutti avevano preso l’aereo. E allora abbiamo domandato a un bambino come si chiamasse. Ha risposto e ha detto che ha preso l’aereo per andare in Egitto.
Ti è piaciuto l’Egitto?
Molto
Ma ti sei divertito?
Per niente!
Perché?
Perché sono andato dai nonni!
E con i nonni non ci si diverte?
No, perché non parlano l’italiano
.
Allora qui nasce un problemino complicato, perché bisogna trovare la maniera di poter fare insieme trovando lingue che permettano di fare ponte, bisogna fare in modo che chi arriva dall’Egitto, per esempio, mantenga la conoscenza dell’egiziano e non si adatti ad essere solo con l’italiano. Quindi bisogna creare il bilinguismo. È un’operazione importante questa. Perché è importante? Per star bene con i nonni. Il resto arriverà.
Da questa breve escursione ricaviamo tre considerazioni utili per chi cresce grazie ai nonni, sia in famiglia che a scuola dell’infanzia.
- Nonni: imparate insieme ai nipoti a leggere
le cose positive.
- Coltivate insieme ai nipoti la curiosità per le capacità.
- Lasciatevi sorprendere insieme ai nipoti dalla scoperta di capacità tanto diverse le une dalle altre.
I nonni, e questo libro convincerà chi lo legge, sono componenti fondamentali per l’umanizzazione dell’altro. L’emigrato ha un nonno. Per questo, immaginando di intervistare e conversare con un palo della luce, l’abbiamo umanizzato. Di conseguenza quel palo della luce ha un nonno.
Intervista a un palo della luce.
Posso farti qualche domanda?
Non ho fretta. Sono qui un