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Cenere
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E-book108 pagine27 minuti

Cenere

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La poesia è un’arte triste? Sembra di sì, a leggere la quantità dei poeti contemporanei. Sembra addirittura che la poesia possa essere definita come l’arte dello sfogo del dolore, della confessione delle colpe, del rammarico per il tempo che passa… Ma non è sempre così. Per fortuna! La poesia di Sandro Buoro è anche tutto questo, ma la sua sostanza è un’altra. Ed è una sostanza vitalistica, sensuale. C’è la memoria del poeta, che fonde nei versi i ricordi: la Maremma, il padre contadino, la madre sempre indaffarata, la scuola, la bicicletta, i viaggi… Ma c’è anche il presente: il giardino con tutte le sue varietà, il cibo, le carezze, le notti e i giorni, il cielo… Buoro osserva il tutto con occhi voraci. Vuole tutto. Afferra famelico gli eterni che si affacciano al suo cono di luce. E li divora, facendoli diventare carne di se stesso. La poesia è il suo modo di cibarsi del mondo. Versi in prevalenza lunghi, assorbenti, pieni di cose come le calze della Befana di una volta. Semplici in apparenza ma intrisi di cultura umanistica, di richiami letterari. Suggestioni colte trasfuse. Versi che a volte alternano slanci “sublimi” a notazioni delicatamente “comiche”. “E allora vieni, prendi coraggio/e una sera inoltrata di quarantena vieni qui/dove aspetta una magica soffitta ripulita/senza polveri sottili ragnatele e tarli molesti/ma libri di magia, mortai per erbe lontane/alambicchi di storie non scritte, misteriosi/profumi di viaggi mai consumati/e la vista del mondo che è finestra sul giardino”.
LinguaItaliano
Data di uscita3 lug 2020
ISBN9788835859307
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    Anteprima del libro

    Cenere - SANDRO BUORO

    I

    La verità è

    che la notte vince sulla luce

    che la fine vince l'inizio e la morte

    spegne prima o poi ogni forma di vita.

    Lo vedi nell'autunno che incede e trascina

    a terra ogni foglia, ogni fiore o promessa marcisce

    soffoca il cielo che s'abbassa a mare di nebbie

    su tetti finestre e ombre di uomini.

    La verità è che lo spazio a noi riservato

    è concesso per qualche tempo e poi si consuma

    ogni segno sul viso, il suono della voce, l'amata figura

    che indovinavi da lungi

    si trovano in angoli lontani di memoria, ancora vivi

    dapprima per pochi e infine solo per te.

    La verità è che niente lasciamo

    nel fiume ingrossato del tempo e il fitto delle ombre

    copre l'attimo breve della vita

    se i più deserti campi misuri a passi tardi e lenti

    orme non trovi perché ogni vita scompare

    ogni sforzo inane.

    Rimane l'illusione

    che l'uomo s'accontenti di un raggio di sole

    della trafittura nella sera

    che immagini d'aver vissuto una forma di vita

    che perpetui domande e risposte

    alle quali nessuno darà seguito perché

    la verità è amara, duro accettare

    che di noi niente rimane e l'inchiostro scompare

    Viviamo sul greto arido del fiume ininterrotto della vita

    scorre impetuosa e tutto cancella.

    II

    "Scrivi una poesia

    è il regalo che voglio da te"

    dici in una stazione della vita

    mentre la pioggia sottile di qui

    passa senza far troppo male

    forse così passerà anche il dolore

    e domani sarà

    un giorno deciso tra nuvole e sole

    la gola non sarà più senza parole.

    Sogno a volte

    il tuo petto bello che mai

    prese le cose nel giusto verso

    gli occhi chiari tra cielo e pozzanghere

    vidi subito il fondo ma fino a te navigai

    senza paure di incagli,

    i fianchi leggeri stretti di vita

    che mi piaceva abbracciare quando a te pensavo.

    Invece ti lascio

    ai labili confini tra bassi colli

    di mari antichi e pianure solcate da grani

    un tempo rifugio di molluschi golosi di fango.

    Continuerò finché la barca va

    a veleggiare tra onde di terra e domate piane

    a te attorno su crinali di strade

    perché so che tanto non vedi chi solca il tuo mare.

    Ti lascio

    alle cure della famiglia che scompare

    mentre immagini di là dai vetri nel giardino

    come e quanto sarebbe stato

    e più non scioglierò il groppo

    che scende e sale come il secchio nell'atro fondo.

    Vedi allora come la poesia

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1