Il nuovo programma anticancro: Disattivare il gene del tumore è possibile! - Un metodo efficace per attuare una prevenzione a tutto campo
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Anteprima del libro
Il nuovo programma anticancro - Ulrich Strunz
IL CANCRO:
UNA MALATTIA MOLTO DIFFUSA
Cancro: una diagnosi che in Germania interessa 450.000 individui ogni anno (in Italia 350.000, n.d.r.). Tra le varie cause il sovrappeso, l’alimentazione scorretta, l’alcol, la nicotina, la scarsa attività fisica.
Solo il 15% ha una predisposizione genetica.
Non dare chance al cancro
Più o meno fino al 35% potete ridurre il rischio di contrarre un tumore
Panacea: aglio e cavolo, curcuma e tè verde, pomodori e limone, pesce e noci.
Alimentazione sana! Molto semplice.
Attivatevi
Potete fare di più.
Sport: correte lontano dal cancro!
Meditazione: mantenetevi lucidi!
Siate benevoli con voi stessi. E duri nella lotta contro il cancro.
Partite carichi di energia.
Meglio se subito!
Il cancro si espande
Il 50% dei soggetti maschi e il 43% dei soggetti femmine devono mettere in conto di ammalarsi di cancro nel corso della propria vita
.
— ROBERT KOCH-INSTITUT: KREBS IN DEUTSCHLAND
[IL CANCRO IN GERMANIA] 2008/2009
Ogni giorno in Germania quasi 600 persone muoiono di cancro. Ogni giorno! Quindi ogni anno si parla di circa 220.000 persone. Per l’anno 2012 gli studiosi che nel mio paese si occupano dei Registri Tumori individuano 486.000 nuovi casi – dei quali 258.000 sono uomini e 228.000 donne.
Si tratta di numeri nudi e crudi. Se vi trovate di fronte a una giovane donna che tra le lacrime vi racconta che sua madre sta morendo, questi numeri non vi sono di aiuto. Ma forse possono scuoterci, finalmente. E indurci a fare qualcosa di concreto.
Dunque: 486.000 nuovi casi di tumore nel 2012. Ma la vita della popolazione progressivamente si allunga!
, potreste ribattere. Non c’è da meravigliarsi che siano sempre più gli individui che contraggono un cancro
. Giusto. Ai primi del ’900, per esempio, negli Stati Uniti si moriva prevalentemente di tubercolosi, in secondo luogo di infezioni polmonari – e il cancro occupava solo il settimo posto nella gerarchia delle cause di morte. Negli anni Quaranta la causa numero uno era individuata dalle patologie cardiache; il cancro era comunque già al secondo posto! Nello stesso periodo l’aspettativa di vita si era allungata di ventisei anni. Questo per corroborare le vostre obiezioni. Ma c’è un MA: come ci spieghiamo che dall’anno 1970 i casi di cancro nei bambini e negli adolescenti hanno subìto il più drastico incremento? Che oggi in Germania i tumori maligni sono la seconda causa di morte nei bambini? Che il carcinoma della prostata e il cancro della mammella si stanno sempre più diffondendo?
Il carcinoma della prostata è in Germania la patologia tumorale più frequente e la terza causa di morte negli uomini. Nell’anno 2008 (numeri più aggiornati non sono ancora disponibili) i nuovi casi si attestavano intorno ai 63.400. Questo tenendo conto che dal 1999 si era registrato un incremento annuo di nuove insorgenze pari al 50% e che il tasso di incidenza uniformato riguardo all’età registrava un incremento del 25%. Uniformato riguardo all’età
significa tra l’altro che non si teneva conto delle differenze in termini di ripartizione in fasce d’età riguardanti i dati dei pazienti presi in esame – perché solo così possono essere raffrontati tra loro dati relativi a diversi periodi di tempo o a diverse regioni di riferimento.
Sempre in Germania, il cancro della mammella rappresenta, con circa 72.000 nuovi casi all’anno, la patologia tumorale ampiamente più diffusa tra le donne. Una donna su otto si ammala di tumore al seno nel corso della propria vita! Una donna su quattro tra quelle colpite ha, al momento della formulazione della diagnosi, meno di cinquantacinque anni, una su dieci non ne ha ancora quarantacinque. Nel 2008 il numero di casi era raddoppiato rispetto al 1980 e il tasso di incidenza uniformato riguardo all’età registrava un incremento del 50%!
I tipi di cancro più diffusi in Germania*
*senza considerare i tumori della cute non melanomatosi Fonte: Robert Koch-Institut
Al secondo posto in termini di diffusione per quanto riguarda entrambi i sessi si colloca il cancro dell’intestino, al terzo posto il cancro dei polmoni.
Epidemia di cancro in Occidente
Quindi è assolutamente possibile parlare di una vera e propria epidemia di cancro nel mondo occidentale
, scrive nel suo Anticancer: Prévenir et lutter grâce à nos défenses naturelles [Anticancro. Prevenire e combattere i tumori con le nostre difese naturali, Sperling&Kupfer, 2001] il francese David Servan-Schreiber, psichiatra e studioso attivo nell’ambito della ricerca sul cervello, il quale si è occupato intensamente di cancro, non da ultimo perché lui stesso ne è stato affetto. Triste verità: a tutt’oggi solo la metà dei pazienti può essere guarita. Tuttavia: prima del 1980 morivano più dei due terzi.
L’epidemia di cancro ebbe inizio nel periodo della Seconda guerra mondiale e dell’incredibile boom economico che le fece seguito. Erano gli anni in cui stavamo convertendo la nostra industria alimentare a un regime di produzione di massa. Gli anni in cui abbiamo cominciato a consumare (e qui potrei utilizzare un termine anche più drastico) massicce quantità di zucchero, di carboidrati, di grassi e di additivi sempre più moderni: coloranti gioiosi, aromi fantastici, super-esaltatori di sapidità e super-conservanti – tutto non particolarmente sano, come sappiamo oggi. Contemporaneamente compravamo televisori e apparecchi telefonici, come pure automobili, così da non doverci quasi più muovere a piedi. Fumavamo come ciminiere (soprattutto gli uomini) e lavoravamo come mai prima. Il paese doveva andare avanti, sempre avanti. La salute però intanto peggiorava. Più migliorava l’economia peggio stava il singolo individuo. O almeno per molti era così. E non solo a livello fisico, bensì anche mentale-psicologico. Oggi siamo arrivati al punto in cui spesso i media non si occupano più di contare i morti di cancro, ma si interessano piuttosto del numero di coloro che entrano in clinica con una diagnosi di burn-out.
Diffusione a livello globale delle patologie neoplastiche/100.000 abitanti
Insorgenza stimata a livello globale di tutti i tipi di patologie neoplastiche
In Germania: 282 malati di cancro per 100.000 abitanti fra uomini e donne
Fonte: Ferlay J, Shin HR, Bray F, Forman D, Mathers C and Parkin DM. GLOBOCAN 2008 v1.2, Cancer Incidence and Mortality Worldwide: IARC Cacer Base No.10 [Internet].
Lyon, France: International Agency for Research on Cancer; 2010.
Incidenza stimata a livello globale del carcinoma della prostata.
In Germania: 83 casi per 100.000 uomini
Fonte: Bray F, Ren JS, Masuyer E, Ferlay J. Estimates of global cancer prevalence for 27 sites in the adult population in 2008. Int J Cancer. 2012. Jul 3. doi: 10.1002/ijc. 27711. [Epub ahead of print].
http://globocan.iarc.fr/map_sel.asp
Una malattia dei ricchi
Il cancro effettivamente insorge in prevalenza dove si consumano ogni giorno quantità eccessive di generi alimentari prodotti a livello industriale. Quindi a volte penso che dovremmo essere thailandesi. E anche voi sareste d’accordo se come me aveste letto e verificato in che misura malattia e morte dipendano in maniera decisa dal luogo del mondo in cui si vive. Una considerazione che diventa palese per la specifica malattia del cancro. Nei paesi dell’Europa orientale si ammalano di tumore 400 individui su 100.000 abitanti, negli Stati Uniti solo 260. E in Thailandia ancora meno: 100. Volete ulteriori dettagli? Nei singoli stati degli USA su 100.000 donne 100 si ammalano di cancro della mammella. In Thailandia sono solo 8.
E se la colonscopia è per voi un esame spiacevole, allora emigrate: nell’Occidente civilizzato su 100.000 abitanti 50 si ammalano di carcinoma dell’intestino. In India sono solo 5. Ancora più evidente è la differenza per quanto riguarda il cancro della prostata: in Giappone, paragonato all’Europa, la percentuale è del 10%, in Thailandia dell’1%. Cioè praticamente inesistente. Conseguenza: dovremmo vivere in Thailandia.
Perché aumenta il numero dei malati di cancro?
Si può sotterrare un uomo allo stesso modo con salse gustose come con la stricnina, solo che nel primo caso i tempi si allungano
.
— CHRISTIAN BARNARD (1922-2001), CARDIOCHIRURGO SUDAFRICANO
Presumibilmente il cancro esiste da quando esiste l’uomo. Di sicuro esiste da quando l’uomo, in orde più o meno selvagge di suoi simili, ha smesso di cacciare e raccogliere i frutti della terra e si è dedicato alla coltivazione dei campi e alla mungitura delle mucche. Nel suo eccellente libro The Emperor of All Maladies: A Biography of Cancer [L’imperatore del male. Una biografia del cancro, Neri Pozza, 2011], insignito del premio Pulitzer, il medico Siddhartha Mukherjee scrive che gli uomini lottano contro il cancro da almeno 4500 anni.
Quindi non si tratta di una malattia nuova? Sì, è così. Nuovo è tuttavia il dato di fatto che il numero di malati di cancro aumenta. E questo perché – e qui mi permetto di essere un po’ scortese – sempre più persone mangiano spazzatura, stanno incollate alla poltrona e con tutti i loro battibecchi gestiti attraverso apparecchi elettronici non riescono più a elaborare pensieri lucidi e chiari. Ma facciamo un passo alla volta.
Cattiva alimentazione: mangiamo spazzatura
Che il cancro sia un male del tutto superfluo lo aveva intuito già Albert Schweizer, che fondò un ospedale nell’Africa Centrale, in mezzo alla foresta vergine. Egli scrisse: Al mio arrivo in Gabon nell’anno 1913 rimasi sorpreso nel constatare che non c’erano casi di cancro. Tra gli indigeni, a duecento miglia dalla costa, non ne trovai neanche uno. (…) Un’assenza che era presumibilmente riconducibile alle differenze di alimentazione degli indigeni rispetto agli europei
.
Imparare dai popoli che cacciano e raccolgono i frutti della terra
Possediamo molte informazioni sui popoli del mondo non affetti dal cancro. Sono pochi o assenti i casi di tumore tra gli indiani d’America (fatto noto dal 1910), tra gli abitanti dell’Africa nera (lo sappiamo dal 1923), tra gli eschimesi (notizia confermata dal 1952).
Che cosa accade se un eschimese abbandona il suo tradizionale stile di vita e adotta le modalità alimentari occidentali? Diventa ancora più soggetto al rischio di contrarre un cancro rispetto all’americano medio
. Lo dice Richard Béliveau, professore di biochimica e titolare della cattedra di prevenzione e trattamento del cancro presso l’Università del Québec di Montréal, il quale si è fatto un nome con il suo libro Les aliments contre le cancer [L’alimentazione anti-cancro, Sperling&Kupfer, 2006].
Dobbiamo mangiare in base ai nostri geni! Dopotutto molte delle molecole con le quali nutriamo il nostro corpo ogni giorno vengono direttamente introdotte nelle nostre cellule. Non si tratta dell’ultima trovata modaiola! Qui si tratta di cancro. Di operazioni, irradiazioni, chemioterapie subite da un tedesco su tre – un tedesco su tre! - e che possono essere evitate.
I popoli primitivi, e gli eschimesi con loro, possono solo scuotere il capo. Si svegliano ogni mattina freschi e felici, tenaci e carichi di energie, e in più non contraggono il cancro.
I gorilla lo sanno meglio di noi!
Non siete ancora convinti? Allora lasciamo da parte le abitudini dei popoli dediti alla caccia e alla raccolta e prendiamo in considerazione i nostri antenati. Così ha fatto anche la dottoressa Jessica Rothmann, ricercatrice nell’ambito della Primate Ecology presso l’Università della Città di New York, la quale si è occupata dell’alimentazione dei gorilla di montagna dell’Uganda.
Risultato: in estate i gorilla assumono alimenti ricchi di proteine e in più si nutrono di frutti. La dottoressa Rothmann stima l’apporto proteico intorno al 17%. Per contro: i tedeschi registrano un apporto proteico giornaliero che va dal 10% al 12%. Un ulteriore dato: quando c’è meno frutta disponibile, cioè in inverno e in primavera, per i gorilla l’apporto di proteine arriva addirittura al 31%.
La differenza con noi uomini è chiara: i gorilla mangiano vita. Nel senso letterale del termine. Proteine vive, carboidrati vivi in forma di frutta appena colta. Invece noi oggi mangiamo troppi zuccheri, amidi e grassi
, sostiene la dottoressa Rothmann. Una volta non sarebbe stato così.
Una considerazione aggiuntiva: la nostra attuale dieta diluisce
le proteine. Il che significa in pratica che se assumiamo farina e zucchero in una percentuale del 60%, rimane poco spazio per proteine preziose. E quindi, conclude la Rothmann, il corpo cerca disperatamente con la sua intelligenza somatica di procurarsi la giusta quantità di proteine, molto maggiore rispetto al consueto apporto, scivolando in una conseguente e inevitabile sovralimentazione. Illuminante. In ogni caso i gorilla non sono né grassi né diabetici; non conoscono cancro, infarto cardiaco, Alzheimer e cose simili. E pretendiamo di essere il coronamento della creazione?
Junk significa spazzatura
Che ci nutriamo di junk food è cosa nota. Ma ci è ugualmente noto che junk non significa altro che spazzatura?
Sì, spazzatura. Loren Cordain, ricercatore statunitense nell’ambito dell’alimentazione, professore di Health and Exercise Science presso l’Università del Colorado e ideatore della paleodieta
(o dieta delle caverne
) ha calcolato in quale percentuale la nostra alimentazione quotidiana sia di fatto spazzatura. Interessante! E l’esito è stato: 72%.
Una percentuale che fino a poco tempo fa non esisteva riguardo all’alimentazione umana. Si tratta di un’acquisizione recente. Che ci ha portato in dono le cosiddette malattie della civilizzazione, dall’Alzheimer al cancro. Il professor Cordain cita i principali colpevoli:
•latticini
•prodotti cereali
•zuccheri
Latte, farina, zucchero?
, vi chiederete? Le prime voci delle nostre liste della spesa? Sì, esattamente. Perché di latticini ci nutriamo solo da 10.000 anni. Da quando ci è venuto in mente di allevare bestiame. Da 10.000 anni! La storia dell’uomo è iniziata 4,4 milioni di anni fa. E non dappertutto si consuma latte nelle quantità registrate nei paesi industrializzati occidentali. Osservate le abitudini alimentari in Thailandia. Verdure invece che patate! E la più bassa incidenza di tumori.
Anche i cereali li coltiviamo solo da 10.000 anni. Quindi di nuovo da un batter di ciglio rispetto alla durata della storia dell’umanità. È in primo luogo l’agricoltura ad aver reso possibile la sovrappopolazione della terra e provocato una sensibile perdita di qualità in termini di alimentazione
, sostiene il professor Cordain. L’uomo si è abbassato di statura, la mortalità infantile è aumentata, l’aspettativa di vita si è ridotta, le malattie infettive hanno visto un incremento, le ossa sono diventate più fragili, sono comparse le carie.
Lo zucchero esiste nell’attuale forma addirittura da appena duecento anni. Un carboidrato economico che contraddistingue l’alimentazione dei nostri giorni. E che nutre le cellule cancerogene. David Servan-Schreiber spiega che gli uomini mangiavano al massimo due chili di miele, al tempo dello sviluppo dei nostri geni. All’anno! Il che vuol dire circa cinque grammi al giorno. Nel 1830 il consumo di zucchero era di cinque chili all’anno finché, alla fine del Ventesimo secolo, lo si è visto aumentare fino a settanta chili all’anno. Settanta chili!
Un organo colpito di frequente dal cancro è tra l’altro l’intestino. Un settimo delle patologie neoplastiche attestate in Germania riguarda l’intestino. Nel 2008 si sono ammalati circa 35.000 uomini e 30.000 donne. La cosa vi sorprende ancora? Se per una vita irritate le cellule del vostro intestino, otterrete in cambio la stessa reazione nei vostri confronti. Irritare in questo caso diventa sinonimo di mangiare. Se riversate nel vostro intestino cibi derivati da animali macellati, o scorretti dal punto di vista genetico, e per decenni gli fate fare il lavoro sporco
di smaltire i rifiuti, le sue cellule non potranno che deragliare.
Il cibo spazzatura deteriora il latte vaccino
Il ragionamento è coerente: non siamo solo noi a nutrirci di cibo spazzatura. No. Anche agli animali delle nostre fattorie diamo da mangiare junk food. Le nostre mucche ormai da tempo non stanno più al pascolo nei prati, e la maggior parte non viene neanche più nutrita a fieno. Le si foraggia invece con mais, soia e frumento. Un foraggio non adeguato al loro apparato digerente. La conseguenza non è solo una condizione di salute precaria delle mucche che devono essere trattate con un numero sempre maggiore di farmaci, ma anche che il latte stesso ne risulta deteriorato. Questo perché appunto i cereali che costituiscono il foraggio non contengono quasi acidi grassi Omega-3, mentre contengono gli Omega-6. Con ripercussioni sul latte, il quale a sua volta non contiene i due acidi grassi in un rapporto 1:1, bensì in un rapporto scorretto che va da 1:15 a 1:40.
Cambia qualcosa? Certo che cambia: gli Omega-3 inibiscono la crescita delle cellule e hanno un’azione antinfiammatoria. Grassi e infiammazioni attirano il cancro. Avete in frigorifero latte di mucche che mangiano ancora erba? O almeno latte da fieno
? No? Bene, allora meditate sull’eventualità di cambiare marca.
I tedeschi sono troppo grassi
Il 30% delle patologie tumorali si può ricondurre a scorrette abitudini alimentari e quindi potrebbe essere evitato. Questo vale in una percentuale ancora maggiore, addirittura del 70%, per i tumori