Quello che mangi fa la differenza
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Info su questo ebook
La nuova frontiera della medicina
La nostra vita biologica è il risultato di una continua interazione tra le diverse parti dell’organismo che si relazionano e si scambiano informazioni, sia in condizioni di salute che di malattia. Pensare di prevenire la malattia o curarla come fossimo divisi in compartimenti è un errore da evitare, la salute è il frutto di equilibrio tra diversi fattori, e l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale in questa partita. Non è corretto affermare che un paziente oncologico possa mangiare di tutto o assumere di tutto: nella fattispecie non deve adottare una dieta iperproteica e tenersi lontano da alimenti come i carboidrati raffinati, carne, pesce di grossa taglia e latticini. Di cose da sapere ce ne sono molte: ad esempio l’aloe vera, la curcumina e il tè verde rappresentano un valido aiuto in associazione ad alcuni farmaci chemioterapici mentre sono sconsigliati l’iperico e il ginkgo biloba, il pepe o la soia. La terapia oncologica integrata, nuova frontiera nel trattamento dei tumori, non esclude nessun tipo di intervento: ritiene utile la terapia farmacologica e la chirurgia, ma le integra con agopuntura, fitoterapia, omeopatia e alimentazione. Tutto questo per ridurre gli effetti collaterali delle terapie e potenziare l’efficacia dei farmaci, migliorare la qualità della vita del paziente e aumentare le possibilità di guarigione. Il libro, organizzato in capitoli che accompagnano il lettore dalla diagnosi alla cura con spiegazioni semplici ma dettagliate, contiene anche un’intera sezione dedicata alle ricette consigliate durante il percorso di cura e per la prevenzione.
Massimo Bonucci
è medico specialista in Anatomia Patologica e Oncologia Medica e presidente di ARTOI, l’Associazione di Ricerca per la Terapia Oncologica Integrata.
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Recensioni su Quello che mangi fa la differenza
1 valutazione1 recensione
- Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Ottimo libro. Molto competente l'autore. Oncologo integrato italiano, presidente ARTOI
Anteprima del libro
Quello che mangi fa la differenza - Massimo Bonucci
Indice
Cover
Collana
Colophon
Frontespizio
Ringraziamenti
Volevo fare il dottore
Non siamo solo cellule
La malattia
Che cos’è il cancro
Fattori di rischio
Diagnosi
Il paziente e la sua malattia
La cura
Le terapie necessarie
Oncologia integrata: la nuova frontiera della guarigione
Le Terapie Oncologiche Integrate
La nutrizione in oncologia: possibile, utile, necessaria
Gli alimenti che fanno aumentare il rischio di ammalarsi... di tumore
Corretta alimentazione
Gli alleati della prevenzione
Epigenetica: un nuovo modo di comprendere e affrontare... il cancro
Il microbiota, fonte di benessere nel nostro intestino
Regole da seguire per prevenire il cancro
La nutrizione del paziente oncologico
Effetti collaterali
Alimentazione nella menopausa iatrogena
Nutrizione funzionale (nutraceutica)
Ricette per tutti i gusti
Colazione
Primi piatti
Secondi piatti
Insalate e verdure
em445
Prima edizione ebook: marzo 2018
© 2018 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214
ISBN 978-88-227-1871-6
www.newtoncompton.com
Realizzazione a cura di Corpotre, Roma
Massimo Bonucci
Quello che mangi fa la differenza
I cibi consigliati e quelli da evitare per prevenire e curare il male
ominoNewton Compton editori
Ai miei genitori Amerigo e Marcella per averci insegnato la dedizione verso gli altri
Ringraziamenti
Alla mia famiglia, Federica, Biancamaria e Niccolò, per avermi supportato in questo lavoro.
Grazie ai colleghi Giuseppe Lupi, Elio Rossi, Giampietro Ravagnan e Cristina Villivà per i loro preziosi contributi.
Volevo fare il dottore
Il cancro, fino a qualche anno fa detto il male incurabile
, è divenuto in molti casi una patologia da cui si può guarire o, comunque, con cui si può convivere: sempre più frequentemente è una malattia cronica che consente alle persone colpite di avere una vita attiva e soddisfacente. La ricerca clinica e traslazionale, il rapporto medico-paziente, le terapie personalizzate, l’informazione e soprattutto la prevenzione sono alcune tra le parole chiave da conoscere e implementare per riuscire nell’intento di trattare pazienti ammalati di tumore. Come sia possibile tutto questo sarà l’oggetto di questo trattato. Curare le persone.
Da quando avevo sei anni, come mi hanno sempre ricordato i miei genitori, volevo fare il dottore. Sono diventato un medico oncologo, specialista in Anatomia patologica. La passione che mi guida è la voglia di conoscere. Questa mi ha portato in giro per il mondo già da giovane studente in Medicina, in cerca di una cura miracolosa
per mio cugino.
È stato l’anno 1982, quello dei mondiali, a cambiare la mia vita. Era un pomeriggio di metà giugno quello in cui venni convocato da mia zia: mi disse che Marco, mio cugino di appena 18 anni, era stato ricoverato a Bologna, all’ospedale Rizzoli. Da qualche mese accusava un dolore sopra il ginocchio e che non passava neppure con gli antidolorifici. Avevo ventidue anni, ma per la mia famiglia ero già un dottore nonostante fossi solo al quarto anno di Medicina. La diagnosi fu una sentenza: a Marco era stato riscontrato un osteosarcoma, un tumore maligno del tessuto osseo, scarsamente differenziato e localmente avanzato. Lo sottoposero a un intervento chirurgico e gli misero un nuovo tipo di protesi. Dopo l’intervento gli vennero fatti dodici cicli di chemioterapia, uno ogni ventuno giorni, tutti molto pesanti e debilitanti. Completato il trattamento chemioterapico cominciarono i controlli periodici, ogni due mesi. A novembre, al secondo controllo, apparirono nuovamente i sintomi della ripresa locale della malattia: dolore e gonfiore nella sede dell’intervento.
A questo punto avvenne un fatto che cambiò la vita di tutta la famiglia, ma soprattutto la mia. Conoscemmo una persona speciale, un medico responsabile del Dipartimento di ricerca nella città di Düsseldorf, in Germania. Ci disse che se avessimo voluto un parere più ampio sulla neoplasia avremmo dovuto contattare un suo collega, medico oncologo responsabile della Società di Oncologia Medica Tedesca ad Hannover, il dottor Nieper. Per la prima volta sentii parlare di integrazione di terapia farmacologica con sostanze naturali. Accompagnai Marco ad Hannover e, dopo la prima visita con l’oncologo, decidemmo di seguire le sue indicazioni e la terapia, e così iniziò un lungo percorso fatto di viaggi e ricoveri. Il risultato fu esaltante: mio cugino sopravvisse e oggi ha 54 anni e due splendidi figli. La formazione e lo scambio con il dottor Nieper sono durati per dieci anni, perché da quel momento ho continuato a frequentarlo, diventando poi un suo allievo, fino a che purtroppo non ci ha lasciati a causa di un infarto. Durante la sua vita non si era risparmiato, lavorando a ritmi di 12-14 ore per sei giorni alla settimana con una dedizione straordinaria. Andavo ad Hannover ogni quattro mesi e ci restavo anche dieci giorni per volta, vedevo i suoi pazienti, ma anche quelli che gli avevo inviato e lo seguivo nel lavoro di tutti i giorni. Passarono gli anni e, dopo la laurea, mi specializzai in due discipline direttamente correlate con il cancro: in Anatomia patologica, che comprende la diagnosi e lo studio delle caratteristiche biologiche del tumore; e in Oncologia medica, che implica la ricerca di cure sempre più efficaci contro il cancro. Ma erano anni in cui non solo la guerra non poteva dirsi vinta, anzi spesso venivano perse battaglie importanti: non c’era nessuna cura per alcuni tumori rari, per quelli legati ai tessuti molli, detti sarcomi, e per quelli che attaccavano organi come il pancreas o le ovaie. Cominciava però a farsi largo un pensiero, un approccio alla cura della malattia che sposai dall’inizio: l’integrazione. Bisognava dare una mano al paziente, un aiuto per superare al meglio la terapia. Bisognava fare in modo che il paziente trovasse le energie per affrontare al meglio le terapie oncologiche, senza eccessiva sofferenza o disagio e che non ricadesse nella malattia.
Fu quello il momento in cui cambiai il modo di affrontare la malattia tumorale in modo che tenesse conto non solo della patologia, ma del paziente nella sua complessità. Da quel periodo tutta la mia vita professionale ha subìto un cambiamento. Con il dottor Nieper c’è stato un continuo scambio di informazioni che hanno contribuito a formare la mia conoscenza in campo oncologico clinico, ma soprattutto mi hanno plasmato sul concetto dell’integrazione. Nel corso di questi trent’anni di lunga esperienza clinica e di ricerca in campo nazionale e internazionale, sia in campo patologico che oncologico, ho sempre sentito la necessità di dare qualcosa in più della semplice conoscenza. Ho sentito forte il desiderio di mettere a frutto la mia esperienza maturata negli anni, era arrivato il momento di mettere in campo una vera e propria sinergia fra prevenzione, terapia convenzionale e sostegno al paziente. E questa altro non era che la medicina integrata, un insieme di azioni costituite da terapia antiblastica personalizzata, immunoterapia, nutrizione, sostanze naturali e aiuto psicologico ai pazienti. Una terapia che avrebbe potuto dare risultati eccezionali nel campo della lotta contro i tumori. Questo libro ha l’intento di aiutare il paziente durante la terapia, per sapere cosa può aiutarlo ad affrontarla. Definisce il percorso da intraprendere quando una persona viene informata della propria patologia. Dà le indicazioni su come si affrontano le terapie, quali rimedi possono esser utilizzati per sopportarle meglio e con minori disagi. Cosa aspettarsi durante il cammino. Indica la strada da seguire anche senza un medico accanto. Si propone come valido aiuto per insegnare al paziente ad ascoltarsi, a entrare in contatto con la parte più profonda e cercare la propria guarigione. E farlo in modo da uscire dal percorso di guarigione più forte e sano. Parte integrante del cammino è rappresentata da indicazioni alimentari, la nutrizione da adottare durante i trattamenti, e la nutrizione come fondamentale arma di prevenzione. La nutrizione come medicina. Seguono, e concludono questa esposizione, le ricette del benessere, della salute.
Non siamo solo cellule
L’assistenza sanitaria corrente è un sistema che si concentra sulla cura di eventi episodici di malattia e ignora in gran parte la definizione più ampia della salute. Se il cancro è trattato, la cura può essere considerata completata, ma in un paziente con il cancro in cui i livelli di depressione e stress rimangono, la cui dieta non sia stata analizzata e stabilita, non è possibile pensare che tutto sia risolto, si sta sottovalutando il problema e la possibilità di sviluppare ulteriori malattie, le recidive. La cura di un paziente con il cancro richiede molto più del tentativo di eradicare il tumore. La diagnosi di cancro è devastante nella maggior parte dei pazienti e la sopravvivenza richiede un sostegno anche più importante di un intervento chirurgico, radiazioni, chemioterapia. Analogamente, mettendo uno stent in un’arteria ostruita si otterrà l’aumento del flusso sanguigno, risolvendo il problema nell’immediato, ma se non si agisce su ciò che ha causato l’intasamento dell’arteria, il vaso può ostruirsi nuovamente.
L’utilizzo della medicina integrata non solo può migliorare l’assistenza sanitaria per i pazienti ma può anche migliorare l’efficacia dei costi delle cure sanitarie. Le principali applicazioni della medicina integrata, valide dal punto di vista scientifico, sono una corretta nutrizione, la fitoterapia, l’omeopatia, la medicina antroposofica, quella tradizionale cinese, la meditazione, lo Yoga e il Qi Gong. La medicina integrata, intesa come approccio globale alla persona, può entrare a far parte di tutte le discipline sanitarie. Il che vuol dire che già viene utilizzata in cardiologia, chirurgia, neurologia, endocrinologia e altri campi medici.
Non tutti conoscono questo tipo di trattamento, sia per mancanza di informazione, sia per la difficoltà ad accettare i cambiamenti che comportano una messa in discussione della preparazione in campo medico. Tutti i colleghi medici dovrebbero conoscere l’influenza dell’alimentazione sul nostro organismo, non solo dal punto di vista calorico o nutrizionale. Allo stesso modo dovrebbero anche conoscere l’influenza dell’umore, dello spirito e della mente nel programma di guarigione dalla neoplasia. Perché avrebbero molte più risposte positive. La nostra splendida vita ha la necessità di essere mantenuta, sorvegliata, sostenuta. È la prevenzione che deve guidare questo processo di controllo. Prevenzione primaria per non ammalarsi, prevenzione secondaria per non ricadere nuovamente. Come farla, quando farla? Perseguire sempre il benessere sarà il nostro obiettivo.
I programmi di medicina integrata, finalizzati a migliorare la salute delle persone, prevedono spesso un cambiamento dello stile di vita. La corretta alimentazione è un elemento chiave e gli approcci integrativi in genere riconoscono che sia da considerarsi una dieta sana quella a base vegetale, ricca di frutta, verdure, cereali integrali, legumi secchi e piccole quantità di pollame, pesce, albume d’uovo, carni e latticini scremati. Tuttavia la maggioranza dei medici non ha conoscenze di nutrizione abbastanza approfondite, perché non rientrano negli esami per conseguire la laurea. Durante l’intero corso di studi in Medicina nessuno studente si trova a studiare il rapporto tra alimentazione e patologie e la possibile influenza della mente sulle funzioni dell’organismo. È come se a un ingegnere non avessero insegnato l’utilizzo del cemento, la sua composizione e le diverse varietà. Potrà costruire palazzi che magari stanno in piedi, ma che saranno estremamente fragili. L’alimentazione è la nostra vita, quello che ci fa crescere e prosperare, ma se usiamo un materiale scadente, come cibo privo di nutrienti o cibo spazzatura, il nostro organismo sarà debole e facilmente potrà ammalarsi. Nessuno, o sono ancora in pochi a farlo, ci dice a chiare lettere, fra l’altro, che la nutrizione gioca un ruolo importante nella nostra salute. Ogni alimento è costituito da elementi che interagiscono con le nostre cellule o, ancora meglio, con tutti i meccanismi che regolano le nostre cellule. Le proteine, i carboidrati e i lipidi non sono altro che sostanze chimiche che interagiscono con le nostre cellule, gli organuli, il nucleo, il dna e gli enzimi.
C’è la necessità quindi di usare nell’alimentazione i migliori elementi, quelli più naturali e biologicamente più sani per non danneggiare le cellule e per rendere più forte il nostro organismo.
I pazienti però devono essere ben informati sulle medicine integrate e la loro giusta applicazione, cercando di valutare soprattutto il supporto scientifico corretto.
Purtroppo non tutte le informazioni presenti su internet, anzi solo una minore parte, hanno riscontro scientifico, sia per quanto riguarda quelle che possono essere le cause del cancro sia per le terapie necessarie. Molti sono gli esempi e si possono trovare affermazioni come il fatto che il cancro sia causato da infezioni da parassiti o germi, o anche che possa risultare come il frutto di squilibri alimentari. C’è chi poi urla alla cospirazione da parte delle industrie farmaceutiche che continuerebbero a curare il cancro con farmaci costosi e inutili al posto di sostanze naturali che secondo gli stessi darebbero i medesimi risultati. Ogni paziente deve conoscere i rischi e i benefici di ogni trattamento e deve essere aiutato nella scelta. Sapere quali sono le opzioni terapeutiche dopo una diagnosi, quali gli scenari futuri per evitare ricadute, avere risposte su quali debbano essere le azioni personali da intraprendere rientrano nel lavoro del personale medico esperto e adeguatamente formato. La mia attività di medico e ricercatore mi ha portato in giro per il mondo alla scoperta di trattamenti oncologici di ogni tipo, da quelli con rimedi naturali a quelli con le più innovative combinazioni di farmaci alle terapie immunologiche e biologiche. È per questo che, seguendo la difficile veste di patologo e oncologo, legato al rigore scientifico, da anni perseguo un obiettivo: aiutare nella conoscenza i pazienti a scegliere cosa fare in quel preciso momento; qual è la terapia più appropriata al caso; come affrontare al meglio la situazione; come porsi di fronte a un evento sconvolgente che cambierà la sua vita.
Dieta, controllo della salute, fitoterapia, esercizio fisico, stato emozionale, ragione di vivere.
Possiamo affermare che il miglior trattamento oncologico si basa sull’uso di terapie convenzionali, quali chemioterapia, radioterapia, terapie biologiche e immunoterapiche, ma con la necessaria integrazione di approcci che aiutano il paziente a combattere e aumentare la risposta personale. Psico-neuro-endocrino-immunologia, alimentazione, esercizio fisico, spiritualità non sono solo semplici e, secondo alcuni, sterili ausili; sono indispensabili al paziente per riuscire ad avere una maggiore possibilità di vittoria.
Lo studio dei casi di buona riuscita con trattamenti integrati hanno messo in evidenza alcuni fattori in comune: cambiamento della dieta, controllo della salute, uso della fitoterapia, esercizio fisico, miglioramento dello stato emozionale, il desiderio di guarire. Non è detto che questi siano fattori indispensabili per la guarigione: infatti dobbiamo considerare che i trattamenti oncologici tradizionali come chemioterapia, radioterapia, immunoterapia, target terapia e altri erano sempre presenti nei casi di maggior successo. La consapevolezza della possibile guarigione è una delle migliori medicine. Ma come si può aiutare il paziente? Che cosa è indicato che faccia? A chi può chiedere chiarimenti e aiuto?
La malattia
Che cos’è il cancro
Quando ho iniziato a pensare di scrivere questo libro mi sono domandato soprattutto quali fossero i bisogni dei pazienti, e quali le risposte che i pazienti vorrebbero sentirsi dare. Il primo passo è spiegar loro che cos’è una malattia neoplastica, e quali sono i meccanismi che portano un organismo ad avere delle cellule impazzite
. La neoplasia è una patologia multifattoriale e quindi la risposta non può essere univoca. Il fatto è che il cancro è costituito da una proliferazione di cellule senza un criterio, un ordine. Conosciamo la biologia degli esseri viventi e dei loro processi cellulari, anche quelli microscopici, e ci sono note le regole che la governano, gli schemi e le finalità. Ma queste regole non sussistono in una neoplasia. La neoplasia non ha regole: sono cellule che crescono indefinitamente. Non ha schemi: sono cellule che non formano niente, solo tessuto indistinto. Non ha finalità: sono cellule che crescendo insieme non hanno struttura morfologica funzionale. Ed è per questo che la patologia neoplastica danneggia l’organismo all’interno del quale si sviluppa, perché interferisce con tutti i suoi sistemi: strutturale (in quanto invade un organo e lo limita nelle sue normali attività); morfologico (distrugge la continuità dell’apparato in cui cresce); funzionale (le aree dell’organo interessato perdono la loro capacità di produrre, metabolizzare, disintossicare ecc.). La conoscenza delle funzioni degli organi interessati ci permette di prevedere cosa ci può succedere in caso di patologia neoplastica.
Patologia multifattoriale: malattia che dipende da fattori genetici e fattori ambientali.
Il nostro organismo è composto da molte cellule che formano tessuti e organi. Ogni cellula è in grado di replicarsi, tanto che ogni giorno abbiamo un ricambio cellulare vero e proprio perché una cellula nasce, vive, muore e deve essere sostituita. Questo è un processo abbastanza lungo in alcuni casi come avviene con le cellule del muscolo cardiaco, può essere infinito ovvero non c’è morte cellulare, come per le cellule nervose, oppure può essere molto breve, come per i globuli rossi che hanno una vita di centoventi giorni circa. Il processo di trasformazione di una cellula normale in una neoplastica avviene attraverso varie tappe, con accumulo di anomalie genetiche, funzionali e morfologiche. La proliferazione, ovvero la divisione cellulare, è un processo fisiologico che ha luogo in quasi tutti i tessuti e in innumerevoli circostanze: normalmente esiste un equilibrio tra la proliferazione e la morte cellulare programmata, detta apoptosi. Le mutazioni nel dna che conducono al cancro portano alla distruzione di questi processi ordinati, il che dà luogo a una divisione cellulare incontrollata e alla formazione del tumore. E questo richiede più