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La salute comincia in bocca: Perché digrignare i denti fa venire mal di schiena e ridere regola la pressione del sangue
La salute comincia in bocca: Perché digrignare i denti fa venire mal di schiena e ridere regola la pressione del sangue
La salute comincia in bocca: Perché digrignare i denti fa venire mal di schiena e ridere regola la pressione del sangue
E-book268 pagine3 ore

La salute comincia in bocca: Perché digrignare i denti fa venire mal di schiena e ridere regola la pressione del sangue

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Info su questo ebook

Nessun altro organo è coinvolto contemporaneamente in così tante funzioni dell’organismo come la bocca e il dottor Hubertus von Treuenfels ci offre una guida originale all’interazione finora poco nota tra la salute della bocca, del corpo e dell’anima.

Lo stato di salute dei denti è un fattore determinante. È risaputo infatti che una bocca malata (carie, infezioni gengivali, parodontiti) si ripercuote sullo stato di tutto l’organismo, perché i batteri del cavo orale possono minare la condizione di altre parti del corpo. Tuttavia, è importante prendere in considerazione anche l’allineamento o il disallineamento delle arcate dentali, in quanto la malocclusione può far insorgere dolori muscolari, mal di schiena e persino disturbi legati a stati ansiosi.

In decenni di pratica, von Treuenfels ha studiato casi straordinari che confermano come i denti e l’igiene orale svolgano un ruolo chiave per il nosto benessere. Sulla base della sua lunga esperienza, ci offre un aiuto concreto all’autoguarigione con un manuale teorico-pratico che contiene esercizi, suggerimenti, domande e risposte e molto di più. Un valido strumento per prendere nelle proprie mani la salute della bocca e di tutto l’organismo.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2020
ISBN9788868205324
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    Anteprima del libro

    La salute comincia in bocca - Hubertus von Treuenfels

    liberamente.

    Capitolo 1.

    L’UOMO E LA BOCCA

    Nessun altro organo è contemporaneamente coinvolto in così tante funzioni dell’organismo umano come la bocca. La bocca ricopre un ruolo centrale quando si respira, quando si mangia o quando si parla e nonostante il suo enorme influsso su corpo e anima, rimane comunque l’organo meno conosciuto.

    Per questo vorrei invitarvi a un emozionante viaggio alla scoperta di quest’organo fondamentale, durante il quale approfondiremo il motivo per cui la nostra bocca è fatta proprio in questo modo e quali siano i benefici fondamentali apportati dall’evoluzione dell’umanità. Vedremo come la bocca si forma nel grembo materno e si prepara anticipatamente per il primo vagito. Scoprirete – soprattutto con casi incredibili passati per il mio ambulatorio – come le nostre funzioni vitali (respirazione, alimentazione e abilità motoria) siano definite e plasmate dalla bocca. Per esempio, il modo in cui l’attività mandibolare influenza l’intera postura del corpo e quali siano le gravi conseguenze di una respirazione scorretta per la nostra salute. Capire queste interazioni è la chiave per uno stile di vita sano.

    Alla fine del libro ho voluto lasciarvi delle indicazioni concrete di auto-aiuto, ossia dei semplici esercizi che potete inserire facilmente nella vostra routine quotidiana. Si tratta di esercizi che vi permetteranno di provare da voi come funziona davvero il corpo umano. Con il loro aiuto imparerete a respirare, succhiare, masticare e deglutire meglio, perché proprio queste funzioni base della bocca apportano un contributo fondamentale al nostro benessere e di conseguenza alla nostra qualità di vita.

    CHI MAI PENSEREBBE ALLA BOCCA COME CAUSA DEI DISTURBI FISICI?

    Naturalmente non tutti i malesseri partono da qui, ma vale comunque la pena di controllare sempre anche la bocca se non vi sentite completamente in forma o avete dei disturbi. L’importanza di questo gesto è doppia: da una parte dovreste prendere sul serio anche disturbi banali e apparentemente irrilevanti che non solo ci complicano la vita quotidiana, ma forse stanno persino danneggiando il nostro corpo o si ripercuotono pesantemente sul nostro umore. Dall’altra pensiamo troppo raramente e spesso troppo tardi alla bocca, ai denti, alla mandibola e alle giunture quando ci alziamo dal letto la mattina. O a un collegamento di lingua, gengive, gola e apnee notturne con la stanchezza durante il giorno e con il pericoloso colpo di sonno al volante. Molti soffrono di mal di testa cronico e di fastidiose tensioni nell’area cranio-mandibolare, disturbi che possono causare problemi alla gola, al collo, alle spalle, alla colonna vertebrale, alla schiena o provocare acufeni, deficit uditivi, problemi respiratori e digestivi. Alcuni sono tormentati da improvvisi attacchi di vertigini, mancanza di sonno e ipertensione, dei sintomi non solo fastidiosi e pesanti, ma a volte anche dei campanelli d’allarme di malattie più serie. Per esempio, la mancanza di sonno e l’ipertensione possono portare in casi estremi alla sindrome da stanchezza cronica unita a una pericolosa diminuzione delle prestazioni, meglio conosciuta con il nome più alla moda di burn-out. E per tutto questo troppo spesso le cause sono nella bocca.

    Ovviamente nessuno vuole soffrire. Vogliamo capire a fondo le cause dei dolori e vogliamo rimanere sani. Per questo ci facciamo visitare, ci sottoponiamo a terapie e assumiamo farmaci. Troppo spesso però ci lasciamo guidare dalla posizione del dolore e purtroppo anche molti terapisti e dottori localizzano un disturbo o una malattia nel punto dove fa male. Perciò ci facciamo massaggiare la schiena quando abbiamo mal di schiena, oppure prendiamo un antidolorifico se ci fa male la testa o la pancia. Ma nessuna regione del corpo è a sé stante perché sono tutte collegate tra di loro. Per cui con rimedi localizzati spesso combattiamo solo il sintomo, non la causa. Vi starete giustamente domandando come fanno pazienti, dottori e terapisti a identificare le vere cause di dolori e disturbi. Proprio qui entra in gioco la zona bocca-naso-gola. Perché in ogni momento della nostra vita, respirando, digerendo o muovendoci, nella bocca avviene il maggiore scambio tra esterno e interno.

    Una volta capito come funziona la zona oro-nasale, questo punto di passaggio tra dentro e fuori, e una volta imparato a guidarla e curarla, allora possiamo prevenire disturbi e malattie in tutto il corpo anche in maniera molto mirata e guarirli.

    LE CONSEGUENZE DI UNA FUNZIONALITÀ ORALE ALTERATA

    Gli effetti di una funzionalità orale compromessa sullo stato di salute generale saltano all’occhio nel caso di una paziente di 45 anni affetta da ipertensione. Il suo cardiologo le aveva prescritto un betabloccante senza però farle domande né sul suo stile di vita e le sue abitudini alimentari, né sulla sua attività fisica o su altre questioni che avrebbero potuto spiegare la sua diagnosi. La conseguenza fu che la paziente si sentiva sempre più debole e con il tempo cominciò a soffrire gravemente di disturbi del sonno. Io la conobbi il giorno che il marito, snervato e preoccupato, la trascinò nel mio ambulatorio. Aveva saputo per caso che con la medicina sistemica si potevano curare anche i disturbi del sonno. Mia moglie russa già da molto tempo, ma da quando prende il betabloccante ha iniziato a russare come un cinghiale, mi disse ancora prima del colloquio anamnestico. Quando poi la moglie mi raccontò di soffrire spesso di apnee, mi suonò un campanello d’allarme.

    A causa della cosiddetta sindrome temporanea delle apnee nel sonno, nel sangue arriva troppo poco ossigeno. Dato che però l’ossigeno è essenziale per il metabolismo cellulare (anche di notte), il corpo reagisce immediatamente aumentando l’attività circolatoria. In poche parole, la circolazione sanguigna innalza la sua portata per suddividere al meglio il poco ossigeno incamerato a ogni respiro. In questo modo il nostro corpo fa del suo meglio per regolarizzare tutti i disturbi provenienti dall’esterno, in questo caso con il risultato dell’ipertensione. D’altronde, la paziente non poteva essere aiutata riducendole la pressione con i farmaci, perché proprio in questo modo era stata innescata una sorta di circolo vizioso: ogni mattina si svegliava esausta e durante il giorno era senza energie. Del resto, la situazione era insostenibile anche per suo marito, il quale ogni notte temeva che la moglie potesse soffocare. Di conseguenza spesso neanche lui riusciva a dormire e di questo incolpava segretamente la moglie, il che aveva portato poi anche a una crisi matrimoniale.

    Sia la situazione medica che quella emotiva della signora sembravano senza via d’uscita. Per questo apparve visibilmente stupita quando le dissi che, invece di nuovi medicinali, le sarebbe servito solo un apparecchio per i denti che, al confronto, era molto discreto e le prescrissi di ridurre gradualmente la dose del farmaco per l’ipertensione in accordo con il suo medico di famiglia. Le spiegai che questo grazioso aggeggio durante il sonno esercita uno stimolo mirato, toccando determinate aree della bocca e attivando di conseguenza il riflesso di suzione. E poiché la bocca anche di notte nel deglutire non rimane immobile, questo meccanismo di azione-reazione funziona il più delle volte anche contro il russare. Perché mentre succhia, l’organismo fa sì che la lingua vada automaticamente nella parte posteriore del palato, che si attivi la respirazione nasale e che in questo modo si impedisca il russare. Così soddisfiamo il riflesso senza il quale da lattanti ci sentiremmo persi e che ci accompagnerà fino in età avanzata.

    La paziente si sentì decisamente meglio già dopo la prima notte. Per guarirla era stata sfruttata l’autoregolazione del corpo, che nel suo caso era il semplice riflesso di suzione. Con il tempo l’apparecchio che l’aveva innescato, impedendo così il russare, riuscì anche a far abbassare la pressione alta.

    LA BOCCA COME SPECCHIO DELLA VITA

    Un proverbio asiatico afferma che il malato con i suoi disturbi porta già in sé la soluzione del suo problema. Perché con i disturbi, siano essi un dolore acuto o un malessere cronico, il corpo segnala che c’è qualcosa che non va. Il primo passo sulla strada verso la guarigione sta quindi nel rilevare i dolori e i sintomi e prenderli seriamente in considerazione. Perché non importa se abbiamo delle afte in bocca o se siamo perennemente stanchi e fiacchi perché di notte, il più delle volte senza accorgercene, digrigniamo i denti: i sintomi, da non confondersi con la malattia stessa, ci vogliono dire qualcosa. Entrambi sono disturbi molto diffusi e fortemente indicativi. Le afte in genere indicano che soffriamo di un’acidificazione, di uno squilibrio acido-base al quale la mucosa reagisce con delle vesciche infiammate. E il digrignamento notturno dei denti segnala che siamo costantemente in ansia e che – sempre per qualche motivo – stringiamo i denti nel vero senso della parola.

    Guardando la bocca di un paziente, guardo anche dentro a un pezzo della sua vita, perché nella bocca si riflette molto di quello che mi può dire se una persona sopporta questo o quello, che cosa la preoccupa e che cosa la danneggia. Da molti anni cerco quindi di interpretare questi segni e di scoprire i motivi per cui il paziente reagisce in questo o in un altro modo.

    Seguendo questa logica mi accorsi in un paziente di lunga data che i suoi incisivi si stavano spostando sempre più in avanti, aprendosi a ventaglio. Questo processo era stato agevolato dalla perdita ossea del parodonto, un indizio lampante di una parodontite che andava avanti già da molto tempo. Difatti, il paziente confermò il mio sospetto dicendomi che di giorno, ma soprattutto di notte, rimuginava su questo problema opprimente. E un giorno mi raccontò del fallimento del suo matrimonio e degli ulteriori problemi sul posto di lavoro. Naturalmente non mi era possibile risolvere i suoi problemi privati e lavorativi, ma potevo almeno prevenire gli effetti negativi di queste tensioni sui denti. Gli adattai un apparecchio funzionale che, prevenendo la dolorosa perdita dei denti, glieli riallineò. E con questa storia mi venne in mente quello che mi aveva detto una volta un mio collega: Quando il dente traballa, traballa l’anima.

    IL NOSTRO CORPO SI AUTOREGOLA

    In genere i sintomi vengono visti come indicatori della malattia. Tuttavia, possiamo considerarli anche un meccanismo di difesa perfettamente sano, perché il corpo per principio vuole essere sano e ce la mette tutta. Per cui i sintomi sono visti non solo come l’adeguata reazione a un attacco, a una malattia, a un batterio dannoso, ma anche come un’indicazione gradita della strada da seguire per curare l’organismo. Se abbiamo un’infezione, cominciamo in molti casi ad avere la febbre. In questo modo l’organismo si difende dai batteri dannosi e la febbre mostra che il corpo ha ancora qualcosa in serbo con cui rispondere. Secondo Ippocrate la natura aspira a ristabilire lo stato di salute e lo esprime in ogni sua reazione che noi definiamo come sintomo della malattia. In effetti questi sono al contempo i segni della guarigione.

    Il nostro corpo continua a prepararsi in modo saggio e lungimirante a quello che potrebbe arrivare. Se stiamo sotto il sole troppo a lungo, ci si arrossa la pelle, se ci mettiamo seduti di fronte a piatti fumanti, si forma più saliva, mentre quando siamo su un palco di fronte a molta gente per tenere un discorso, ci si secca la bocca e la fronte si imperla di sudore per evitare che il corpo si surriscaldi per la troppa emozione. Quindi meglio che sul podio ci sia sempre un bicchiere d’acqua.

    Una caratteristica organizzativa di tutti gli esseri viventi, e quindi anche del corpo umano, è il processo continuo di auto-creazione e auto-conservazione in cui si trova il nostro organismo, ossia il fatto che continui a regolarsi. Questo ha a che fare con la cosiddetta medicina regolatoria il cui principio è di lavorare con l’autoregolazione corporea, e non contro. Ma come si regola il nostro corpo? Come reagisce a quello che gli succede e come lo gestisce? Queste sono le domande che si pone la medicina regolatoria. Se in quanto dottori vogliamo aiutare i pazienti, allora adottiamo il principio dell’autoregolazione per poterli aiutare meglio. Perché così sosteniamo loro e il loro corpo nel modo che lui ritiene essere il migliore.

    Come avviare un’autoregolazione simile è stato dimostrato dall’odontoiatra citato in precedenza, cioè Wilhelm Balters, con l’invenzione del Bionator. Il Bionator è un tipo di apparecchio per la regolazione dei denti e della mandibola. L’innovazione sta nel fatto che l’apparecchio mobile (rimovibile) di per sé non esercita nessuna pressione sulla mandibola deformata, ma al contrario sfrutta principalmente la forza di chi lo indossa per controllarne i movimenti della bocca, garantendo in particolar modo che le funzioni della bocca vengano regolate a ogni sorso e anche nel parlare. Così il paziente può correggere in modo sostanzialmente autonomo la posizione dei denti e della mandibola.

    Tutto, ma veramente tutto, quello che facciamo a favore o contro il nostro organismo passa attraverso il cammino delle istanze dei nostri grandi sistemi di regolazione. Questi gestiscono e controllano tutte le funzioni vitali, i loro processi di adattamento e compensazione nel metabolismo, la pressione sanguigna così come la cadenza del respiro, le attività muscolari e gli impulsi nervosi.

    Qualsiasi procedura e qualsiasi misura, che sia farmacologica o chirurgica, dipende dalla capacità di ogni sistema vivente di creare, rinnovare e conservare in modo autonomo sufficiente sostentamento.

    La teoria dell’autopoiesi, secondo la quale ogni singola cellula può contribuire al tutto contemporaneamente come prodotto e produttore, è stata elaborata dagli scienziati cileni Humberto Maturana e Francisco J. Varela. I loro risultati costituiscono tuttora la base di tutte le scienze della vita e della medicina complementare moderna, che affermano che i trattamenti che non rispettano le leggi di natura non sono solo inutili, ma in linea di massima anche dannosi.

    LA MEDICINA TRADIZIONALE E LA NATUROPATIA SI COMPLETANO

    Naturalmente dobbiamo reagire alle malattie acute in modo diverso rispetto a quelle croniche. Per cui in una carie in stadio molto avanzato che ha già intaccato la parte interna, la cosiddetta polpa, il dente deve essere aperto e risanato, così come un’appendice infiammata deve essere rimossa prima che possa causare seri danni collaterali. Perciò in molti casi sostengo la cara vecchia medicina tradizionale. Quando invece si tratta di fastidi cronici, una naturopatia o una medicina complementare lungimirante e complessiva possono dare risultati durevoli.

    Se per esempio abbiamo un’infezione che minaccia i nostri bronchi, allora con una buona situazione immunitaria mettiamo in campo subito tutte le difese, cioè tossiamo e ci viene la febbre. Entrambi sono dei sintomi positivi: la tosse è un riflesso di difesa sano contro l’irritazione della mucosa bronchiale e serve a pulire le vie respiratorie. La febbre ha la funzione di intensificare la circolazione e sostiene i processi difensivi del nostro corpo, accelerando le reazioni biochimiche necessarie alla guarigione.

    Quando però abbassiamo la febbre con degli antipiretici, disturbiamo l’organismo nella sua attività di risoluzione autonoma del problema, disorientando così il nostro sistema immunitario. Per cui, quando abbassiamo la febbre nell’immediato siamo di nuovo operativi, ma forse ci servirà più tempo per superare l’infezione. Questo significa che rimaniamo non sani per un periodo di tempo più lungo. Se questa condizione diventa cronica, allora il naturopata si batte per sostenere la febbre, affinché il processo di guarigione attraversi tutti gli step necessari della malattia e il corpo venga curato correttamente.

    Già Ippocrate, il padre fondatore della medicina occidentale, aveva individuato più di duemila anni fa il potere dell’autoguarigione dell’organismo umano e sulla base di questa scoperta aveva redatto una descrizione del lavoro del dottore che è ancora valida fino a oggi. A detta di Ippocrate, il compito del medico è quello di sostenere la natura nel suo tentativo di ripristinare la salute. Inoltre, il medico deve agire secondo la natura e l’origine della malattia ora con il contrario, ora con l’analogo. In concreto: a volte dobbiamo agire contro i sintomi con dei rimedi (ad es. antibiotici, antidepressivi), mentre a volte dobbiamo usare proprio il sintomo per guarire.

    Nel caso dell’ortognatodonzia, per il disallineamento dentale si ricorre agli apparecchi fissi per agire sul sintomo, mentre quelli funzionali, vale a dire gli apparecchi mobili, funzionano generalmente con la regolazione corporea.

    SALUTI DAL PLEISTOCENE

    La bocca fa parte di noi in maniera così naturale e fondamentale che quasi non la teniamo in considerazione. Ma perché si è sviluppata in modo simile in così tanti esseri viventi? Non c’era nessuna alternativa? Il percorso di sviluppo della maggior parte delle forme di vita va dall’unicellulare al pluricellulare, dal semplice all’altamente complesso, dagli stati cellulari e gli organismi fino alle comunità internazionali. Questo significa che tutto si trova in un processo continuo, in perenne trasformazione. Ma nell’evoluzione rimane solo il meglio del meglio, la miglior funzione e meccanica, il miglior concetto di sopravvivenza. E da questo possiamo dedurre che la bocca in tutte le sue versioni sia stata progettata nella sua funzionalità primaria quasi nel miglior modo possibile. Tutto quello che nel nostro corpo ha a che fare con la carne e lo spirito non solo passa per la rinofaringe, ma viene anche controllato e regolato dalle sue funzioni. La nostra bocca è quindi l’area più multifunzionale e complessa del corpo. Sta al primo posto, senza di lei non funziona nulla. Difatti quando qualcuno dopo un incidente è per terra sulla strada o è in terapia intensiva, primariamente tutto gira intorno alla bocca: bisogna liberare le vie respiratorie, se necessario anche afferrare

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