Angela
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Info su questo ebook
Angela, una bella ragazza, moderna e realizzata nel lavoro, trova finalmente l’amore, quello tanto desiderato e sognato da tutte le donne.
Ali è bello, affascinante, gentile. Ma ciò che in un primo momento è solo luce e felicità si trasforma ben presto in un’esistenza piena di ombre, divieti, regole.
Quanto vale la vita di una donna?
È lecito che in nome dell’amore e di principi di una religione non sua vengano stravolte tutte le sue convinzioni, non possa più frequentare i suoi cari, tanto meno fare visita a quelli non più in vita al cimitero?
Lentamente comincia per la protagonista una presa di coscienza che la farà dubitare delle sue scelte. Ma riuscirà a riappropriarsi della sua vita? È lecito subire o si deve in ogni modo contrastare quello che è a tutti gli effetti un furto dei propri pensieri, sentimenti, ideali?
Jasmine, donna piena di carattere, molto attiva nel sociale, che ha ritenuto necessario, nella stesura di questo libro, denunciare quella violenza nascosta che, spesso, rovina l’unità delle famiglie, e che ha origine dall’arroganza maschile e da ogni integralismo.
Fatima, libera professionista che si occupa di integrazione sociale e che ha avuto, tra i suoi clienti, donne delle più varie etnie, che nelle loro confidenze le hanno aperto il loro vissuto familiare. Spesso, all’interno delle famiglie, si consumavano veri e propri atti di violenza, con o senza deturpazioni fisiche, e anche lei ha ritenuto di prestare la sua voce per la denuncia di questi orrori.
Entrambe hanno poi ritenuto di non far rischiare un riconoscimento da parte delle loro fonti, anche se da queste pagine le ringraziano sentitamente per aver avuto il coraggio di confidare loro il proprio dolore.
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Anteprima del libro
Angela - Jasmine e Fatima
Jasmine e Fatima
Angela
Una vita, un amore, tra Islam e Cristianesimo
Rielaborazioni di esperienze realmente vissute
Albatros
Nuove Voci
Ebook
© 2020 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. | Roma
www.gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-2601-0
I edizione elettronica luglio 2020
Dedicato a tutte le donne, come Angela, che si sono piegate ai desideri del marito, e che hanno creduto veramente che, con la forza del loro amore, avrebbero sconfitto il virus del bigottismo e dell’ortodossia insensata. Il nostro augurio è che le donne che soffrono in situazioni simili comprendano che la loro dignità è un bene inestimabile, che non può e non deve essere calpestato. E questo vale per qualunque tempo, qualunque luogo e qualunque cultura dove gli uomini pretendano di giustificare, con la filosofia o la religione, atti di violenza o di prevaricazione nei confronti delle donne e, peggio ancora, quando pretendono che le loro donne siano anche felici di subire le loro violenze.
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Nota al Testo
Le due autrici, nel corso delle loro esperienze di lavoro, hanno incontrato numerose donne che hanno sposato musulmani osservanti, e raccolto le loro testimonianze. In base a questi racconti le autrici hanno pensato di scriverne uno che ne riassumesse molti. E quindi la protagonista di questa storia non esiste nella realtà, mentre le esperienze raccontate sono state quelle di altre donne, e molte potranno identificarsi, riconoscendo le sofferenze spese per amori forti divenuti fonte di dolore. Quante donne hanno perso i loro bambini perché il padre li ha portati via? Quante si sono piegate ai dettami di una fede che non condividevano solo per mantenere insieme una famiglia o compiacere il marito? Vale la pena ricordarle e dire a chi si accinge a questo passo quali cose mettere subito in chiaro con il futuro marito. Nessuna donna è obbligata a piegare la testa perché altri decidono per lei.
Infine, le autrici hanno scelto di rimanere anonime per tutelare le loro fonti.
Prefazione
L’incontro tra due mondi è sempre difficile, specie quando la linea di confine non è segnata dall’amore ma dalla volontà di essere perfetti e conformi alle aspettative di una famiglia o di una fede religiosa.
Il Cielo ci scampi da quelli che parlano a nome di Dio, come se Dio avesse bisogno di interpreti per farsi comprendere. E il Cielo ci aiuti a superare i confini che separano le persone quando credono di essere figli prediletti da Dio e detentori della verità.
Questa storia affronta il tema dell’integrazione e mette in luce che gli uomini non sono eterni e spesso sbagliano credendosi superiori.
L’amore non ha limiti, e piegarsi alle idee del partner non sempre aiuta a consolidare il senso stesso del vivere assieme.
Dio, qualunque sia la sua realtà, indescrivibile dall’uomo, è un Dio di redenzione, di speranza, di luce e di giustizia: non è un Dio dell’Inferno, che condanna per sempre con malvagia perversione le creature che lui stesso ha creato e che sapeva, perché onnisciente, cosa sarebbero diventate.
Non c’è niente di sbagliato nel volere andare d’accordo con il partner, ma le persone crescono, e talvolta sapere dire di no aiuta a far crescere la consapevolezza anche di chi è abituato a sentirsi perfetto, tanto che la vecchiaia, con la sua solitudine, aiuta a comprendere che nulla è eterno.
Ormai la società italiana è divenuta multietnica.
La paura del futuro, acuita dalla crisi degli ultimi anni, ha fatto sì che gli italiani generassero sempre meno figli mentre, al contrario, i musulmani, osservanti dei precetti della loro fede, hanno continuato a produrre una marea di figli: in effetti sono riusciti a mantenere ben radicati, nelle loro famiglie, usi, costumi e ferree regole religiose.
Spesso falsamente integrati nella nostra società, i musulmani ci vedono come dei Cafer
, cioè degli infedeli, e cercano sempre, prima o poi, di condurci a condividere le loro credenze ed il loro modo di vivere.
Questa operazione è eseguita con metodo e con grande astuzia.
Talvolta tessono una ragnatela dalla quale non riusciamo più ad uscire.
È utile che questo libretto sia donato dai genitori ai propri figli, per aprire i loro occhi su quello che potrebbe succedere se, per caso, avessero la sfortuna di innamorarsi di un musulmano o di una musulmana. Ci va chiarezza, nei matrimoni misti, prima, durante e, quando accade l’inevitabile, dopo. Non basta solo l’amore.
Questa vicenda è basata su storie vere, ma i personaggi sono di fantasia, come i luoghi e la concatenazione degli eventi.
Vogliamo fare capire che, per amore, queste donne, costrette a diventare musulmane, si sono convinte di avere scelto loro, e non capiscono di essere sfruttate dal marito, fino a quando le umiliazioni e la tensione non divengono insostenibili. È come se una vittima condividesse le opinioni del suo torturatore in una specie di Sindrome di Stoccolma vissuta nell’ambito familiare.
La protagonista si piega ai desideri del marito per il quieto vivere, perché gli voleva e gli vuole ancora bene, e ci mette tempo a capire che lui è irrecuperabile, fondamentalmente rivolto solo verso sé stesso, e crede di essere una persona di grandi capacità. La cosa peggiore è che quest’uomo non impara dai suoi errori e quindi li ripete. A un certo punto si comprende che tutta la sua integrazione sociale si è dissolta e che vorrebbe moglie e figlie con il chador, tutte casa e moschea, e il figlio egualmente devoto.
Il ricordo di questi eventi è, per la protagonista, un momento di liberazione: quello che conta è mettere in luce le situazioni che devono affrontare le donne che sposano un musulmano. Talvolta la loro diviene una vita intessuta di miserie, di obbedienza e di rinuncia a sé stesse, alla cura di sé stesse, e poi la continua critica su qualunque cosa che non sia in accordo con il Corano rende la vita un inferno.
Il nome del nipote è l’estremo gesto di ribellione contro il padre padrone, che solo quando si troverà da solo in Giordania potrà comprendere, grazie alla solitudine, gli errori della sua vita, e nessun Allah lo potrà consolare perché Allah è un nome vuoto se dietro non c’è il Dio misericordioso e compassionevole dell’Islam, ma soltanto la rigida legge.
Per quanto l’Italia e l’Europa siano oggi attraversate da una profonda crisi di valori, alcune evidenze sono accettate da tutti: la dignità tra le persone, la libertà di pensiero e il fatto che non debba esistere nessuna forma di schiavitù, più o meno velata, più o meno nascosta. Ma vi è differenza tra dire che bisogna rispettare gli anziani perché hanno una loro dignità ed il diritto di esistere o dire che bisogna rispettarli perché Dio lo vuole e, se uno non lo fa, finisce dannato. Libertà è poter scegliere senza vincoli e prendere le proprie decisioni senza che altri ti impongano la loro volontà.
Ma Angela credeva veramente che, con la forza del suo amore, avrebbe potuto far comprendere a suo marito che il mondo non finiva nell’ortodossia rigida di una fede, e per questo ha accettato di sottomettersi a tante vessazioni, fino al momento in cui, anche se in ritardo rispetto al trascorrere della sua vita, ha riscoperto la sua dignità di essere umano e di donna.
Crediamo che nessun amore o sentimento debba calpestare la dignità della persona, e per amore o sentimento nessuna e nessuno debbano farsi calpestare.
Non è un problema di Islam o di fede islamica, ma un problema di rapporto tra le persone: Ali avrebbe potuto essere un Giovanni, di fede cristiana, o un Rashid, induista convinto, e sarebbe stata la stessa cosa. Non è giusto giocare con i sentimenti credendosi furbi o, peggio, depositari della verità.
Abbiamo cercato di descrivere una situazione universale, non legata ad un tempo o ad uno spazio preciso, ma che riteniamo abbia valore per qualunque tempo ed in qualunque luogo.
Almeno, noi, la pensiamo così.
Introduzione a cura delle Autrici
Noi non siamo contro l’Islam, ma contro gli imbecilli che con la scusa dell’Islam vogliono tenere sottomesse le donne, e decidere del loro destino, e come si rende evidente dalla lettura del libro più i musulmani sono colti ed intelligenti, meno agiscono male nei confronti dei loro familiari, anzi: la donna è