Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Giugno rovente
Giugno rovente
Giugno rovente
E-book92 pagine1 ora

Giugno rovente

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Fantascienza - romanzo breve (61 pagine) - Odino è grande! Chi combatte e muore per la vera Fede verrà portato dalle Valchirie nel Valhalla. Questo è il grido di battaglia dei terroristi della frangia estremista dell'Asatro, la religione degli antichi dei norreni.

Ai giorni nostri e in un universo parallelo un gruppo terroristico di fanatici credenti agli dei norreni colpisce in Danimarca, prende il potere instaurando una monarchia assoluta teocratica. Il re, Gorm Secondo, è un ex militare dell'esercito danese. I suoi soldati, una milizia internazionale pronta a uccidere e morire in nome degli dei degli antichi vichinghi convinti di finire nel Valhalla. Minacciando di uccidere ostaggi di diverse nazionalità e facendo propaganda con i media, Gorm mira a estendere il potere in tutto il mondo fomentando rivolte su esempio danese. Ma un ex commilitone guida la resistenza contro il despota.

Paolo Ninzatti, Milano classe 1950. Oggi vive a Tommerup, nell'isola di Fionia, in Danimarca. Pedagogista in pensione, suona in diverse band, o come solista. Presente in diverse antologie edite da Delos Books, Edizioni Scudo, Alcheringa, Reverie, Montecovello. Ha scritto la sceneggiatura del fumetto Oltre il cielo di Giorgio Sangiorgi, tradotto anche in danese col titolo Over Himlen e Jættestuen. Con Delos Digital ha pubblicato il  romanzo Il Volo del Leone e i sequel Le Ali del Serpente, e Il Sole all'Orizzonte, il thriller storico Missione Medea. Per Futuro Presente il racconto distopico Fuga da Utopia.  Per altre collane Delos Digital, l'urban fantasy Ragnarock and roll con Claudio Bovino e il western steampunk La grande rapina a Trainville con Alain Voudì. Per la Collana Passioni romantiche ha pubblicato l'ucronia romantica Guerra Fredda, amore caldo. Per la Collana Imperium Operazione Drago e Scienza Controllata. Per Passport, La ragazza svedese.  Finalista al Premio Vegetti 2020.
LinguaItaliano
Data di uscita1 dic 2020
ISBN9788825413892
Giugno rovente

Leggi altro di Paolo Ninzatti

Correlato a Giugno rovente

Ebook correlati

Storia alternativa per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Giugno rovente

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Giugno rovente - Paolo Ninzatti

    9788825413267

    5 giugno

    È l'ora. Il giorno del destino è sorto.

    Hans Jensen fissa lo specchio che gli rimanda un'immagine che sembra uscita da secoli addietro, un ibrido tra un antico vichingo e un dio norreno. La lunga barba bionda e i capelli dello stesso colore sono raccolti in una treccia lunga e ricevono il tocco di un passato eterno nelle forma della catenella con appeso il ciondolo dorato con incise le rune che l'ex sergente delle Reali Guardie Ussare si accinge a mettersi al collo, in perfetta armonia cromatica con la candida tunica con cucite al petto le stesse rune. Gli occhi blu gelido sembrano emanare durezza interna, quasi in lui siano concentrati i ricordi ancestrali di guerre passate. Unico contatto col Ventunesimo Secolo, la musica rap che esce da un altoparlante di un'auto di passaggio a pochi piani sotto di lui. Come per riportarsi nel presente, Hans volge gli occhi in basso, ai pantaloni mimetici e gli stivali militari che spuntano da sotto la veste.

    Ancora per poco, pensa, mentre con disgusto ascolta le parole scandite del rapper che si allontanano mischiandosi col traffico della città. Poche ore e ogni futilità verrà proibita. A un suo ordine.

    Assapora l'euforia del potere prossimo venturo come un bicchiere di snaps. Ironia della sorte, una delle cose che inizierà a eliminare dal suo dominio saranno proprio le bevande alcooliche. Purificazione della società o del proprio passato? L'abuso di superalcoolici l'aveva portato sull'orlo del baratro. Quello che non ti ammazzava ti rinforzava. Lui è sopravvissuto. Ai traumi della guerra, all'abbandono della dignità dopo il ritorno in patria. Le sbornie, le risse, l'emarginamento. La morte morale e infine, la resurrezione. Il tentativo di reinserirsi nella società. Alla soglia della cinquantina? Divorziato e coi figli che gli hanno tolto il saluto. Famiglia? L'unica famiglia che ha avuto di recente è stata una e solo una: l'Esercito. È stato il padre dei suoi soldati. Li ha guidati in Afghanistan. I danesi. Più tardi ha istruito il nuovo esercito iracheno in una base americana dove l'enclave danese ha contribuito a formare i soldati del nuovo Iraq contro l'ISIS. Marines americani, reclute arabe, commilitoni danesi. Non importava da dove venissero e che lingua parlassero. Il soldato universale, una sociatà parallela, un mondo a sé. Il mondo di Hans Jensen, un nome uguale a tantissimi, quasi il prototipo del nome danese, come Smith o Jones per gli anglosassoni. La differenza era il grado. Sergente Jensen era qualcosa di più di un Jensen qualsivoglia, lavoratore, impiegato, padre di famiglia, studente o altro. Un dono di natura, il carisma. Certe persone sono nate per comandare, per essere leaders, capi. Lo aveva letto negli occhi dei subalterni, danesi in Afghanistan e arabi in Iraq. Un sergente era come un pidocchio tra due unghie. Dire signorsì a superiori e ascoltare i signorsì dei subalterni. Ubbidire e comandare al contempo. Non semplice per chi nel proprio ego si sentiva un condottiero.

    Hans afferra il mitragliatore M16 in dotazione all'esercito danese. Se lo mette a tracolla, atteggiandosi al defunto Osama Bin Laden. Se il mitra fosse un Kalashnikov, la barba nera, e il costume vichingo un baraccano e gli occhi quasi languidamente buoni, Hans ricorderebbe un po' quella figura, alquanto carismatica.

    Gli occhi di ghiaccio, però, ricordano quelli di un ufficiale nazista. I raffronti riportano a Hitler, un caporale divenuto il Führer, un uomo dal grande carisma, trascinatore di folle. Il grande Adolf avrebbe disprezzato la lunga chioma e la barba poco adatta a un ufficiale delle SS.

    Ma Hans non anela all'ammirazione di Hitler. E nemmeno a quella di un altro modello: Napoleone. Un punto in comune tra Bonaparte e Hitler era che si erano inseriti alla guida di due popoli senza appartenerne, se non perifericamente. Un corso, di origine toscana, aveva guidato la Francia Imperiale. Un austriaco, la Grande Germania. E lui, danese, avrebbe guidato qualcosa di ancora più grande.

    Soddisfatto dell'aspetto alla vigilia della battaglia, si volta. Un altro modello, immortatalo in un poster turistico e rappresentato in una statua, si staglia nella parete della stanza. Canuto il Santo stringe la spada e guarda in cielo. Alle sue spalle, si erge la Cattedrale a lui dedicata. L'immagine sarebbe mistica se il disturbo della moderna vanità non facesse parte del quadro nella forma del Magazin, l'emporio.

    Hans visualizza la scena, riproduzione di una realtà esistente qualche chilometro da lì. Entro poche ore l'antico sovrano si staglierà davanti a un emporio vuoto da ogni simbolo decadente. La Cattedrale diventerà il tempio di un'altra fede.

    Perché distruggere? Meglio trasformare. Le reliquie sono simboli della mutazione. La Cattedrale è stata cattolica, ora è protestante, da domani consacrata a qualcun altro, come l'altra chiesa, poco distante, Sant'Albano, al momento ancora cattolica. Il sergente Hans Jensen, il demiurgo, trasformerà tutto, a un suo ordine, a ogni suo desiderio.

    La Fede muove i monti e manipola le persone.

    Hans Jensen ringrazia il dio di turno che in Danimarca si vive nell'oggi e il passato è qualcosa di morto e sepolto. Vichinghi a parte, gloria locale, di antichi imperi a sud del confine con la Germania nessuno dà un centesimo bucato. Eppure, nel secolo scorso si tentò di ricostruire quello di Barbarossa e di Cesare, riveduti e corretti. E oggigiorno l'ISIS, il ritorno al Califfato è qualcosa di lontano, anche se ogni tanto colpisce a distanza nel cuore dell'Europa da emarginati che si sentono soldati dell'espansione araba nel Medioevo. Cosa manca per trasformare le bande di piccoli criminali del ghetto in potenziali soldati? Un uomo che dia loro una causa. Un ex soldato, volontario assistente sociale. Un danese a tu per tu con gli immigrati e al contempo vicino ai danesi impoveriti e disoccupati. Niente differenze etniche, neri o bianchi, biondi od olivastri. Da teppisti a guerriglieri, esercizi militari, spirito di corpo, appartenenza a qualcosa di grande. Agli immigati non musulmani manca l'identità di una fede come ai danesi sfamati dallo stato assistenziale o disuccupati senza futuro, luterani

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1