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Skià. Il volto di un’ombra sul cuore
Skià. Il volto di un’ombra sul cuore
Skià. Il volto di un’ombra sul cuore
E-book105 pagine1 ora

Skià. Il volto di un’ombra sul cuore

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Info su questo ebook

Un omicidio improvviso genera un flashback, che riporta la giovane Ania indietro nel tempo.

A chi appartiene l'ombra grande e scura che, di notte, perseguitava Samina nella casa famiglia?

Nelle difficoltà, che sarà costretta ad affrontare per aiutare l'amica, vittima di violenza, Ania scoprirà la natura e l'identità delle skiài e avvertirà nuovamente sull'anima la carezza dell'Èidolon del mare, ritornato per sostenerla. Le rivelerà il suo passato di uomo, la sua natura di skià benevola, svelandole la sorte delle ombre nell'Ade e la missione di cui è stato investito. Una trama a sfondo sentimentale, che si snoda attraverso questioni di valenza sociale, assumendo connotati mitologici e un respiro ancestrale.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2021
ISBN9791220315708
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    Anteprima del libro

    Skià. Il volto di un’ombra sul cuore - Anna D’Auria

    d'eterno

    CAPITOLO

    1

    Si ritrovò a un passo dal baratro. Gli occhi tremanti e le braccia che afferravano il vuoto intorno a sé.

    Quella voce improvvisa, udita un attimo prima, si disperdeva velocemente in un'eco lontana. Era reale?

    Era lui? La penombra le avvolgeva gli occhi, che avidamente cercavano una risposta ai suoi dubbi silenti.

    Scrutava ogni particolare con la massima attenzione, tremando al minimo rumore che sembrava soffocarle il respiro, via via più ansioso.

    Il cuore palpitava forte, quasi scoppiandole nel petto, ad ogni passo avvertiva la sensazione di panico. Barcollava nel buio, in preda ad uno stordimento emotivo e sensoriale. Dove si trovava? Non conosceva quel luogo, non aveva nulla di familiare!

    Lo sguardo indugiò sulla superficie dello specchio d'acqua, che il soffio del vento increspava con onde e gorghi. La luce svaniva completamente, lasciando spazio a un'oscurità che, nel silenzio, divorava ogni sicurezza. Il panico si era tramutato in paura, densa e palpabile. S'accasciò al suolo, con le mani sul volto, stringendo forte gli occhi per non guardare oltre la fitta ombra che avviluppava ogni cosa. La vista, le percezioni, sé stessa.

    Si sentiva persa e sospesa in una vaghezza senza possibilità di uscita. Era sola nel cuore della notte.

    Nessuno l'avrebbe potuta aiutare! Cosa le sarebbe successo di lì a poco? I sensi intorpiditi le impedivano di reagire al panico. S'abbandonava al flusso delle emozioni struggenti che le attraversavano la mente e paralizzavano gli arti. Provò istintivamente a gridare, riuscendo soltanto a muovere spasmodicamente le labbra. La paura le soffocava ogni suono nella gola. Emetteva, a fatica, monosillabi incomprensibili, riecheggianti nell'aria umida della sera.

    Una mano gelida le si posò su una spalla nel mentre un odore acre le impregnava i polmoni.

    Come uno scoppio subitaneo libera un'intensa energia, con la medesima veemenza Ania diede voce alle sue sensazioni, urlando a forza. «Aiutoooooooo!». Per tre volte la voce risuonò nel fitto bosco che contornava il lago misterioso. La mano l'afferrò alla spalla con una presa sicura e possente, strattonandola, cadde all'indietro supina, con gli occhi verso l'alto, rivolti al cielo di sangue vermiglio. Nell'incoscienza temporanea in cui riversava, avvertiva una pressione sul petto e suoni confusi, indecifrabili.

    Un calore, attraverso la bocca spalancata, le fluiva giù nel corpo, rianimandole i sensi. Una bocca, ardente del fuoco della vita, si posava sulla sua. La bocca di Lary su di lei.

    I loro corpi nuovamente vicini e vibranti all'unisono.

    Era proprio lui! Quel soffio caldo, che le spirava dentro con una dolce intensità, era la carezza dell'Èidolon.

    La sentiva dentro di sé. La riportava nuovamente in vita. Grande era la voglia di guardarlo! Abbassò le mani, liberando gli occhi, che lentamente si riaprivano. Un bruciore la indusse a richiuderli all'istante. Sembrava che avessero preso fuoco. Un fumo denso impregnava l'aria, irritando la vista e la gola. Cominciava a respirare a fatica, annaspando in cerca d'ossigeno. Si lasciava andare ma di nuovo veniva investita dal soffio vitale dell'Èidolon, che col suo respiro le penetrava il corpo, tenendola in vita.

    Fluttuava sospesa tra tenebre e luce, in bilico tra vita e morte. Quest'ultima voleva ghermirla in ogni modo, l'afferrava, la tramortiva, privandola di ogni forza.

    Fu una tenace lotta tra due pulsioni, che si fronteggiavano in un'eterna quanto ancestrale polarità.

    Chi avrebbe trionfato? L'uno o l'altro? Cosa ne sarebbe stato di Ania? Sarebbe sfuggita alla mano di Thanatos? Com'era finita in quel posto misterioso?

    ‘'Gocce ambrate''

    Gocce ambrate di sole

    rischiarano il mio

    volto umettato

    da una lacrima di dolore

    Polvere diventano

    i ricordi che il soffio

    del tempo trascina lontano

    lontano da tutto

    lontano da me

    E' una mera

    illusione di libertà

    Ritornano sparsi ovunque

    li respiro nell'aria

    li incorporo

    nuovamente

    Mi bruciano

    Mi lacrimano

    Mi struggono

    il cuore

    CAPITOLO

    2

    Aveva ripreso in mano la sua vita, raggiungendo una sicurezza, che non le era mai appartenuta. Gli ultimi eventi avevano contribuito a cambiarla nel profondo. Non credeva ne sarebbe stata capace. Eppure le asperità, che avevano costellato il suo cammino di vita, le aprirono gli occhi su molte situazioni.

    Non si era del tutto liberata dal passato. Era un'orma impossibile da cancellare. Sovente tornava a farle visita. Lei serrava la porta dell'anima per impedirne l'accesso, ma non poteva resistere a lungo. Col tempo, cedeva e, aperti i cancelli della memoria, ogni resistenza si sgretolava, come polvere, sotto un continuo e prolungato assedio.

    E irrimediabilmente dava sfogo ad un dolore lancinante, purtroppo non ancora sopito. Un dolore che le pungeva il fisico oltre l'animo. Una sofferenza corporea, uno strappo che avvertiva chiaramente nella carne, perché si era insinuato in ogni fibra del suo essere.

    Il lavoro nell'istituto, a contatto con i ragazzi, e la collaborazione con due donne eccezionali, Samina e la direttrice Leila, l'allontanavano dai ricordi. Immergendosi in numerosi impegni, sembrava dimenticarsi di ogni afflizione. Anche la presenza di Elena aveva arricchito le sue giornate. La piccola, di cui aveva ottenuto l'affido da più di un anno, cresceva a vista d'occhio. Da poco aveva iniziato a frequentare la scuola. Le piaceva molto. Si sentiva ammaliata da quel profumo di buono che i libri emanavano e mostrava, oltre ad una spiccata propensione per la scrittura, un'inesauribile sete di conoscenza, congiunta ad una vivacità intellettiva e a un carattere volitivo e caparbio. Qualità che l'avrebbero resa sempre più attraente ed unica.

    Eppure un passato sconosciuto minava la sua stabilità affettiva e, talvolta, avvertiva un senso di soffocamento, come se un peso l'opprimesse, impedendole di vivere pienamente.

    Nonostante la normalità, conquistata a fatica, grazie alla presenza di Ania e all'aiuto di Samina, quella sensazione di fastidio cresceva progressivamente.

    Abbandonata tra gli scogli della baia di Trentova, era stata amata e cresciuta da una coppia di coniugi, che in seguito ad un incidente l'aveva resa orfana.

    Da quel momento il suo percorso esistenziale s'era incrociato con quello di Ania. Lei l'aveva accolta, fin da subito,

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