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Vittorino Chizzolini e i giovani: Amare, educare, testimoniare
Vittorino Chizzolini e i giovani: Amare, educare, testimoniare
Vittorino Chizzolini e i giovani: Amare, educare, testimoniare
E-book246 pagine3 ore

Vittorino Chizzolini e i giovani: Amare, educare, testimoniare

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Info su questo ebook

«Noi abbiamo quest’opera immensa da compiere: risanare il male dell’odio, insegnare la coraggiosa fraternità cristiana troppo spesso lasciata in oblio, ridar pace agli animi sconvolti. Perchè i ragazzi vedono e odono, i ragazzi sanno». Con queste parole Vittorino Chizzolini, in un articolo su «Scuola Italiana Moderna» significativamente intitolato L’ora del Maestro, scritto nei difficili mesi del secondo dopoguerra, poneva in risalto la centralità del rapporto con i più giovani per la ricostruzione non solo materiale, ma anche morale della società.
Il 24 maggio 2019, in occasione dei trentacinque anni dalla scomparsa di questa figura, tra le più luminose del cattolicesimo bresciano, ispiratore e promotore di innumerevoli iniziative educative, culturali, caritative sull’esempio di un altro grande testimone come il beato Giuseppe Tovini, la Fondazione Giuseppe Tovini, in collaborazione con la Cattedra UNESCO “Education for Human Development and Solidarity among Peoples” - Università Cattolica del Sacro Cuore, ha promosso un significativo momento di approfondimento costituito da una Tavola rotonda sul tema Vittorino Chizzolini e i giovani. Il presente volume raccoglie le riflessioni maturate nel corso della Tavola rotonda, in cui è emersa la grande attualità di questo “maestro dei maestri”, come amava appellarlo Giuseppe Camadini, suo grande estimatore.
Le testimonianze e i contributi ospitati intendono presentare, soprattutto a coloro che non hanno conosciuto Vittorino Chizzolini, questo mite campione della fede, animato da instancabile passione educativa.
Promosso da Fondazione Tovini
LinguaItaliano
Data di uscita14 apr 2021
ISBN9788838251054
Vittorino Chizzolini e i giovani: Amare, educare, testimoniare

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    Anteprima del libro

    Vittorino Chizzolini e i giovani - Fondazione Tovini

    FONDAZIONE TOVINI

    VITTORINO CHIZZOLINI E I GIOVANI

    Amare, educare, testimoniare

    Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura ed Universale sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www.edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.

    Realizzato con il contributo della Fondazione

    Giulio e Giulio Bruno Togni e Paolina Togni Cantoni Marca

    Copyright © 2020 by Edizioni Studium - Roma

    ISSN della collana Universale 2612-2812

    ISBN 978-88-382-5105-4

    www.edizionistudium.it

    ISBN: 9788838251054

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    PRESENTAZIONE

    INTRODUZIONE

    SALUTO

    CENNI BIOGRAFICI

    VITTORINO CHIZZOLINI CHI ERA?

    LA VITA SPESA PER UNA GRANDE CAUSA

    CREARE CONTESTI DI SENSO. LA PEDAGOGIA ISTITUENTE DI VITTORINO CHIZZOLINI

    IVI È PERFETTA LETIZIA

    UN EDUCATORE-TESTIMONE

    TAVOLE FUORI TESTO

    COSA RIMANE?

    VITTORINO CHIZZOLINI E IL FINE DELL’EDUCAZIONE

    APPUNTI PER UN PROFILO SPIRITUALE

    VITTORINO CHIZZOLINI E LA PEDAGOGIA DELLA SCUOLA

    LA CURA DEGLI INAMATI NELLA SCUOLA, STELLA POLARE DI CHIZZOLINI

    VITTORINO CHIZZOLINI E LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

    A CHIZZO, «TESTIMONE DI UN DONO CHE È OLTRE OGNI ATTESA». GIOVANI, FEDE, PARTECIPAZIONE: UNA PASSIONE EDUCATIVA

    SULLE ORME DI GIUSEPPE TOVINI E DI MONS. ANGELO ZAMMARCHI

    VITTORINO CHIZZOLINI E I GIOVANI

    LA PEDAGOGIA DELL’AMORE DI VITTORINO CHIZZOLINI

    UNIVERSALE STUDIUM

    Il presente volume è in ricordo della contessa Paolina Togni Cantoni Marca, Presidente della Fondazione Giulio e Giulio Bruno Togni e Paolina Togni Cantoni Marca da Lei voluta, tornata alla Casa del Padre il 25 marzo 2020, e ad Ella è dedicato: donna di carattere e fede forti, di generosità sconfinata, di alta passione per l’educazione, protagonista discreta e significativa della tradizione cattolica bresciana, profondamente devota al prof. Vittorino Chizzolini e intimamente legata alla Fondazione Giuseppe Tovini dallo stesso costituita, così come alle tante istituzioni che la terra bresciana ha generato – abbinando impegno operativo a carità intellettuale, attenzione al bisogno e tensione spirituale –. Ed è in ricordo anche del di Lei amatissimo marito, mancato otto anni prima, l’on. Giulio Bruno Togni, interprete primario di stagioni grandi della storia, all’oggi ancora attuali ed efficaci.

    PRESENTAZIONE

    Michele Busi [1]

    «Noi abbiamo quest’opera immensa da compiere: risanare il male dell’odio, insegnare la coraggiosa fraternità cristiana troppo spesso lasciata in oblio, ridar pace agli animi sconvolti. Perché i ragazzi vedono e odono, i ragazzi sanno» [2] . Con queste parole Vittorino Chizzolini, in un articolo su «Scuola Italiana Moderna» significativamente intitolato L’ora del Maestro, scritto nei difficili mesi del secondo dopoguerra, poneva in risalto la centralità del rapporto con i più giovani per la ricostruzione non solo materiale, ma anche morale della società.

    Il 24 maggio 2019 sono ricorsi i trentacinque anni dalla scomparsa di questa figura, tra le più luminose del cattolicesimo bresciano, ispiratore e promotore di innumerevoli iniziative educative, culturali, caritative sull’esempio di un altro grande testimone come il beato Giuseppe Tovini.

    In questa occasione la Fondazione Giuseppe Tovini, in collaborazione con la Cattedra Unesco dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha promosso un significativo momento di approfondimento costituito da una Tavola rotonda sul tema «Vittorino Chizzolini e i giovani».

    L’iniziativa è stata promossa con il supporto della Fondazione Togni Cantoni Marca e con il patrocinio del Dipartimento di Pedagogia della Facoltà di Scienze della formazione, dell’Editrice La Scuola e della Postulazione della causa di canonizzazione di Chizzolini.

    Possiamo ben affermare che l’attenzione educativa di Chizzolini verso i giovani è una costante di tutta la sua vita, una caratteristica peculiare della vocazione magistrale che l’ha animato fin dalla giovinezza [3] .

    Sarebbe sufficiente scandagliare la ricca corrispondenza con i giovani maestri di tutta Italia o anche con i giovani ospiti della Famiglia universitaria «card. Giulio Bevilacqua-Emiliano Rinaldini», istituita da lui stesso negli anni sessanta, per rendersi conto dell’attenzione educativa continua mostrata da Vittorino nei confronti della gioventù. La stessa Fondazione Giuseppe Tovini fu da lui voluta in particolare per sostenere le vocazioni giovanili all’insegnamento.

    In una bella lettera alla nipote Marisa, in cui spiegava i motivi che l’avevano spinto a spogliarsi dell’eredità paterna per far nascere un’Opera in aiuto alle vocazioni magistrali, scriveva: «Quando noi varcheremo il confine dei giorni che passano, l’Opera ci sopravviverà a moltiplicare nel futuro i supremi beni spirituali per gli educatori e la gioventù d’Italia» [4] .

    L’incontro con Vittorino per un giovane non era mai banale, come le molte voci del presente volume testimoniano. Si potrebbe riassumere questo concetto con le parole di Matteo Perrini, una delle tante vocazioni magistrali sbocciate grazie all’incontro con Chizzolini: «Quando una grande anima come Vittorino ci passa accanto, quando un uomo di Dio vive in mezzo a noi, nel fondo del nostro cuore, quale che sia il tasso di miseria personale, qualcosa fa impercettibilmente eco alla sua voce, al suo messaggio e desta in ognuno una spinta, una profonda nostalgia di dedizione e di rinnovamento, un’inquietudine magnanima che è sete di Dio, bisogno di entrare nel movimento dell’ agàpe. Per questo Vittorino continua ad essere il segno, il testimone di un dono che è oltre ogni attesa» [5] .

    Vittorino fu così, per molti giovani, un vero e proprio padre, oltre che maestro, come testimonia un ex studente della Famiglia universitaria: «Ricordo con nostalgia le numerose serate quando sedeva a tavola con noi ragazzi per consumare la cena. Lei era per me la presenza spirituale dei miei genitori ed esempio di vita consacrata alla vocazione dell’insegnamento» [6] .

    Per altri giovani l’incontro con lui costituì addirittura un punto di svolta nella propria vita: «Io avevo bisogno di credere in una vita diversa da quella che, negli ultimi anni, mi si era fino allora prospettata, destinata, come pareva, a dipendere totalmente e per sempre dalla pietà altrui: e lui mi diede all’istante la certezza che quella vita era già incominciata (ricordo che la sera stessa scrissi, a caratteri grandi, in una specie di diario che allora tenevo: Incipit vita nova[7] .

    Egli si situa a pieno titolo nella gloriosa tradizione pedagogica bresciana. Franco Tadini, nella Commemorazione di Chizzolini tenuta all’Ateneo di Brescia a pochi mesi dalla sua morte, osservava: «accanto a S. Angela Merici, che darà il via al fiorire dell’educazione femminile, ad Antonio Cabrino, il fondatore di quella Compagnia religiosa che verrà chiamata poi dei Padri della Pace, ad Alessandro Luzzago, l’apostolo del catechismo, a Giacinto Mompiani, il primo maestro dei sordomuti adulti, l’iniziatore delle scuole agrarie e di un’opera per l’assistenza ai carcerati, a Ludovico Pavoni che con i suoi laboratori di calzoleria, di sartoria, di falegnameria, di lavorazione del ferro, precorre le scuole professionali, a Rosa e Carolina Agazzi e a Pietro Pasquali, bresciani di vita e di opere se non di nascita che danno vita a quel metodo italiano per l’educazione dei bambini che con i nostri missionari si diffonderà in tutto il mondo, a Giuseppe Tovini, il maestro e l’ispiratore lontano, il fondatore di Fede e Scuola e di Scuola italiana moderna, ad Angelo Zammarchi, il maestro ed ispiratore vicino, possiamo mettere Vittorino Chizzolini uomo di cultura e produttore di cultura, maestro dei maestri e loro compagno di impegno, suscitatore di energie e di certezze magistrali» [8] .

    Il presente volume, dopo l’introduzione di Michele Bonetti, presidente della Fondazione Tovini, e il saluto di Silvia Correale, postulatrice della causa di canonizzazione di Chizzolini, presenta un profilo biografico del Servo di Dio a cura del prof. Mario Taccolini, prorettore dell’Università Cattolica del S. Cuore.

    Seguono due parti. La prima, dal titolo Chi era?, vede alternarsi le testimonianze dei professori Luciano Caimi, Elio Damiano, Battista Orizio e Felice Rizzi. In particolare, Luciano Caimi tratteggia la figura di Chizzolini come quella di uomo spirituale, tra nascondimento e valorizzazione dei propri talenti, mosso dalla tenacia realizzativa in chiave apostolica; Elio Damiano scandaglia lo stretto legame con l’amico Marco Agosti nella prospettiva di una «pedagogia istituente»; Battista Orizio documenta la spiritualità francescana della perfetta letizia in alcuni episodi della vita di Vittorino; Felice Rizzi richiama l’attenzione pionieristica che Chizzolini pose all’educazione europea e alla mondialità.

    La seconda parte, titolata Cosa rimane?, esplora sia i riferimenti ideali dell’apostolo dell’educazione sia i diversi ambiti in cui si è esplicata la sua azione. Su questo tema intervengono mons. Giacomo Canobbio, i professori Luigi Pati, Giuseppe Bertagna, Mario Garbellini, Giulio Maternini, Pierluigi Malavasi, Luciano Pazzaglia e don Andrea Dotti.

    Luigi Pati illustra il fine dell’educazione nell’umanesimo cristiano animato da una chiara laicità, da apertura al confronto e dialogo interpersonale e rispetto delle diversità. L’orizzonte spirituale viene sunteggiato da Giacomo Canobbio traendo dal testamento di Chizzolini il senso più profondo dell’impegno educativo: «Per una Causa tanto grande e decisiva per l’avvenire cristiano è gaudio offrire la vita e la morte». Giuseppe Bertagna evidenzia i cinque principi che hanno sostanziato la pedagogia della scuola «teorizzata, praticata e, soprattutto, vissuta nell’intimo» da Vittorino Chizzolini: ruolo fondante della fede cattolica, pedagogia dell’amore, pedagogia del popolo e popolarità per la pedagogia, scuole del e per il popolo, libertà e responsabilità come criterio della cultura e degli ordinamenti. Mario Garbellini si sofferma sulla cura degli inamati nella scuola, stella polare dell’azione di Chizzolini, che attraverso «Scuola Italiana Moderna» ha innervato l’azione di molti maestri, come ad esempio la maestra Lena Marzi, abbonata alla rivista e insegnante nelle frazioni alte di Sondrio. Giulio Maternini illustra l’impegno di Vittorino ad ampliare fin dagli anni Sessanta l’attività della Fondazione Giuseppe Tovini nel settore della cooperazione internazionale e Pierluigi Malavasi evidenzia alcune caratteristiche che hanno avvicinato i giovani a Chizzolini: fraternità nelle relazioni, valorizzazione del contributo delle persone, distacco da posizioni e vantaggi provenienti dal potere, dedizione – umile, povera e obbediente – per far strada ai giovani. Luciano Pazzaglia dedica il suo intervento all’incontro di Vittorino con l’Editrice La Scuola e all’impegno instancabile per l’educazione sulle orme di grandi maestri come Giuseppe Tovini e mons. Angelo Zammarchi, mentre Don Andrea Dotti rilegge l’insegnamento chizzoliniano alla luce delle sfide educative dell’oggi.

    Nelle pagine conclusive, il prof. Domenico Simeone, direttore della Cattedra Unesco dell’Università Cattolica, riepiloga le quattro dimensioni di Chizzolini emerse: magistrale, spirituale, operativa, personale, convergenti verso un unico vertice rappresentato dalla centralità dell’amore.

    La grande azione educativa di Chizzolini era resa ancora più preziosa agli occhi dei giovani da una testimonianza di vita esemplare, perché, come egli scriveva, «noi sentiamo che non si insegna quello che si sa, ma quello che si vive, e si educa per quello che si è» [9] . Infatti per lui, «il vertice della nostra grandezza di educatori non è di essere luce, ma di essere per rendere testimonianza alla Luce» [10] .

    Da qui il suo richiamo agli adulti per un ritorno all’essenziale, con una espressione che pare scritta in questi giorni: «Abbiamo inventato macchine complicatissime, ma abbiamo perduto il gusto delle cose semplici, che hanno il sapore del pane di casa. Ai nostri giovani dobbiamo parlare delle virtù piccole che occorrono per compiere il nostro dovere e per volerci bene sempre» [11] .

    Infatti, «solo dalla vita può venire la vita. È un esame di coscienza, quello che stiamo facendo, che mette a nudo la nostra insufficienza. È un esame che fa bene, perché ci scuote e ci stimola» [12] .

    Parole di grande attualità che ancora interrogano tutti noi.


    [1] Gruppo di lavoro Prof. Vittorino Chizzolini.

    [2] L’Ora del Maestro, «Scuola Italiana Moderna», 1° ottobre 1945.

    [3] Ancora diciottenne scriveva a p. Agostino Gemelli queste parole, chiedendo di poter frequentare l’Istituto superiore di Magistero dell’Ateneo milanese, allora riservato solo alle donne: «Diventare maestro e darmi tutto all’educazione dei piccoli è sempre stato il mio supremo ideale; per esso ho fatto sacrificio dell’avvenire che mi offriva l’antica azienda paterna, di cui, essendo figlio unico, avrei presto dovuto prendere la direzione» (lettera del 5 agosto 1925, in Lettere di Vittorino Chizzolini nel primo anniversario della morte, La Scuola, Brescia 1985, pp. 18-19).

    [4] Cit. E. Giammancheri (a cura di), Profilo spirituale di Vittorino Chizzolini, La Scuola, Brescia 1994, p. 30.

    [5] Cit. in Vittorino Chizzolini. Ricordi e testimonianze, Ce.Doc. – Centro di Documentazione, Brescia 2004, p. 12.

    [6] Vittorino Chizzolini. Ricordi e testimonianze, cit, p. 29.

    [7] A. Gardini, " Incipit vita nova", in Vittorino Chizzolini. Ricordi e testimonianze, cit., p. 57. Per tante vocazioni magistrali e numerose iniziative per i giovani studenti si può proprio dire «Al principio c’era Vittorino» (cfr. E. Damiano, in Vittorino Chizzolini. Ricordi e testimonianze, cit. p 44).

    [8] F. Tadini, Commemorazione di Vittorino Chizzolini, in «Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1985», anno accademico CLXXXIV, Brescia 1986, pp. 438-439.

    [9] Da uno scritto pubblicato in un Manuale di educazione popolare del 1950 a cura del Ministero della P.I. Lo scritto è riportato in E. Giammancheri (a cura di), Profilo spirituale di Vittorino Chizzolini, cit., p. 47.

    [10] V. Chizzolini, Cinque interventi, , La Scuola, Brescia 1987, p. 21.

    [11] E. Giammancheri (a cura di), Profilo spirituale di Vittorino Chizzolini, cit., p. 47.

    [12] Ibid., p. 47.

    INTRODUZIONE

    Michele Bonetti [1]

    Il presente volume raccoglie le riflessioni maturate intorno e in discendenza alla tavola rotonda su Vittorino Chizzolini e i giovani, promossa a Brescia, presso l’Università Cattolica, il 24 maggio 2019, nel trentacinquesimo dalla morte del maestro dei maestri, come amava appellarlo il notaio Giuseppe Camadini, suo grande estimatore.

    Si tratta di un’iniziativa in ricordo del prof. Chizzolini, fortemente voluta da tre istanze.

    La prima è costituita dalle istituzioni che possiamo a buona ragione chiamare chizzoliniane: la Fondazione Tovini, da lui costituita, l’Editrice La Scuola, di cui fu anima imprenditoriale, la Fondazione Togni Cantoni Marca, frutto aggiornato di una storia da lui ispirata.

    Poi, le istituzioni della Chiesa bresciana e della Chiesa universale: l’Ufficio Oratori, Giovani, Vocazioni, della Diocesi di Brescia, portatore di un interesse proprio di pastorale verso coloro cui consegnare una tradizione grande, e la Postulazione romana della sua causa di canonizzazione.

    Infine, le istituzioni dell’Università Cattolica, per cui il prof. Chizzolini tanto si spese, e in particolare per la sede di Brescia: la neoistituita cattedra UNESCO, accompagnata dalla Facoltà di Scienze della formazione e dal Dipartimento di pedagogia.

    Le voci espresse nella tavola rotonda sono state di particolare spessore e veracità; dopo il saluto della Postulatrice e i cenni biografici, si è cercata la risposta a due domande: chi era e cosa rimane del mandato che Chizzolini ha consegnato; le conclusioni sono state significativamente tratte dal prof. Domenico Simeone, titolare della cattedra UNESCO dell’Università Cattolica, cattedra la cui ideazione è debitrice intimamente della testimonianza di carità dell’intelligenza del prof. Chizzolini.

    Non va dimenticato che, a ruota della tavola rotonda, don Maurizio Rinaldi, coordinatore dell’area della Pastorale per la società della Diocesi di Brescia, ha presieduto, nella Chiesa di San Luca, Santuario del Beato Giuseppe Tovini, la celebrazione eucaristica, nella ricorrenza del dies natalis [2] : liturgia animata dagli studenti della Famiglia Universitaria della Fondazione Tovini, cui tanto tenne il prof. Chizzolini. Si tratta del coronamento di un’esperienza dell’intelletto, che ha interloquito con giovani ancora appassionabili al carisma chizzoliniano.

    Il 24 maggio 2019, giorno anniversario, – va sottolineato – non è stato dedicato ad una commemorazione di rito, un’operazione stanca per antonomasia. Neppure è servito per esibire esercizi di retorica paludati, che lasciano il tempo che trovano. Ha voluto invece lanciare un messaggio di novità, ha voluto dare testimonianza alla verità di un mite campione della fede, di un inesauribile promotore di passione educativa.

    Va rimarcata la ricchezza sorprendente e attuale di un grande che ha sempre disdegnato la tentazione dell’apparire: bene lo definì padre Carlo Manziana, dicendo di lui: «Come Giovanni il Battista, accettava di entrare nell’ombra e nel silenzio perché il Cristo rifulgesse e parlasse ai cuori» [3] .

    In questa dimensione, coraggiosa e santa, ci sentiamo impegnati.


    [1] Presidente Fondazione Giuseppe Tovini.

    [2] Cfr. il testo dell’omelia in «Annali della Fondazione Tovini» , 2019, Studium, Roma 2019, p.119.

    [3] C. Manziana,

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