Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Monachesimo, ponte tra le religioni
Monachesimo, ponte tra le religioni
Monachesimo, ponte tra le religioni
E-book145 pagine1 ora

Monachesimo, ponte tra le religioni

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

È da poco più di un secolo che il monachesimo cristiano ha scoperto forme di vita monastiche nelle altre religioni ed è da poco più di quarant’anni che esiste il ‘Dialogo Monastico Interreligioso’: “un'organizzazione internazionale che raccoglie commissioni nazionali di monaci e monache cristiani per promuovere il dialogo tra monaci di differenti religioni”. Questa ricerca è una prima ricognizione sul DIM: sulla sua storia, sul suo metodo di dialogo e sui temi spirituali che ne costituiscono il contenuto (come la meditazione, la preghiera, il silenzio, la regola monastica, il culto) sorprendentemente simili presso i monachesimi delle varie religioni! Il DIM testimonia come, ancora oggi, nelle religioni, siano presenti vasti e preziosi ‘serbatoi spirituali’: tutti quei monachesimi che, col dialogo dell’esperienza spirituale, possono unirsi per tenere vive le radici religiose dell'umanità e per evitare il cosiddetto ‘scontro di civiltà’ perché, come diceva Henri Le Saux: “il monachesimo è come un ponte tra le religioni”.
LinguaItaliano
Data di uscita16 nov 2018
ISBN9788829545568
Monachesimo, ponte tra le religioni

Correlato a Monachesimo, ponte tra le religioni

Ebook correlati

Religione e spiritualità per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Monachesimo, ponte tra le religioni

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Monachesimo, ponte tra le religioni - Chiara Cecchetti

    PRESENTAZIONE

    La riflessione sul rapporto tra cristianesimo e religioni si è estesa in modo crescente dal Concilio Vaticano II fino alla prima decade del secolo XXI. La dichiarazione Nostra aetate apriva una nuova era nella considerazione delle religioni non più considerate realtà al di fuori del disegno salvifico di Cristo ma facenti parte di una storia di salvezza dove lo Spirito Santo era il protagonista.

    Successivamente, l’attenzione si è spostata dalla considerazione della salvezza dei non cristiani al dialogo sui valori del Regno: verità, giustizia, solidarietà. Questo dialogo, stimolato dai Sommi Pontefici, mise però in ombra i temi più prettamente religiosi come la natura e l’azione di Dio nel mondo e il suo disegno di salvezza di tutti gli uomini. Il Regno diventò più importante del Re. Per esempio, in un libro di un noto teologo del pluralismo religioso, il nome ‘Dio’ compariva appena un paio di volte. Per questo motivo è doveroso riportare il dialogo ed il rapporto tra le religioni su un piano prettamente religioso senza cadere in facili compromessi ma mettendo al centro ciò che è l’essenza della religione, vale a dire, il rapporto con una trascendenza misteriosa ma reale.

    Giovanni Paolo II nella catechesi del 29 novembre 2000 affermava che era necessario, oltre al dialogo interreligioso, un autentico…‘dialogo religioso’ nel quale i cristiani portino la testimonianza integra della fede in Cristo, unico Salvatore del mondo. Il dialogo religioso considera la preghiera e la contemplazione pratiche che possono veicolare l’azione segreta e misteriosa dello Spirito Santo. Per questo motivo il dialogo monastico interreligioso si dovrebbe collocare tra le priorità nel processo di comprensione e comunione con tutti gli uomini. Non solo perché si danno delle sorprendenti analogie tra le diverse esperienze religiose ma soprattutto perché lo scopo di ogni religione non è la pace o la giustizia bensì l’affermazione del primato del trascendente nel mondo. Così il dialogo religioso, non rinunciando alle proprie convinzioni, guarda con simpatia e ammirazione i segni che lo Spirito lascia dovunque, segni che hanno una valenza universale: la preghiera, la contemplazione, il primato del trascendente, l’ascesi, la mistica ecc.

    La ricerca di Chiara Cecchetti è un contributo valido in questo cammino umile e silenzioso del dialogo monastico. Chiara, sin dall’inizio del suo percorso accademico al Master Chiesa, ecumenismo e religioni, ha dimostrato vera passione per il dialogo interreligioso! Un dialogo che non mette nulla tra parentesi, con Cristo come fondamento della sua vita, e proprio per questo la rende aperta e capace di riconoscere il Verbo di Dio e quei suoi semina Verbi (secondo la dottrina patristica del Lógos spermatikòs) che comunica a tutti gli uomini che lo lasciano entrare con sincerità.

    Padre Marcelo Bravo Pereira LC

    Professore aggregato di Teologia Dogmatica

    Ateneo Pontificio ‘Regina Apostolorum’

    INTRODUZIONE

    "L’essere umano è l’essere che interroga e s’interroga.

    Inevitabilmente si trova in una ricerca incessante sul senso del suo esistere,

    anche quando cerca di evitarla in modo puramente negativo". [1]

    Questa ricerca sul DIM -dialogo monastico interreligioso- nasce da un interesse personale per le forme di vita ‘ascetico-mistiche’ presenti in tutte le religioni, interesse rimasto latente per molto tempo. È divenuto una ‘consapevole-passione’ dopo la breve ma intensa amicizia con Fulvio, un giovane agnostico dall’animo profondamente sensibile, direi ‘agnosticamente-religioso’!

    Fulvio perse la vita in un lago durante un campeggio parrocchiale per adolescenti al quale mi aveva chiesto di partecipare come aiuto animatore poiché io ero una delle animatrici responsabili…. … … Fulvio aveva vent’anni… vent’anni di vita, di incessante ricerca esistenziale, vissuta ufficialmente ‘al di fuori dei confini visibili della chiesa cattolica’ ma, ne sono certa, costantemente proiettata verso quello che noi cristiani consideriamo il Regno di Dio: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). Doni, questi, che Fulvio aveva saputo sviluppare riflettendo, meditando, desiderando, sognando, sperando, lavorando sodo, amando con tutto il cuore la Vita e le persone che aveva incontrato lungo il suo cammino. Qualche ora prima della sua ‘morte’ (credo, cristianamente, che la morte sia ‘soltanto’ l’abbandono del corpo da parte dell’anima) una persona a me cara guardò Fulvio e gli disse che sembrava un monaco shaolin, lui sorrise ed esclamò: magari! Fulvio lo era in cuor suo e sono sicura che se n’è andato via da shaolin: lottando con tutte le sue forze per uscire dall’acqua ma anche ‘abbandonandosi fiducioso al corso della vita’ e…all’Amore. A lui dedico con tutto il cuore questa mia ricerca sul dialogo monastico interreligioso (tesi realizzata al termine del Master in ‘Chiesa, ecumenismo e Religioni’) che, ad esser sincera, ho avviato innanzitutto per me stessa: un vero e proprio regalo che mi sono fatta. Mentre ascoltavo i monaci ascoltavo anche la mia inquietudine interiore: domande, ferite, sogni infranti e desideri sopiti; come dice Adriana Zarri, un’anziana eremita cristiana: solo il viaggio dentro noi stessi ci restituisce al mondo innamorati della vita e in effetti posso dire che al termine di questo viaggio mi sono ritrovata rappacificata con la vita…tutta la vita, anche quella dal volto più duro come il dramma che ha spezzato la giovinezza di Fulvio.

    Mantenendo una visione di fede cristiano-cattolica ho provato ad ascoltare cosa avviene quando monaci appartenenti a diverse religioni si incontrano per intessere un dialogo sulle loro esperienze spirituali. Ho scoperto quanto può essere vasto, ricco e sorprendentemente bello il mondo interiore degli uomini e delle tradizioni religiose alle quali hanno dato vita e che continuano a perpetuare, nei secoli, con le loro scelte. Perché tenere queste scoperte soltanto per me stessa? Convinta che la condivisione sia un moltiplicatore di bellezza eccomi a condividerle con voi per moltiplicare tutta la bellezza che mi ha toccata aiutandomi a ridare anche un senso alla precoce dipartita di Fulvio, il mio giovane ‘monaco shaolin’ e poi, come diceva Dionigi l’Aeropagita, la stessa Bellezza è fonte di ogni comunione….

    Ho scoperto che in ogni tradizione religiosa ci sono uomini che sentono forte l’esigenza di tornare all’essenzialità: cosa conta davvero nella vita? E tornare all’interiorità: chi sono? Dove mi sto dirigendo? Cosa desidero davvero? Del resto sono numerosi anche coloro che si spingono in questa ricerca esistenziale senza riconoscersi in nessun credo religioso, Fulvio era tra questi. Ho voluto quindi dedicare anche a questi laici in ‘ricerca esistenziale’ il primo capitolo in cui ho riportato le caratteristiche che accomunano le vite monastiche nelle principali religioni; sembra riconfermarsi l’ipotesi del monaco come ‘archetipo universale’: in ogni uomo vi è un poco di monaco poiché in ogni uomo vi è la ricerca di una vita interiore, superiore o spirituale, comunque in continuo trascendimento di se stessi[2]… verso il Mistero…

    Non da molto tempo il monachesimo cristiano ha scoperto che anche nelle altre religioni esiste questa forma di vita ed è solo da poco più di quarant’anni che esiste il Dialogo Monastico Interreligioso: "il DIM è un'organizzazione internazionale che raccoglie commissioni nazionali di monaci e monache cristiani per promuovere il dialogo tra monaci di differenti religioni, specificamente a livello di esperienza spirituale".[3] Nel secondo capitolo ho ripercorso quindi brevemente la storia del DIM descrivendone l’organizzazione ed il funzionamento. Quello che fu un lavoro di alcuni monaci pionieri appassionati, quali Thomas Merton, Jules Monchanin, Henri Le Saux, Bede Griffiths, è divenuto una realtà della chiesa cattolica riconosciuta ed aperta a tutti.[4]

    Il terzo capitolo è dedicato al racconto degli incontri interreligiosi che il DIM ha promosso fin dagli anni ‘70. Il Magistero della Chiesa Cattolica prevede, tra le quattro principali forme di dialogo, quello dell’esperienza spirituale: a un livello più profondo, uomini radicati nelle proprie tradizioni religiose possono condividere le loro esperienze di preghiera, di contemplazione, di fede e di impegno, espressioni e vie della ricerca dell'Assoluto. Questo tipo di dialogo diviene arricchimento vicendevole e cooperazione feconda nel promuovere e preservare i valori e gli ideali spirituali più alti dell'uomo.[5] Chi più dei monaci potrebbe insegnarci come praticare questa forma di dialogo? I monaci cristiani del DIM hanno potuto conoscere molti aspetti che caratterizzano la vita monastica nelle principali religioni: buddismo, induismo, giainismo, taoismo; inoltre, già da diversi anni, si sono intensificati i rapporti con l’ebraismo e con l’islam.

    Il metodo dialogico del DIM, in vista del raggiungimento del suo fine ultimo, è il tema trattato nel quarto capitolo. Ecco il fine ultimo del dialogo interreligioso: "dialogare non significa ‘parlare a due’, come spesso si crede ma partecipare ad un colloquio, ad una discussione, con due o più persone, allo scopo di procedere insieme verso il logos, (da qui: dia-logos) verso la Verità. Dunque ogni dialogo presuppone un cammino in avanti".[6] Come conciliare Verità e pluralismo religioso? La pluralità delle religioni, infatti, giustificherebbe, a detta di molti intellettuali, posizioni di relativismo religioso oltre che filosofico: non può esistere una sola Verità se ogni tradizione religiosa è portatrice di una visione, spesso anche molto differente, sul…Divino.

    Joseph Ratzinger intende tutta la ricerca, spirituale e intellettuale, come servizio

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1