Le radici della speranza: Lettere scelte di un credente prestato alla politica
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Queste lettere “private”, indirizzate da Zaccagnini ai famigliari e ad alcuni amici, ci fanno ritrovare il cristiano in politica a causa della fede, in un rapporto particolarissimo con il potere. «attenzione», scrive l’arcivescovo di Modena-Nonantola Erio castellucci, «Zaccagnini non appare mai diviso tra un’obbedienza a Dio e al suo Regno (spiritualità) e una all’uomo e alla storia (impegno politico), ma le pratica assieme, avvertendole come due dimensioni dello stesso amore». Tutte le lettere qui raccolte hanno lo stesso filo conduttore: la vita è un dono, è bella, in sé è un valore incommensurabile e incomparabile; “per fortuna che si muore”, perché solo così si ha la possibilità di conoscere l’unica cosa che vale più della nostra vita: la vita nella Gerusalemme celeste, che Zaccagnini è certo di raggiungere, al massimo con una spinta. La politica? È solo uno strumento per aiutare gli altri. Non è il caso, dunque, di menare vanto per incarichi, onori e onorificenze: tutta roba effimera di cui si perde presto persino la memoria. «Assume prezioso valore», scrive il Presidente Sergio Mattarella nella sua testimonianza, «questa raccolta di scritti così personali, a volte commoventi, comunque espressivi di una umanità tanto ricca da non poter essere ricompresa soltanto nella dimensione politica». Fede, mitezza, ma uomo capace di decisioni solitarie, sottolinea guido Bodrato, mentre Pierluigi castagnetti ci ricorda che «il cuore di Benigno non si era mai inaridito, nonostante la politica». «Un cuore ricco di valori umani», insiste Aldo Preda, che ha curato diverse pubblicazioni su Zaccagnini perché il messaggio di questo cristiano prestato alla politica non vada disperso.
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Anteprima del libro
Le radici della speranza - Erio Castellucci
Benigno Zaccagnini (Autore), A. Preda (a cura di)
Le radici della speranza
Lettere scelte di un credente prestato alla politica
Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura
ed Universale
sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www.edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.
Si ringraziano:
Il Centro Studi Donati di Ravenna,
Il Credito Cooperativo ravennate, forlivese e imolese
Hanno collaborato: Gianfranco Bertazzini, Margherita Collareta,
Giuseppe Matteucci, Livia Molducci
Copyright © 2019 by Edizioni Studium - Roma
ISBN 978-88-382-4816-0
www.edizionistudium.it
ISBN: 9788838248160
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
PRESENTAZIONE
IL PRIMATO DELLA COSCIENZA
INTRODUZIONE
LE LETTERE
I. IL GIOVANE ZAC
II. IL PADRE DI FAMIGLIA
III. IL PARLAMENTARE
IV. IL SEGRETARIO D.C.
V. LA RESISTENZA
VI. ALLA SORELLA
VII. PACE E FRATERNITÀ
VIII. LA FORZA DELLA SPERANZA
IX. LA DIMENSIONE DELL’ETERNO
L’UOMO CAPACE DI DECISIONI SOLITARIE
IL SUO CUORE NON SI È MAI INARIDITO
INDICE DEI NOMI
CULTURA
Studium
153.
Benigno Zaccagnini
LE RADICI DELLA SPERANZA
Lettere scelte di un credente prestato
alla politica
A cura di Aldo Preda
Scritti di Guido Bodrato, Pierluigi Castagnetti,
Erio Castellucci
In memoria di Stefano
PRESENTAZIONE
di Aldo Preda
PRESENTAZIONE
In queste lettere c’è tutto Zaccagnini: i dolori, le lotte, le sconfitte, le ingratitudini, ma c’è anche un cuore ricco di valori umani, un grande ottimismo, una fede senza equivoci.
A Zaccagnini non faceva difetto la pratica religiosa, la Messa e l’Eucarestia quasi quotidiana, il richiamo ai valori, però tutto questo per lui non è mai stato un alibi per isolarsi dentro le mura della sua chiesa perché la sua pratica religiosa non si traduceva in una forma egoistica di disimpegno dai problemi reali. Il richiamo ai valori non era un’esibizione integralista; anzi, aveva capito che il messaggio cristiano ha molto da offrire al mondo ed è un dovere offrirlo.
Le lettere sono disposte in modo che chi le legge si ponga quasi al fianco di Zaccagnini, lo ascolti e percorra con lui alcune tappe della sua vita. La dimensione pubblica e quella privata si rivelano, pur nella loro evidente distinzione, esperienze di una persona nella quale cuore e cervello, cultura, etica, sapienza, fede e ragione, pensiero ed azione si riconducono a sintesi.
Ci sono lettere alla famiglia, ai figli, agli amici più stretti, c’è il suo testamento spirituale indirizzato alla moglie Anna nel quale fa un bilancio finale di tutta la sua vita.
Benigno immagina di presentarsi al Signore con il suo Angelo Custode un po’ mortificato perché purtroppo porta con sé solo le proprie colpe
; poi però c’è la sicurezza del suo ingresso in paradiso, al massimo ‘con un paccone’, l’incontro con i figli Grazia e Luca, con i genitori, con gli amici ravennati, con La Pira, il più lieto tra i cristiani
e con Vittorio Bachelet, con Piersanti Mattarella e Aldo Moro.
Ed ancora descrive l’incontro con i ‘suoi’ preti, tra i quali anche Montini, che lo hanno aiutato a crescere nel suo agire quotidiano, in famiglia ed in politica.
Ecco la sua mitezza evangelica
, frutto del giusto valore da attribuire alla politica e del suo limite, che salva i politici alla Zaccagnini dalle illusioni e dalle delusioni.
Zaccagnini non inventa niente perché questa non è caratteristica sua propria, ma è anche di Dossetti, di Lazzati, La Pira, Moro, cioè di quella generazione che aveva letto Maritain e Mounier e che, ascoltando Giovanni Battista Montini, aveva concepito la politica come ritorno all’uomo.
La Chiesa deve essere grata a questi profeti ambulanti
che si sono avventurati nel mondo della politica, sempre fedeli alla loro Chiesa, senza servirsi di essa, attenti al suo magistero, ma mai, mai, clericali.
Lo ricordava il card. Tonini, in un convegno su Zaccagnini, quando, quasi gridando, disse: come Vescovo voglio dirvi che la Chiesa ha bisogno di questi santi, di questa gente che appare normale, ma nella quale lo Spirito Santo fa grandi miracoli
sottolineando così il loro ‘fare politica’ come vocazione.
In queste lettere Zaccagnini ci offre un esempio alto, aspro ed esigente della sua spiritualità, ma anche dell’intreccio politica-santità, della spiritualità della politica.
Su tutto ciò occorre riflettere in questa stagione nella quale i partiti si disfano e si ricompongono, dove le ideologie sono in crisi, dove gli uomini della politica rischiano di non avere più alcun ancoraggio.
Zaccagnini è stato un cattolico impegnato in politica che ha potuto dire di aver condotto fino alla fine la sua battaglia, di aver terminato con serenità la sua corsa, di non aver perso la fede.
All’amico prete (*) che gli ricordava una sera quelle parole di S. Paolo, lui aggiungeva: poi mi sono trovato a vivere anche l’angoscia del Cristo nel Getsemani
.
E nella bellissima lettera finale, scritta dall’Ospedale civile di Ravenna e indirizzata alla moglie Anna in previsione della fine del suo viaggio terreno cristianamente vissuto, c’è tutto San Paolo, ma c’è anche il suo Getsemani.
Aldo Preda
Ravenna, 2019
Nell’anno 30° dalla scomparsa di Benigno Zaccagnini
IL PRIMATO DELLA COSCIENZA
di Sergio Mattarella
IL PRIMATO DELLA COSCIENZA
di Sergio Mattarella
La testimonianza, l’impegno, la personalità di Benigno Zaccagnini sono parte della storia migliore della Repubblica. Quella storia che lui ha contribuito a costruire, con una grande carica ideale ma anche con autentico e generoso spirito di servizio. La sua aspirazione alla libertà è sempre stata inseparabile da un forte senso di onestà e di giustizia, che si rispecchiava nei volti delle persone che incontrava, di quanti avevano più bisogno, di chi intendeva riscattare la dignità negata.
Ha combattuto il fascismo da partigiano, da medico della Brigata Garibaldi di Ravenna. Curava i malati, dava soccorso ai feriti. Nella vita pubblica, giunta fino alla massima responsabilità di guida della Democrazia Cristiana, ha sempre messo in campo tutto se stesso, e la sua azione politica era costantemente sostenuta da una profonda spiritualità, che gli teneva vigile la coscienza e accresceva in lui il valore dell’amicizia e delle relazioni umane.
È diventato così, per tanti, non solo per i compagni di partito, un uomo-simbolo del dialogo, del confronto costruttivo, della ricerca del bene comune.
Ci sono uomini la cui fede è così robusta, così radicata, da spingerli non tanto ad affermare la propria verità su quella degli altri, ma al contrario a cercare con sincerità la parte di verità che è iscritta nell’intelligenza e nella passione altrui.
Nel nome Benigno forse era già impresso un segno importante della sua identità. E quando gli toccò di darsi un nome, il nome di battaglia durante la Resistenza, Zaccagnini scelse Tommaso Moro, il credente che, con responsabilità e sofferenza, aveva affermato il primato della coscienza, pagando con la vita il prezzo della sua libertà e dell’opposizione all’assolutismo del potere.
A quasi trent’anni dalla morte di Benigno Zaccagnini, assume prezioso valore questa raccolta di scritti così personali, a volte commoventi, comunque espressivi di un’umanità tanto ricca da non poter essere ricompresa soltanto nella dimensione politica. Peraltro la politica rischia di non essere credibile, o di risultare effimera, se non è sostenuta da motivazioni forti, da coerenza morale, da desiderio sincero di giustizia, da amore per le persone e per la comunità.
Zaccagnini è stato un padre della Repubblica. È stato un artefice della crescita democratica del Paese. È stato un punto di riferimento per molti, anche di diversi orientamenti culturali. Quando gli è toccato di portare un peso immenso, ai limiti della sopportabilità umana, ha vissuto con dignità quella grande sofferenza.
Conoscerlo più da vicino, attraverso queste lettere, è una grande opportunità. Dalla vita, dalla storia, dai pensieri più lunghi e profondi si possono trarre insegnamenti e lezioni preziose; per ogni tempo.
INTRODUZIONE
di Don Erio Castellucci
INTRODUZIONE
di Don Erio Castellucci
Arcivescovo di Modena-Nonantola
«Un uomo politico pensa alle prossime elezioni, mentre uno statista pensa alle prossime