Porcherie venete avvelenate d'amore. Poesie in dialetto veneto
Di Gian Berra
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Anteprima del libro
Porcherie venete avvelenate d'amore. Poesie in dialetto veneto - Gian Berra
INDICE
L’anima straziata di un popolo gentile …
1 – Capitel a Milies. Il capitello di San Antonio a Milies
2 - Al mur che parla al cor. Il muro che parla al cuore...
3 - I pomi de Milo. I pomi di Milo
4 - Olivo varda lontan. Olivo guarda lontano...
5 - Vero cesso veneto, Riflessioni al cesso veneto...
6 - La strigha veneta. Strega veneta...
7 - No i ghe credarà mai, Mineta. Non ci crederanno mai Mineta...
8 - Sempre sot al mont San Mauro... sotto il monte san Mauro
9 - Brosa sui sas del Piave. Brina sui sassi del Piave
10 - La vecia fornas a Bigolin de Valdo. La vecchia fornace a Bigolino di Valdo
11 – Tor acua, prendere acqua alla fontanella di Feltre
12 - Pianta un ciodo su le aneme venete. Pianta un chiodo sulle anime venete..
13 - Miro, me regalitu un fior? Miro mi regali un fiore?
14 - Liseta in paradiso. Lisetta in paradiso…
15 - Pierin bambin… Pierino bambino…
16 - Norina la magna sardele lesse. Norina mangia sardelle lesse…
17 - La Rosina de not sul Barchet. La Rosina di notte al Barchet..
18 - Berto xe 'namorà. Berto è innamorato …
19 - Berto in Svizzera, al sogna de far razza co la Zieta. Berto dalla Svizzera sogna di fare figli con la Zieta…
20 - Le aneme venete gha bisogno de sfogho. Le anime venete hanno bisogno di sfogarsi…
21 - Funer di Valdo, 40 anni fa. Poesia su Ron di Valdo
22 - Giustina e poentina. Giustina e polentina…
23 - Piero, dime ti quande che te basta. Piero dimmi quando ti basta..
24 - Poenta e osei. Polenta e uccelletti…
25 - Nosele seche. Nocciole secche
Seconda parte: Prima raccolta di poesie furiose Veneto rabbia e amore
. Pubblicata nel 2015 da Gian Berra
1 Veneto, varda bass! Veneto, guarda basso!
2 Merda da portar a casa. Merda da portare a casa …
3 Zio mascio! Gnente compassion par la Rosina. Niente compassione per la Rosina …
4 Fastuc, filo d’erba
5 Poenta e osei. Polenta e uccelletti
6 La Gineta la sanguena. La Gineta sanguina
7 Rosina la magna rancor. Rosina mangia rancore
8 Sciupa fora Meno! Sputa fuori Meno!
9 Paron de tuto. Padrone di tutto
10 Miro, te gho robà al cor. Miro ti ho rubato il cuore …
11 No piander Piero, non piangere Piero …
12 Dir al rosario , dire il rosario …
13 Femene da comprar, femmine da comprare …
14 La Gelmina picada. La Gelmina appesa …
15 A Mòmi al ghe tira. A Momi gli tira …
16 La mula Genova. La mula Genova …
17 Giustina e poentina. Giustina polentina …
18 Al cervel del porzel. Il cervello del porcello …
19 Gemo al sogna Venessia. Gemo sogna Venezia …
20 Gigeta de na olta. Gigetta di una volta …
21 Setembre tornarà... Settemnbre tornerà …
22 Al gregge veneto... su da Menin. Il gregge veneto
su da Menin …
23 Bandiera verda, bandiera verde…
Feltre. Amore acerbo
FELTRE,
1 Piero che dimmi quando ti basta. … tornerà primavera?
2 La Gineta la sanguena. La Gineta sanguina …
3 Berto xe 'namorà. Berto è innamorato …
4 Al mur che parla al cor. Il muro che parla al cuore …
5 Capel de curam. Cappello di cuoio …
6 Ieri de not al Barchet, la Rosina, Ieri di notte al Barchet, la Rosina
7 Feltre nascosta di Piero. Feltre nascosta di Piero …
8 A Mòmi al ghe tira. A Momi gli tira …
9 Solamente un par do savate, santo Leon de san Marco. Solo un paio di ciabatte, santo Leone di san Marco …
10 Miro, me regalitu un fior? Miro, mi regali un fiore?
11 Brusar scoasse, coraio sconto. Bruciare rifiuti, coraggio nascosto …
12 Grum di Feltre. Grum di Feltre …
13 Zo in fondo la . Giù in fondo la … il torrente Stien …
14 Le caorete de Piero le torna su dal Stien. Le caprette di Piero tornano dal torrente Stien …
15 Al sol al parla co la piantaggine veneta... Il sole parla con la piantaggine veneta …
16 Fret de matina a Feltre, freddo di mattina a Feltre …
17 La sagezza de na olta dei can refati de Feltre. La saggezza antica dei poveracci a Feltre …
18 Il tesoro nascosto di Feltre...
19 Nosele seche. Nocciole secche … Nocciole secche …
20 La Giacomina la me regala sto tesoro. Giacomina mi fa un regalo …
21 Giustina e poentina. Giustina e polentina …
22 La Gelmina picada. La Gelmina appesa …
22 No i ghe credarà mai, Mineta. Non ci crederanno mai Mineta …
23 Paron de tuto. Padrone di tutto …
24 Le crode le parla? Le rocce parlano?
25 La porteleta par al paradiso. Porticina per il paradiso …
26 La stia nobile del porzel. La nobile stia del porcello …
27 Pianta un ciodo su le aneme venete. Pianta un chiodo sulle anime venete…
28 La vendetta de Bortol. La vendetta di Bortolo …
29 Setembre tornarà... Settembre tornerà …
30 I pomi de Milo. I pomi di Milo …
31 Norina la magna sardele lesse. … Norina mangia sardine lesse
32 Olivo varda lontan. Olivo guarda lontano …
33 Gigeta de na olta. Gigetta di una volta …
34 Feltre, dietro il gran palazzo…
35 Alba estiva sul Piave,
36 Tor acua. Prendere acqua …
37 Feltre, Oltre la porta il paradiso.
38 Feltre silenziosa.
39 Feltre, la salita che porta al futuro...
40 Rosina la magna rancor. Rosina mangia rancore …
41 Feltre, le scalette …
42 Leon Santo pensa anca a mi. Leone santo pensa anche a me …
43 Col Perer a Feltre.
44 Fasioi, la salvezza dei popolo vento.
45 Me nono scatàra. Mio nonno scatarra …
46 Al merlo del Pinet. Il merlo del Pinet …
47 Feltre, il gran palazzo solitario
48 Maria no sega pi l'erba. Maria non sega più l’erba …
49 Anema feltrina. Rivar al marcà de Feltre, zo da Pedavena. Anima feltrina, arrivare al mercato di Feltre da Pedavena …
50 Feltre la stradeta in medo ai palazzi dei siori. Feltre, stradina tra i palazzi dei signori …
51 Piera Ruida. Pietra ruvida …
52 Veneto selvarego, Veneto selvatico …
53 Scorza d’albero
54 Fastuc, filo d’erba …
55 L’antica stazione racconta …
56 Al gregge veneto... su da Menin, il gregge veneto da Menin …
56 A Feltre xe rivadi sui ani trenta i amanti del leon
57 Disea la mercante: Go fato sta casa fasendo schei.
58 Grata al mur. Gratta il muro …
59 Al mur de quei che podea… Il muro di quelli che potevano …
·
Il mio dialetto a Feltre …
La mia avventura di vita a Feltre. I ricordi stampati nel cuore …
MonteBelluna, La Dea dormiente
Ciao Montebelluna, ciao Contea
1 - Primo giorno di primavera
2 - Primo giorno di primavera
3 - Asilo de Contea
4 – Paroni
7 – Un fico a Contea
8 – Agosto e 2 pizze …
9 – Al termen
10 - incontro con Bruno Donadel con Gian Berra
11 - Caerano san Marco aspetta la primavera...
13 - Capel de curam. Cappello di cuoio … per andare al mercato di Montebelluna.
14 - Gran carnevale dei crostoli a Montebelluna con tante famiglie e bambini che si gustano il sole quasi di primavera
15 - Montebelluna e il corridoio dei sogni veloci...
17 . Vecia Montebelluna...
20 – Contea, Ritorno a casa al tramonto. Un pensiero di James Hillman …
21 - Prima in dialeto dopo anche in italiano.
22 - Le ragioni del tempo che passa a Contea di Montebelluna.
23 – la porta del paradiso
24 - Laggiù in fondo l'eternità a Montebelluna?
25 - Il viale d'ombra a Montebelluna
26 - Montebelluna in primavera 2018
27- l’angolo che non c’è
28 - ...Hanno levato l'acqua
29 - Alba di aprile a Contea di Montebelluna.
30 - Quasi a casa,
32 – pensieri troppo profondi
34 – Montebelluna veneta distratta...
35 – Verso sera
36 - L'ultimo saluto del sole di dicembre in via Castellana a Montebelluna.
37 - Contea di Montebelluna, la casa che non parla.
38 - Contea nobile di Montebelluna. Sguardo di fretta en passant... e un augurio alla gente ancora nobile, della nostra terra.
39 – Montebelluna. Antico orgoglio
40 – di sfuggita, il tempo è già passato
41- I semi di ieri a MonteBelluna
42 – Per non pensare a nulla
43 – la casa della poetessa …
44 – Pace
45- La storia che aspetta
46 – Mi o ti?
47 - Le aneme venete gha bisogno de sfogho.
48 – Il posto dove non c’è niente
49 – Anerete bele
50 – L’astronave
51 - Montebelluna, spetar che vegna un temp meio.
52 – Ho fatto il mio lavoro. Neanche un grazie? Edicola a Contea …
53 – accanto ai treni …
54 - Chi ha tempo di raccontare storie?
55 – Qua non vive nessuno?
56 – MonteBelluna, l’angolo metafisico
57 - L'angolo che non si vede. ( a Castelfranco veneto )
58 - Ostia, fora al fret...
59 – Piazzetta Verdi
60 - Ocio!, Sera al portel!
61 - Montebelluna, inverno freddo e traditore 2016.
Una vita disordinata … da hippie
leo 222.PNGPorcherie avvelenate d’Amore,
Le ultime raccolte di poesie in dialetto veneto con traduzione.
Questo volume raccoglie :
Gian Berra
PORCHERIE
VENETE
AVVELENATE d’AMORE
Raccolta delle poesie della rabbia,
dell’amore e del sangue aveelenato veneto.
In dialetto spontaneo con traduzione.
Youcanprint
totem absolute the one by gian berra 23.pngCatturaLòà nnnm.pngTitolo | Porcherie venete avvelenate d’amore
Autore | Gian Berra
ISBN | 979-12-20341-73-8
Immagine di copertina | le rocce della sorgente di Schievenin. Un totem di Gian Berra
Versione e.pub dell’Omonimo libro stampato in formato cartaceo
© 2021 - Tutti i diritti riservati all’Autore
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Via Marco Biagi 6 - 73100 Lecce
www.youcanprint.it
info@youcanprint.it
Veneto, il veleno nel sangue e nell’anima
…
Gian Berra
Veneto,
il veleno
nel sangue
e nell’anima
Raccolta di poesie furiose
In dialetto veneto
con traduzione in italiano
È la mio secondo libro di sfoghi in dialetto veneto.
Il mio primo libro di poesie sull’anima veneta furiosa di voglia d’amore : Veneto rabbia e amore
in cui raccontavo l’anima della mia gente veneta, lo trovi nella seconda parte di tale raccolta
Il primo libro lo trovi anche sul mio profilo di Academia:
https://www.academia.edu/15574553/Veneto._Rabbia_e_amore._Poesie_in_dialetto_veneto_con_traduzione_in_italiano._Gian_Berra_2015_Sfoghi_segreti_di_una_anima_veneta
Anime venete, rese deboli da furia, paura, rabbia,
impotenza, inganno e miseria, si sfogano...
La follia non si mostra ai folli e
si nasconde con cura ai loro occhi,
avvelena l'anima e il corpo.
Poi si traveste di sogni vuoti
che si legano a passioni di
vendetta e rabbia disperate...
Sono questi gli anni della Verità e della confusione. Tutto viene alla luce.
Ogni cosa viene mostrata nella miseria in cui si è nascosta.
Allora scoppiano i palloni, le figure false, le maschere furbe e bugiarde. Ma lo sfogo lascia rabbia, paura, sbigottimento, ferite aperte da secoli e un grande senso di impotenza.
E già i furbi di ieri preparano altre illusioni per gli ignoranti e per gli sciocchi di oggi e domani...
Le poesie sono state pubblicate su facebook man mano che venivano alla luce,
Omaggio al mio popolo veneto …
Gian Berra
Cattura n.PNGL’anima straziata di un popolo gentile …
Il Demone si mostrava anche come bestia onorevole. Veniva dai deserti d'Assiria e passando per le pietre della Palestina, per poi giungere a Roma, dove pose la sua casa. Da lì poteva conquistare il mondo, mettendosi le vesti di un impero che Lui aveva appena distrutto con l'aiuto di popoli barbari che ancora non lo conoscevano come sterminatore di anime.
Quando Egli giunse, prima dell'anno mille, nella piccola Venezia, si innamorò dei piccoli furbi e coraggiosi pescatori con la passione del commercio. Sentì l'odore della voglia di denaro, di oro, di comodità, fornicazioni e di inganni.
Ma sentì anche le loro paure, la loro angoscia di un destino ancora oscuro, la solitudine di chi si è rifugiato in un luogo in cui prima o poi verrà scoperto...
Il Demone offrì loro protezione: Lui avrebbe pensato alle loro anime, specialmente in cambio di quelle dei loro servi. Avrebbe protetto i nobili, i ricchi, i furbi, i cortigiani da ogni brutta sorpresa. Tutti loro vendettero a Lui un pezzo di anima, e in cambio avrebbero accumulato fama, ricchezze, onori almeno per altri mille anni. Il demonio garantì loro il commercio esclusivo coi popoli d'Arabia e Siria che già allora scoprivano e abbracciavano una nuova fede così simile alla vecchia …
Così il popolo dei Veneti venne venduto a poco prezzo. Perdette i suoi ricordi più belli, le sue emozioni più autentiche di antica razza. Ogni onore e rispetto sfumò come nebbia e divenne servo dei furbi padroni di laggiù, protetti da quelle acque marce.
Il demone prese forma di bestia che mostra i denti e gli artigli. La sua immagine fu definita sacra per tutti e vestita d'oro. Da allora ogni bimbo che nasceva nelle terre venete era obbligato a chiedere perdono solo per il fatto di essere nato, poi diventava servo di quella bestia.
Il leone aveva vinto …
Venezia ebbe la sua gloria, ma in cambio della perdita del suo vero onore e della sua anima, decadde a bisca e bordello d'Europa.
Il dialetto veneto ha innumerevoli immagini e forme e mai si lascerà intrappolare nelle regole di una lingua
gestita da esperti cortigiani della cultura
. Il dialetto non ha regole, e la sua parlata è varia e colorata dalle emozioni dell’anima di un popolo.
Dialetto è parlata spontanea che si forma e si disfa col contato quotidiano di anime che vivono la Vita.
Gian Berra 2020
1 – Capitel a Milies. Il capitello di San Antonio a Milies
cpitel de san Antonio a Milies.jpgSant'Antonio, varda ti che bravi.
I se gha ricordà de darghe un pocheto
de bianc al capitel.
Che bel, che onor par ti,
Anca par noialtri.
che son scampadi via
dala miseria.
Quà pì nissuni se ricorda
dei nostri veci.
Lori i gha patì, par secoli.
Nissuni li gha mai iutadi,
nissuni li gha mai curadi.
Gnanca scoltadi mai,
par gnente.
Ma i gavea na fede,
che no li gha salvadi.
Tuti vivesti e morti solamente par salvar
la Vita.
Un grazzie ai nostri veci,
un pensiero de amor
che strenze al cor.
Fursi i stà là a vardarne,
a sentir se avon capio
la soa granda paura
de no aver fato
bastanza
par farne contenti.
Gian Berra.
Milies di Segusino, primi anni 80. Il capitello di San Antonio.
San Antonio, guarda che bravi.
Si sono ricordati di dare un po' di bianco al capitello.
Che bello, che onore per te,
anche per noi,
che siamo scappati via dalla miseria.
Qua più nessuno ricorda
i nostri vecchi.
Loro hanno patito per secoli.
Nessuno li ha mai aiutati,
nessuno li ha mai curati.
Nemmeno mai ascoltati,
per niente.
Ma avevano una fede
che non li ha salvati.
Tutti vissuti e morti solo
per salvare la Vita.
Un grazie ai nostri vecchi,
un pensiero d'amore
che stringe il cuore.
Forse stanno la a guardarci,
a sentire se abbiamo capito
la loro grande paura
di non aver fatto
abbastanza
per farci contenti
Gian Berra.
2 - Al mur che parla al cor. Il muro che parla al cuore...
al mur.jpgSe gavea ciapà le piere
una par una
là do sul Stien.
E anca portade tute. Una par una
su par la riva. E dopo
a far sti mur co cura santa.
Che i vegnisse su bei,
co orgoglio
de quei che no fa domeneghe.
Anca gavon ciamà Piero
par taiar i pieron de porfido scuro,
da metar sui canton
par far le robe ben.
Ma no ghe iera da magnar
e son dovesti partir
par la Svizzera
par no pì tornar.
Dess i veci no i fraca qua
gnanca al fen.
Anca se i neodi i gha
parecià al quert
par na paura sconta
che cambia i temp.
No se sa mai
un doman.
Gian Berra 2015
Il muro che parla al cuore …
Prendemmo le pietre una per una
Laggiù sullo Stien.
E portate tutte, una per una su per la salita.
Poi costruire questi muri con cura santa.
Che venissero su belli e con orgoglio
di quelli che non hanno domeniche.
Abbiamo chiamato Piero
a tagliare i pietroni di porfido scuro da mettere sugli angoli
per fare bene le cose.
Ma non c’era da mangiare
e siamo dovuti partire per la Svizzera
per non più tornare.
Ora i vecchi non mettono qui nemmeno il fieno,
anche se i nipoti hanno aggiustato il tetto,
per paura che i tempi possano cambiare.
Non si sa mai domani …
Gian Berra
3 - I pomi de Milo. I pomi di Milo
pomi de Milo.jpgChe bei i pomi de Milo, tacà casa mea,
i me fa voia si.
Ghen robo un solamente e me lo porto casa.
No lo magno gnanca parchè xe roba robada.
Ma me pias sto pom, a Milo no ghe fa mal se ghe robo un pomo solamente? L'altro dì che gho domandà: Milo ti, magnitu ti i pom sula strada de sora?
Lu ma gha dito che no i xe boni.
Dopo ghe ho dita sottovoce: Posso mi ciaparne qualchedun?
Al me gha vardà come co dispeto, anca se noialtri son amighi boni.
E dopo nol gha dito pì gnent.
Ti gho capio Milo, de quande sti pom mati i fasea la differenza tra al magnar
e no magnar no.
Quant atu ti patì sta situazion?
Quanta amarezza sul cor te gho scaturà mai?
Quant quei che te sfrutava i te gha rebaltà la anema?
No se pol desmentegar. Magari morir.
Milo te capisso, vero omo veneto col cor ferio.
Par sempre, rispetarò al to dolor sconto.
Mai pì robaro i to pom Miro.
Meio che i vada marzi,
Che farte mal a ti.
Gian Berra 2015
I veri veneti,
quei che parla ciaro s'intende,
e no i se assa fregar.
I pomi di Milo …
Che belli i pomi di Milo, vicino casa mia mi fanno voglia si, ne rubo uno solo e me lo porto a casa.
Non lo mangio nemmeno