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Giappone da vivere: Appunti di viaggio, cultura e società
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E-book415 pagine4 ore

Giappone da vivere: Appunti di viaggio, cultura e società

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Info su questo ebook

Ci sono molte persone che sognano di visitare il Giappone. C’è chivuole visitarlo perché è il sogno di un’infanzia passata tra videogiochi, cartoni animati e Manga (fumetti giapponesi), chi perché è affascinato dalla sua spiritualità o dal mito dei Samurai, chi perché è una destinazione attualmente di moda. Questo è un paese di forti contrasti, dalla modernità più avanzata alle tradizioni che si perdono nel tempo. Visitandolo,  passiamo dalle grandi metropoli, che non dormono mai, ai luoghi dove la sensazione del tempo sparisce ed il tuo cuore si riempie di serenità. In questo libro l’Autore ci parla del Paese del Sol Levante con gli occhi di chi ne ha fatto la sua seconda casa con 40 anni di viaggi, mettendo la sua esperienza al servizio di chi vuole comprendere ciò che si vede. Quando ci si vuole immergere nel “Giappone Autentico” bisogna spogliarsi della propria cultura e mentalità ed essere aperti a seguire logiche e flussi di pensiero diversi. Solo allora saremo sommersi da squarci di lancinante bellezza, al di là del tempo e dello spazio.
LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2021
ISBN9788831381901
Giappone da vivere: Appunti di viaggio, cultura e società

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    Anteprima del libro

    Giappone da vivere - Maurizio Palombi

    Ringraziamenti

    Prefazione

    Il mio interesse e passione per il Giappone nasce molto lontano negli anni. All’età di 14 anni (1961) inizio a praticare il Judo, seguendo le orme di mio fratello maggiore. La pratica di questa disciplina mi fa entrare pian piano in contatto con il mio mito del Giappone. In quegli anni la disponibilità di libri era molto ridotta, ma avendo un compagno di scuola che proveniva dalla Francia riuscii ad avere in regalo alcune riviste francesi sul Judo, appartenenti al padre che ormai non praticava più.

    Proseguo il Judo fino al 1970 cercando, quando possibile, di leggere libri e riviste sul Giappone.

    Dopo il servizio militare nel 1972 inizio lo studio del karate stile shotokan che pratico sino al 1983, conseguendo il 5° dan. Questi sono gli anni iniziali della mia formazione culturale, conseguita con grande difficoltà per la solita scarsità di libri.

    Nel 1979 inizio la pratica di Kendo e Iaido (Spada tradizionale Giapponese).

    In questo nuovo percorso riesco a trovare molti elementi essenziali della cultura del Giappone, anche perché nello Iaido, seguendo la scuola Hoki-ryu, avevo come insegnante Sensei Kazuiko Kumai, che viveva in Italia.

    Il contatto diretto con un insegnante giapponese, mi permette di ricevere molte notizie sul Giappone. Inoltre, iniziano ad essere pubblicati molti libri sugli argomenti a me cari.

    Negli anni 80 inizio i miei viaggi in Giappone per perfezionare i miei studi di kendo e iaido. Seguo gli insegnamenti del m° Kubo di Tokyo per tutte e due le discipline.

    Nel 1990 partecipando ad un seminario estivo, con una delegazione giapponese, ho il primo avvicinamento al Kyudo.

    Lo stesso anno con un gruppo di amici fondiamo un'Associazione per lo studio e la pratica del kyudo.

    Negli anni successivi partecipo costantemente a seminari di aggiornamento ed esami in Giappone, ed anche in Italia con delegazioni giapponesi per il Kendo, lo Iaido ed il Kyudo.

    In questo periodo mi reco, per studio, almeno una volta l’anno in Giappone, iniziando a viaggiare per il paese, dopo aver terminato le lezioni prefissate.

    Pian piano riesco ad instaurare varie amicizie che mi aiutano sempre più ad entrare nella comprensione della società giapponese e dei loro usi.

    Nel 2003 ospito il M° Yamanaka, che avevo conosciuto nel 1989, ed un suo assistente e così ho il primo contatto importante con la pratica del Battodo.

    Con il Maestro Yamanaka si instaura un rapporto di grande amicizia, per cui oltre allo studio del Battodo posso approfondire maggiormente le mie conoscenze sul Giappone.

    Attualmente continuo ad insegnare Iaido, Battodo e Kyudo.

    Negli ultimi 15 anni mi sono recato in Giappone una o due volte l’anno, accompagnando gruppi di amici, e amici degli amici, che vogliono conoscere un Giappone da Vivere.

    Ci sono molte persone che sognano di visitare il Giappone. C’è chi vuole visitarlo perché è il sogno di un’infanzia passata tra videogiochi, cartoni animati e Manga (fumetti giapponesi), chi perché è affascinato dalla sua spiritualità o dal mito dei Samurai, chi perché è una destinazione attualmente di moda.

    Questo è un paese di forti contrasti, dalla modernità più avanzata alle tradizioni che si perdono nel tempo. Quindi visitando il Giappone passiamo dalle grandi metropoli, che non dormono mai, ai luoghi dove la sensazione del tempo sparisce, ed il tuo cuore si riempie di serenità.

    Giappone Moderno e Giappone Tradizionale.

    Nel Giappone moderno, si possono trovare tutte le innovazioni tecnologiche di avanguardia, i siti alla moda, i grandi centri commerciali. Visitare le metropoli giapponesi vuol dire anche andare alla scoperta dei loro numerosi quartieri, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità, cuori pulsanti della città, principalmente dedicati al divertimento e alla moda, shopping e paradiso per gli appassionati di videogiochi, manga, anime e tecnologia.

    Giappone tradizionale.

    Visitare i luoghi della storia del Giappone, seguendo il filo spirituale che unisce le località più importanti del Giappone dove i colori della storia sono ancora presenti.

    Naturalmente il Giappone tradizionale, diviso dal turismo di massa e dalle grandi città, ha un fascino unico, fatto di storia e tradizioni ancora presenti. Non si tratta di Vero Giappone perché questo implicherebbe che Tokyo o Osaka non siano vero Giappone. Il Giappone, paese dei contrasti, si conferma proprio in queste sue due anime, così lontane ed allo stesso tempo vicine perché legate dalla propria particolarità culturale e sociale.

    Quando ci si vuole immergere nel Giappone Autentico bisogna spogliarsi della propria cultura e mentalità, ed essere aperti a seguire logiche e flussi di pensiero diversi. Si deve, con la consapevolezza di non conoscere quel mondo, essere pronti ad accettare quelle regole comportamentali e di rispetto proprie di questo popolo.

    Introduzione

    "Ci sono luoghi che sembrano esistere senza il velo del tempo.

    Luoghi in cui tutto fluttua in un incanto silente tanto da farti sentire che sei quella pace che cercavi nel mondo!

    Giappone .... quel Sol Levante che ti desta con l’arma dello stupore dove il viaggio .... diviene narrazione!". Marwin Grace - Giappone da Vivere.

    Il Giappone è, per me, un luogo di percezioni che avvolge i miei passi, luogo dopo luogo. Spesso frequentare siti che rimangono fuori dal tempo ti immerge in una sensazione indefinibile, una sensazione in cui senti anche gli odori dei colori, senti l’energia che viene emanata e la pace ti pervade. Anche le grandi metropoli hanno un loro fascino particolare, fatto di suoni, luci e vita quotidiana della città che non dorme mai.

    Viaggiare, conoscere, vivere, assaporare il Giappone può essere considerato il viaggio della vita, un'esperienza a tutto tondo fra armonia, cortesia, raffinatezza ed uno stupefacente ordine, unico al mondo.

    Per questo ho deciso di pubblicare alcune parti del mio diario dei Viaggi nel Paese del Sol Levante, cercando di trasportare queste sensazioni anche ad altre persone, per far conoscere, attraverso le mie esperienze dirette, un mondo, per noi particolare, che racchiude un universo di cultura e sensibilità.

    Nei molti viaggi in Giappone, ho pian piano approfondito la loro cultura e la loro società, comprendendo che dietro ogni semplice gesto quotidiano è celato un mondo di cultura e sensibilità umana, di cui noi occidentali vediamo solo la punta dell’Iceberg.

    Ho cercato, quindi, di entrare in maniera più o meno profonda in questo mondo sommerso, per comprendere i principi e l’essenza della tradizione e della vita sociale secondo i vari canoni giapponesi.

    In questa sorta di diario, vi accompagno nei miei percorsi personali di viaggio, unendoli a momenti di vita trascorsa e a sensazioni rimaste immutate nel tempo.

    Cercherò allo stesso tempo di darvi anche molte informazioni utili per coloro che intendessero intraprendere un viaggio in questo paese, notizie sulla cultura, società e arte giapponese, legando la storia del mio diario allo spaccato di vita quotidiana giapponese.

    Prima di iniziare a viaggiare per il Giappone è importante conoscere il legame che unisce i monumenti storici, arte e cultura per meglio apprezzare quello che la storia di questo paese ci ha lasciato nei secoli.

    La storia dei siti monumentali si sviluppa attraverso un percorso intrecciato tra la storia degli Imperatori, lo Shogunato (potere militare) e le due religioni del Paese, Shintoismo e Buddismo. Teniamo presente che le strutture costruttive dei giapponesi sono tradizionalmente solo in legno fino al XX secolo, per cui quello che spesso vediamo oggi è un ricostruzione fedele della struttura originale o, in tanti casi, la manutenzione delle stesse strutture effettuata con metodi tradizionali nel corso dei secoli.

    Storicamente i siti più importanti per dimensioni sono quelli religiosi, mentre i siti del potere imperiale sono sempre stati molto essenziali, rispetto al potere e alla figura idell’Imperatore. Spesso le strutture più belle sono quelle degli Imperatori che si erano ritirati a vita privata, e che finalmente esprimevano la loro personalità fuori dalla vita di corte, regolata da etichette troppo formali.

    Lo shogunato nella sua storia si è rivolto principalmente al potere militare, cioè costruzione di castelli e strutture destinate più ad uso militare che solo architettoniche ma nonostante questo ha creato, in forza della bellezza estetica insita nel cuore del Giappone, dei meravigliosi e superbi esempi di arte militare e di architettura di pregio. Successivamente al 1600, finite le grandi epoche di guerre intestine per il potere, anche la classe militare ha spostato il suo interesse verso strutture architettoniche, prevalentemente di abitazione nobiliare, con l’inserimento dell’arte del giardino in tutti i suoi aspetti.

    La religione autoctona del Giappone è lo Shintoismo, fin dai tempi remoti, a cui si è aggiunto il Buddismo dopo il 600 d.c. Le due religioni hanno convissuto in maniera efficace e proficua: lo Shinto a servizio dell’impero e il Buddismo tra la nobiltà e il popolo. In Giappone si dice che si nasce Shintoisti e si muore Buddisti.

    Quindi il nostro percorso, alla ricerca delle bellezze e tradizioni di questo Paese, si intreccerà tra siti storici, religiosi e di potere, con la vita comune e la cultura popolare, antica e moderna.

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    Capitolo I - Chichibu 秩父市

    Questa località, immersa in uno stupendo parco naturale, è stata la mia seconda casa poiché è un luogo dove ho trascorso molto tempo dei miei soggiorni in Giappone. Le conoscenze culturali e sociali che ho acquisito nel tempo hanno inizio proprio in questo paese, nel 1989.

    Ero con la Selezione della Nazionale Italiana di Kendo e Iaido quando ho messo piede, per la prima volta, in questa cittadina, per scambi culturali, gare e studio delle due discipline. Partecipare ad una gara di Kendo nell’antico Dojo (sala di pratica) Meishinkan, di uno dei più famosi uomini di spada del Giappone è stata la prima immersione nel Giappone tradizionale.

    Ricordo ancora il suono di quel pavimento di legno antico, sollevato su una bassa palafitta, che rimbombavano ad ogni colpo di affondo, e anche il freddo di febbraio che entrava dagli Shoji aperti (porte scorrevoli in legno e carta di riso). Stanchi e sudati, alla fine della gara, fummo accompagnati ad un S entō (bagno pubblico) per lavarci e fare, poi, un’immersione rigenerante in una vasca calda. Questo è stato il mio primo incontro con Chichibu.

    Negli anni successivi sono tornato annualmente per continuare a studiare le discipline che praticavo: Kendo, Iaido e Kyudo, approfondendo conoscenze e amicizie con le persone del posto.

    Chichibu - tra Seta, Sake, Festival, e Antiquariato

    La città si snoda allungandosi lungo la valle del fiume Arakawa, tra due strade principali che la percorrono, dando l’impressione di essere molto più contenuta del reale. È facilmente raggiungibile in treno da Tokyo con un tragitto di circa un’ora e mezza. È una classica città di provincia, con caratteristiche rurali, famosa per la lavorazione della seta e del sake.

    La seta per i kimono Meisen.

    Il Chichibu meisen si produce ancora oggi ed è stato designato dal governo giapponese come Bene Artigianale Tradizionale. Nel museo della seta meisen di Chichibu, sito nel centro della città omonima, si può osservare l’intero processo della produzione meisen, dalla lavorazione della seta grezza fino al tessuto finito. Yomatsuri (festival) di Chichibu, noto per i grandi carri e i fuochi d’artificio, è comunemente conosciuto anche come Festival dei bachi da seta. Il nome deriva dal grande mercato della seta che si teneva, in epoca Edo, in concomitanza del festival.

    Le distillerie di Chichibu.

    Grazie al fiume sotterraneo che sgorga dal Monte Buko, Chichibu è una zona ricca d’acqua, tanto che vi si trovano ben 3 distillerie di sake. Ci sono anche 2 cantine di vino e, sorprendentemente, esiste anche una distilleria di whisky. Una delle due distillerie più rinomate di sake, è sulla strada principale della città e l’altra è tra le montagne circostanti, a pochi chilometri di distanza.

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    La Distilleria Venture Whisky di Chichibu si trova su di un’altura ed ha come sfondo tutta la catena dei monti, sembra quasi un piccolo caseificio su un altopiano europeo.

    Tradizioni del Giappone: conoscere il sake

    Cos'è il Sake ?

    È la bevanda alcolica tradizionale giapponese che trae i suoi distinti sapori e aromi dal suo ingrediente principale: il riso giapponese a grana corta.

    La gradazione alcolica del sake varia dal 13% al 16%.

    La semplicità degli ingredienti si manifesta con il profilo di gusto pulito, dolce e aromatico. Il riso giapponese, utilizzato per produrre Sake, si differenzia in molti modi dal riso servito sulle tavole giapponesi, e sono proprio queste differenze che hanno permesso ai produttori di creare una bevanda alcolica soddisfacente per questo prodotto.

    Gli altri tre ingredienti - acqua, muffa koji e lievito - svolgono un ruolo fondamentale nel processo di fermentazione, con l'acqua che costituisce l'80% del volume di Sake. Il Koji è una muffa che converte amidi in zuccheri, chiamato anche " Aspergillus Oryzae", è un fungo particolarmente filamentoso. Le spore di Koji sono aggiunte al riso cotto a vapore. Tra circa 200 tipi di muffe, ne ritroveremo fondamentalmente tre. Il Koji Nero ed il Koji Bianco vengono utilizzati prevalentemente per la creazione di alcuni distillati molto particolari, mentre quello che si usa per il sake è il Koji Giallo. Essenziale nel processo di fermentazione, in quanto penetrando nel chicco di riso inizia il processo di saccarificazione, ovvero la trasformazione di amido in glucosio. Il koji lavora insieme al lievito per completare la fermentazione, attraverso un processo che viene eseguito lentamente, a bassa temperatura.

    Il Sake è disponibile in diversi tipi distinti, ognuno dei quali merita di essere esplorato. Se sei nuovo nel mondo di Nihon-shu (Sake) è importante capire che questo prodotto può essere classificato in due famiglie distinte:

    Junmai Sake:

    Il sake che rientra nella famiglia Junmai contiene solo gli ingredienti essenziali necessari per la preparazione: riso, acqua, muffa koji e lievito.

    Ginjo Sake:

    La famiglia Ginjo Sake racchiude molti degli stessi tratti della famiglia Junmai Sake, con una differenza evidente: il Ginjo Sake è rinforzato con alcool distillato, che viene aggiunto non per aumentare il contenuto di alcol ma per rilasciare i sapori e gli aromi complessi che si trovano dormienti nel Junmai Sake.

    Il Sake si beve sia caldo che freddo. Innanzitutto facciamo una precisazione: mentre 30/40 anni fa il sake si beveva quasi esclusivamente caldo. Attualmente con tecniche produttive sempre più raffinate non è più consigliato bere un sake caldo, anzi, scaldarlo rischia di non valorizzare i sake più pregiati, che danno il meglio a temperature inferiori, a differenza di una volta che il calore copriva certe magagne organolettiche. Vi conviene affidarvi all’usanza del posto in cui siete, per bere il vostro sake alla temperatura adatta ma se lo volete caldo queste sono le informazioni utili.

    Quando si parla di sake riscaldato si parla di kan (燗, sake caldo). Nella lingua giapponese ci sono alcune particolari espressioni che si riferiscono alla temperatura del sake e dimostrano come sia possibile godersi il sake sia caldo che a differenti temperature, anche con variazioni minime, ma che danno il meglio su specifici sake:

    Hinata-kan (日向燗): scaldato al sole (30 ° C)

    Hitohada-kan (人肌燗): a temperatura corporea (35 ° C)

    Nuru-kan (ぬる燗): tiepido (40 ° C)

    Jo-kan (上燗): piuttosto caldo (45 ° C)

    Atsu-kan (熱燗): caldo (50 ° C).

    Non solo la temperatura influisce sul gusto di sake, ma anche la tazza da cui stai bevendo. La forma della tazza, insieme ai materiali con cui è realizzata, farà emergere diversi profili. Alcune forme e materiali enfatizzano i sapori, mentre altri consentono di godere gli aromi delicati.

    Bene, ora terminiamo la nostra chiacchierata sul sake e ne riparleremo alla prossima distilleria.

    Chichibu Yomatsuri (festival notturno).

    Il Chichibu Yomatsuri, iniziato circa 300 anni fa, è attualmente considerato come uno dei tre festival di carri allegorici più popolari in Giappone, assieme al Festival di Kyoto Gion e al Festival di Hida Takayama.

    Si svolge il 2 e 3 dicembre di ogni anno. Il grande festival è in onore del Santuario di Chichibu. Le persone tirano splendidi carri per le strade, mentre si eseguono spettacoli kabuki (teatro) e i taiko (tamburi) all'interno dei carri. Fuochi d'artificio eccezionali illuminano il cielo notturno e fanno da cornice allo spettacolo dei carri.

    La festa ha le sue origini nel mezzo del periodo Edo, con lo sviluppo del mercato della seta che si era aperto nel parco del santuario. Il fascino della festa risiede nei ricchi colori delle lanterne ricoperte di carta Bonbori che ondeggiano sui carri sullo sfondo dei fuochi d'artificio nel cielo invernale.

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    Antiquariato speciale a Chichibu.

    Per gli amanti dell’antiquariato giapponese Chichibu è una vera miniera di occasioni, a ottimi prezzi. La mia amicizia con i proprietari di Antico Shop risale al 1991 ed è continuata per tutti questi anni. La famiglia Nishi, oltre a questa grande rivendita di antiquariato, è anche proprietaria di un museo situato nella stessa area dello Shop.

    Ogni volta che arrivo a Chichibu vado a trovarli e trascorro con loro molte ore, tra chiacchiere e ricerca di pezzi particolari. La quantità e i generi di articoli disponibili, è ve ramente enorme e posso dire che forse è uno degli Shop di antiquariato più grande e fornito del Giappone.

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    Nei tanti anni in cui mi sono recato a Chichibu ho acquistato molti oggetti: dalle ceramiche Imari a quelle Kutani, alle Xilografie Ukiyo-e, a Kakemono (dipinti su rotolo) a tante altre cose dell’antiquariato giapponese.

    Si trovano articoli di tutti i prezzi, sia economici che di gran pregio, la scelta è solo questione di portafoglio.

    Vicino alla stazione Seibu-chichibu c’è un altro piccolo negozio di antiquariato, con cose molto particolari e a buon prezzo.

    Chichibu – Mitsumine Jinja

    Mitsumine Jinja.

    La prima volta che sono salito al Mitsumine Jinja risale al 1992. Allora, dalla stazione ferroviaria di Mitsumine Guchi c’era una cabinovia che portava sul monte, a breve distanza dal Tempio di Mitsumine. La prima cosa che mi colpì fu la grande foresta di criptomere che circondava la struttura e il silenzio, rotto solo dal gracchiare dei corvi. Era un mondo fiabesco, tra la bruma e i colori accesi del tempio.

    La parola Mitsumine significa montagna dai 3 picchi. Il nome deriva dal fatto che sulla montagna svettano 3 picchi montuosi. Tra questi si trova anche il monte Myohogatake, sulla cima del quale si trova il santuario Mitsume-jinja (1100 slm).

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    È antico. Così antico che nessuno sa davvero quando sia stato fondato. Gli abitanti della zona dicono che ha circa 2000 anni, ma si narra anche che sia stato costruito da Yamato Takeru, forse personaggio non reale, la cui storia è incerta, ma probabilmente vissuto tra 72 e 133 dc. Questo personaggio è ritenuto come l’unificatore del Giappone orientale. Successivamente, all’epoca dello shogunato Tokugawa (1600-1868), questo santuario divenne il più importante per le pratiche ascetiche della scuola buddhista Tendai.

    I visitatori saranno sopraffatti da questo luogo, pieno di serenità ed energia. Giganteschi alberi di criptomere si innalzano nel bosco rendendolo quasi irreale, un mondo di fantasia. Parlando di alberi, il santuario ha anche un enmusubi no ki (縁結びの木 Il nodo dell’albero dell’amore), dove si può pregare per il vero amore o per un matrimonio felice o per qualsiasi altra cosa che riguarda questioni romantiche.

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    Culto del lupo a Mitsumine Jinja.

    Presso i santuari Shinto è piuttosto comune trovare delle statue guardiane " komainu" a forma di leone o di cane ma la divinità venerata presso il Mitsume-jinja utilizza i lupi come messaggeri. Per questa ragione la statua è stata realizzata a forma di lupo.

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    L'animale ha avuto un ruolo primario nel folklore antico. I monti erano il suo habitat naturale e nell’antico Giappone le montagne venivano considerate come luoghi pericolosi, poiché associati con gli dei e gli spiriti dei morti. Molti animali di montagna sono stati collegati agli Dei della montagna, la Yama no kami . Il lupo ha sempre avuto un posto speciale in questo pantheon. Indicato come Ōkami (狼), è considerato come un messaggero speciale degli Dei dei monti.

    La sua reputazione è stata spesso benevola, considerato come un ekijū (益獣 bestia benigna) e venerato come Oguchi non Magami (大口真神 grande bocca del Dio puro). Secondo le storie, Okuri-Okami (lupo di scorta) avrebbe spesso seguito le persone che camminavano lungo le strade di montagna durante la notte. Quando le persone si avvicinavano alla propria dimora, il lupo scompariva. In altre parole, lo scopo dell'animale era proteggere, e non di attaccare.

    Struttura di Mitsumine Jinja.

    Il Santuario Shinto si estende su una vasta area della montagna, e come da tradizione annovera vari edifici, alcuni addetti al culto ed altri di servizio o di ricezione. La particolarità di questo santuario e di altri presenti nella zona è la colorazione, viva degli intarsi, e la loro stupenda elaborazione grafica.

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    È presente anche una struttura ricettiva annessa al Santuario di Mitsumine. Può essere utilizzata non solo da coloro che visitano Mitsumine Ko, ma anche come albergo per visite turistiche, da parte del pubblico in generale.

    Comprende anche una sorgente termale, Onsen " Mitsumine Shinnoyu", una grande sala di ristorazione, una grande sala per banchetti, ed altri servizi.

    Come arrivare:

    Attualmente si raggiunge solo con il bus. C’era precedentemente una comoda cabinovia ma è stata chiusa da diversi anni.

    Puoi prendere il Bus per Mitsumine alla stazione di Seibu-Chichibu e scendere alla fermata finale, Mitsumine-jinja (75 minuti, 950 yen solo andata). Utilizzando lo stesso percorso, è anche possibile salire a bordo dell'autobus dalla stazione di Mitsumineguchi. (55 minuti, 690 yen solo andata).

    Apertura: dalle 6:30 alle 17:00.

    Nessun giorno di chiusura - Ammissione: Gratuito

    Conoscere il Giappone Santuari Shintoisti e Templi Buddisti

    Convenzionalmente si traduce la dicitura Jinja o anche Jingū o Taisha (shinto), con Santuario e la dicitura Dera o Ji (buddismo) con Tempio. In questo libro verrà utilizzata questa formula, ma anche utilizzate le definizioni originali giapponesi.

    Le più diffuse religioni in Giappone sono lo Shintoismo e il Buddismo; lo Shintoismo è strettamente legato alla storia del Giappone e si basa sul culto degli antenati e della natura; il Buddismo invece fonda le proprie radici sull'adorazione del genere umano e di ogni essere vivente.

    Shintoismo.

    Vero e proprio culto politeista, lo Shintoismo venera un cosiddetto pantheon di Kami (Dei) che comprende varie classi di divinità, tra cui gli dei locali, i fenomeni naturali, gli esseri viventi ed i nobili antenati. I Kami sono manifestati spesso attraverso la natura (come alberi, animali, fiumi, montagne ma anche uomini).

    L’essenza dello Shinto si può dire essere la ricerca dell’armonia con la natura e le sue forze (divinità Kami). Nelle cerimonie più

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