Amor ch'a nullo amato amar perdona
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Anteprima del libro
Amor ch'a nullo amato amar perdona - Roberto Bellucci
PREFAZIONE
Nato a ROMA nel maggio 1934.
Inizio a scrivere questo mio libro all'età di 89 anni.
Intendo precisare, innanzi tutto che non sono uno scrittore, né un lettedato e che gli studi formativi ed il lavoro svolto hannOì per 40 anni riguardato l'ambito finanziario ed economico.
Di conseguenza, mi trovo obbligato, in mancanza di presupposti che certifichino una mia competenza in materia, a sottoporre alla benevola attenzione del lettore, alcuni riferimenti autobiografici comunque pertinenti.
Le annotazioni avranno la finalità di chiarire le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere la trattazione e nel contempo di evidenziare la mia personale conoscenza in materia.
Tale cognizione, sia tecnica che pratica, si à generata nel corso degli anni attraverso un processo di acquisizione esclusivamente autodidattico.
NOTE AUTOBIOGRAFICHE
Fin dalla mia adolescenza, ho sempre avuto una positiva e connaturata attenzione per la conoscenza di particolari argomenti del sapere. Questa tendenza ha dato origine, con l'andare degli anni, a due vere passioni tuttora in essere.
La prima, quella del dipingere (con lo studio della tecnica e della Storia dellArte), la seconda per lo studio e la pratica delle filosofie orientali e lo studio della Mente e delle scienze naturali.
Dopo il periodo Post bellico
, che ho trascorso con varie vicissitudini, durante il prosieguo della mia adolescenza, iniziai a reperire i primi e pochi testi disponibili, continuando fino ad oggi, per arrivare alle attuali mie conoscenze di Fisica Quantistica, Neurologia, Biologia e quanto altro. Tutte le mie conoscenze sono state acquisite, attraverso un processo strettamente autodidattico, connaturato al mio carattere.
I primi libri di yoga che ebbi modo di leggere a partire dall'età di quindici anni erano poco comprensibili a causa di numerose citazioni in lingua orientale, ma che suscitarono comunque il mio interesse.
Facendo sempre attività sportiva, tra cui il ciclismo in età giovanile, ed in particolare il nuoto fino all'età di 86 anni, non mi sono molto interessato all' Hatha Yoga, se non sul piano essenzialmente conoscitivo.
Fatte salve le procedure del respiro ed altre varianti e qualche esercizio, non ho mai eseguito posizioni particolari, perchè non connaturate al mio stile di vita, mentre mi sono dedicato allo studio degli aspetti mentali dello Yoga.
I viaggi in Oriente, hanno integrato le mie conoscenze.
Questo processo di apprendimento, senza l'aiuto di insegnanti o di Corsi specifici mi ha consentito, tra l'altro, di realizzare nel campo della Pittura oltre quattrocento quadri figurativi (riguardanti ritratti, nature morte, paesaggi, soggetti astratti, di fantasia ed altro) e di ricevere numerosi premi e riconoscimenti.
Le conoscenze tecniche per dipingere le ho apprese utilizzando un servizio che veniva fornito dalla Biblioteca Nazionale di Roma, che consentiva di leggere in loco o a prestito i libri, ma in particolare si potevano anche richiedere in visione libri di tecnica molto antichi presso le grandi Biblioteche di Londra, Parigi, Madrid, New-York.
Anche in questo caso, i viaggi furono determinati per l'acquisizione di queste conoscenze e la percezione visiva dei Capolavori nei Musei. Riporto la foto del mio primo e quasi incomprensibiie libro di yoga, con affetto, avendo suscitato la mia giovanile passione.
Il lavoro professionale svolto per 40 anni presso la Direzione Finanziaria dell'ALITALI A, mi ha permesso di conoscere le più importanti Capitali del mondo, avvalendomi di facilitazioni nei biglietti aerei che la Società concedeva ai propri dipendenti.
Di conseguenza, ho potuto visitare Musei, Templi, siti Archeologici, storici e naturali, poi integrati ed estesi nel periodo successivo alla conclusione naturale del rapporto di lavoro con permanenze saltuarie in Oriente ed in Europa.
La nascita di questo libro mi è stata permessa, proprio da questo iter conoscitivo.
Nel corso delle ricerche a sostegno della Tesi, si è via via maturato un crescente interesse nell' apprendimento dei molteplici aspetti della personalità di Dante e della sua epoca, che mi hanno incoraggiato a procedere in questa stesura.
L'obiettivo primario, prescindendo dall'accettazione e condivisione della ipotesi interpretativa, che resta soggetta al giudizio finale del Lettore, resta quello della speranza di aver suscitato il suo interesse nell'appro- fondire questa tematica.
Come diceva EINSTEIN Non perdete mai la vostra sana curiosità
NOTA PRELIMINARE
Vorrei precisare, che non sarà possibile esporre una Tesi particolare, che si basa essenzialmente sulla interpretazione di un significato Sotteso
relativo ad una singola parola (che ne costituisce la chiave di lettura) se non si chiariscono in via preliminare i diversi elementi esplicativi, quale base di supporto.
In particolare:
L'epoca di Dante
Le conoscenze cognitive del tempo
Le credenze e le religioni esoteriche
L'influenza repressiva della CHIESA
I rapporti con l'ISLAM e l'ORIENTE
L'Inquisizione, le Crociate e molto altro ancora
Di conseguenza, la lettura dei capitoli deve essere strettamente progressiva, per la percezione corretta della tesi finale, che sarà diversa da quella adottata dai commentatori ufficiali di Dante.
PROLOGO
Nel corso di alcune ricerche che stavo effettuando tramite Internet, ho aperto per caso alcuni Siti che si riferivano alle numerose interpretazioni del verso 108 del V canto dell'Inferno.
Trascrivo in appresso una parte della terzina, limitata alle sole parole che intendo analizzare e che sono state oggetto di secolari commenti e dubbi interpretativi:
AMOR C'HA NULLO AMATO AMAR PERDONA...
Ho dovuto constatare, che, ancora oggi, permane il mistero del suo vero significatole comunque continua a suscitare l'interesse di migliaia di
Followers
del Web.
Occorre dire che al mistero si unisce il fascino e la bellezza dei versi, che provocano il piacere di pronunciarli per la loro fonetica e ritmica, nonostante la presenza di una Anafora (ossia ripetizione di una parola).
Questa Anafora, anziché creare dissonanze, produce una melodia di suoni che è stata utilizzata da diversi cantautori moderni nelle loro creazioni, che hanno facilitato nei giovani la conoscenza dei versi.
Come succede alle persone di una età avanzata, entrando anch'io nella fase rievocativa e nostalgica dei ricordi personali, mi è venuto in mente un episodio della mia adolescenza.
Frequentavo le Medie superiori, ed in uno degli anni scolastici la mia classe venne assegnata ad un professore, che a suo dire si qualificava come un diretto discendente del Pascarella
molto famoso pittore e Poeta romano.
Durante una lezione di Italiano, il professore riconsegnava a noi studenti i temi da noi scritti in precedenza,su cui aveva apposto nel retro del foglio protocollo la sua valutazione su base numerica e senza alcun commento circa le motivazioni che restavano misteriose!!
Da buon incosciente irritato del quattro
su una scala di dieci (ai cui vertici forse sarebbe arrivato soltanto Dante), mi alzai dal banco pensando che il mio tema non era poi così male e mi recai presso la la cattedra, nonostante che i miei amici mi esprimessero nel contempo con irrepetibili parole la loro considerazione nei riguardi del mio intervento.
La mia intenzione, comunque, non era quella di contestare la votazione, ma di capire gli errori commessi per non ripeterli, (nessuna indicazione era mai stata data sulle modalità teoriche di scrittura di un tema, (che era lasciata alla propria esperienza e maturazione).
Raggiunta la cattedra, che poggiava su una consistente pedana di legno che consentiva al professore di emergere rispetto ai banchi e di sorvegliarci, osai
chiedere ragguagli sulla votazione.
Il professore mi guardò di sbieco, sempre tenendo nell'angolo della bocca l'eterno mozzicone di sigaro spento e mi disse in modo laconico e con una espressione salomonica bravo hai perfettamente ragione
e mi riconsegnò il tema apponendovi sopra un bel Tre
a matita rossa e non blu come il quattro, esprimendo e rafforzando forse con il colore la sua riprovazione. Alcuni giorni dopo non soddisfatto della mia esperienza nel corso di una lezione sull'Inferno di Dante, mi venne in mente tra l'ilarità mal repressa dei miei amici, di rivolgermi al professore chiedendo una spiegazione plausibile dei versi della famosa terzina.
La risposta sempre laconica, pronunciata con uno sguardo che mi precludeva per sempre ogni mia ulteriore richiesta mi disse:
Il verso ha un significato troppo profondo per la tua eventuale comprensione.
Evidenziando così sinteticamente la sua valutazione negativa, anche nei confronti delle mie capacità intellettive.
Riuscii in ogni caso a superare l'anno scolastico forse perché il professore aveva capito la mia indole e da parte mia avevo iniziato a sviluppare timidi accenni migliorativi nell'arte della diplomazia e delle relazioni interpersonali. Vedremo, in una nota aggiuntiva, come queste esperienze non furono sufficienti, ma completarono la mia maturazione attraverso un difficile percorso che racconterò ai giovani lettori.
DIVAGAZIONE AUTOBIOGRAFICA (AD USO DEI GIOVANI LETTORI)
Narrando il precedente episodio autobiografico sulla scuola attinente comunque alla tematica della presente trattazione, vorrei che il lettore
mi consentisse di porre alla sua attenzione un altro episodio sempre sulla scuola di allora, ma che potrebbe interessare ed essere propedeutico per i giovani di oggi.
Premetto che non avevo voglia di studiare, alle Medie mi definirono come TIPO APATICO
, di preferenza scuole professionali o commerciali".
Un Istituto Tecnico non accettò la mia iscrizione per voti bassi, per cui venni iscritto a Ragioneria.
Il primo anno venni bocciato per votazione insufficiente, il secondo anno a metà percorso mi vennero assegnati voti che andavano anche sotto il minimo, ossia meno uno, meno tre e così via salvo un magnifico voto in pagella del sei in ben due materie importanti, Ginnastica e Calligrafia !!!
Un quadro promettente, ma ebbi una magnifica idea!!
Ero capitato in una delle prime classi miste, una innovazione progressista a quei tempi rispetto ai dettami clericali allora vigenti.
Nel banco anteriore al mio sedeva di fronte a me di spalle una bella ragazza bruna con una chioma fluente che spesso la ondeggiava di fronte al mio viso, inondandomi di profumi e ferormoni, che producevano modificazioni importanti nei miei livelli di pressione sanguigna.
Un bel giorno durante la mischia per riprendere ciascuno i suoi indumenti Invernali a fine lezione, il mio istinto primordiale mi spinse ad un approccio troppo audace.
La ragazza mi disse che sarebbe andata dal Preside, ed io quale piccolo beota incosciente le risposi in modo sgradito e quindi la spinsi anche non volendo a questo passo.
Riunione immediata del Consiglio dei Professori e dieci giorni di sospensione.
Per me stesso era un dramma, perchè avendo già perso un anno, con il secondo non avrei più potuto frequentare scuole statali come da legge.
La mia reazione immediata fu la seguente.
Poco prima di Piazza Venezia sul lato destro di via del Corso esisteva la Biblioteca Nazionale, (non conosco se ancora operante).
Era un edificio austero, frequentato da studiosi.
Airinterno pareti di libri In scaffali di legno scuro stupendi, tavoli grandi con lampade dorate con paralumi verdi che diffondevano una luce gradevole, dalle finestre che davano in un cortile interno con piante verdi e una fontana da cui proveniva un rumore di acqua zampillante,che si sposava con un silenzio religioso rispettato dagli astanti dedicati ed assorti nella lettura dei testi.
Ne rimasi affascinato da questa atmosfera, ancora oggi nel mio studio tengo sulla scrivania una lampada simile con lo stesso paralume verde a ricordo di quei cari momenti.
Mi rinchiusi tutti i 15 giorni in questo eremo, mangiando pochissimo per non perdere tempo e riposando soltanto di sera a casa.
Mi studiai tutti i libri scolastici dell'anno, relativi anche ai mesi successivi, cercando di anticiparne la comprensione per quelli più tecnici.
Tornai a scuola con la faccia della pecorella smarrita e contrita e non appena i Professori entravano in classe ed iniziavano ad interrogare ero sempre il primo ad essere chiamato. Fui sottoposto quasi tutto l'anno ad un fuoco di fila di interrogazioni.
A fine anno il Preside entrò in classe e mi elogiò di fronte a tutti come un ragazzo che era caduto ma aveva avuto la volontà di risorgere.
Promosso! Ma che cosa era successo in effetti?
Mi accorsi di avere una memoria tale da potere leggere le pagine studiate completamente a memoria, pur non essendomene mai accorto di questa facoltà.
Mi domandai se ho fatto tutto questo in quindici giorni forse allora sono più capace di quello che penso di essere.
Da un punto di vista razionale, ritengo che la paura, il distacco dagli stupì di passatempi, la volontà immensa di riuscire a trarmi fuori da quella situa zione, il fascino dei luoghi come nuova dimensione, abbiamo contribuito.
L'energia interiore, stornata dai bisogni immediati e dalle inutili perdite di tempo, stimolata soprattutto dal grande motore della Rabbia
di riuscire più forte della stessa volontà, era salita ad un livello coscienziale superiore stimolando facoltà sopite e miglior stima ed autoconsiderazione.
Conclusi il Diploma con una votazione ottimale e ricevetti offerte di lavoro dal Credito italiano e da altre società, ma scelsi le nuove Linee Aeree della allora compagnia LAI, divenuta poi ALITALIA.
Spero che questa storia di vita vissuta possa tornare utile a qualche giovane.
Molto spesso le persone difficili sono più intelligenti di quelle cosiddette normali, ma devono sperimentarlo e rendersene conto sempre più perseverando in questa presa di coscienza.
Il Lettore, potrà pensare che questo mio Saggio sia una rivalsa postuma nei confronti del Professore (anche se sono trascorsi ben settanta anni circa) ma è soltanto originato come già detto dalla lettura occasionale dei commenti sul web,relativi ai versi in oggetto, non condivisibili in base alle mie personali conoscenze.
Mi sento in dovere di aggiungere, che soltanto ora, posso capire la difficoltà da parte del Professore nello spiegare la profondità interpretativa della terzina Dantesca.
Il Lettore stesso, potrà rendersene conto attraverso le contrastanti ed a volte astruse interpretazioni da parte dei commentatori.
Vorrei precisare in merito, che tutti i dati storici e diverse note informative che ho trascritto provengono dalle mie ricerche sul Web, dai libri in mio possesso, da Enciclopedie e testi letterari, mentre tutte le valutazioni, considerazioni e qualsivoglia commento sono personali e determinate dairintento di supportare la mia tesi finale.
NOTE SUI PERSONAGGI DELLA DIVINA COMMEDIA (limitati per la loro attinenza al tema trattato)
DANTE
Nasce a Firenze tra Maggio e Giugno del 1265 e viene battezzato come: Durante di Alighiero degli Alighieri
La madre nota come Monna Bella degli Abbati (oppure Donna Bice, sebbene in realtà si chiamasse Gabriella) muore nel 1275, ossia pochi anni dopo la nascita del figlio.
Dante sposa Gemma Donati a cui era stato promesso tramite fidanzamento risultante negli atti notarili.
A quel tempo le promesse di matrimonio venivano stipulate in giovane età, per rafforzare rapporti tra famiglie e nel contempo realizzare un consolidamento di beni.
Ebbero quattro figli: Jacopo, Antonia, Pietro e Giovanni.
Non ci sono allusioni indirette od esplicite alla moglie di Dante e non si conoscono episodi di vicende familiari.
La motivazione potrebbe risiedere, secondo il mio discutibile parere, nel