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Un'accurata indagine sui comportamenti umani in Val di Timbro
Un'accurata indagine sui comportamenti umani in Val di Timbro
Un'accurata indagine sui comportamenti umani in Val di Timbro
E-book130 pagine1 ora

Un'accurata indagine sui comportamenti umani in Val di Timbro

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Info su questo ebook

Un ragazzo distratto, che fa miracoli per sbadataggine. Una scaramuccia fra contrade rivali che diventa una guerra secolare. Una rana che regala l’immortalità. E una casata nobiliare, i conti Altifani, che dal Medioevo a oggi tesse la trama delle vite dei valligiani.
Un’indagine sulla vita quotidiana dell’immaginaria Val di Timbro, dove luoghi e personaggi portati al paradosso non sembrano poi così distanti dalla realtà che abitiamo, dove il tono surreale non fa altro che ricordarci la folle e labile dimensione della nostra vita comune e rimandarci in chiave umoristica e paradossale gli stereotipi in cui, fermi e inconsapevoli, viviamo ingabbiati come pesci nell’acquario di un mondo liquido.
LinguaItaliano
Data di uscita13 giu 2018
ISBN9788868993429
Un'accurata indagine sui comportamenti umani in Val di Timbro
Autore

Silvia Lipschitz

Lipsia è Silvia Lipschitz. Sono nata a Milano nel 1951. La giovinezza trascorsa fra le utopie degli anni ‘70 ha lasciato un segno profondo nella mia psiche. Dismesse le collanine fiorite, mi sono dedicata agli studi di filosofia che mi hanno permesso di diventare prima istruttrice di nuoto in una piscina dell’hinterland milanese e, successivamente, agente di viaggio. L’esplorazione del mondo è stata la mia professione fino a pochi anni fa, quando i conflitti, sempre più diffusi, hanno reso impraticabili gran parte dei luoghi che ho amato. Attualmente gioco a tennis. E scrivo. Nel 2013 ho vinto il Premio letterario Formiche Rosse a Siena con il racconto breve L’amo. Questo è il mio primo romanzo.

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    Un'accurata indagine sui comportamenti umani in Val di Timbro - Silvia Lipschitz

    La questione satellitare

    Chiaravilla

    In base ai dati dell’ultimo censimento, Chiaravilla conta 572 abitanti dei quali 351 di sesso femminile, 127 in età scolare, 211 pensionati, 43 non comunitari di provenienze diverse, 227 proprietari di un mezzo di trasporto e 3 che preferiscono il colore rosa. Alcuni residenti del luogo intervistati dal TG regionale hanno dichiarato che di queste statistiche, a loro, non importa un bel niente, perché si conoscono tutti, di persona, da sempre.

    Chiaravilla sorge sulla sommità di una collina che domina la stretta Valle del Timbro. Un rigagnolo d’acqua che d’estate si spegne e non c’è pioggia, anche di una certa intensità, che sia in grado di rianimarlo. Vi abitano tre trote, soprannominate dagli abitanti: la Nina, la Pinta e la Santa Maria, protette da un avviso perentorio: Divieto assoluto di pesca.

    Il Timbro delimita il territorio di Chiaravilla, al di là, inizia la giurisdizione di Scuravilla.

    Tra gli abitanti dei due comuni c’è un’antica rivalità che risale al 1270, quando entrambi erano due piccoli agglomerati rurali sotto il feudo dei conti Altifani. La storia narra che per un voto alla Madonna di Camposole il conte Altiero Altifani, uomo di spada e di parola, di ritorno dall’ottava Crociata chiamasse i poveri contadini di Chiaravilla e Scuravilla e annunciasse loro che avrebbero ricevuto, da lui in persona, una mucca in dono.

    La mucca destinata ai miserabili era una sola, per tanto il conte decretò di affidare al caso la scelta del borgo dove avrebbe preso dimora e ordinò di collocare l’animale proprio a metà strada tra i due villaggi e lasciare che si dirigesse spontaneamente alla sua destinazione finale.

    Fu tracciata con la calce una linea bianca a dividere in due la valle, per tutta la sua lunghezza, e il giorno stabilito un servitore del conte, vestito con i colori del casato, scortò la mucca al campo di gara e la collocò esattamente sulla mezzeria, le zampe di destra dalla parte di Scuravilla e quelle di sinistra sul versante di Chiaravilla. Poi sciolse il cappio che la legava e attese l’esito dal bovino.

    Gli abitanti dei due borghi si erano disposti, nei loro rispettivi territori ai due lati dell’animale, tenendo la distanza regolamentare di venti metri, imposta dal conte, e in assoluto silenzio, regola inderogabile, per la convalida del risultato.

    La mucca, liberata dal laccio, non si mosse. Rimase lì immobile a brucare esattamente nella posizione in cui era stata lasciata. Passarono le ore e non successe nulla, pareva avesse le zampe ancorate al terreno. Venne la notte e nessuno se ne andò a dormire per paura che gli altri barassero. Quando rispuntò la luce, la mucca era sempre lì. Ne passarono sei di giornate così, e il terreno a portata del muso era diventato brullo. I contadini delle due fazioni cercavano di attirare l’attenzione dell’animale accatastando balle di fieno profumato, sventolando i cappelli, facendo segni con le mani, per convincerla a spostarsi dalla loro parte. Quella alzava la testa, guardando ora da un lato, ora dall’altro e ricominciava, imperterrita, a brucare. Finalmente, nella tarda mattinata del settimo giorno la mucca si mosse. Una zampa avanti l’altra, senza mai sconfinare dalla mezzeria, s’incamminò verso il fondovalle, laddove finivano i confini dei due villaggi e iniziava una terra di nessuno.

    Lì giunta, scelse un grande prato e s’insediò. Visse libera e felice nel suo pascolo per più di vent’anni, finché il corpo non l’abbandonò.

    Per tutto il tempo che la mucca fu in vita gli abitanti di Chiaravilla e Scuravilla continuarono a misurare le orme che risultavano perfettamente parallele e equidistanti.

    Anche dopo la sua morte, qualcuno, nei secoli successivi, continuò a controllare le impronte nella speranza di trovare un’anomalia che desse ragione agli uni o agli altri. Ancora adesso sono visibili i paletti piantati nelle varie epoche, per indicare i passi, ormai scomparsi, dell’animale.

    Recentemente, con l’avvento dei misuratori laser, un paio di geometri appartenenti alle opposte fazioni, si presero la briga di rilevare con maggior precisione il cammino dell’animale. Anche quegli strumenti, di alta tecnologia, non poterono che certificare ciò che era già noto:

    La mucca aveva percorso i quattro chilometri che la separavano dalla libertà, mantenendosi in perfetto equilibrio sulla mezzeria.

    Tutto ciò, nel corso dei secoli, aveva generato una profonda ferita nelle coscienze degli abitanti dei due villaggi, che non si era più sanata.

    ∗ ∗ ∗

    La Giunta Comunale di Chiaravilla era riunita in sessione plenaria. Non mancava nessuno degli assessori, dei consiglieri e anche i due coniugi filippini, incaricati delle pulizie del Palazzo, si erano sentiti in dovere di presenziare.

    Le due liste che avevano vinto le elezioni si chiamavano Noi per Voi (area centrosinistra) e Voi per Noi (area centrodestra, che includeva anche due membri di Noi per Noi, lista separatista).

    Poiché l’età media degli abitanti di Chiaravilla aveva determinato un forte incremento di presbiopia, alle elezioni era successo che molti simpatizzanti per la sinistra avessero votato la lista di destra e viceversa. Così alla fine i voti raccolti dalle due compagini erano risultati pari, pur con basi elettorali completamente falsate.

    Così si era optato per una Grande Alleanza e, allo stato attuale, il governo di Chiaravilla contava cinque assessori di destra e cinque di sinistra, più il Sindaco, che era stato eletto al bar, per ovazione, e non aveva mai espresso opinioni politiche.

    L’ordine del giorno riguardava un problema annoso: Chiaravilla non era menzionata nelle mappe satellitari.

    La telecamera spaziale che monitorava l’area era orientata male e facendo scorrere sul video le immagini della valle da una parte appariva Scuravilla, con tanto di nome in grassetto, mentre sull’altro versante si vedeva solo una collina vuota.

    Così capitava spesso che chi si trovasse a transitare in quella zona e cercasse Chiaravilla, fosse indirizzato dal navigatore dell’auto a Scuravilla, dove qualcuno, un po’ imprecando, gli indicava di riattraversare la valle.

    Ultimamente quelli di Scuravilla si erano scocciati di dare informazioni ai forestieri e avevano posto al bivio di fondovalle un cartello a forma di freccia, a indicare la strada per Chiaravilla, ma pur di non nominare gli odiati dirimpettai, vi avevano scritto soltanto: È di là.

    Il Sindaco, affiancato dall’Assessore ai Rapporti coll’Estero, estrasse dalla borsa una lettera.

    Era la risposta tanto attesa della Middleton Pacific, una multinazionale proprietaria di svariati satelliti tra i quali quello incriminato, alla quale si erano rivolti per risolvere il problema. La richiesta, firmata unitariamente da tutti i notabili del paese, era stata ignorata per ben sei anni dalla multinazionale, finché il figlio del medico condotto, che aveva vinto una borsa di studio per un corso d’inglese, fu destinato proprio nella città dove aveva la sede. La costanza del ragazzo nel tampinare gli uscieri della Middleton, presentandosi come Console onorario di Chiaravilla, aveva fatto sì che qualcuno, non meglio identificato, si prendesse la briga di rispondere.

    La lettera, tradotta con voce incerta dall’Assessore, sostanzialmente diceva che: Chiaravilla e Scuravilla – horribile dictu – per il satellite erano la stessa cosa e solo se Chiaravilla fosse diventata una località d’interesse culturale e/o religioso da tutelare sarebbero intervenuti a correggere l’errore. Diversamente, pensassero loro a mandare in orbita un elettricista per la riparazione.

    L’elettricista l’avevano, il Nino, e si era anche reso disponibile per il martedì successivo, ma tutto quello che sarebbe servito per spedirlo nel cosmo era di difficile reperimento. Così optarono, con voto unanime, di diventare luogo d’interesse culturale e/o religioso. Magari in grassetto, alla faccia di Scuravilla.

    La riconversione dell’area

    Fu nominata una commissione con l’incarico di redigere un dossier da inviare al Ministero dei Beni Culturali, al FAI, a vari enti consacrati alla valorizzazione dei borghi storici, e, per non lasciare nulla d’intentato, anche all’Unesco.

    Era composta dal professor Ramondini, insegnante di latino in pensione, per le indagini storico-culturali e dal geometra Pieroboni, per quanto riguardava l’analisi dell’impianto urbano e dell’ambiente circostante.

    Si partì con il ricercare eventi del passato che potessero essere utili al rilancio di Chiaravilla. Negli archivi del comune ammuffivano centinaia di faldoni zeppi di vecchi documenti dell’amministrazione. Il prof. Ramondini ci si dedicò con zelo. Non c’era un granché. Più

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