Sherlock Holmes e il prigioniero cieco

Di James Moffett

Giallo - racconto lungo (29 pagine) - Ancora una volta cinque semi d'arancia.

Watson, ferito e dolorante, si sveglia in una cella buia e umida. Sta male e non riesce a ricordare come è finito in quel luogo. Sherlock Holmes non può fare nulla per aiutarlo perché è diventato cieco. Forse il persecutore, che da mesi li segue nell’ombra, riuscirà a ottenere la sua vendetta conducendoli sul patibolo, preannunciando la loro morte con la consegna di cinque semi d’arancia.

Nei primi anni della sua infanzia James Moffett non era un lettore particolarmente entusiasta. La sua disposizione è cambiata quando, all’età di 10 anni, ha scoperto un libro sulla vita ai tempi del Medioevo. Da quel momento ha iniziato ad assorbire tutti i tipi di fatti e storie, andando indietro fino all’epoca romana e spingendosi in avanti fino all’età vittoriana. Nel corso della sua breve carriera di scrittore ha pubblicato una raccolta di storie brevi e due romanzi con protagonista Sherlock Holmes, oltre a dei racconti apparsi in due antologie dedicate sempre a quel personaggio letterario. Cura inoltre un blog sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien. Nel tempo libero legge a più non posso, beve il tè e pratica il tiro con l’arco.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 7 dic 2021
• ISBN: 9788825418460

Anteprima del libro

Sherlockiana

A cura di Luigi Pachì

Delos Digital

James Moffett

Sherlock Holmes e il prigioniero cieco

RACCONTO LUNGO

Traduzione di Luigi Siviero

ISBN 9788825418460

© 2017 James Moffett

Titolo originale: The Blind Prisoner - da The Trials of Sherlock Holmes di James Moffett

Edizione ebook © 2021 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

Versione: 1.0

Traduzione di Luigi Siviero

Collana a cura di Luigi Pachì

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Indice

Copertina

Il libro

L'autore

Sherlock Holmes e il prigioniero cieco

1. La cella buia

2. Il ricordo del disastro a Gower Street

3. Sherlock Holmes cieco!

4. La filastrocca del carceriere

5. Altri cinque semi d’arancia

6. In attesa del colpo di grazia

7. Il piano per la fuga

8. L’evasione da Newgate

9. Un messaggio enigmatico

10. L’alleato del persecutore

11. L’identità del persecutore

12. Al sicuro nel rifugio di Baker Street

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Il libro

Ancora una volta cinque semi d'arancia.

Watson, ferito e dolorante, si sveglia in una cella buia e umida. Sta male e non riesce a ricordare come è finito in quel luogo. Sherlock Holmes non può fare nulla per aiutarlo perché è diventato cieco. Forse il persecutore, che da mesi li segue nell’ombra, riuscirà a ottenere la sua vendetta conducendoli sul patibolo, preannunciando la loro morte con la consegna di cinque semi d’arancia.

L'autore

Nei primi anni della sua infanzia James Moffett non era un lettore particolarmente entusiasta. La sua disposizione è cambiata quando, all’età di 10 anni, ha scoperto un libro sulla vita ai tempi del Medioevo. Da quel momento ha iniziato ad assorbire tutti i tipi di fatti e storie, andando indietro fino all’epoca romana e spingendosi in avanti fino all’età vittoriana. Nel corso della sua breve carriera di scrittore ha pubblicato una raccolta di storie brevi e due romanzi con protagonista Sherlock Holmes, oltre a dei racconti apparsi in due antologie dedicate sempre a quel personaggio letterario. Cura inoltre un blog sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien. Nel tempo libero legge a più non posso, beve il tè e pratica il tiro con l’arco.

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1. La cella buia

Fu un periodo di avversità. Fu un periodo di difficoltà. Da quando Sherlock Holmes aveva ricevuto il pacco letale sull’uscio del 221B, le nostre strade ci avevano condotti verso prevedibili sventure e pericoli mortali. È perciò a malincuore che inizio il resoconto di questa avventura nella quale il mio compagno e io andammo alla radice della trama criminale che ci aveva perseguitato passo dopo passo.

Mi svegliai nell’oscurità, o così pensai. I miei sensi erano intorpiditi. L’udito era l’unica facoltà fisica di cui fossi rimasto in possesso, ma anche quello sembrava non funzionare bene. Nelle mie orecchie echeggiava un suono irritante di acqua che gocciolava. Lentamente, mano a mano che la mia mente riprendeva vitalità e ritornavo in qualche modo cosciente, sentii il freddo del terreno sotto di me e l’umidità del muro contro cui ero appoggiato. L’aria era stantia e bagnata, e la caduta di quelle infauste goccioline sembrò aumentare di intensità. Davanti ai miei occhi c’era ancora un buio impenetrabile, ma le mie orecchie iniziavano a sentire con chiarezza e il senso del tatto si faceva più forte. A giudicare dall’aria umida e dagli spruzzi che echeggiavano bruscamente sulle rocce, dedussi che ero stato gettato in uno spazio chiuso, una piccola camera sotterranea.

Avevo un lieve dolore in fondo alla schiena, sul lato sinistro dell’addome. Tentai debolmente di rimettermi in piedi ma fui bloccato da uno spasmo improvviso dei muscoli doloranti. Respirando pesantemente, rimasi fermo e riposai di nuovo appoggiato al muro, con le braccia appoggiate sulle gambe prive di vita. Quando provai a ricordare gli eventi che mi avevano condotto in questo luogo terrificante, sui miei occhi calò il buio. La mia testa sprofondò sul petto mentre un vortice di ombre torbide attraversò l’oscurità, finché non prese forma nella mia mente il colore scarlatto di due mani insanguinate e pustolose. Sul sangue rappreso, appiccicato alle mie dita e alle nocche, si rifletté una debole fonte di luce che, nel momento in cui sollevai la testa, mi sembrò provenire da una finestra angusta situata in alto proprio sopra di me. A un certo punto l’oscurità si dissolse e la