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Tragedie sorelle
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E-book108 pagine1 ora

Tragedie sorelle

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Info su questo ebook

Narrativa - romanzo breve (76 pagine) - Superga 1949. Heysel 1985. Una storia che traccia un parallelo tra i due momenti
più dolorosi del calcio italiano.


Un ragazzino di otto anni in visita a una mostra, accompagnato dal padre e dal nonno. La scoperta di due tragedie, non solo sportive, che hanno colpito le squadre di calcio della città di Torino: lo schianto sulla collina di Superga dell’aereo che riportava a casa la squadra del Grande Torino e i suoi accompagnatori (4 maggio 1949), gli incidenti allo Stadio Heysel di Bruxelles in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool (29 maggio 1985).

“Tutti dovrebbero leggere quello che ha scritto Andrea Pelliccia, per ricordarsi e ricordarci che il calcio è passione, è vita, è amicizia e non tutto il contrario che una certa narrativa, anche mediatica, ha cercato di farci credere. Leggetelo ai più piccoli, insegnategli cos’è e cosa è stato Superga, cos’è e cosa è stato l’Heysel.” – Dalla prefazione di Francesco Caremani.

“La scrittura accattivante dell’autore e le precise ricostruzioni delle epoche raccontate mantengono il lettore incollato alle pagine.” – Giovanni Del Bianco, Guerin Sportivo.

“Due vicende in cui si intrecciano passato remoto e passato prossimo, legami di famiglia e mozioni degli affetti, unite da un destino che le ha fatte entrare nella storia da una porta che nessuno avrebbe voluto mai aprire.” – Giovanni Tosco, Tuttosport.

Un romanzo che supera i confini della narrativa sportiva, disponibile finalmente anche in ebook.


Andrea Pelliccia è un ingegnere chimico napoletano, classe 1972, con la passione per lo sport (rugby e calcio, in particolare), la fantascienza e la musica rock.

Ha all’attivo due raccolte di racconti, entrambe pubblicate da Absolutely Free Editore: Up & Under – racconti di rugby (2011) e Quando c'era Paolo Valenti (2013), oltre a vari racconti, apparsi in diverse antologie.

Nel 2017 ha composto il monologo Il Grande Torino, storia e leggenda. Il racconto della squadra entrata nel mito, presentato con successo in giro per l'Italia.

Collabora con il portale Fantascienza.com, per il quale scrive articoli che trattano i legami tra fantascienza e rock e tra fantascienza e sport. Alcuni di questi articoli sono stati pubblicati anche nella rivista Delos Science Fiction.

LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2021
ISBN9788825418729
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    Anteprima del libro

    Tragedie sorelle - Andrea Pelliccia

    Prefazione

    Il romanzo di Andrea Pelliccia è una carezza. Una carezza alla memoria di due avvenimenti tragici, e storici, e un terzo che li ha messi coraggiosamente e intelligentemente insieme. La tragedia di Superga, 4 maggio 1949, la strage dell’Heysel, 29 maggio 1985, e la mostra Settanta angeli in un unico Cielo. Heysel e Superga tragedie sorelle.

    Questa fu organizzata, per la prima volta, dal Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata insieme con saladellamemoriaheysel.it, dal 16 febbraio al 20 aprile 2014, a Grugliasco, Torino. Ideatori Domenico Beccaria, Giampaolo Muliari, rispettivamente presidente e direttore del Museo, e Domenico Laudadio, anima di saladellamemoriaheysel.it. Tre persone cui sarò sempre grato per avermi coinvolto e avermi permesso di mettere la firma su un’iniziativa del genere. In quei giorni non solo ho visitato il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata ma anche Superga e sono stato travolto dalle emozioni. Più avanti ho addirittura presentato il mio libro inchiesta Heysel. Le verità di una strage annunciata di fronte alla Balilla di Gigi Meroni.

    Quell’iniziativa scatenò feroci polemiche da una parte, granata, e dall’altra, bianconera. Non si doveva fare e in qualche modo, credo, ce l’hanno fatta anche scontare. Perché in questo Paese – si è sempre fatto così – ed è dovuta arrivare una pandemia per dimostrare a questi fini pensatori che, no, non si può continuare a fare così. Quel calcio, il loro calcio, sta morendo, seppellito dalle solite, inutili, polemiche, distrutto dal meccanismo amico-nemico, dove il nemico deve essere sconfitto e sopraffatto, sul campo, a parole o peggio. Questo periodo sta letteralmente seppellendo quei modi, arcaici e selvaggi, di pensare.

    E allora ben vengano libri come questo che ci ricordano il valore del rispetto, della memoria e della dignità, quella che i fini pensatori di cui sopra hanno perso da decenni. Un romanzo che ha un altro grande pregio: è fortemente ancorato alla realtà dei fatti e alla loro storicizzazione. Sembrerà banale e strano sottolinearlo, ma nell’epoca delle fake news non lo è. Su Internet si trova tutto e il suo contrario, chiacchiere senza un minimo di controllo delle fonti, eppure quelle fonti esistono, ma si preferisce non riconoscerle.

    Tutti dovrebbero leggere quello che ha scritto Andrea Pelliccia, per ricordarsi e ricordarci che il calcio è passione, è vita, è amicizia e non tutto il contrario che una certa narrativa, anche mediatica, ha cercato di farci credere. Leggetelo ai più piccoli, insegnategli cos’è e cosa è stato Superga, cos’è e cosa è stato l’Heysel. Fateli accarezzare dalle parole di Andra Pelliccia, convinto che quelle carezze li indirizzeranno un giorno, se avranno voglia, ad approfondire le suggestioni di un romanzo sulle fonti riconosciute e riconoscibili, spezzando per sempre la dinamica amico-nemico che ha letteralmente ammorbato il calcio italiano.

    Francesco Caremani

    Prologo

    Grugliasco (TO), 16 marzo 2014

    Pioggia torrenziale. Improvvisa e imprevista.

    – Marzo pazzerello. Sembra un luogo comune, e invece… – disse Davide sconsolato, con la testa poggiata sul volante. Aveva appena parcheggiato l’auto.

    – Già, quando siamo usciti c’era solo qualche nuvola. Che si fa? – chiese Mario, seduto accanto a lui.

    – Non vedo alternative, dobbiamo aspettare che la pioggia diminuisca un po’.

    Davide si voltò. – Paolo, dovrebbe esserci un ombrello sotto il sedile. Puoi controllare, per favore?.

    – Sì, papà, è proprio davanti ai miei piedi. Comincio a prepararlo.

    – Bene, allora faremo così. Io metterò il cappuccio, voi due vi riparerete sotto l’ombrello.

    I tre passarono alcuni minuti in silenzio osservando gli scrosci d’acqua che si rovesciavano sul parabrezza.

    Paolo era il più impaziente, aspettava da settimane quella giornata che avrebbe trascorso con suo padre e suo nonno. Fu lui a esclamare: – Guardate, il temporale sta finendo!.

    Davide e Mario si scambiarono un cenno d’intesa. – Approfittiamo di questo momento – disse Davide. – Paolo, passa l’ombrello al nonno. Papà – proseguì – prendi Paolo e aspettami davanti all’ingresso di Villa Claretta, è quel portone sulla destra.

    Paolo sorrise. Si sistemò la sciarpa granata sul collo e chiuse accuratamente il giubbotto, in attesa del nonno. – Vieni, Paolo! – esclamò il nonno mentre gli apriva lo sportello. – Sbrighiamoci, la tregua della pioggia non durerà molto.

    Costeggiarono il muro di cinta e si ritrovarono davanti al portico d’ingresso di Villa Claretta Assandri. Davide diede un’occhiata all’interno del parco e indicò. – Ecco, dobbiamo raggiungere quella palazzina!.

    Si mossero a passo svelto, stando attenti a non scivolare nella fanghiglia; la pioggia, nel frattempo, stava riprendendo d’intensità, accompagnata da un forte vento e da qualche tuono in lontananza. Paolo riuscì a vedere di sfuggita il cartello Museo Grande Torino e della Leggenda Granata. Deglutì, l’emozione stava aumentando.

    Trovarono finalmente riparo sotto la pensilina d’ingresso della palazzina sebbene la pioggia continuasse a flagellarli, sospinta dal vento. La bandiera granata che annunciava l’ingresso al museo sventolava all’impazzata.

    Furono accolti dalla guida che si fece loro incontro, vestito con la felpa granata d’ordinanza. – Presto, entrate! – esclamò, mentre aiutava Mario a chiudere l’ombrello. – Datemi i vostri giubbotti, li metto qui ad asciugare – proseguì, indicando un attaccapanni.

    – Grazie – disse Davide sorridendo, mentre si passava una mano nei folti capelli neri per provare a darsi una sistemata. – Ora va molto meglio. Non pensavo che ce l’avremmo fatta ad arrivare qui con questa pioggia.

    – In effetti siete stati dei temerari a venire con questo tempaccio – convenne la guida. – Non ci sono altri visitatori in questo momento. E dubito che ne verranno se il tempo non migliorerà.

    – Va bene – aggiunse Mario. – Vorrà dire che potrò raccontare a mio nipote le vicende del Grande Torino senza dare fastidio a nessuno.

    – Ecco, non so se lo sapete – precisò la guida. – In questi giorni il museo accoglie una mostra speciale. Si chiama Settanta angeli in un unico cielo. Heysel e Superga tragedie sorelle. È una bella iniziativa nata per superare la rivalità fra le tifoserie di Juve e Toro nel ricordo delle loro grandi tragedie. Due delle quindici sale del museo sono dedicate a questa mostra.

    – Sì, l’ho letto sui giornali ed è proprio per questo motivo che oggi siamo qui – disse Mario. – Io, mio figlio e mio nipote siamo tifosi del Toro – proseguì, sfiorando la sciarpa granata che portava al collo. – Oggi vorremmo non solo far conoscere a mio nipote la storia leggendaria del Grande Torino, ma anche fargli capire che, davanti a certe tragedie, non c’è fede sportiva che tenga: ci si unisce nel dolore, si diventa fratelli.

    – Ben detto – convenne la guida. – Eppure c’è chi è riuscito a fare polemica anche di fronte a un’iniziativa del genere.

    – Poche voci fuori dal coro, meglio ignorarle – intervenne Davide.

    – Sono d’accordo – disse la guida mentre porgeva un opuscolo a ogni visitatore. –

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