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ANKH Una nuova vita
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E-book290 pagine4 ore

ANKH Una nuova vita

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Info su questo ebook

Margot è una giovane donna che sta per discutere la tesi di restauro antico. Ma è ben altra la missione che l'attende al fianco dell'inseparabile genitore Bernard. Una vita intera che cercano risposte su un mistero durato ben ventisette anni e che questa volta li conduce proprio in Egitto. il tanto amato quanto temuto paese che per molto tempo li ha allontanati dall'amata Julienne, madre e compagna. Per una serie di circostanze e strane coincidenze, Margot si trova a collaborare con due uomini diversi tra loro. Joaquin, un restauratore esperto ma schivo che l'aiuta nelle prime esperienze lavorative e un agente dell'interpol presuntuoso e arrogante, con cui è costretta a interagire nell'ambito delle indagini. Due restauratori, un agente e uno scrittore con un vecchio taccuino di pelle nera, vengono così attratti da un vortice di imprevisti mentre cercano di risolvere il furto dei cinque antichi reperti dello scavo Egò, avvenuto nel 1995.
LinguaItaliano
EditorePagina 101
Data di uscita22 dic 2021
ISBN9791220878074
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    Anteprima del libro

    ANKH Una nuova vita - Moira Di Fabrizio

    Moira Di Fabrizio

    ANKH Una nuova vita

    Prima edizione dicembre 2021

    ISBN Inserito da StreetLib

    © 2021 Moira Di Fabrizio

    Edizione ebook per Pagina 101 © 2021 EPromo Web di Andrea Attilio Grilli

    via Pescarina, 33 - 65010 Spoltore (PE)

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI - Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    UUID: 60f470aa-6764-4c52-9fbd-bfba4a7c0225

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Dedica

    Note dell'editore

    Introduzione

    L'arrivo

    Fallibili momenti

    L’appartamento egiziano

    Cairo. Ventisette anni prima

    Un fortuito incontro

    Un restauro senza eguali

    Sulla strada verso il Cairo

    Un evento inaspettato

    Tornando a Alessandria

    Una normale giornata lavorativa

    Una nuova pista?

    Viaggiando verso Damanhur

    Le regole del misfatto

    La telefonata

    Ritorno al passato

    Una visita inaspettata

    Mosca

    Alessandria

    Gli sposi di Akhetaton

    Rivelazioni

    Alchimia

    La scoperta

    Il risveglio

    Un rocambolesco inseguimento

    La svolta

    Alessandria. Tre giorni prima.

    Cuore

    L’interrogatorio

    Perdono

    La resa dei conti

    Il confronto

    Il peggiore degli incubi

    La cattura

    La verità

    Nero

    Ringraziamenti

    Dedica

    Alla straordinaria bellezza di un paese unico come l’Egitto e i suoi tesori.

    Note dell'editore

    Combinare archeologia, mistero, passioni non è facile. Si tratta di un mix classico nella letteratura d'avventura italiana. Da Salgari ai suoi eredi, spesso autori che dopo la guerra proseguivano le avventure dei personaggi salgariani, le storie sono sempre state condite seguendo una sequenza di fattori che lasciano il lettore sempre sospeso, in attesa di eventi che spesso non riesce ad anticipare.

    Moira Di Fabrizio da anni studia e vive con passione l'archeologia antica, soprattutto egizia. Dal primo libro Ankh, la chiave della vita ha creato un universo di intrighi, criminali, morti, misteri e traffici internazionali.

    Pagina 101 vuole pubblicare romanzi come Ankn, una nuova vita, perché riflette il classico spirito d'avventura senza troppi pensieri, quando gli eroi si lanciano coraggiosamente in mille avventure.

    Non voglio anticipare il finale, ma dovrà esserci un terzo episodio, perché chi ama l'avventura non può rinunciare a scrivere una storia che si espande costantemente. Un Universo di eventi e personaggi di cui solo Moira Di Fabrizio ha le chiavi.

    Buona lettura

    Editore

    Introduzione

    Il viaggio fu lungo ed estenuante. Non ha mai amato volare, lo ha fatto solo se strettamente necessario.

    Non c’è nulla al mondo che la emoziona tanto come ammirare la luna del deserto. Distesa nel sacco a pelo guarda attraverso la tenda, l’immenso e meraviglioso cielo costellato d’Egitto. Un brivido le attraversa la schiena in quell’istante per quel ricordo che custodisce nel cuore. Solo il pensiero di essere sotto quel particolare manto stellato che vide protagonista, molti anni prima, la famosa archeologa Egò non le lascia chiudere occhio; così la neo dottoressa Prover, una figura slanciata con occhi di un così profondo colore verde da sembrare quasi grigi, si concede due giorni di relax prima di immergersi nel difficile compito che l’attende. Una giovane donna, Margot, molto scrupolosa e dedita al lavoro di restauratrice, ancor più sensibile e dal grande cuore. Vissuta in Provenza sino al trasferimento per gli studi universitari in Savoia, tornava a casa ogni fine settimana se non impegnata nello studio per un imminente esame. Agli albori dell’iscrizione, entusiasta chiese al padre Bernard: - Ascolta papà, spesso sei in viaggio per le tue ricerche e verrai da me in città così potrò avere il tuo sostegno negli studi, che ne pensi?- Lui orgoglioso della decisione della ragazza, con un cenno di approvazione le disse: - Vedrai, te la saprai cavare benissimo.- Sorridendo si abbracciarono.

    L’entusiasmo cresciuto dall’ultima chiamata ricevuta dal collega, il dottor Vaquente, le ha gettato in corpo così tanta adrenalina da non farle capire più nulla.

    Così il mattino seguente è già in partenza dal deserto per la città. Immancabile arriva la chiamata del genitore.

    - Buongiorno papà, ci stiamo già muovendo per raggiungere l’istituto delle antichità a Alessandria d’Egitto, dove ci attende il direttore.

    - Fa attenzione piccola mia. - raccomanda il padre preoccupato.

    - Sai che non mi ha mai spaventata spostarmi in luoghi sconosciuti – afferma la ragazza - ma qualcosa negli elementi a disposizione di questo caso, non è affatto chiaro. Tu lo sai meglio di me.

    Una lunga pausa anticipa la risposta accorata di Bernard.

    - Abbiamo letto ormai un centinaio di volte l'elenco dei reperti ritrovati fra le mani di Hanis e il suo complice, stilato dalla polizia dopo l'incidente più di ventisette anni fa.

    La voce è spezzata di netto da un silenzio che pesa più di mille parole. Gradualmente si riprende, continuando il discorso.

    - Abbiamo perso molte ore di sonno a confrontarlo minuziosamente con il nostro inseparabile compagno di questi viaggi, il prezioso e originale taccuino di pelle nera, che hai ereditato da tua madre. È dalla scoperta che alcuni oggetti importanti non vennero affatto menzionati nel rapporto, che sono partite queste dannate ricerche per recuperare fino all’ultimo reperto trafugato decenni fa.

    Un attimo di respiro per continuare e Bernard afferma fiducioso: - Finalmente ora è giunto un bagliore di speranza figlia mia, vedrai che sarà la svolta decisiva, me lo sento.- La giovane restauratrice risponde entusiasta: - Anch'io ho delle buone sensazioni papà. La chiamata questa volta, come sai, è giunta proprio dall’Egitto e ho preso il primo volo disponibile, senza neanche rifletterci. Zio Zaky all'ultimo minuto, ha lasciato di punto in bianco l’università delle Belle Arti di Savoia per venire con me. Sai che ne è stato nominato rettore? - - Davvero? Dovrò fargli le mie congratulazioni. Sono contento che ci sia uno di noi due, li con te. In verità Zalmay ha seguito da vicino le indagini sin dagli albori e negli stessi anni è stato responsabile del museo archeologico della capitale egiziana. Ti sarà d'aiuto.- afferma Bernard ora più sereno. - Sono passati appena sei mesi dalla discussione della tesi papà e già vengo catapultata nel mondo del restauro. Proprio ciò di cui ho bisogno. - il tono della voce è fermo e deciso e allo stesso tempo felice di poter constatare di persona la veridicità storica dell'oggetto ritrovato. Questa è senza dubbio una missione speciale, supervisionata da Zaky che l’ha vista crescere nella vita e negli studi. - Sai papà, tu non vedi lo zio da un po', nonostante siano passati diversi anni resta un affascinante cinquantenne brizzolato. - una battuta leggera per stemperare l'elevata aspettativa di entrambi su questo incontro, poco dopo la ragazza continua: - Lui è andato subito in hotel appena arrivati. Di solito ha sempre la bellissima consorte Chantal al seguito, ma siamo partiti troppo rapidamente che non ha avuto il tempo materiale di prepararsi, la mia madrina.- Ridono tutti e due di cuore, all'ironia della giovane donna. Quando Bernard prende la parola ha la voce rotta dalla commozione: - Hanno fatto molto per te, ti hanno accolta sotto la loro ala protettrice donandoti quella serenità e quell'amore, grazie a Chantal, che di certo ti sarebbero mancati. La nostra bambina dai lunghi boccoli dorati.-

    - Dai papà ti prego non essere troppo sentimentale, ci rivedremo presto non sto mica andando in guerra!

    Lui padre amorevole, tre giorni prima l’ha salutata non potendo in alcun modo trattenere quella forza e quella passione che ha colto nei suoi occhi, lo stesso coraggio della madre, la sua inimitabile eroina.

    Le dona uno dei suoi teneri baci sulla fronte dicendole:

    - Abbi cura di te, mi raccomando. Chiamami anche di notte e volerò da te in un istante. - Con i capelli argentei che si lasciano cadere sul collo, il genitore dedica a lei ogni singolo pensiero.

    - Papà vedo che il viaggio di ricerca in Messico per il prossimo romanzo, ha giovato alla tua abbronzatura. - scherza Margot.

    - È vero, durante il soggiorno ho approfittato del sole e delle meravigliose spiagge. sono appena rientrato in patria. – le sorride abbracciandola teneramente.

    Non ha mai perso l’abitudine di mantenersi in forma e mangiare sano, il mio papà, nonostante gli anni trascorsi si dimostra sempre un uomo di bell'aspetto.

    Pensa ricambiando teneramente l'affettuoso abbraccio paterno prima di salire sul taxi che l'avrebbe condotta all'aeroporto.

    L'arrivo

    Ad Alessandria intanto gli esperti stanno valutando e catalogando l'antico reperto che attende di essere visionato da Margot che ormai è alle porte della città.

    Dalle prime foto inviate dal collega dopo la telefonata, Margot non ha avuto alcun dubbio, si tratta senz’altro di uno degli oggetti trafugati anni fa e mai ritrovati, fino a quel momento.

    Quella mattina dopo il viaggio tortuoso e scomodo sulla jeep bianca, tra l’interminabile deserto d’Egitto, dove ha riposato serenamente la notte prima e la città, finalmente giungono a destinazione.

    In una struttura moderna dalle enormi vetrate si trova il laboratorio del collega, il dottor Joaquin Vaquente, che l’attende fuori l’ingresso dello stabile per darle il benvenuto e che gentilmente le concederà il permesso di usare le strumentazioni.

    - Buongiorno dottoressa Prover piacere di conoscerla. - interrompe l’imbarazzo della prima parola l’uomo, porgendole la mano.

    - Piacere mio, dottor Vaquente. La ringrazio molto per la chiamata e per l’invito a raggiungerla all’istituto per occuparci insieme di questi straordinari oggetti.

    Si sorridono per un istante, stringendosi le mani, poi lui continua:

    - Il direttore le porge le sue scuse ma non ha potuto riceverla personale visti alcuni impegni improrogabili e eccomi qui. Ho percepito l’importanza e l’urgenza di studiare questi nuovi elementi, dopo aver ricevuto le comunicazioni riguardanti il caso Egò di nuovo aperto e l’avviso diramato a tutte le università, se avessero avuto tra le mani qualcosa che fosse possibile ricondurre al caso.

    Aggiornandosi reciprocamente, i due s’incamminano verso gli ascensori.

    Margot con mano tremante passa leggera la punta del pennello sul dorso della piccola scultura davanti a sé, una statuetta risalente alla XVIII dinastia raffigurante il faraone Amenofi IV, conosciuto anche come Akhenaton.

    È in terracotta e pittura bianca, con particolari rifiniture sul tipico copricapo e il serpente raffigurato di un intenso colore turchese. Ad ogni tocco delicato fioriscono nuovamente i colori originari ed intensi, donando nuova vita a quel prezioso reperto.

    Così, anche quella notte, non è tornata al suo alloggio e non ha dormito, ma non sembra affatto accusare la stanchezza. Nulla l’avrebbe distolta dal portare a termine quel compito.

    Sulla base del reperto nota un piccolo accumulo di sabbia e terriccio che non va via con il leggero passaggio delle setole, dunque prende in mano uno scalpellino e con estrema delicatezza e agilità toglie i residui e incomincia a delinearsi un’insolita iscrizione in geroglifici:

    - Li dove tutto è iniziato, finirà.

    Questa frase è destinata a restare a lungo nei pensieri della restauratrice perché non ne trova giustificazione né collocazione temporale quindi s’immerge ancor più nello studio e nel lavoro per poter capire.

    La polizia locale intanto l’ha subito convocata per la deposizione, stilando così il rapporto del ritrovamento e constatare con assoluta certezza l’appartenenza allo storico scavo dell’archeologa Egò.

    Non c’è alcun dubbio, il confronto fra l’elenco di Julienne e l’oggetto, è inconfutabile. Quel taccuino custodito gelosamente prima nelle mani di Bernard, il quale viaggiò fino al Cairo per prendere possesso di un ricordo tanto importante, poi donato in quelle della loro bambina.

    Cresciuta, ne ha fatto una ragione di vita: far luce su quell’evento misterioso che ha segnato l’esistenza di tutta la sua famiglia.

    Per lungo tempo inspiegabilmente il libricino fu irreperibile, come perso nel nulla. Nessuno era a conoscenza della sua ubicazione, ma grazie al successivo intervento del padre, venne ritrovato probabilmente sepolto tra scartoffie e prove di reati.

    Da quel momento non se ne separarono più.

    Unico e fondamentale particolare, una pagina nel mezzo dell’elenco reperti è stata strappata. Vi sono rimaste delle tracce di inchiostro nella cucitura di pelle interna, non utili per risalire all’intera scrittura.

    Ma si possono leggere alcune lettere, con ogni probabilità le iniziali di alcuni codici, BR0…, CA… A tutt’ora continuano a essere un mistero irrisolto.

    In uno dei pomeriggi piovosi della città, affatto rari per quanto strano possa sembrare, dato i venti che dal mar mediterraneo giungono a influenzarne il clima nei mesi più freddi, Margot si trova nei laboratori dell’istituto delle antichità.

    Attraverso le grandi finestre del terzo piano osserva pensierosa il movimento burrascoso del mare in tempesta e la pioggia che batte in crescente sul vetro di fronte.

    Mi chiedo cosa stai cercando di dirmi, mamma. Cosa c’è di così importante tra i reperti mancanti? Oppure il furto stesso di quell’unica pagina del taccuino è il fulcro di questo mistero!? Sono molte le domande alle quali non riesco a dare ancora una risposta e questo brancolare nel buio mi uccide.

    Nel contempo, aiutando il dottor Vaquente, si diletta nel restauro di beni dal valore inestimabile, accrescendo l'esperienza e la conoscenza della cultura egizia.

    Bruscamente le sue riflessioni vengono interrotte dal rumore della porta e dalle parole del collega:

    - Eccomi dottoressa Prover, porto buone notizie. Hanno appena consegnato nuovi reperti, magari abbiamo la fortuna di scoprire qualcosa in più.

    Le sorride con l’entusiasmo di un bambino davanti ad un regalo da scartare.

    Insieme si apprestano a svelare il contenuto di pesanti casse di legno, custodi di segreti millenari, appena scaricate davanti ai loro occhi increduli.

    Un topolino di laboratorio come lei Joaquin, coetaneo e storico spagnolo, persegue ogni traccia in merito che riesca a portargli più reperti possibili da restaurare.

    Ha profondi occhi marroni e la carnagione insolitamente più scura, rispetto al classico retaggio ispanico. I capelli di un nero corvino si estendono di certo fino alle spalle ma li raccoglie sempre in ordine in una coda minuta.

    Adora la città natale Barcellona, come confidato alla collega, ma come non cogliere l’occasione della vita accettando la direzione del laboratorio più importante di Alessandria?

    Entrambi i restauratori sono abituati a vivere la meraviglia degli oggetti consegnati nelle loro mani, da prima impolverati e bisognosi di cure, poi grazie a un lavoro accurato e minuzioso, riportati all’antico splendore, ammirati e protetti nelle teche di destinazione. Non vi è soddisfazione e orgoglio più grande per loro.

    Ma questi, stranamente, sono reperti già curati e catalogati. Uno fra tutti, attira l’attenzione di Margot; un canopo ben conservato rispetto al resto del contenuto delle grandi casse, finora accuratamente tirato fuori e esposto sui tavoli del laboratorio.

    Notando l’interesse della donna, Joaquin prende fra le mani questo antico recipiente dalla strana forma di brocca con due piccole maniglie sporgenti, porgendolo alla collega.

    - Vedo che non smetti di guardarlo, quasi t’incanta, cosa ti sta raccontando?

    Lei con gli occhi che le brillano risponde con un filo di voce:

    - La forma, la fattezza originale, i colori così brillanti di questo oggetto tanto importante nel culto egizio dell’immortalità, mi ricordano un corredo di cui ho visto solo delle foto, ma non può essere una coincidenza.

    Con voce tremante continua a rivolgersi al ragazzo.

    - Siamo stati molto fortunati, non riesco a crederci, ne abbiamo un altro.

    Osservando più accuratamente l’oggetto, notano il numero sull’etichetta di archiviazione br086 e d’improvviso le si palesa davanti agli occhi il taccuino nero con la pagina strappata e i codici rimasti, tra i quali proprio un br0.

    Istintivamente prende il cellulare per chiamare zio Zaky che l’ha accompagnata in aereo fino ad Alessandria proprio a causa della profonda paura di volare, ma a rispondere è la segreteria telefonica.

    - Zio ci sono delle importanti novità! Ho trovato un altro reperto di mamma. Richiamami appena ascolti il messaggio.

    Fallibili momenti

    Nel frattempo in Provenza, solo nella grande sala da pranzo, Bernard ascolta i suoi pensieri dopo tanto tempo. Da loro spazio e importanza come non accade da anni.

    Un raggio di sole giunge direttamente sul tavolo di legno, al centro della stanza, attraverso la porta finestra. Un leggerissimo alito di vento sposta le tende in tulle e pizzo. Sta godendo di quei momenti di puro silenzio, solo lui e la mente, i ricordi e i desideri.

    Quando si trova fra le mani, senza neanche rendersene conto, una scatola.

    Non un contenitore qualsiasi, bensì quello in cui custodisce le lettere, i diari di viaggio e delle campagne di scavo della sua Julienne.

    Prima fra tutte le lettere, l’ultima dedica.

    - Sai amore, hai avuto poco tempo per sentirti chiamare così da me, questa incosciente che tu hai comunque continuato ad amare e solo ora ha capito quanto tu avessi ragione. Nulla è più importante dell’amore sincero e profondo che io stessa ho imparato a riconoscere grazie a te e alla nostra piccola Margot. Nessuno scavo, nessuna gloria è paragonabile anche a un solo minuto con voi. L’ho compreso tardi ma sono felice, non temere, perché ora posso affermare che la mia vita ha avuto un senso.

    Nonostante gli anni trascorsi, lei gli parla ancora come fosse rimasta accanto a lui, attraverso i diari, per incoraggiarlo nei momenti di sconforto.

    Ogni parola entra in perfetta sintonia con ciò di cui Bernard ha bisogno in quell’istante, come se non li avesse mai lasciati.

    Solitario in quella grande stanza si sente un vecchio ottantenne in balia di antichi ricordi e comprende che è giunto il momento di mettersi a lavoro sulla correzione di alcune bozze che ormai lo attendono da una settimana.

    Chiudendo quello scrigno si dirige quindi verso lo studio, percorrendo di gran passo il lungo corridoio illuminato dalle tante finestre ad arco che si affacciano sullo splendido giardino interno, impreziosito dalla maestosa fontana gorgogliante d’acqua freschissima.

    Scendendo poi due scalini in legno entra in un’ampia zona dedicata alla sua passione, i libri e la scrittura. Le tre pareti laterali svaniscono dietro altissime librerie colme di tomi, che raggiungono il soffitto. In quella centrale vi è una finestra con due immense vetrate che donano un’intensa luminosità all’ambiente.

    Sull’antica scrivania in arte povera fra i tanti volumi e appunti scritti malamente vede abbandonata e dimenticata completamente, la busta ricevuta da Margot qualche giorno prima.

    Aprendola distrattamente, vede fra le proprie mani una serie di ingrandimenti fotografici che lo lasciano dubbioso, un oggetto alquanto familiare è il protagonista assoluto di quegli scatti. Una strana sensazione lo fa precipitare alla ricerca sfrenata tra gli imponenti cassettoni della libreria, fino a quando riesce ad afferrare un grande raccoglitore di colore verde rilegato con spago grezzo.

    Sfogliandone le pagine si sofferma sulla scheda di un particolare e pregiatissimo canopo, ritrovato durante quella maledetta spedizione, fotografato e catalogato dall’amata nel preciso momento in cui l’ha visto per la prima volta, scoprendo la tomba reale dopo millenni di oblio.

    Confrontando le immagini, non ha incertezze, è il medesimo.

    Ma come sia possibile che ora si trovi nei laboratori di restauro è un incredibile dilemma a cui deve dare assolutamente una risposta.

    Una veloce chiamata all’assistente Marie ed è tutto pronto per la partenza, gli basta salire sul taxi che l’aspetta davanti la fontana all’esterno del podere.

    Lei Marie, una quarantenne molto preparata, intelligente, minuta e dai lineamenti molto dolci, è sempre riuscita a gestire tutte le situazioni critiche e gli eventi in tutto il mondo dello scrittore e per lui rappresenta davvero un punto fermo nell'attività nonché nella vita; da solo non sarebbe mai riuscito ad affrontare negli anni, l’organizzazione del lavoro, le presentazioni internazionali e una figlia ai tempi adolescente sempre in cerca di attenzioni.

    Dopo le dieci lunghe e sofferte ore di volo, lui la stringe tra le grandi braccia, quasi a bloccarle il respiro, nella sala d’attesa dell’aeroporto di Alessandria d’Egitto.

    Lei inerme ricambia l’immenso affetto con infinito entusiasmo.

    - Papà sono al settimo cielo di averti al mio fianco. Grazie di avermi raggiunta subito, questa scoperta incredibile non puoi perderla. È così surreale che ha davvero dell’incredibile e non posso parlarne che con te. Non possiamo fidarci di nessuno.

    In tutta risposta l’uomo le sussurra.

    - Com’è possibile che reperti dello scavo ufficiale con tanto di mandato, siano letteralmente spariti tra il ritrovamento e il recupero da parte della polizia dopo l’incidente? È assurdo, non è possibile, c’è qualcosa che ci sfugge. Dobbiamo cercare molte risposte e non sono certo che ci piaceranno.- afferma quasi sconvolto Bernard guardandola dritto negli occhi e la ragazza sorpresa gli chiede: - A cosa stai pensando?

    Camminando entrambi verso l’uscita, il padre le poggia la mano sulla spalla rivelandole:

    - Ho un chiodo fisso nella testa che non mi abbandona da quando ci sono stati questi eventi. Non può esserci altra spiegazione se non quella di una talpa all’interno che abbia studiato il progetto di rubare e rivendere i preziosi al migliore offerente. Ma è un’ipotesi azzardata che per ora non ha alcun fondamento e nessuna prova, non possiamo perdere tempo quindi l’unica soluzione è indagare studiando tutti gli indizi che abbiamo in mano, senza dare nell’occhio. Soli, io e te.

    L’appartamento egiziano

    Quell’emozione che pervade anima e corpo in un istante, mani che tremano incessantemente compiendo gesta inaspettate e il cuore di Margot sembra arrestare la sua folle corsa.

    - Tu

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