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Histoires d'amour libanaises
Histoires d'amour libanaises
Histoires d'amour libanaises
E-book39 pagine25 minuti

Histoires d'amour libanaises

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Info su questo ebook

Un uomo disilluso. Un'ombra misteriosa. Quattro racconti, come cartoline squadernate sulle strade del Libano... Il viaggio di scrittore alla ricerca d'ispirazione o, forse, dell'amore.
LinguaItaliano
Data di uscita8 gen 2018
ISBN9788827802229
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    Anteprima del libro

    Histoires d'amour libanaises - Fabiana Polese

    libro.

    da:sospeso68@legami.it

    data: Sab, 17 ago 2013 06:17

    a: caterina.licari@libri.pub

    Oggetto: Beirut

    Cara Caterina,

    torno a casa. Sconfitto.

    Sconfitto dal caldo e dalla noia di questo luogo

    che per me rimane straniero e ostile.

    Non ho concluso una sola storia. Non ho trovato una vera idea. Le scintille non hanno saputo trasformarsi in incendi.

    Odio questo lavoro e questo tuo amato

    Paese... mi spiace!

    Prendo l’aereo delle 8 e 10; stamattina, proprio all’ultimo, ho chiuso le valigie: sono piene, solo, di polvere.

    Se non puoi venire a prendermi, cercherò di trovare un taxi.

    Tuo Fabio

    Il Libano doveva essere il luogo perfetto per ricominciare, o meglio tale era sembrato a mia sorella Caterina. Mi aveva convinto a recarmi in questo Paese esotico e ricco di fascino antico e moderno allo stesso tempo; parole sue, naturalmente.

    Per me, tutto sommato, questo è stato solo un banale viaggio di lavoro. Un lavoro che però non è mai salpato, che si è arenato su spiagge sporche di sacchetti e bottiglie di plastica e si è infranto su scogli bassi e neri, in una torbida schiuma.

    Un lavoro soffocato dall’umidità salata di un agosto torrido, desideroso solo di rinchiudersi in una squallida stanza d’albergo mentre il condizionatore muore rantolando, impotente contro la calura.

    Ho sfinito la mia voglia di ricominciare nell’inedia: il cibo si è rivelata l’unica consolazione di questo soggiorno. Ma i pranzi prolungati, bagnati con abbondante vino rosato, hanno intorpidito i pomeriggi, le mesa interminabili, intervallate da brevi ma frequenti sorsi di arak, al mattino hanno lasciato in bocca un sapore acre; il fumo del narghilé ha arrochito la voce e il caffè dolce non mi ha lasciato dormire.

    Lo ammetto: non mi sento bene. Mi sono appesantito e la mia carnagione chiara ha preso un pallore giallognolo... dopo settimane di mare!

    Gli occhi chiari, li ho guardati bene allo specchio stamattina, sono spenti, incupiti da ombre luttuose e da rughe incipienti. I miei capelli biondi si sono fatti sottili, radi forse, e si sono schiariti fino a diventare quasi color cenere; erano ondulati, ora li definirei crespi.

    Insomma, un viaggio più dannoso che inutile.

    Mentre sono

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