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Sunday Bloody Sunday
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E-book55 pagine41 minuti

Sunday Bloody Sunday

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Info su questo ebook

Narrativa - racconto lungo (37 pagine) - Un racconto ispirato dalla canzone Sunday Bloody Sunday, degli U2.


1972, fine gennaio. Derry, Irlanda del Nord.

Luise, David, Adam… Ragazzi di una generazione precipitata, volente o nolente, nei Troubles, il lacerante conflitto interno nord-irlandese. Questo racconto narra i loro pensieri, le loro emozioni e le loro azioni. Quelle che li porteranno sino alla Domenica di Sangue. E oltre.


Bergamasco, classe 1977, Luca Memoli ha vissuto in molti posti, tra cui l’Inghilterra. Da sempre un accanito lettore, è appassionato di scrittura. Il suo profondo legame con le parole lo ha portato fin dagli anni del Liceo a scrivere poesie, racconti e romanzi, fatiche conservate per lungo tempo in un cassetto. Il suo genere più amato è il thriller psicologico ma ama tutte le sfaccettature del giallo, il suo colore preferito. Per Delos Digital ha pubblicato il romanzo Il tocco dell’anima e il racconto Le regole di Artù. Con il racconto Whisky on the rocks si è aggiudicato l’edizione 2021 del Termini Book Festival.

LinguaItaliano
Data di uscita1 mar 2022
ISBN9788825419481
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    Anteprima del libro

    Sunday Bloody Sunday - Luca Memoli

    I can't believe the news today

    Oh, I can't close my eyes and make it go away_

    How long, how long must we sing this song?

    How long? How long?

    U2, Sunday Bloody Sunday

    Sai una cosa? Sono stufo di non fare niente.

    Liam Hillen (1949-2018)

    Legenda

    NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) associazione cattolica per i diritti civili dell’Irlanda del Nord.

    IRA (Irish Republican Army) organizzazione paramilitare cattolica.

    PIRA (Provisional Irish Republican Army) nata dalla scissione con l’IRA

    RUC (Royal Ulster Constabulary) corpo polizia federale Irlanda del Nord, protestante.

    UVF (Ulster Volunteer Force) organizzazione paramilitare protestante.

    YOU

    ARE NOW

    ENTERING

    FREE DERRY

    Giovedì 27 gennaio 1972

    Derry, quartiere Bogside

    LUISE

    – Non ho più nessuna intenzione di ascoltare. Andate a fare in culo!

    Adam O’Brien afferra il malloppo di fogli e lo lancia in aria. Alcuni si arrotolano su loro stessi e ricadono sopra il tavolo, altri restano sospesi a mezz’aria, come congelati dal tempo, e ricadono lenti sulla moquette consunta del soggiorno.

    – Datti una calmata, maledizione.

    Jack Murphy rotea le mani, mentre le guance paffute vibrano.

    Come posseduto da uno spirito maligno, Adam si perde in un’espressione di disgusto, afferra la sedia e la lancia contro il muro, sfasciandola, e lacerando la vecchia tappezzeria. Pezzi di legno schizzano in più direzioni. Un frammento grande quanto una mela mi sfiora la fronte. Adam è furioso, sbraita ancora qualcosa e si dirige verso la porta. Mi allungo verso di lui, gli afferro la mano. Si volta e sembra voler uccidere con lo sguardo. Non credeva fossi io. Quando se ne accorge, gli occhi si addolciscono, fino a sfiorare la malinconia. Gli sorrido.

    – Resta.

    Adam annuisce, mal celando un sospiro profondo che gli gonfia il petto.

    – Non serve perdere la pazienza, O’Brien. Dobbiamo restare uniti – mormora Murphy. Non è affatto convincente: la sua insicurezza è palese, lo capisce perfino lui. China la testa, dominato dal senso di colpa.

    – Sai una cosa? Hai ragione, Jack.

    Adam mi lascia la mano e si avvicina a Murphy, lo guarda negli occhi, con aria di sfida. Arriva quasi a sfiorargli la fronte. – Siamo talmente uniti a non fare niente, che i nostri compagni continuano a marcire in galera per colpa di quello stramaledetto internment, con buona pace per le loro famiglie. Maledetti unionisti.

    Sposto lo sguardo sull’avvocato Kevin Pardew. Il suo viso è una maschera di freddezza. Sbuffa il fumo dalle narici, lancia il mozzicone di sigaretta nel camino rovente e si alza, aggiustandosi il nodo alla cravatta.

    – La tua rabbia è la stessa che provo anche io, O’Brien. Ma non possiamo farci avvelenare la mente per poi compiere azioni avventate. È controproducente.

    Sento il fuoco del camino invadermi e avvampare nello stomaco. Io sono con Adam. Siamo i più giovani in questa stanza, Jack e l’avvocato sono due quarantenni, ma ragionano da vecchi. Troppo filosofi. Troppo pavidi. Sono anni che gli unionisti ci rendono la vita impossibile e le squadracce della UVF supportate e protette da quei nazisti della RUC ci martellano quotidianamente, sfiancandoci. Minacce, violenze, soprusi. Spesso alla luce del giorno. Come se non bastasse, il parlamento di Stormont, a Belfast, ha partorito una raffica di emendamenti, uno peggiore dell’altro. L’ultimo, l’internment, autorizza i poliziotti della RUC ad arrestare cattolici sospetti e sbatterli in galera a tempo indefinito, senza alcun processo equo. Una infamia che ha condotto dietro le sbarre molti nostri compagni, e come prevedibile, una nutrita lista di cittadini estranei ai

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