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Di che colore sono i sogni?: Come trasformare un sogno in un salone di successo
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Di che colore sono i sogni?: Come trasformare un sogno in un salone di successo
E-book110 pagine1 ora

Di che colore sono i sogni?: Come trasformare un sogno in un salone di successo

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Info su questo ebook

All'interno di questo libro troverai un percorso di crescita e una serie di consigli che ti torneranno utili per dare una svolta alla tua professione. Partiremo dalla struttura del centro, parleremo della sua organizzazione ma non solo: tratteremo i desideri del cliente, l'importanza dei colori, le acconciature fino a giungere al make-up cerimoniale e agli shooting fotografici. Il mio intento è quello di offrirti un ampio spettro di alternative: sta a te scegliere la combinazione che più ti si addice.
LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2022
ISBN9791221303896
Di che colore sono i sogni?: Come trasformare un sogno in un salone di successo

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    Anteprima del libro

    Di che colore sono i sogni? - Santina Fassari

    1.

    Un percorso di benessere a 360 gradi

    Il benessere è un grande maestro;

    l’avversità lo è molto di più.

    William Hazlitt

    La curiosità è una caratteristica che mi accompagna fin da quando ero piccola.

    La mia passione per i capelli mi ha sempre spinto alla ricerca di qualcosa di nuovo. Nello svolgimento della mia professione mi sono sempre posta tante domande: come abbinare due colorazioni particolari, perché utilizzare una determinata tecnica di schiaritura piuttosto che un’altra, come capire il taglio giusto per una certa tipologia di viso e tanto altro ancora. Ciò mi ha consentito di inserirmi agevolmente nel mio amato mondo e di studiare tecniche di applicazione differenti sempre più innovative.

    Se dovessi utilizzare poche parole per descrivere i miei primi anni di attività, queste sarebbero indubbiamente ricerca, passione e tanta, tantissima pratica. Tuttavia, ritengo che ciò che ti distingue davvero non è la tua abilità o manualità: con i dovuti corsi di studio e con la costanza, credo che chiunque possa ottenere dei risultati. Puoi essere in grado di realizzare le più diverse sfumature o le acconciature più elaborate: il risultato finale potrà essere strepitoso tecnicamente parlando ma, senza l’amore e la passione in ciò che fai, il tuo lavoro risulterà sterile anche con l’adozione della tecnica più complessa.

    Quando ancora non possedevo un mio negozio, il mio titolare ha riconosciuto nel mio lavoro gli elementi più importanti: dedizione, passione, l’impegno che mettevo per ogni cliente, l’attenzione a quei dettagli che avrebbero fatto la differenza. Ho acquisito in questo modo la sua fiducia che mi ha consentito di curare la parte che più sentivo mia, quella che ritenevo mi avrebbe consentito di migliorarmi sempre di più e di definire la mia professione.

    In quegli stessi anni ho conosciuto l’amore e, non molto tempo dopo, ho sposato l’uomo che tutt’oggi è il mio amato marito, e a seguire sono arrivate le mie figlie Ilaria ed Emanuela. A un anno dal tirocinio decidemmo finalmente di aprire il mio primo negozio.

    Ci immergemmo nella ricerca del locale, pieni di entusiasmo e di voglia di creare finalmente il mio primo mondo di bellezza. La ricerca consisteva non solo nel trovare la struttura ideale alle mie esigenze, bensì nel cogliere quello spunto nelle aziende più all’avanguardia che mi desse modo di creare qualcosa di originale e alternativo. Il mio intento era quello di offrire un prodotto di alta qualità, dare la possibilità alle clienti di ogni età di poter scegliere tra i tanti stili proposti quello che più si addiceva loro: avrei proposto pettinature più elaborate alle donne più mature ed eleganti, mentre avrei offerto alle più giovani qualcosa di sbarazzino e innovativo, che seguisse la moda del momento.

    L’aggiornamento e la voglia di scoprire sempre qualcosa di nuovo erano la mia costante: mi sono affidata a un’azienda – alla quale tutt’oggi faccio riferimento – che mi ha fornito un supporto costante sull’adozione di nuove tecniche, ma non solo: ho partecipato a una serie di corsi professionali e motivazionali grazie ai quali ho avuto modo di curare anche l’aspetto psicologico. In questo modo ho potuto unire sia l’utilizzo di tecniche di colorazione all’avanguardia, sia le modalità attraverso le quali avrei affrontato il mio percorso.

    Con grande gioia ed entusiasmo, il 19 dicembre del 2009 ho aperto il mio negozio: Arte e Stile by Santina.

    Il successo del salone è andato ben oltre le mie aspettative. L’agenda era sempre piena: avevo difficoltà nel trovare spazio per ogni cliente che desiderava a tutti i costi un appuntamento. Inizialmente è stato difficile gestire la situazione: ero sempre stata una dipendente, non mi ero mai trovata dall’altra parte. Nonostante il personale non mi mancasse, ero e rimanevo io il loro punto di riferimento, per cui ho dovuto imparare a organizzare e gestire il flusso nel migliore dei modi.

    Più passava il tempo, più l’aspetto organizzativo è diventato in un certo senso la mia palestra, per cui la strada si è trasformata in un percorso in discesa. Inoltre, avevo scelto con cura le persone che mi circondavano, per cui ho avuto da parte loro una risposta pronta e rapida. Eravamo una bella squadra, organizzata ed efficiente.

    Ma, come si suol dire, la vita non è tutta rose e fiori.

    Quando la bravura non basta

    Mi ero posta un obiettivo importante: il mio desiderio di arrivare sempre più in alto non si è dimostrato privo di ostacoli. Quello che avevo deciso di intraprendere era un percorso difficile, perché per poter dar vita a qualcosa che ti consenta di distinguerti devi essere sempre in movimento, in tutti i sensi: la mia mente era un coacervo di idee e desideri, ma anche di paure. Sono sempre stata una donna positiva e piena di energie; tuttavia c’erano dei momenti in cui il timore di non farcela mi assaliva. Era come se tornassi indietro a quei tempi in cui non avevo il coraggio neanche di fare uno shampoo, perché consapevole della mia scarsa esperienza.

    Confidavo le mie peggiori paure a mio marito. Da una parte vivevo una frenesia e una gioia imparagonabili: ero finalmente riuscita ad aprire il mio centro e, soprattutto, ero meravigliata dalla visibilità che ero stata in grado di ottenere nel giro di poco tempo. La voce del negozio si era sparsa in fretta, i clienti uscivano dal centro soddisfatti e con il sorriso. Dall’altra, però, temevo che le cose con il tempo sarebbero cambiate, che i ritmi non sarebbero stati gli stessi e che avessi potuto perdere il mio giro di clienti.

    Questi ritmi sono andati avanti per il primo anno e mezzo circa. Il lavoro andava a gonfie vele e questo era l’importante: avrei cercato di dare alle mie paure il meno peso possibile. Come mi sono sempre detta, siamo noi a creare gli ostacoli: la soluzione si trova, si può andare avanti e superare tutto, ma è il nostro atteggiamento a fare la differenza. Se mi fossi avvitata sul mio timore di non farcela, i pensieri negativi avrebbero potuto trovare riscontro nella realtà.

    Con il passare del tempo però i ritmi in negozio hanno iniziato a prendere una piega diversa: il flusso dei clienti è diminuito drasticamente, il telefono non squillava più a tutte le ore e non si respirava più la stessa aria.

    In un primo momento ho avuto un attimo di disperazione: sembrava che tutte le mie più grandi paure si fossero avverate. Quei timori che avevo cercato in ogni modo di scacciare, che avevo tentato di relegare nel più remoto angolo della mente per far sì che non influissero sulla mia professione sembrava si stessero avverando.

    Ma io avevo appena creato il mio centro, e creato con fatica le basi per la realizzazione del mio sogno; non avrei gettato la spugna così in fretta. Ogni percorso è fatto di alti e bassi, uno non può escludere l’altro; avrei dovuto tirare fuori la parte razionale, i famosi perché che mi sono sempre posta in ogni situazione. Solamente in questo modo avrei potuto capire cosa davvero era successo, cosa avesse determinato la drastica riduzione degli appuntamenti al centro.

    Mi sono chiesta dove potessi aver sbagliato: le clienti, al termine del servizio, mi erano sempre sembrate soddisfatte e sorridenti. Non avevo commesso errori sui tagli, sulle colorazioni richieste. Tuttavia, ripensando ai momenti in cui mi trovavo in negozio, alla frenesia dell’ambiente data dall’intento di voler accontentare tutti e subito, ho realizzato di essermi focalizzata su un singolo aspetto: quando ricevevo le clienti mi occupavo di realizzare il taglio nel modo migliore possibile, ma il servizio iniziava e terminava in quel momento. Non è che non ascoltassi la cliente, tutt’altro: la ascoltavo, ma agivo esattamente come una macchina da lavoro. Mi rifacevo alle tecniche utilizzate durante i corsi, mi concentravo sull’eseguire una piega perfetta; questo però non era abbastanza.

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