Le arti e il gioco nelle strategie educative dell’inclusione: Atti del Convegno
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Anteprima del libro
Le arti e il gioco nelle strategie educative dell’inclusione - Salvatore Colazzo
Frontespizio
Le arti e il gioco nelle strategie educative dell'inclusione
Atti del Convegno
Latina, 28.01.2022
immagine 1immagine 2immagine 3Copyright e credits
Il convegno è stato realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura
immagine 1© 2022
APS Collegium Musicum di Latina
Amaltea edizioni
ISBN 978-88-8406-135-5
In copertina: Luigi Mengoli, SOLO per Chitarra e ...archetto, palloncini, bacchette, fumatore, stracci, gomme, spugne, penne, libri ( novembre 1990)
Sviluppo sensoriale e senso estetico nella pedagogia montessoriana in prospettiva inclusiva
di Ada Manfreda
Abstract
Maria Montessori qualifica l’esperienza e la dimensione sensoriale indispensabili per lo sviluppo intellettuale estetico ed etico-morale del bambino. I l focus principale del processo educativo e dell’apprendimento ruota intorno all’interazione soggetto-oggetto e all’importanza che gli oggetti e l’ambiente hanno nella formazione e auto-costruzione dell’individuo. Questa connessione nel bambino si attua attraverso l’uso e il perfezionamento dei sensi, prima di tutti il tatto con la manipolazione dell’oggetto, la dimensione motoria, ossia il movimento nello spazio in cui il soggetto è immerso, e con l’uso di materiali sensoriali, che Montessori progetta come astrazioni, concetti materializzati di cui il bambino può fare esperienza e attraverso i quali acquisire conoscenza.
Parole chiave : esperienza, soggetto-oggetto, sensi, movimento, materiali sensoriali
Maria Montessori states that experience and the sensorial dimension are indispensable for the intellectual, aesthetic and ethical-moral development of the child. The main focus of the educational and learning process revolves around subject-object interaction and the importance that objects and the environment have in the formation and self-development of the individual. This connection in the child is implemented through the use and improvement of the senses. First of all through to uch with the manipulation of objects, the motor dimension, that is movement in the space in which the subject is immersed, and with the use of sensory materials that Montessori calls abstractions, materialized concepts that the child can experience and through which is able to acquire knowledge.
Key words: experience, subject-object, senses, movement, sensory materials
Nella pedagogia montessoriana si pone attenzione sulla non centratura del visivo e della vista rispetto ai processi di educazione, di apprendimento e, più in generale, ai processi di conoscenza, ovvero i modi attraverso cui apprendiamo, costruiamo il nostro sapere e ci appropriamo del mondo. In questo c’è tutta la dimensione dell’educazione estetica e dell’educazione alla bellezza e quindi parte della cornice generale di questo Convegno di studi. La centratura sulla vista, sul visivo, come senso privilegiato, rispetto a tutti gli altri sensi appartiene alla nostra cultura. Un’importanza che risulta essere riduttiva e impoverente se considerata in riferimento alla complessità e alla multidimensionalità che caratterizza il modo attraverso cui i soggetti apprendono, vivono, interagiscono col mondo esterno e, nello specifico in ambito estetico, con il mondo delle arti visive, delle opere d’arte e con la musica.
Tutte le arti in realtà richiamano alla dimensione multisensoriale e alla relazione oggetto-soggetto che tale dimensione possiede come caratteristica fondamentale. Su questo rapporto soggetto-oggetto, Noi-Mondo
si concentra l’attenzione del presente contributo: l’artefatto esterno a noi può essere cognitivo oppur e estetico ma è pur sempre un artefatto culturale, un oggetto che si pone davanti a noi e che consente di poter esplorare il proprio io. L’interazione con esso non è meccanica ma è fonte di ulteriore autocostruzione e conoscenza di sé. Questo è il quid da cui è partita Montessori nel fare la sua proposta pedagogica.
Fondamentalmente il medico si focalizza sull’importanza che gli oggetti e lo spazio hanno nella formazione dell’individuo. L’autocostruzione del soggetto è fortemente relata all’ambiente entro cui avviene ed è anche relata agli oggetti di cui questo ambiente si compone e tale interazione è il focus principale del processo educativo e dell’apprendimento.
Nell’ambiente la relazione soggetto-oggetto si attua attraverso un elemento che sarà prioritario nel metodo pedagogico scientifico montessoriano, il movimento, ossia la dimensione motoria, che è legata al nesso oggetto-soggetto e al nesso soggetto-ambiente, e la dimensione sensoriale, impegnata nell’attività di interazione che il bambino fa con l’oggetto per conoscere il mondo e autocostruirsi. Montessori evidenzia come il motorio e il sensoriale siano totalmente coinvolti nel processo di formazione del bambino e la modalità attraverso cui avviene tale coinvolgimento è l’azione come pensiero vero e proprio. Pensare e agire sono la stessa cosa, un’intuizione che verrà confermata anche dagli studi successivi delle neuroscienze, le cui ricerche mettono in rilievo l’affinità e la connessione stretta a livello neurologico tra l’atto e il pensiero. Quindi muoversi è pensare, muoversi è conoscere e, soprattutto, muoversi è apprendere.
Da questo punto di vista le arti, per esempio, sono un ambiente (in senso lato) non solo in termini materiali ma anche immateriali, sono spazi
dove il senso motorio ha una centralità e sono luoghi privilegiati di apprendimento e di educazione.
Rispetto all’oggetto questa connessione si realizza con la manipolazione e Montessori intuisce l’importanza della mano e del tatto come primo fra tutti i sensi da coltivare, sollecitare in modo prioritario come stimolo da porre al centro delle azioni educative insieme all’esperienza motoria con l’oggetto.
Sul sensorio Montessori si pone sulla scia degli studi di due medici francesi Jean Marc Itard e Edouard Séguin, presso i quali si recò personalmente prima di elaborare la proposta del metodo. In quell’occasione i due medici lavoravano con bambini e ragazzi affetti da disturbi e disabilità di vario tipo, i cosiddetti bambini deficienti
come venivano chiamati allora. Successivamente la pedagogista elaborò il metodo, una proposta a 360 gradi che, anche se non era destinata esclusivamente ai bambini con disabilità, era fortemente inclusiva perché rivolta a tutti.
Nei suoi studi Edouard Séguin sottolineava il momento del tatto come momento principale dell’educazione sensoriale, Montessori fa propria questa intuizione e vi aggiunge delle osservazioni che sono esemplificative. Dalle prime esperienze come neolaureata in medicina in strutture medico psichiatriche a Roma con bambini deficienti
, alla stesura della tesi in psichiatria, emerge il suo approccio fortemente sperimentale di osservazione sistematica che la condurrà a formulare le proposte presentate nel 1907, quando si trova davanti ai bambini di San Lorenzo a Roma.
Delle esperienze nelle strutture psichiatriche rimane colpita da alcuni episodi, da Lei stessa riportati, in cui descrive spazi desolati, grandi e anonimi, in cui si trovavano questi bambini privi di qualunque tipo di oggetto e di elemento con cui trascorrere il tempo. Montessori osservava che i bambini e le bambine ricoverati in questi luoghi, spogli e privi di stimoli, giocavano con le briciole di pane trovate sul pavimento. Questa è l’evidenza della necessità insopprimibile del bambino e dell’essere umano, del soggetto di toccare, manipolare, compiere delle azioni esplorative con le mani, con il tatto, quindi sensoriali e di agire comunque di fare qualcosa, di mettere in atto dei movimenti, delle azioni.
Da qui la dottoressa svilupperà nella sua proposta l’interesse principale per l’ambiente di apprendimento e per gli oggetti inclusi in esso. Non a caso in alcuni suoi scritti afferma " l’ambiente è il secondo maestro accanto al maestro". Quest’ultimo è lì ma non fa il maestro nel senso classico del termine o comunque per come fino a quel momento si era intesa la relazione maestro e allievo. Quello proposto dalla Montessori non è un maestro trasmissivo direttivo, autoritario, ma è il maestro che sta dietro all’allievo, per guardarlo, osservarlo e seguirlo, non per precederlo, suggerire azioni o anticipare proposte che porterebbero il bambino ad applicare e rispondere a quello stimolo in modo applicativo meccanico, seguendo già un percorso precostituito. Il maestro deve osservare la curiosità che il bambino esprime nel