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Tu... sei il cambiamento: Se non stai cambiando, lo stai scegliendo
Tu... sei il cambiamento: Se non stai cambiando, lo stai scegliendo
Tu... sei il cambiamento: Se non stai cambiando, lo stai scegliendo
E-book143 pagine2 ore

Tu... sei il cambiamento: Se non stai cambiando, lo stai scegliendo

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Info su questo ebook

Se non decidi sarà la vita a decidere per te.
Sarà qualcun altro, che sia una persona o un evento, a farlo al posto tuo. E tu, è inutile negarlo, perderai il controllo del tuo futuro e, forse, ti ritroverai non a vivere ma a lasciarti vivere.
È questo che vuoi? Sono sicuro che la tua risposta sia un no.
Nessuno vuole lasciarsi vivere, tutti in fondo a noi stessi abbiamo il desiderio di tenere fermamente le redini della nostra esistenza e, tutti noi, sappiamo che solo così possiamo costruire il nostro futuro.
Non permettere ad altri (che siano persone o eventi, o il destino stesso) di guidare le tue azioni o condizionare le tue scelte. Non essere un burattino, sii azione, sii cambiamento, sii evoluzione.
Solo così potrai scoprire quello che si nasconde nel tuo profondo.
Solo così troverai la strada per essere felice.
LinguaItaliano
Data di uscita26 giu 2022
ISBN9791221362435
Tu... sei il cambiamento: Se non stai cambiando, lo stai scegliendo

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    Anteprima del libro

    Tu... sei il cambiamento - Matteo Leggieri

    cover.jpg

    Matteo Leggieri

    Tu… sei il cambiamento

    Matteo Leggieri

    ©2022 Matteo Leggieri

    Tutti i diritti sono riservati

    Ogni riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo, deve essere preventivamente autorizzata dall’Autore.

    Matteo Leggieri

    Tu… sei il cambiamento

    Se non stai cambiando, lo stai scegliendo

    Questo libro voglio dedicarlo a Te,

    che hai deciso di intraprendere questo percorso,

    di rendere la Tua vita migliore.

    Perché Tu sei la migliore versione di TE.

    Prefazione

    Matteo è una sorpresa.

    Frequentandolo da anni nelle nostre aule, ne avevo ovviamente già compreso sia il valore che i valori; la vera sorpresa è stata leggere in queste pagine un estratto consapevole di tutto ciò che serve a ognuno di noi per ESSERE FELICI.

    È questo che mi piace, è questo che mi ossessiona da anni.

    Come fanno le persone a essere FELICI?

    Perché la maggior parte non lo è, o lo è a tratti, e sempre troppo brevi?

    In che modo è possibile inseguire e costruire la FELICITÀ?

    Siamo felici quando facciamo qualcosa che non ci piace?

    Abbiamo sempre la forza di inseguire ciò che amiamo?

    Cito testualmente Matteo: Credere in ciò che si fa è facile, fare ciò in cui si crede è piu difficile.

    E in questo scritto, sono certo, troverai spunti, idee e suggerimenti pratici per incamminarti nella direzione giusta.

    Matteo è un ottimo narratore e con le sue parole sa ispirare il lettore che, pagina dopo pagina, ritrova pezzi di sé nei suoi racconti e nei suoi suggerimenti.

    La forza di questo libro sta nel fatto che ti spinge, con gentilezza, a compiere un viaggio attraverso tutte le stagioni dell’animo umano, ognuna di essa meritevole di essere compresa e, per quanto possibile, gestita:

    il cambiamento e la paura del cambiamento;

    l’importanza del diventare e non solo dell’ottenere;

    l’amarsi come una chiave per sentirsi bene con sé stessi;

    il miglioramento continuo;

    la flessibilità e la resilienza;

    il buio e la speranza.

    La vera potenza di questo libro sta nell’esempio: Matteo, ciò che scrive, l’ha vissuto e lo vive.

    Si sente.

    Arriva dritto al cuore.

    Ed è questo che emerge in ogni pagina: una testimonianza vivente e grondante della volontà di restituire ciò che ha compreso vivendo.

    E lo sappiamo bene, oggi più che mai, quanto necessitiamo di esempi positivi…

    In fondo, le persone hanno bisogno delle persone.

    Buona lettura, anzi, buon viaggio…!

    San Marino, 10 Aprile 2022

    Gianluca Spadoni

    Introduzione

    La genesi di un cambiamento

    Se non decidi,

    sarà la tua vita a decidere per te.

    Ormai mancano pochi giorni a Natale. Un nuovo Natale, e poi l’arrivo di un altro anno. Un anno nuovo di zecca che, sono certo, si prospetta positivo sotto tantissimi punti di vista, oltre che foriero di bellissime e inaspettate novità positive. Nella mia vita, ma anche nella vita di tutti noi. Perfino nella tua, caro lettore. Lo so, posso sembrare molto positivo (per qualcuno forse un po’ troppo) soprattutto in un periodo come quello che si sta vivendo, dopo gli eventi nefasti che hanno coinvolto tutto il nostro mondo negli ultimi anni. Ma siamo sinceri, lasciarsi prendere dallo sconforto o dalla negatività a che serve? Sarai concorde anche tu che non servirebbe a niente.

    Le difficoltà che stanno unendo tutti noi non sparirebbero, gli effetti di una pandemia che ha messo in ginocchio tutto il mondo non sarebbero cancellati in un istante. Però quegli stessi effetti, con l’atteggiamento giusto, potrebbero essere contenuti.

    Converrai con me che lasciarsi andare a una visione negativa e disperata di una situazione già critica non solo non risolverebbe il problema, ma, anzi, probabilmente lo peggiorerebbe, e alla fine anche se la speranza è quella di superare un momento difficile si otterrebbe esattamente l’effetto opposto. Hai presente tutte quelle parole spese su argomenti come profezia auto-avverante o cose similari? Ecco, io penso che non siano parole astratte, tanto astruse o assurde, al contrario, io penso che davvero ognuno di noi, se permettesse allo scoramento o alla negatività di prendere il sopravvento, potrebbe arrivare a innescare una di queste profezie, se così le vogliamo definire.

    Se ognuno di noi si lasciasse influenzare e permettesse alla paura che possa accadere una qualsiasi cosa di prendere il sopravvento, rischierebbe sul serio di innescare un processo di eventi che alla fine farebbe avverare quel timore. In sintesi, se hai paura di qualcosa e permetti a questa paura di dominarti, di tenerti in un certo qual modo prigioniero, quel qualcosa finisce per realizzarsi veramente, quasi come se fossi tu stesso a innescare una serie di meccanismi che portano alla realizzazione di quel determinato evento negativo.

    So anche cosa stai pensando in questo momento, dopo aver appena letto ciò che ho scritto. Starai pensando: per forza tu riesci a guardare il lato positivo delle cose, se non sei positivo tu, che sei un mental coach, chi dovrebbe esserlo?

    E su questo in parte ti do ragione, ma solo in parte però. Perché io mental coach non ci sono mica nato. Lo sono diventato, anzi ho scelto di diventarlo. Soprattutto ho scelto di decidere.

    Decidere della mia vita e come condurla, decidere le scelte da fare per migliorare me stesso e la mia esistenza. In fondo, è proprio come recita la frase che ho scelto di inserire all’inizio di questa introduzione Se non decidi, sarà la tua vita a decidere per te. E io, a un certo punto della mia vita, ho deciso, o meglio ho scelto di essere io a decidere e a non permettere che fosse la mia vita a decidere per me.

    Un concetto contorto? Molto meno di quanto tu possa pensare. Al contrario, si tratta di un concetto molto semplice e, soprattutto, applicabile alla vita quotidiana da chiunque. Che cosa serve per metterlo in pratica? Una buona dose di determinazione, la voglia di evolversi, la predisposizione ad accettare il cambiamento e, forse, un pizzico di coraggio (o anche incoscienza, se vuoi).

    Riflettici, con questi ingredienti si può creare un impasto perfettamente equilibrato che darà vita alla genesi di un cambiamento. Da lì parte poi tutto, dal cambiamento!

    Tutto cominciò a Natale

    Mancano pochi giorni a Natale, come ho detto prima, e sono qui nel mio ufficio e non vedo l’ora di dare la bella notizia agli altri. Ho appena chiuso una chiamata con un cliente importante e ho appena ottenuto un nuovo appalto. Saranno tutti al settimo cielo, i ragazzi, le mie figlie, mia moglie e perfino la Maria sarà contenta. Lei che dopo pochi mesi pensava che avremmo addirittura chiuso, che lavorava con me nella ditta dove ero impiegato ma che per un bel pezzo ha mantenuto anche quel lavoro da dipendente.

    A pensarci bene, io sono stato quello che ha osato più di tutti, il più incosciente, quello che si è licenziato da un lavoro come dipendente e si è buttato a capofitto, anima e corpo, in una nuova impresa. Quello che ha rischiato in prima persona perché ci ha creduto sempre in questo progetto, fin dal suo inizio. Quello che tra poco darà la notizia a tutti di un altro lavoro importante, come quasi tutti quelli che ci assegnano da tempo ormai. Ma non è sempre stato così, non è sempre stato facile ottenere la fiducia dei clienti. Anzi, all’inizio le cose erano molto differenti rispetto a oggi.

    Osservo il piccolo albero di Natale addobbato con palline colorate e una fila di luci che si illuminano a intermittenza. Rossa, blu, gialla, bianca, verde. Per poi riprendere di nuovo. L’albero se ne sta fermo lì, luminoso e rassicurante, in un angolo vicino alla finestra di questo ufficio.

    Un simbolo che non è solo quello di una festa importante per me, ma che è anche rappresentativo di un momento topico e unico per questa azienda. E fa riaffiorare ricordi lontani, ma mai sbiaditi davvero, nonostante gli anni. Mi fa tornare al Natale del 2015, quella festa in cui arrivò la svolta, quel Natale è stato lo spartiacque per la nostra azienda.

    Il momento in cui, dopo ben sei mesi di buio e difficoltà, trascorsi alla disperata ricerca di clienti che ci prendessero sul serio, mesi passati anche – lo ammetto – a pensare di voler abbandonare il progetto, è arrivata la bella notizia che ha dato l’avvio non solo a tante belle notizie che sono seguite, ma che è anche stata il volano perché questa azienda fosse finalmente in grado di decollare. Lanciata su un mercato ancora poco conosciuto e riconosciuto, ma che aveva in sé un seme che avrebbe germogliato in un rigoglioso futuro. Il mercato della sanificazione, termine che all’epoca era poco tenuto in considerazione ma che, oggi, è diventato uno dei mercati, oserei dire, quasi dominanti.

    Avevamo un solo cliente in quella fine di dicembre – anche se avevamo aperto l’azienda fin dal mese di agosto – ovvero il più grande gruppo in Capitanata per i trasporti pubblici. Un cliente decisamente importante, con un nome conosciuto e altisonante ma che a noi aveva assegnato pochissimi incarichi che rappresentavano le briciole di ciò che sarebbe arrivato poi.

    Lo avevo cercato io quel cliente. Ero andato personalmente a proporre il nostro servizio di sanificazione. All’inizio della nostra attività eravamo in un periodo, come ho già detto, dove quello della sanificazione era ancora un servizio in fase embrionale.

    Loro rappresentavano e rappresentano la quasi totalità del servizio dei trasporti del nostro territorio, sia su gommato con i loro pullman, sia quello ferroviario. Avevano l’esigenza di pulire i loro pullman in modo maggiormente professionale. E sono stato io a introdurre la parola sanificazione nei nostri discorsi. Una parola che, come ho detto, all’epoca era ancora semisconosciuta. E devo dire che ho suscitato la loro curiosità e attirato la loro attenzione. Così hanno voluto approfondire. Ma non è bastato, lo devo ammettere.

    Per ben tre mesi non ci hanno affidato alcun lavoro.

    Poi, quasi come a volerci fare contenti, ci hanno assegnato la sanificazione di uno dei loro bus. Proprio una sorta di contentino. Comunque era pur sempre un inizio. E, come ripeto sempre io, con la determinazione, la perseveranza e la caparbietà anche un piccolo seme può diventare un albero forte e robusto. L’importante è che questo seme non venga lasciato nella terra a marcire ma venga curato, annaffiato e protetto dal gelo per farlo diventare, un giorno, un arbusto prima e un albero forte e solido poi.

    Nei mesi che sono seguiti il lavoro si è svolto più o meno con quel tenore, niente di eclatante, eravamo un po’ come una piccola imbarcazione che sta a malapena a galla sul pelo dell’acqua.

    Sono stati mesi difficili, soprattutto perché uno dei compiti tra i più gravosi che mi

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