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Edgar Cayce e il karma familiare: I legami nascosti che ci uniscono
Edgar Cayce e il karma familiare: I legami nascosti che ci uniscono
Edgar Cayce e il karma familiare: I legami nascosti che ci uniscono
E-book217 pagine3 ore

Edgar Cayce e il karma familiare: I legami nascosti che ci uniscono

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Info su questo ebook

Chiamato “il padre della medicina olistica” e “il sensitivo più documentato di tutti i tempi”, Edgar Cayce (1877-1945) fu conosciuto per la sua incredibile precisione e per un lascito medianico che, molto tempo dopo la sua morte, continua ancora ad aiutare e ispirare persone in tutto il mondo. Dalla pubblicazione nel 1943 della prima biografia, sono stati scritti centinaia di libri sulla sua vita e la sua opera. Oltre alle sue informazioni sulla salute e l’intuizione, Cayce venne conosciuto per le idee illuminanti che forniva sulla storia antica, sulla spiritualità ecumenica, sull’interpretazione dei sogni, e per essere stato uno dei primi nell’emisfero occidentale a indagare a fondo i meccanismi di reincarnazione, karma e il viaggio dell’anima. Secondo lui il karma potrebbe essere compreso meglio come memoria. Invece di un debito fra persone o anche un destino immutabile, Cayce era convinto che il karma fosse più simile a un banco di memoria inconscia a cui un individuo attinge e che influisce sulle sue scelte. Certo, questa memoria karmica può incidere su esperienze e relazioni, tuttavia il libero arbitrio rimane l’elemento più forte per determinare come un individuo fa l’esperienza della propria vita.
LinguaItaliano
Data di uscita7 lug 2014
ISBN9788827225646
Edgar Cayce e il karma familiare: I legami nascosti che ci uniscono
Autore

Kevin J. Todeschi

Studioso della natura transpersonale dell’uomo, esperto di interpretazione dei sogni, per più di vent’anni ha trasmesso ai suoi allievi l’insegnamento di Edgar Cayce. Le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato il suo precedente libro Edgar Cayce e le anime compagne.

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    Edgar Cayce e il karma familiare - Kevin J. Todeschi

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    EDGAR CAYCE E IL KARMA FAMILIARE

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    I legami nascosti che ci uniscono

    KEVIN J. TODESCHI

    Traduzione a cura di www.edgarcayce.it

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    Copyright

    Edgar Cayce e il karma familiare, i legami nascosti che ci uniscono

    di Kevin J. Todeschi

    Traduzione a cura di www.edgarcayce.it

    Le letture di Edgar Cayce © 1971, 1993, 1994, 1995, 1996 by the Edgar Cayce Foundation, Virginia Beach, Virginia.

    Titolo originale dell’opera: FAMILY KARMA: THE HIDDEN TIES THAT BIND o © Copyright 2005 by Kevin J. Todeschi / A.R.E. Press, 215 67th Street, Virginia Beach, VA 23451-2061, USA

    Per l’edizione italiana: © Copyright 2014 by Edizioni Mediterranee Via Flaminia, 109 00196 Roma

    ISBN 978-88-272-2564-6

    Prima edizione digitale 2014

    © Copyright 2014 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Non v’ingannate, Dio non si può beffare,

    perché ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà.

    Galati 6, 7

    Prefazione

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    La vita è un’esperienza del tutto conforme alle leggi. Quest’affermazione è una verità assoluta a dispetto dei nostri sentimenti personali contrari: la vita È un’esperienza del tutto conforme alle leggi.

    Benché nessuno possa mettere in discussione il fatto che innumerevoli leggi dominino, modellino e guidino la nostra vita di tutti i giorni, molti metterebbero forse in dubbio l’assoluta conformità della vita alle leggi. Certo, abbiamo delle leggi riguardo a comportamento, beni, guida, attività commerciali, relazioni, tasse, controllo di qualità, affari internazionali, trasporti, istruzione, condotta personale – e la lista va ancora avanti. Fra queste leggi abbiamo quelle che riguardano tutti, come per esempio le leggi contro le attività criminali. Abbiamo anche delle leggi che sono state fatte per un pubblico più limitato, come per esempio le leggi che vietano la compravendita di titoli utilizzando informazioni privilegiate. Abbiamo delle leggi che riguardano solo aree individuali, come per esempio gli accordi di alleanza, e abbiamo delle leggi che si riferiscono solo a specifiche religioni (come per esempio le leggi dietetiche), culture (come l’abbigliamento giusto) o paesi (come restrizioni di viaggio e commercio). Le leggi sono un elemento costante comune nella nostra vita.

    Tuttavia, non è necessariamente a causa delle leggi fatte dall’uomo che la vita è del tutto conforme alle leggi; anzi, a volte è addirittura a dispetto di queste leggi che ha origine la conformità personale alle leggi. La vita è un’esperienza del tutto conforme alle leggi perché c’è una legge superiore che è di portata universale, eppure resta generalmente sconosciuta a innumerevoli individui in tutto il mondo. È una legge che è sempre in vigore, che è valida in qualunque circostanza e che entra in azione in ogni situazione. È una legge che è pertinente e legata a ogni azione, ogni pensiero, ogni parola detta e ogni attività. Questa legge governa tutte le persone ovunque – senza eccezione – ed esiste dall’alba della Creazione. Questa legge è la legge del karma, e in un senso molto reale e letterale è la legge più legittima di tutte le leggi che governano l’umanità.

    Karma è una parola sanscrita che significa azione. È collegata con causa ed effetto e col fatto che ogni individuo sta costantemente facendo fronte alle conseguenze delle sue scelte precedenti. Benché i meccanismi del karma siano illustrati ripetutamente nelle Sacre Scritture, generalmente la maggior parte degli studiosi della Bibbia tralasciano o semplicemente non riconoscono le informazioni come pertinenti alla legge del karma. Tuttavia, espressioni come Tu eri in Eden, giardino di Dio […]. Perfetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato creato, finché fu trovata in te l’iniquità (Ezechiele 28, 13-15); se uno conduce in cattività andrà in cattività (Apocalisse 13, 19); […] con la misura con la quale misurate sarete misurati (Matteo 7, 2; Marco 4, 24; Luca 6, 38) e l’affermazione di Gesù che tutti quelli che metteranno mano alla spada periranno di spada (Matteo 26, 52), per esempio, sono solo alcuni dei molti esempi biblici che descrivono in modo chiaro l’attività conseguente della legge karmica!¹

    A volte gli individui per cui la legge del karma e il procedimento con cui la reincarnazione opera sono nuovi protestano che questi concetti sembrano attenuare il dono divino del libero arbitrio; in realtà, tuttavia, è vero il contrario. Senza karma e reincarnazione, le iniquità della vita sembrano diventare la responsabilità finale del Creatore e il libero arbitrio è solo nostro quando cerchiamo di affrontare ciò che Dio, a quanto pare fortuitamente, ci ha concesso. Come minimo, questa visione così miope lascerebbe intendere che il libero arbitrio non sia affatto libero, e, fondamentalmente, indicherebbe che un Creatore giusto e amorevolissimo non sia tanto giusto e amorevole quanto spereremmo che sia.

    Secondo il celebre studioso delle religioni mondiali Huston Smith, invece di minare la libertà di scelta, il karma garantisce la natura impegnativa del libero arbitrio, un universo completamente morale e una responsabilità personale totale:

    Ogni individuo è interamente responsabile per la sua condizione attuale e avrà esattamente il futuro che sta creando adesso. La maggior parte della gente non è disposta ad ammettere questo. Queste persone preferiscono, come dicono gli psicologi, fare proiezioni – collocare la fonte delle loro difficoltà al di fuori di esse. Vogliono delle giustificazioni, qualcuno a cui dare la colpa per poter essere discolpate […]. [Tuttavia,] tutti ricevono esattamente ciò che meritano […].

    Smith, p. 64

    Similmente, Rudolf Steiner (1861-1925), il grande filosofo austriaco, educatore e fondatore della Società Antroposofica, collegava le esperienze karmiche di un individuo con la libertà personale assoluta di scelta:

    Così, in ultima analisi, siamo noi che, con la parte più elevata del nostro essere, abbiamo voluto il nostro karma. Ogni volta che piangiamo il nostro destino sulla Terra e ci lamentiamo della nostra sorte avversa, recriminiamo la nostra propria scelta, non la scelta di qualche dio o dei dispotici che ci hanno giocato un brutto tiro. Di conseguenza, il vizio che nessuno che ha conoscenza del karma dovrebbe permettersi è l’invidia, quella della situazione di vita di qualcun altro o dei suoi talenti, fortuna o amici. Perché abbiamo ciò che abbiamo scelto e meritato e ciò che ci fa bene. Qui comincia la nostra libertà terrena. Possiamo, come diciamo in modo così vero, fare il miglior uso possibile delle nostro circostanze; possiamo accettarle completamente sapendo che sono ciò che

    ci serve per il nostro progresso spirituale. Abbiamo costruito la nostra casa e ora è compito nostro viverci.

    Easton, p. 156

    A volte persino i fautori di reincarnazione e karma hanno difficoltà ad accettare la responsabilità di azioni commesse da un sé passato in vite precedenti. Tuttavia, quando questo avviene, generalmente implica la prospettiva di nient’altro che da sette a dieci decenni in attività, invece di vedere le diverse esperienze dell’anima come un’esistenza continua. Il proverbio indù dell’albero del mango illustra in modo chiaro la natura di questa continuità:

    C’era un reame in cui un uomo fu sorpreso a rubare un mango dalla proprietà di un altro uomo. Il proprietario ottenne un’udienza dal re e portò il ladro con sé davanti al sovrano per avere giustizia. Senza indugio il ladro proclamò la sua innocenza: Vostra Maestà, non sono colpevole di reato perché non ho preso il mango di quest’uomo – quello che lui ha piantato nella terra è diverso da quello che ho preso. Non ho commesso reato perché il suo mango resta dove lui l’ha piantato. Tuttavia il re fu d’accordo col proprietario e dichiarò: Sei colpevole perché l’ultimo mango è derivato dal primo. Quello che hai preso è una continuazione di quello che è stato piantato.

    A dispetto di questa illustrazione della continuità individuale, alcune persone potrebbero allora protestare: Beh, allora perché non mi ricordo le mie vite passate?. La verità della questione è, però, che innumerevoli individui sono stati in grado di diventare coscientemente consapevoli delle proprie vite passate, e, in realtà, tutti si ricordano a un livello inconscio. Riguardo all’acquisizione di una consapevolezza cosciente, numerosi libri come Piccole anime senza tempo. I bambini raccontano le loro vite precedenti di Carol Bowman, Molte vite, un solo amore di Brian Weiss e decenni di ricerca fatta da individui come il dott. Ian Stevenson, autore di Reincarnazione: 20 casi a sostegno, tutti confermano che la gente d’ogni ceto e provenienza è stata in grado di scoprire la realtà di reincarnazione e karma nella propria vita personale.

    Quanto alla consapevolezza inconscia, le inclinazioni, i talenti, le paure, le attese di ogni individuo e i pensieri e le opinioni di altre culture, razze, religioni e periodi storici hanno spesso origine in ricordi inconsci di esperienze fatte in vite passate. Inoltre, siccome la legge del karma è inestricabilmente intessuta con la natura dell’umanità, in tutta la storia una consapevolezza inconscia di questa legge ha anche portato a descrizioni del karma nelle scritture religiose mondiali, nelle leggende, nelle storie primitive o universali, nelle fiabe e nel mito.

    Certamente una delle descrizioni mitiche più famose dell’incapacità di un individuo di sottrarsi al proprio fato karmico viene fatta nella storia di Edipo. In breve, Edipo nacque come figlio del re e della regina di Tebe. La gioia della coppia per questa nascita fu di breve durata quando fu profetizzato che loro figlio era destinato a uccidere suo padre e sposare sua madre. Per scongiurare la profezia, la coppia ordinò di portare via il bimbo e di ucciderlo. Un servitore portò il neonato fuori città, ma invece di eseguire gli ordini, il servitore ebbe pietà e semplicemente abbandonò il bimbo nel bosco – affidando la sorte del ragazzo ai capricci degli dei e degli elementi.

    Poco tempo dopo il neonato fu trovato da un pastore che lo portò a Corinto. Il bimbo fu adottato all’istante dal re e dalla regina di Corinto, dato che non avevano figli propri. Il bambino ebbe il nome Edipo e fu cresciuto come un principe nella città, ignaro della sua provenienza o adozione.

    Quando Edipo raggiunse l’età adulta, consultò l’oracolo di Delfi sul suo destino. Quando l’oracolo proclamò che era destinato a uccidere suo padre e sposare sua madre, Edipo promise solennemente di lasciare Corinto come espediente per evitare la profezia. Viaggiò verso Tebe e in cammino litigò con un ricco viaggiatore e in seguito lo uccise. A sua insaputa era il re di Tebe – suo padre. Dopo il suo arrivo a Tebe, un mostro con le sembianze di sfinge continuamente minacciava la città. Poiché la gente viveva nella paura, i cittadini dichiararono che chi avrebbe sconfitto il mostro avrebbe sposato la regina diventata vedova e sarebbe stato elevato alla statura di re. Alla fine il compito toccò a Edipo, che uccise il mostro e sposò la regina, adempiendo, senza volerlo, alla seconda metà della profezia e al suo stesso destino sposando sua madre naturale.

    L’attività consequenziale della legge karmica viene anche illustrata in modo chiaro in molti esempi biblici, compresa la parabola di Gesù dei talenti:

    Poiché il regno dei cieli è come un uomo che, partendo per un viaggio in un paese lontano, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Allora colui che aveva ricevuto cinque talenti andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli ripose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il talento sotterra: ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

    Matteo 25, 14-30

    Invece di indicare che Dio minaccia di spedire un individuo all’inferno se non è finanziariamente responsabile o che il divino si interessa in qualche modo della quantità di talenti (o denaro) che un individuo può procurarsi, la parabola descrive piuttosto l’attività consequenziale della scelta, volontà e attività individuale. In altre parole, la vita è un’esperienza del tutto conforme alle leggi che ricompensa o disapprova il comportamento individuale. A dire il vero, alcuni potrebbero semplicemente vedere nella parabola la descrizione dell’ultima ricompensa o punizione che arriva dopo la vita terrena, ma se questo è il caso, perché il servo con i due talenti non ricevette esattamente la stessa ricompensa del servo con cinque talenti? Seguendo questo ragionamento, perché un servo che risultò pigro, ignorante o timoroso ricevette la dannazione eterna? Invece di indicare che in cielo ci sono vari livelli di ricompensa o che i pigri potrebbero andare all’inferno, Gesù descrive piuttosto l’esatta natura della legge riguardo a causa ed effetto. Questa legge è anche nota come la legge del karma.

    Questo stesso rispetto delle leggi è riflesso in molti miti e in molte fiabe, così come nelle reazioni delle persone a quelle storie riguardo alla loro aspettativa subconscia che alla fine ogni cosa andrà a finire nel rispetto delle leggi, in modo giusto, nel migliore dei modi e anche che vissero felici e contenti. Altrimenti la storia non sembra giusta. In altre parole, c’è una comprensione e un’aspettativa innata che le leggi che governano l’universo siano completamente ordinate e che, alla fine, tutti ricevano esattamente ciò che meritano. Una comprensione di questa legge è illustrata in innumerevoli classici che sono stati tramandati da una generazione all’altra. Che si tratti del fatto che, alla fine, Dorothy torna a casa nel Mago di Oz, nonostante numerosi ostacoli; o che Cenerentola, invece di una delle sue sorellastre, sposa il principe; o che Frodo infine sconfigge l’oscuro signore Sauron e l’anello del potere, noi siamo confortati dal fatto che l’universo è completamente rispettoso delle leggi.

    Tuttavia, nonostante questa comprensione innata della conformità della vita alle leggi, anche gli individui che conoscono il termine karma spesso si sbagliano riguardo al suo vero significato. Il karma non è un debito, non è una punizione, non è unfato inevitabile, non è qualcosa che esiste fra le persone, e infine non è nemmeno di natura buona o cattiva. Karma è semplicemente una forza interattiva, energetica, che è messa in movimento attraverso il nostro intento, desiderio, pensiero, azione e parola e, pertanto, modella e forma la conseguenza risultante di tutte le nostre azioni. È una costante universalmente valida e dinamica che è collegata strettamente con ogni cosa che riguarda il fatto di essere umani.

    Tenendo questo a mente, il mistico cristiano del ventesimo secolo Edgar Cayce (1877-1945) lasciò intendere che il karma potrebbe essere compreso meglio come memoria. Invece di un debito fra persone o anche un destino immutabile, Cayce era convinto che il karma fosse più simile a un banco di memoria inconscia a cui un individuo attinge e che influisce sulle sue scelte. Certo, questa memoria karmica può incidere su esperienze e relazioni, tuttavia il libero arbitrio rimane l’elemento più forte per determinare come un individuo fa l’esperienza della propria vita.

    Chiamato il padre della medicina olistica e il sensitivo più documentato di tutti i tempi, Cayce fu conosciuto per la sua incredibile precisione e per un lascito medianico che, molto tempo dopo la sua morte, continua ad aiutare e ispirare persone in tutto il mondo. Dalla pubblicazione nel 1943 della prima biografia di Cayce, Vi è un fiume, sono stati scritti letteralmente centinaia di libri sulla sua vita e la sua opera. Oltre alle sue informazioni sulla salute e l’intuizione, Cayce divenne conosciuto per le idee illuminanti che forniva su storia antica, spiritualità ecumenica, interpretazione dei sogni, e per essere stato uno dei primi nell’emisfero occidentale a indagare a fondo sui meccanismi di reincarnazione, karma e viaggio dell’anima².

    Descrivendo come la legge karmica opera nella vita delle persone, una volta Cayce disse a uno studente cristiano ventitreenne di elettrotecnica che la si potrebbe addirittura paragonare al processo assimilatorio del corpo. Si può dire che questa memoria, una volta assimilata, ha un’influenza

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