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Sono nata in un piccolo borgo...
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E-book102 pagine1 ora

Sono nata in un piccolo borgo...

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Info su questo ebook

"Sono nata in un piccolo borgo...", un'opera di Catia Facchini
LinguaItaliano
Data di uscita6 dic 2022
ISBN9791221417258
Sono nata in un piccolo borgo...

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    Sono nata in un piccolo borgo... - Catia Facchini

    Prima parte : Buda

    Sono nata in un piccolo borgo chiamato Le Brutte, ufficialmente Aia Brutte, borgo di Buda, frazione del Comune di Medicina, come dicono i bolognesi: nella bassa. Come inizio non c’è male dato il nome della località, era il 1° dicembre 1953, una notte freddissima e con una nebbia che non si vedevano i fossi.

    I miei genitori Pia e Dante si erano conosciuti molto giovani, 16 anni la mamma e 19 papà.

    Entrambi erano orfani di padre da piccolissimi.

    La mamma era la più grande di quattro fratelli e rimase orfana del nonno Augusto all’età di 8 anni. La nonna Albertina viveva nella casa del marito con i bambini e non potè opporsi quando fecero smettere la mamma di andare a scuola perché doveva andare nei campi a controllare che i maiali non sparissero.

    A mia madre sarebbe piaciuto continuare a studiare ma, prima di fare l’esame di quinta elementare non le permisero più di andare a scuola.

    Dopo questo episodio la nonna decise di andare ad abitare da sola con i suoi bambini, nonostante le difficoltà economiche.

    La conseguenza fu che la mamma a 12 anni dovette andare a servizio presso una famiglia a Bologna. La mamma trovò lavoro presso una coppia di giovani appena sposati e proprietari di una tabaccheria: dato che entrambi erano impegnati tante ore nel negozio lei faceva i lavori di casa. Il fratello della mamma, Giorgio, secondogenito, fu invece mandato a garzone presso una famiglia di mezzadri in un podere sulla via di Portonovo. Viveva insieme a tutti gli altri componenti della famiglia e dopo qualche anno si innamorò di una delle figlie di nome Gabriella. Fu uno scandalo perchè nacque mia cugina Ezia senza che i due ragazzi, molto giovani, fossero sposati. Comunque, si sposarono dopo la nascita della bambina e sono rimasti insieme tutta la vita.

    Mio padre era il più grande di tre fratelli e rimase senza papà, il nonno Pompeo, a 5 anni. Non so a quale età cominciò a lavorare e come fece la nonna Nerina a mantenere i suoi tre bambini facendo la bracciante.

    Sta di fatto che entrambe le nonne riuscirono a crescere i loro figli nella più assoluta onestà ,

    superarono la guerra e quando furono pronti si costruirono una famiglia.

    La mamma, modestamente, mi ha sempre detto che erano la più bella coppia di fidanzati di Buda e Portonovo e che lei aveva le gambe più belle di tutte le altre ragazze.

    (Mamma a Massa Carrara in spiaggia)

    (Mamma e papa fidanzati)

    Mio padre fece il militare nel corpo dei Bersaglieri e mentre era soldato cominciò la guerra. Fu fatto prigioniero dai tedeschi e internato in un campo lavoro a Essen.

    Non ci ha mai raccontato cose brutte della sua prigionia, non so se perché le teneva dentro e non è stato capace di esternarle o se, effettivamente, non ha né visto né subìto violenze, torture e tutto ciò che si sa accadde nei campi di prigionia.

    Papà disse di essere stato fortunato ad essere inserito in un campo lavoro dove poté continuare a fare il muratore e dove gli insegnarono ancora di più il mestiere.

    Il guardiano tedesco del suo gruppo fu una persona umana che non li trattò mai male e, nonostante i cibi fossero sempre con dentro lo zucchero, ne ebbe sempre abbastanza da non patire mai la fame.

    (Papà bersagliere)

    (Stella in legno costruita da papà durante la prigionia)

    Tornò a casa quasi senza denti per colpa del cibo dolcificato ma TORNO’ A CASA!

    Continuò a fare il muratore e mise in opera quello che aveva imparato nel campo di lavoro in Germania. Fu apprezzato dai suoi datori di lavoro e si inserì alla Cooperativa Muratori di Medicina.

    I muratori più anziani lo chiamavano Babòch perché era il più giovane e aveva l’aspetto di un ragazzino.

    (Mio padre sulla scala)

    I miei genitori si sposarono il 25 aprile 1948 dopo essersi ripresi un po’ dalla guerra.

    Andarono a sposarsi in bicicletta alla Chiesa di Buda, la mamma aveva un cappotto grigio di stoffa millerighe con dei bottoni grandi neri (che ho ancora nella scatola dei bottoni) e papà non l’ho mai saputo.

    Ho un vago ricordo della mamma che racconta che a casa li aspettavano le rispettive mamme che avevano preparato il pranzo per gli sposi e i parenti più stretti, ma tutto molto alla buona perché non c’erano mezzi per fare di più.

    Non ho mai visto foto del matrimonio.

    Dopo la cerimonia andarono ad abitare alle Brutte di Sotto.

    Le Brutte si trovano in mezzo alle frazioni di Buda e Portonovo.

    La mamma abitava in una casa detta Il merlo dietro al borgo Le Brutte e papà nella zona a sud chiamata Brutte di sopra .

    Il borgo era circondato da 4 canali: dal mio cortile guardando in direzione Buda ci sono lo Scaricabarche e la Menata rispettivamente a destra e a sinistra e due fossi più piccoli davanti e dietro.

    A destra della mia casa, oltre lo Scaricabarche, fino al 1965 era tutta risaia.

    Dopo quasi 6 anni di matrimonio sono nata io.

    Quando mia madre cominciò ad avere le doglie (assistita dalle altre donne del borgo, tra cui sicuramente la Zia Tugnina, nonna della Mirca) mio padre andò a chiamare la levatrice.

    Partì in motorino (e di grazia che aveva il motorino e non solo la bicicletta) e, a causa della nebbia , con l’ostetrica sul suo motorino caddero in

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