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Donne verso i 40 anni e oltre: La guida pratica e definitiva per restare giovani e in forma con il metodo in linea donna
Donne verso i 40 anni e oltre: La guida pratica e definitiva per restare giovani e in forma con il metodo in linea donna
Donne verso i 40 anni e oltre: La guida pratica e definitiva per restare giovani e in forma con il metodo in linea donna
E-book151 pagine2 ore

Donne verso i 40 anni e oltre: La guida pratica e definitiva per restare giovani e in forma con il metodo in linea donna

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Info su questo ebook

Cosa significa “prendersi cura di sé?”
Per molti vuol dire dedicarsi alle proprie attività preferite, per altri, invece, contornarsi di persone amate. Non è semplice dare spiegazione universale a un’affermazione del genere, proprio perché il “benessere”; in senso lato, rappresenta qualcosa di diverso per ognuno di noi. È possibile però
quantomeno tracciare una linea, una direzione da seguire, e per il mio modo di vedere le cose “prendersi cura di sé” significa soprattutto “non lasciarsi indietro”.
Indietro rispetto a cosa? Rispetto agli impegni quotidiani, alle commissioni, ai bisogni della famiglia, dei figli, del marito. Indietro rispetto a un numero praticamente infinito di cose che, negli anni, sembrano avere sempre la priorità rispetto alle proprie esigenze.
Questo libro nasce dalla volontà di rimettere la donna al centro, non sostituendo le priorità ma aggiungendovisi. Perché il proprio benessere personale è fondamentale per se stessi e per le persone e le cose vi ruotano intorno. Benessere personale che inizia, ovviamente, da un riequilibrio e un rimodellamento del proprio corpo.
LinguaItaliano
EditoreBookness
Data di uscita14 dic 2022
ISBN9791254891308
Donne verso i 40 anni e oltre: La guida pratica e definitiva per restare giovani e in forma con il metodo in linea donna

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    Anteprima del libro

    Donne verso i 40 anni e oltre - Orsola Bruno

    Introduzione

    «Si accomodi, prego.»

    «Gr… grazie, sa io…»

    «È un po’ agitata vero?»

    «Un po’.»

    «È normale, non si preoccupi.»

    «No no non è che mi preoccupo, è che…»

    «Mi dica.»

    «Guardi non si offenda, ma il fatto è che se mi chiede perché sono venuta da lei, in realtà non lo so nemmeno io.»

    «Perché dovrei offendermi?»

    «Beh sembra quasi che non rispetti il suo lavoro.»

    «Al contrario, dicendo questo lei dimostra di rispettarlo moltissimo invece.»

    «In che senso?»

    «Nel senso che ha paura, e questo è l’effetto che fa quando qualcosa inizia a smuoversi

    «Smuoversi… troppe cose dovremmo smuovere qui, dottoressa.»

    «Immagino.»

    «Se solo sapesse che vita faccio.»

    «Potrebbe iniziare a dirmelo lei, se le va.»

    «Ce l’ha una giornata?»

    «Ho tutto il tempo che vuole. Cominciamo da qualcosa di semplice però. Mi racconti qualcosa di lei.»

    «Allora, che mi chiamo Loredana già lo sa. Ho 52 anni, lavoro nella filiale di una banca importante qui in città. Mi occupo di servizi al cittadino.»

    «Le piace?»

    «Si molto, è impegnativo però. Il mio reparto è cresciuto molto nel tempo. Sono entrata che avevo 26 anni e offrivamo sì e no dieci tipologie di servizi per i cittadini. Oggi ne abbiamo più di cinquanta! Inoltre il gruppo finanziario si è sviluppato in modo verticale, motivo per cui abbiamo cambiato sede più volte, sempre crescendo in numero di impiegati e in spazi a disposizione.»

    «Beh, è una cosa bella però no?»

    «Si… certo..»

    «Non mi sembra convinta.»

    «No no, è che non sono abituata a parlare di queste cose.»

    «Queste cose?»

    «Si, il lavoro. Sa, a casa ormai è tutto assorbito dalla routine. È anche difficile che spunti fuori la domanda Com’è andata oggi?, figuriamoci Ti piace ancora il tuo lavoro?. Fantascienza!»

    «Beh la famiglia, si sa, è croce e delizia…»

    «Più croce, certe volte.»

    «Quanti siete?»

    «Siamo quattro, io, mio marito e i nostri due figli: Marco e Viviana, 15 e 9 anni.»

    «Caspita..»

    «Si, lo so, ci siamo mossi tardi. Ero già grandicella con Marco, si figuri quando ho fatto Viviana.

    «D’altronde i figli quando arrivano arrivano.»

    «Eh sì, più che altro perché Davide, mio marito, per molto tempo non ha avuto un lavoro stabile. Quindi abbiamo aspettato di sistemarci un po’ prima di fare figli.»

    «Pentita di aver aspettato?»

    «No per niente, eravamo consapevoli della nostra scelta, è che ora capisco quando dicono che i figli vanno fatti da giovani. Hai più energie, sei più fresca, un po’ più incosciente che male non fa e…»

    «…E il corpo recupera prima e meglio.»

    «Già.»

    «Ma a questo ci arriveremo dopo. Mi diceva della sua famiglia. Me la racconta?»

    «Amo la mia famiglia, non potrei essere più felice da questo punto di vista. Io e mio marito ci amiamo molto e abbiamo due ragazzi meravigliosi, anche se faticosi.»

    «Faticosi?»

    «Impegnativi, ecco. Come tutti i ragazzi immagino. La piccola è molto brava a scuola, fa danza e nel tempo libero le piace cucinare. A nove anni! Marco, beh, Marco ha 15 anni. Può immaginare.»

    «Tempeste ormonali e sbalzi d’umore?»

    «Ogni giorno. Inoltre è iniziata quella fase in cui un po’ ci ama e un po’ ci odia.»

    «Classico.»

    «Lui gioca a calcio e l’allenatore dice che è molto talentuoso. Però non è uno di quegli atleti tutto sport e frivolezze. A lui piace anche molto leggere, studia al Liceo Classico e i voti, tutto sommato, sono buoni. Anche se stanno calando, probabilmente perché inizia a scoprire il mondo femminile!»

    «Sicuramente, succede sempre così. Con suo marito come vanno le cose?»

    «Beh, diciamo che vanno. Come le dicevo non posso negare che c’è amore e un rapporto solido alla base. Però, per un motivo o per l’altro, questa solidità nel tempo è diventata abitudine.»

    «Nel senso che non fate mai nulla di nuovo?»

    «Non proprio, è un po’ diverso da così. Più che assenza di novità parlerei di assenza di curiosità.»

    «Si spieghi meglio…»

    «Vede Orsola, ha presente quando ha una scrivania disposta sempre allo stesso modo, con sopra sempre le stesse cose da anni? Dopo un po’ cominci a non fare caso più ai dettagli. Ti capita di non vedere oggetti che sono proprio davanti a te semplicemente perché i tuoi occhi si sono talmente abituati a vederli da farli diventare invisibili. Non so se mi sono spiegata.»

    «Si è spiegata benissimo. Cos’è che le dispiace suo marito non noti?»

    «Guardi potrei farle un elenco lunghissimo. Ma la realtà è che si può riassumere facilmente in me. Mio marito non mi vede. Se cambio qualcosa nell’abbigliamento, se sono giù di morale, se ho qualcosa che non va, spesso tende a non accorgersene o se lo fa, a minimizzare.»

    «Le dice frasi tipo Vedrai che passerà, è solo un momento etc?»

    «Esatto. Che è una cosa che odio. Come fai a dire che è un momento se, per esempio, sono nervosa da un mese e non te ne eri nemmeno accorto fino a cinque minuti fa?»

    «Posso capirlo.»

    «E la cosa peggiore è che lo fa su aspetti della mia persona a cui invece tenevo molto. Come per esempio il corpo. Ecco, ho 52 anni, lo so di non poter pretendere di avere un fisico da ventenne…»

    «La critica per il suo corpo?»

    «No, peggio: mi dice frasi assurde come Stai bene così, Ma cosa vuoi che sia qualche chilo in più sottovalutando che io magari ci sto male per alcune imperfezioni. Sembra sempre che sia tutto uguale.»

    «Questo come la fa sentire?»

    «Poco importante. Ho sempre la sensazione che ci siano cose che vengono prima di me, sempre. Per carità, sono una moglie e una madre attenta. I miei affetti verranno sempre prima di tutto. Solo che volevo essere supportata quando pensavo di mettere anche me stessa fra quelle priorità.»

    «Perché parla al passato? Anche prima ha detto aspetti della mia persona a cui TENEVO molto»

    «Ma perché non ci penso più Orsola, tutto lì. Ci sono troppe cose da fare e tempo per me non ce n’è mai.»

    «Ma questo non è vero Loredana, spero che lo sappia.»

    «Beh insomma.. La mia giornata tipo è una specie di corsa contro il tempo. Porta i ragazzi a scuola, vai a lavoro, riprendi i ragazzi, sistema casa, fai la spesa, accompagnali a calcio, a danza, etc etc…»

    «Oddio messa così ci credo che sembri impossibile ricavarsi anche solo un minuto. Però non è reale Loredana.»

    «Certo che lo è, non mi crede?»

    «Non è che non le credo. Però lei oggi è qui, o sbaglio?»

    «Sì certo.»

    «Quindi il tempo lo ha trovato.»

    «Eh ma non sa cosa ho dovuto fare per ricavarlo. Ho riorganizzato tutte le attività della giornata per avere un’ora libera.»

    «E…?»

    «E ho chiesto a mio marito di darmi una mano con i ragazzi, inoltre alla fine dell’orario di lavoro sono scappata dall’ufficio, invece di trattenermi per finire delle cose come faccio di solito.»

    «Quindi mi sta dicendo che per essere qui ha dovuto organizzarsi contando sull’aiuto delle persone a lei più care.»

    «Esatto.»

    «Ecco, mi sembra un ottimo inizio. Questa cosa deve diventare un’abitudine.»

    «Cioè?»

    «Cioè oggi per la prima volta dopo anni, mi sembra di capire, le sue esigenze sono diventate prioritarie agli occhi di chi ha intorno. Anche solo per un’ora.»

    «Si ma ho dovuto praticamente chiedere, altrimenti nessuno si sarebbe mosso per me.»

    «Non è importante Loredana. Si abitueranno. Impareranno a capire che i suoi bisogni valgono quanto i loro. E se all’inizio non lo capiranno non fa niente. Ci arriveranno prima o poi e inizieranno a darlo per scontato come oggi danno per scontato che lei non abbia mai bisogno di nulla.»

    «Vedo che un po’ ha capito il mio discorso…»

    «Ma certo che l’ho capito, sono una donna come lei e come lei ho un lavoro e una famiglia. So bene quanto sia difficile per una donna ricavare del tempo per se stessa e incastrarlo tra tutte le incombenze della giornata. Ma non è quella la parte più difficile, mi creda. L’organizzazione pratica in un modo o nell’altro alla fine riesci a farla.»

    «E qual è la parte più difficile?»

    «La parte più difficile è lei, Loredana. È lei la prima persona che deve convincersi del fatto che le sue esigenze contano.»

    «Beh l’ha detto prima però: sono qui, no?»

    «Sì, è qui. Ma questo è solo il primo passo. Purtroppo non sa quante donne come lei varcano quella soglia, si siedono qui, parliamo per un’ora e poi non tornano più.»

    «Come mai?»

    «Perché là fuori ci sono i problemi ad aspettare, quelli di cui mi parla qui dentro. E qui dentro possiamo capire come risolverne alcuni ma là fuori bisogna fronteggiarli davvero e non farsi risucchiare di nuovo dalla routine quotidiana.»

    «Ha ragione.»

    «Non solo, le dirò anche un’altra cosa, molto spesso le donne come lei si autoconvincono che per il proprio corpo non ci sia molto da fare. Che non vale nemmeno la pena tentare.»

    «Beh non le nascondo che faccio spesso questo pensiero. Voglio dire, ho affrontato la menopausa, ho 52 ann…»

    «Ma lasci stare quanti anni ha. Mi perdoni, ma lei non ha idea di quante cose si possono fare per far sì che stia meglio con se stessa e con il suo corpo.»

    «Sì sì, lo so, devo entrare nell’ottica di poter dimagrire e riuscirci.»

    «Non è soltanto quello. Quella è un’altra convinzione sbagliata. Una dieta, o comunque un’azione volta semplicemente a farle perdere peso, non è quello che facciamo qui.»

    «In che senso?»

    «Nel senso che il mio lavoro è aiutarla ad avere un approccio diverso al cibo, alla cura della persona e alle sue attività quotidiane. La dieta è uno schema di calorie da seguire, il mio programma parla alla sua mente invece, non al suo corpo.»

    «Ma l’obiettivo non è lo stesso?»

    «Non proprio. Fare delle azioni o dei trattamenti per il solo scopo di ottenere un dimagrimento o un rimodellamento vuol dire curare i sintomi, e per antonomasia se non arrivi alla fonte del problema quei sintomi prima o poi tornano a farsi vedere. Mentre io voglio che lei abbia risultati duraturi, e per farlo la aiuterò a cambiare approccio e a scoprire un segreto incredibile…»

    «Quale segreto?»

    «Che lei è importante, Loredana. Come madre, moglie, ma soprattutto come donna. E se vorrà seguirmi scoprirà che valorizzando se stessa ne gioverà anche la sua famiglia.»

    «Perché la mia famiglia?»

    «Per un motivo semplicissimo: l’insoddisfazione è un virus silenzioso che tende a propagarsi. Lei dice che la sua famiglia non si accorge dei suoi problemi, e io le credo. Ma lei creda a me quando le dico che del suo volto sempre un po’ triste, un po’ malinconico, si accorgono eccome.»

    «Ma non mi dicono mai nulla.»

    «Perché sono abituati, e certamente anche un po’ distratti dalle proprie cose, come tutti i figli e tutti i mariti. Ma scommetto che se un giorno tornasse a casa con un sorriso a 33 denti, allegra e brillante come non è da tanto tempo, se ne accorgerebbero eccome.»

    «Allegra e brillante dice? Ahah oddio quanto tempo è che non

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