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La scelta
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E-book207 pagine2 ore

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Info su questo ebook

Siamo a Milano e Natale è vicino: uno dei periodi più belli e festosi dell’anno. In una strada del centro Luca sta per entrare in una caffetteria ma lo ferma all’ingresso una voce sconosciuta: ‘Dottore, anche a me piacerebbe bere una cioccolata calda’.

Da questo momento per Luca inizia un percorso nuovo, i suoi occhi vedono non più solo con la ragione ma anche, e soprattutto, con la ragione del cuore. Riflette sul cammino che lo ha portato fino a quella caffetteria e su un passato colmo di traguardi che gli hanno nascosto ciò che improvvisamente gli manca maggiormente: la realizzazione della sua condizione di marito e padre.

Luca non ha dubbi: non può ricominciare ma certamente può cambiare e per questo motivo gli è necessario un sostegno, anche piccolo. Sarà Sofia, apparentemente la meno adatta, a indicargli un modo nuovo di affacciarsi alla vita e lo farà con discrezione, con l’armonia delle note, con la forza di una difficile esperienza.

Tra le musiche natalizie, le luci delle vetrine, i passi della gente, Luca arriva in quell’attimo dove spazio e tempo perdono molto del loro significato.

Luca non ha più dubbi: è arrivato il momento di fare la sua scelta.
LinguaItaliano
Data di uscita16 ott 2020
ISBN9788831695565
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    Anteprima del libro

    La scelta - Lucio Rizzo

    Gibran

    1 - Aritmie

    Ogni santa mattina buio, foschia, freddo e questo gelo che mi attraversa. La prossima vita devo ricordarmi di nascere in un punto del mondo dove il sole carezza trecentosessantacinque giorni l’anno, più uno quando bisestile. Questa sensazione di tenebre attorno mi toglie energia. Sembra di vivere in un seminterrato dove non arriva mai la luce piena.

    Uscire da casa è un trauma giornaliero soprattutto sapendo di lasciare sotto il piumone chi continua a dormire nel tepore.

    Un risvolto positivo c’è: è il momento in cui si trova un parcheggio, senza consumare una tanica di benzina. Nel centro di Milano è impensabile in altri momenti della giornata.

    Perfetto, auto sistemata. Ora tocca a me. Devo sistemare me, sempre che sia possibile.

    Sono in anticipo ma l’avevo considerato. Ho la possibilità di fermarmi a prendere un cappuccino, leggere il giornale e sperare che stia accadendo qualcosa di buono nel mondo, ma regolarmente avverto una sensazione di smarrimento quando arrivo all’ultima pagina.

    Buongiorno, sono Luca Ferrari. Ho un appuntamento con il dottor Benelli.

    Buongiorno a lei. Sì, signor Ferrari, il dottore è arrivato da circa dieci minuti e lei è in anticipo. Tra qualche minuto la chiamo. Si accomodi nel frattempo nel salottino alle sue spalle.

    Sono arrivato in anticipo. Sono in anticipo sugli appuntamenti otto volte su dieci e mi rendo conto che non ha molto senso. Probabilmente do la sensazione di essere un ipercinetico e invece mi piacerebbe tanto oziare senza seguire le lancette dell’orologio.

    Dottor Ferrari può accomodarsi.

    È la prima volta che entro nello studio del mio ex compagno del liceo. Compagni di banco, abbiamo condiviso tante risate e molta complicità.

    Piero, ciao. Grazie per avermi ricevuto subito. So quanto sei richiesto.

    Mi è sembrato inusuale ricevere la tua telefonata per un controllo! Anche perché non sei proprio il tipo che fa richieste. Tu, paladino di tutti meno che di te stesso. Ne vogliamo parlare di quando eri rappresentante d’istituto? Tutti chiedevano di essere rappresentati da te e tu pazientemente ascoltavi. Hai sempre avuto la stoffa del leader.

    Beh, ricordo anche che tu eri un ottimo consigliere oltre che un buon compagno di banco. E poi possiamo dirlo adesso: quante volte mi hai salvato lasciandomi copiare.

    Diciamo che abbiamo collaborato per il bene comune. E adesso dimmi come stai, descrivimi quali sintomi senti e dove di preciso.

    Da un paio di mesi avverto delle aritmie, il cuore non lo sento regolare, ho la sensazione di ‘sbalzi’ dei battiti cardiaci. E poi un affanno che mi prende, la percezione che la respirazione diventi difficoltosa. Tutto questo lo avverto in qualunque momento della giornata e talvolta anche la notte: mi capita di alzarmi per andare in bagno e sentire queste aritmie fastidiose. Non mi danno tregua. Ecco perché sono qui Piero, ti confesso che sono in ansia.

    Chiaramente hai fatto bene a venire anche perché adesso ti applico un holter. Monitoriamo il cuore per ventiquattr’ore così da constatare gli scompensi con quale frequenza si presentano, soprattutto durante le ore notturne. Adesso dimmi se in questo periodo vivi un disagio, ad esempio se hai problemi nell’ambito lavorativo, o con Carla, o con tuo figlio. A volte le problematiche quotidiane portano ad accumulare stress che si ripercuote sul muscolo cardiaco.

    Non mi sembra ci siano grandi novità. La quotidianità spesso è ripetitiva e le situazioni simili. Lavoro e famiglia. In questo contesto si presentano talvolta delle problematiche ma sono quelle che affrontiamo tutti.

    Dici? Non tutti abbiamo figli adolescenti. O lavori con scadenze a cui ottemperare per conservare la buona fama di uno studio avviato da anni. Pensaci bene Luca. Tutto ciò che fa parte del quotidiano può diventare un elastico sempre più teso che rischia di spezzarsi e di colpire improvvisamente.

    Sì, puoi immaginare, ho uno studio dove lavorano otto consulenti e due amministrative. Devo comunque seguire l’organizzazione del lavoro. Non posso permettermi di sbagliare. Parliamo di clienti facoltosi e anche molto esigenti.

    D’accordo, eppure devi trovare il modo di ridimensionare la tua ‘attenzione’. Devi anche considerare che il corpo risponde in un certo modo quando ha venti anni e in un modo completamente diverso quando ne ha quarant’otto. Come noi per esempio. Non puoi imporre al tuo corpo e alla tua mente gli stessi ritmi dei tuoi venti anni. Quelli, Luca, sono passati.

    E cosa devo fare Piero? Mollo tutto? Lo sai che Giorgio tra qualche mese si diploma e spero di affidare a lui, dopo la laurea, tutto questo.

    Luca, tuo figlio l’ho osservato, la scorsa estate, durante la cena, a casa tua, a Luino. Lo sai, sono un buon ascoltatore e posso garantirti che non ha alcuna intenzione di continuare la tua attività. Forse dovresti prendere anche in considerazione la possibilità di non fare progetti su di lui. Le aspettative possono essere deluse. Anche perché non è scontato che i figli continuino ciò che i padri costruiscono. Può verificarsi ma potrebbe non accadere.

    Pensi che Giorgio farà delle scelte diverse rispetto alle mie aspettative, vero? Mica posso costringerlo del resto! Però pensa come sarebbe facile per lui trovare una strada già spianata da percorrere.

    La pensa così anche lui? E Carla è del tuo stesso parere?

    Non lo so. Lei è sempre molto evasiva, quando provo a sentire il suo parere mi dice che non è il caso di pensarci adesso. Soprattutto mi rimprovera di volere pianificare ogni aspetto della vita. Della mia come della sua e di Giorgio.

    Siamo appena entrati nella sfera privata e già ci sono diverse cause che possono provocare ansia e malessere. Luca te lo chiedo poiché ti conosco da sempre: tra tanti pensieri ci sei anche tu? Riesci a trovare spazi solo tuoi?

    Piero per un attimo riesce a mettermi davanti uno specchio. E ci riesce ponendomi domande che mettono a nudo la mia incapacità di ascoltarmi.

    Forse ho smarrito la visione di un traguardo che è cambiato a mia insaputa o per colpa mia. Ma cosa posso fare Piero? Ripeto: non posso mollare tutto, ho delle responsabilità che devo mantenere e portare avanti.

    Luca, hai raggiunto una buona stabilità finanziaria. Potresti anche considerare la possibilità di delegare o passare il testimone a qualcun altro. Soprattutto se tuo figlio non ha intenzione di proseguire ciò che tu hai creato.

    Se c’è un aspetto che hai conservato Piero è quella capacità di ascoltarmi, mi ritrovo a dirti i miei pensieri senza fatica.

    Dovevi darmi retta quando ti dichiarai di essere perdutamente innamorato di te. Ti avrei reso un uomo felice. Gaio e felice!

    Forse hai ragione: dovevo cedere alla tua corte. E invece eccomi qui. Pronto a sottoporre a ‘convergenza ed un’equilibratura’ un cuore che hai corteggiato per anni. Sei unico.

    Lo sai: ero perso. Ero così innamorato di te che ogni tuo gesto e sguardo era motivo di imbarazzo. Ti immaginavo come il mio primo amore. Un amore mai vissuto e sempre desiderato.

    Ti chiedo scusa. Ho fatto anche del male a chi mi è stato accanto. Ma non ero bravo a gestire gli eventi e come vedi ho continuato in questa modalità. Non lo sono nemmeno adesso.

    Continui a praticare gli ambienti umidi, sotterranei e malfamati della boxe?

    Non riesco ad andare frequentemente ma almeno una volta a settimana affondo i miei pugni nel sacco. Se mi tolgono la boxe implodo senza alcun dubbio.

    Dai, togli maglia e camicia. Mettiamo l’holter e vediamo domani cosa dice questo cuore affannato. Vedrai che sarà legato a un periodo di sovraccarico di pensieri. E risolveremo in qualche modo. Abbi fiducia.

    Ho sempre avuto fiducia in te, Piero.

    2 - A tavola con la mia famiglia

    Buongiorno Simona. Hai ricevuto i documenti dal dottor De Simone?

    Si Dottor Ferrari, li ha inviati proprio dieci minuti fa con la PEC.

    Perfetto, protocolla e metti tutto nella mia cartella, grazie.

    Luca, buongiorno. Ricorda che oggi alle quindici e trenta ci sarà la riunione per la definizione dei ruoli degli stagisti in studio.

    Hai fatto bene a ricordarmelo. Ok. Ci vediamo nella sala riunioni.

    Buongiorno Luca. Ha telefonato il rappresentante della ditta Agnone. Vuol sapere se si può effettuare la verifica di fine anno direttamente presso la sede centrale.

    Non credo sia possibile, comunque passa la richiesta a Renzo.

    D’accordo. Ci vediamo più tardi alla riunione.

    Sì, me lo ha appena ricordato Oscar.

    Chiudo la porta del mio ufficio. E ricominciano le aritmie, fastidiose, inquietanti. E i fili di questo holter addosso mi danno ulteriore ansia.

    Ovviamente anche il cordless inizia a squillare senza tregua. Che stress.

    Pronto.

    Dottor Ferrari c’è sua moglie in linea.

    Mia moglie? Sul fisso? Ok, passamela grazie.

    Pronto, Luca.

    Carla, dimmi, come mai mi chiami in ufficio?

    Mi è appena caduto il cellulare nella vasca idromassaggio. L’avevo poggiato sul bordo ma è scivolato dentro. Pensi si possa ripristinare?

    Lo hai preso un mese fa e già è finito in acqua. Mille euro buttati via. Non puoi ripristinare nulla. È impermeabile ma non a tal punto da essere completamente immerso nell’acqua Carla.

    Come si fa? Si può rottamare?

    Forse dovrei rottamare il tuo cervello.

    Smettila Luca. Diventi villano. Non l’ho fatto apposta.

    Se ti immergi nella vasca idromassaggio alle nove di mattina lo fai per rilassarti non per vedere Instagram Carla! Comunque, lascia che torni a lavoro.

    Cosa faccio con il cellulare?

    Non lo so. Stendilo! Posso farti una domanda? Perché mi hai chiamato in ufficio?

    Non ricordo il tuo numero di cellulare Luca.

    Ho lo stesso numero da più di quindici anni Carla!

    Beh, non c’è niente di male a non ricordarlo.

    Si apre la porta dell’ufficio.

    Dottor Ferrari ho in linea il signor Lolli. Vuol parlare con lei.

    Digli che sono in riunione e di richiamare domani:

    Posso anche staccare e buttare nel cesso questo holter. Domani cosa dirà a Piero? Che sono un malato terminale. Ho un cuore a propulsione considerato i ritmi che deve sostenere. E tutto questo per causa mia, sono io che lo metto sotto stress. Ma poi perché? Quale traguardo mi propongo di raggiungere?

    Riunione fatta. Quante parole. Mi sento ubriaco di parole. Troppe. E poi per cosa? Ognuno deve dire la sua e tutti abbiamo ragione. Tutti.

    Ho solo voglia di togliermi di dosso questa cravatta, questa camicia e sedermi a tavola a cenare. Qualcosa di caldo da mettere sotto i denti per gratificare il palato. Da stamattina alle sei sento solo gelo che attraversa le ossa.

    Milano è questa ed io, in ogni modo, devo comunque esserle grato. Mi ha dato molto in tutti questi anni. Eppure, ci sono giornate dove non riesco proprio ad abituarmi a lei.

    Sono arrivato. State cenando?

    Luca, oggi prima del solito. Bene. Ho appena ordinato due pizze non sapendo a che ora arrivavi ma chiamo subito e ordino anche la tua. Come la preferisci?

    Non è possibile avere una minestra calda? Sono gelato da stamattina.

    Adesso una minestra? Beh, se proprio la desideri prendo le verdure congelate e la preparo ma dovrai attendere un po'.

    Lascia stare, chiama la pizzeria e ordina una parmigiana per me. Vado a fare una doccia calda.

    Ciao pà. Tutto bene?

    Ciao Giorgio. Se togliamo una giornata di lavoro caotica, la sensazione di freddo che non mi ha lasciato un attimo e la voglia di partire per un posto del mondo dove cambiare vita, beh allora va tutto bene.

    Pà sei fatto vecchio, borbotti per tutto.

    Anche tu lo fai quando a scuola non è andata bene. Eppure, non ti dico sei fatto vecchio.

    Ma non puoi pà, non regge il confronto. Io ho diciotto anni appena compiuti!

    E beh! E questo che significa? Se mi lamento io sono vecchio, se lo fai tu sei giovane…ma sai che sei proprio un bel tipo. Basta. Vado sotto la doccia.

    Sì pà vai e rinfrescati le idee.

    Mi chiedo quando gli ho dato tutta questa confidenza. Di certo da qualche parte ha trovato lo spiraglio per entrare in contatto in un modo che, in certi momenti, poco mi garba. Mi parla come parlasse al compagno di banco. E per finire ha sempre ragione e io sarei quello sbagliato. Magari dovrei riprendere uno di questi giorni il filo del discorso e possibilmente mentre Carla non è presente. Qualunque cosa gli dico lei prende le difese, come se poi fosse necessario difenderlo da suo padre.

    Finalmente la doccia. Nooo, cazzo non ci pensavo. L’holter! Ecco come vedere sfumare un desiderio. Niente doccia calda. Solo una tuta da mettere addosso. Mah. La giornata non è proprio delle migliori.

    Luca. Sbrigati a lavarti. Tra quindici minuti il ragazzo è qui con le pizze.

    Tranquilla. Sarò un fulmine.

    E adesso chi è su whats app?

    ‘Come va? Ricorda che stasera dovresti evitare il sesso. La scopata andrebbe tutta monitorata ed io mi sentirei in imbarazzo nel poter constatare la durata dell’amplesso! Hi hi hi’.

    Stupido Piero. Ecco cosa accade a rivolgersi all’amico cardiologo. Però devo ammettere che sa farmi sorridere come un tempo. È stato sempre un buon amico nonostante la corte spietata durante gli anni del liceo. Non so più quante volte mi ha detto ‘Sei così maschio. Ti voglio’. E subito dopo sorrideva a mo’ di scherzo. Ma sapevamo entrambi che non era affatto uno scherzo. C’erano giorni che mi sentivo perfino in colpa poiché conoscendo il suo sentimento mi comportavo come fossi il suo ragazzo. Ne approfittavo un po' e gli affidavo qualsiasi compito che svolgeva egregiamente aspirando a un ringraziamento ‘affettuoso’. Ricordo quella volta quando salutandomi mi diede un bacio sulle labbra. E si stupì del mio sorriso. Ma non c’era motivo di reagire. Per quanto fosse un bacio sulle labbra era comunque un innocente bacio.

    Le pizze sono arrivate Luca. Sbrigati.

    Eccomi.

    Finalmente una sera dove mi ritrovo a tavola con la mia famiglia. Il più delle volte arrivo tardi dallo studio, loro cenano ed io mangio un pasto freddo o scaldato. Stasera siamo tutti e tre insieme. Ne provo piacere.

    Luca guarda.

    È nuovo?

    Certo. Sono andata nel negozio dove abbiamo acquistato l’altro.

    Un mese fa.

    Luca smettila di ironizzare. Può capitare. E comunque me lo hanno ‘rottamato’ facendomi uno sconto del venti per cento sul nuovo.

    Dunque, è costato solo ottocento euro. E un mese fa solo mille euro. Telefonate molto care…cara.

    "Papà da come ti esprimi sembra che mamma lo abbia fatto apposta a immergere

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