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Vince chi perde
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E-book74 pagine41 minuti

Vince chi perde

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Info su questo ebook

Nel riflettere sulle Sacre Scritture spesso lasciamo poco spazio alla leggerezza, e ci sfugge quanto gli episodi biblici siano costellati di situazioni e personaggi paradossali. Prenderne atto è ricercare quell’umorismo attraverso cui si dispiega il disegno divino. Da questo pensiero nasce la raccolta di riflessioni che compone Vince chi perde: una lettura che tenta di evidenziare con coraggio il rivoluzionario potere del sorriso e il disarmante progetto di un Dio che, nel dotare l’uomo della capacità di ridere, ha dimostrato in primis di saperlo fare Lui stesso. Ed è così che chi impara a ridere apprende la logica rovesciata del Vangelo: saper perdere per vincere davvero.

Francesco Santamaria, nato a Torino nel 1990 da famiglia pugliese, ha ricevuto l’ordinazione presbiterale nel giugno 2016. Appassionato lettore, è attualmente parroco della comunità Beata Vergine delle Grazie – Crocetta in Torino. Dal 2017 insegna anche religione al liceo. 
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2022
ISBN9788830671843
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    Vince chi perde - Francesco Santamaria

    cover01.jpg

    Francesco Santamaria

    Vince chi perde

    Figli di un Dio che ama scherzare

    Saper ridere per prendere la vita seriamente

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-6363-3

    I edizione settembre 2022

    Finito di stampare nel mese di settembre 2022

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Illustrazione di copertina di Luigi Leuce

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Vince chi perde

    Figli di un Dio che ama scherzare

    Saper ridere per prendere la vita seriamente

    Alla mia famiglia

    A don Ennio e don Giorgio

    Dammi o Signore, una buona digestione

    ed anche qualcosa da digerire.

    Dammi la salute del corpo,

    col buonumore necessario per mantenerla.

    Dammi o Signore, un’anima santa,

    che faccia tesoro di quello che è buono e puro,

    affinché non si spaventi del peccato,

    ma trovi alla Tua presenza

    la via per rimettere di nuovo le cose a posto.

    Dammi un’anima che non conosca la noia,

    i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,

    e non permettere che io mi crucci eccessivamente

    per quella cosa troppo invadente che si chiama io.

    Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo,

    concedimi la grazia di comprendere uno scherzo,

    affinché conosca nella vita un po’ di gioia

    e possa farne parte anche ad altri.

    Così sia.

    (Tommaso Moro)

    Introduzione

    Il tempo trascorso ridendo è tempo trascorso con gli dei.

    Proverbio giapponese

    Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza;

    non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente,

    ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; 

    e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito,

    perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

    Rm 8,26-27

    Fin dalla nascita, quando ancora non sa parlare, l’uomo è capace di ridere. E sono certo che ridere sia il primo modo in cui lo Spirito che abita nella profondità di ciascuno riesca a esprimersi e a manifestare la bellezza di Dio, che con la bocca dei bimbi e dei lattanti¹ afferma la sua potenza.

    Imparare tutta la vita a lasciare aperta la porta del cuore perché lo Spirito non soffochi, credo implichi quindi la capacità di mantenere viva la propria risata, e per fare questo è importante coltivare la virtù dell’umorismo.

    Confesso che durante gli anni di studio in seminario, ho trovato persone competenti, alcune anche appassionate (caratteristica non scontata peraltro), ma pochissimi spiritosi, capaci di battute di spirito. Sognavo ogni anno, all’inizio di ciascun corso, di incontrare un professore che mi presentasse un manuale di teologia incentrato sull’umorismo. Non soltanto perché credo che l’umorismo possa avere una grande rilevanza nella didattica, ma anzitutto e soprattutto perché sia un modo di imparare a vivere e una delle strade maestre per la conoscenza di Dio. Se Lui è colui che ride nei cieli², saper coltivare la virtù dell’umorismo significa seguire una via di conoscenza (e quindi di amore nel linguaggio biblico) nei suoi confronti. Purtroppo però aveva ragione Gianni Rodari quando sosteneva che nelle nostre scuole si ride troppo poco. E la conseguenza di questa mancanza si nota nella tristezza che cerca di insinuarsi anche nei più giovani, che dovrebbero per natura essere entusiasti nei confronti della vita e nel dilagare, in un mondo che si professa estremamente aperto, di forme di indifferenza e chiusura.

    Mi piacerebbe che, terminata l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, gli scienziati si impegnassero per

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