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Il vuoto ha pareti sottili
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Il vuoto ha pareti sottili
E-book94 pagine32 minuti

Il vuoto ha pareti sottili

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Info su questo ebook

Il vuoto trova casa e, nella casa, stanze. Le pareti di ognuna sono sottili e rendono permeabile, tangibile, il soffrire: attraversarlo significa porsi in ascolto. Giulia Berra, dando voce ai suoi pazienti clinici, con la parola poetica ne scava a fondo le storie, lascia riemergere un qualcosa di vero e conosciuto: un qualcosa che sentiamo, nel nostro segreto, appartenerci.
LinguaItaliano
Data di uscita14 gen 2023
ISBN9791280273420
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    Il vuoto ha pareti sottili - Giulia Berra

    DOVE VANNO LE PAROLE

    Le parole hanno un suono e una loro forma plastica, sono parte di noi e a volte assumono il valore di un incontro con l’altro, con il lettore sconosciuto.

    Quando scriviamo creiamo un presupposto per incontrarci, per abitare insieme uno spazio interno apparentemente invisibile. Quando leggiamo siamo di fronte a uno specchio, in alcune parole vediamo il nostro stesso volto, ci riconosciamo nella voce dell’altro, nella sua storia.

    A volte le parole ci mancano, altre volte non giungono alla voce; questa sezione racconta il viaggio di alcune parole prima che possano essere colte e portate su carta.

    LE PAROLE MI MANCANO

    A volte le parole mi mancano,

    lasciano un solco alto quanto me

    che prosegue dalla gola

    fino alla punta delle radici.

    Non ho spazio per condurle tra le mani,

    restano sul capo e volteggiano,

    non si fanno nude, non fanno materia.

    Mi mancano al punto

    che non vedo l’ora di essere sola

    a fare del silenzio un tempio

    nel quale assistere a riti di separazione,

    tagliare la pelle e ricomporsi piano.

    Faccio sgomberi di me per accoglierle,

    tolgo, scavo, mi rendo sottile,

    una superficie piccola

    in cui possano tornare

    a scivolarmi dentro.

    LE PAROLE INFELICI

    Non sono felici le parole

    quando incontrano le labbra sbagliate:

    si restringono come la lana

    quando il caldo le punge,

    le ritrovo in mano tutte sparse

    da cucire daccapo.

    Il filo lo tiro dai denti e chiedo

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