Sperimentare la scuola: storie di buone prassi
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Anteprima del libro
Sperimentare la scuola - Marina Beretta
Sperimentare la scuola.
storie di buone prassi
Gli autori
Marina Beretta
Laureata in Psicologia, ha insegnato Psicologia, Sociologia e Antropologia nell’indirizzo Scienze Umane e Sociali dal 1976 al 2014.
Attualmente è in pensione.
Cristina Bolelli
Laureata in Lettere Moderne, ha insegnato Italiano e Storia negli indirizzi Biologico Sanitario e Scienze Umane e Sociali dal 1994 al 2014.
Attualmente insegna Italiano e Storia nel Liceo delle Scienze Applicate e nel Liceo Economico Sociale del Cobianchi.
Guido Boschini
Laureato in Fisica, ha insegnato Matematica e Statistica negli indirizzi Biennio Comune Sperimentale e Scienze Umane e Sociali dal 1992 al 2012; è stato coordinatore dell’indirizzo Scienze Umane e Sociali.
Attualmente è Dirigente scolastico di un Istituto Comprensivo.
Patrizia Favati
Laureata in Filosofia, ha insegnato Italiano e Storia negli indirizzi Biennio Comune Sperimentale, Linguistico Moderno e Biologico Sanitario dal 1985 al 1998; negli anni ’90 è stata coordinatrice del Biennio Sperimentale, del Triennio Sperimentale e della Maxi-sperimentazione.
Attualmente è in pensione.
Mercedes Filippi
Laureata in Scienze Biologiche, ha insegnato varie discipline di ambito biologico negli indirizzi Biologico Sanitario, Scienze Umane e Sociali, Linguistico Moderno dal 1992 al 1998. Attualmente insegna Biologia, Microbiologia e Tecnologie di Controllo sanitario nell’indirizzo tecnico Chimica, Materiali e Biotecnologie del Cobianchi.
Rocco Minerva
Laureato in Lingue e Letterature Straniere, ha insegnato Lingua Straniera (Inglese) e Lingua e Letteratura Straniera (Inglese) negli indirizzi Linguistico Moderno e Biologico Sanitario dal 1986 al 2014; è stato coordinatore dell’indirizzo Linguistico Moderno.
Attualmente è in pensione.
Gianmaria Ottolini
Laureato in Filosofia, ha insegnato Filosofia e Storia e Filosofia e Pedagogia negli indirizzi Elettronico, Linguistico Moderno, Biologico Sanitario e Scienze Umane e Sociali dal 1979 al 2006; è stato coordinatore per 2 anni dei corsi sperimentali e per 12 dell’indirizzo Scienze Umane e Sociali.
Attualmente si occupa di volontariato e di ricerca storica locale.
Francesca Paracchini
Laureata in Scienze Pedagogiche, svolge le attività di pedagogista e di insegnante.
Barbara Pesce
Laureata in Filosofia, ha insegnato Filosofia e Pedagogia nell’indirizzo Scienze Umane e Sociali dal 1997 al 2014; è stata coordinatrice dell’indirizzo Scienze Umane e Sociali.
Attualmente insegna Filosofia e Storia in un Liceo Scientifico e Musicale.
Luca Sarasini
Laureato in Lettere Moderne, ha insegnato Italiano e Storia negli indirizzi Scienze Umane e Sociali e Linguistico Moderno dal 2007 al 2010.
Attualmente insegna Italiano e Storia nel Liceo Linguistico e nel Liceo delle Scienze Applicate del Cobianchi.
Questo libro è dedicato a Carla Rossi Bozzuto,
che ha dato vita e curato la Maxi-sperimentazione dell'Istituto tecnico Lorenzo Cobianchi di Verbania.
Senza di lei questa sperimentazione non sarebbe stata possibile.
Presentazione
di Cristina Bolelli e Guido Boschini
Nel 1974 un gruppo di insegnanti dell’Istituto tecnico industriale Cobianchi di Verbania, su impulso del Ministero della Pubblica Istruzione e con l’incentivo del Preside del tempo, ideò un originale modello di scuola secondaria superiore che permettesse di modernizzare la scuola sentita, in quegli anni, come obsoleta e bisognosa di innovazione.
La Maxi-sperimentazione o Sperimentale, come venne chiamata, è stata fondata, sviluppata e autogestita dagli stessi insegnanti che l’avevano ideata ed è continuata fino al 2010, anno della riforma Gelmini che, oltre alle varie modifiche, ha sancito la fine di tutte le esperienze di sperimentazione. Nel suo lungo periodo di vita, la Maxi-sperimentazione è cambiata, anche attraverso i contributi di tutti gli insegnanti che negli anni vi hanno lavorato, così come sono cambiati i tempi e il milieu culturale, politico e sociale del nostro Paese, fino a quando è stata definitivamente chiusa.
A distanza di quasi un cinquantennio dagli inizi di tale esperienza, ci sembra ancora interessante approfondire alcuni aspetti che l’hanno caratterizzata e ripercorrerne brevemente la storia:
la continua ricerca metodologica effettuata sul campo dagli insegnanti che ne hanno fatto parte;
l’esigenza di formazione e di auto-formazione, intesa come bisogno essenziale sentito dai docenti stessi;
la didattica laboratoriale e l’uso delle tecnologie;
il metodo di studio;
la valutazione degli apprendimenti;
il lavoro di équipe come caratteristica fondante della professione docente.
Inoltre, abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni ex studenti, che hanno frequentato negli anni i diversi indirizzi della Sperimentale, per conoscere ciò che è rimasto in loro di quella esperienza di studenti.
Lo scopo della nostra riflessione sull’esperienza della Sperimentale non è quello di una vera propria ricerca storica, che richiederebbe tutto un altro respiro e approfondimento e nemmeno quello di un’operazione di memoria fine a se stessa; vorremmo piuttosto accendere i riflettori sul senso complessivo di un’esperienza che rischia di essere dimenticata negli archivi polverosi della scuola.
I documenti elaborati a partire dal 1974 si sono rivelati, per molti aspetti, ancora attualissimi, e per questo ne abbiamo inserite delle sintesi in appendice, certi che possano fornire un contributo interessante all’interno del dibattito contemporaneo sulla scuola. Gli approfondimenti dei vari capitoli mostrano, attraverso concrete testimonianze, come sia possibile una scuola che rifletta su se stessa, sulle proprie finalità e che sia centrata sul benessere degli studenti. Una scuola intesa come ambiente, non solo e non tanto fisico, in cui gli allievi possano crescere ed apprendere.
Le esperienze che vengono descritte, e le modalità con cui sono state condotte, assumono ancora più valore se slegate dalla particolare cornice della Sperimentale; infatti, grazie al Regolamento sull’autonomia scolastica, tutte le scuole possono ancora oggi condurre simili esperienze e improntare le proprie attività sulla condivisione, sul lavoro in équipe e sulla ricerca didattica.
Per ultimo, questo libro è stato scritto in équipe da persone che hanno partecipato in varia misura – alcuni solo negli ultimi anni – all’esperienza della Sperimentale, e che ne hanno condiviso gli ideali e i valori di fondo, trasmessi attraverso il tempo dagli storici fondatori.
Ci siamo subito resi conto che lavorare in équipe sarebbe stato l’unico modo possibile per far emergere dal passato, attraverso il confronto e il dibattito, tutta la ricchezza di quell’esperienza. Quella modalità, prassi quotidiana nella Sperimentale, si è rivelata vincente ancora una volta, a riprova di quanto sia necessario e produttivo il lavoro collettivo, nella scuola e non solo.
Ricerca e formazione
di Guido Boschini e Barbara Pesce
A scuola capita spesso di affrontare situazioni nuove e di rendersi conto di non avere gli strumenti adatti per affrontarle: per esempio si può trovare una classe con un numero eccessivo di studenti che non raggiungono gli obiettivi di apprendimento previsti o si può notare che si è di fronte a fenomeni emergenti – sia positivi, sia negativi – che influiscono sulla vita della classe, come il bullismo, il ritiro sociale (Hikikomori) o l’uso diffuso di nuove tecnologie. Di fronte a nuovi problemi didattici o educativi la risposta dei gruppi di insegnanti della Maxi-sperimentazione è sempre stata di confronto e di discussione, all’interno e all’esterno della scuola. La condizione necessaria per far ciò è stata la presenza di gruppi di lavoro stabili nel tempo, affiatati e che condividessero visione e pratiche pedagogiche, didattiche e organizzative.
Una delle pratiche fondanti della Maxi-sperimentazione è stata proprio l’abitudine ad affrontare in team i problemi che via via si sono posti, riunendosi all’interno dei Consigli di classe o in commissioni del Collegio dei docenti, principalmente nelle riunioni di indirizzo (negli anni '90 Scienze Umane e Sociali, Linguistico Moderno, Biologico-Sanitario), composte da tutti gli insegnanti che lavoravano nell’indirizzo e condotte da un insegnante nominato Coordinatore. In queste discussioni si rifletteva e si analizzavano possibili soluzioni, come si è detto ricercandole anche all’esterno della scuola, incontrando esperti che stessero facendo ricerca scientifica sul problema e che fossero disposti sia a collaborare, sia a fornire formazione di alto livello. Come risultato della formazione il team docenti ha sviluppato progetti didattici o educativi per risolvere i problemi iniziali, in una logica di riflessività e di ricerca-azione, cioè una ricerca rivolta non tanto all’approfondimento teorico, quanto all’analisi delle pratiche, con lo scopo di migliorarle. In sostanza negli anni si è sviluppata e consolidata l’abitudine a lavorare in équipe, a ricercare dentro e fuori la scuola, a sostenere i bisogni formativi degli insegnanti, nati da reali problemi educativi o didattici.
Un’altra idea forte, condivisa dai team-docenti, è stata quella di una scuola che deve essere in grado di leggere i fenomeni sociali e culturali più rilevanti per sviluppare, al suo interno, una riflessione su temi interessanti per gli studenti, assumendo questo atteggiamento come abitudine. Anche in questo caso l’osservazione di nuovi fenomeni sociali o culturali ha dato il via a discussioni, ricerche, contatti con esperti e con l’Università. Alcuni dei temi indagati si sono prestati ad avere gli allievi come oggetto di ricerca; spesso gli allievi stessi vi hanno partecipato attivamente, con un’interessante ricaduta didattica, educativa e metodologica: in questo modo si è cercato di perseguire anche obiettivi educativi per così dire di secondo livello, incentivando negli allievi un’abitudine alla curiosità e all’indagine, in modo che potessero farla propria.
Gli argomenti su cui è stata fatta ricerca e organizzata formazione per gli insegnanti sono stati molti: di seguito ne sintetizziamo alcuni che ci sembrano esemplificativi degli approfondimenti affrontati negli anni.
Oggetto di ampia riflessione è stato il metodo di studio, di cui si parla estesamente in un capitolo successivo. Ci si è anche confrontati sul tema della conduzione di lezioni attive per rendere gli studenti responsabili del proprio apprendimento; sono quindi stati approfonditi i metodi del lavoro di gruppo, in particolare del Cooperative learning con la metodologia della Jigsaw classroom, ideato dallo psicologo americano Elliot Anderson. Prima che si parlasse diffusamente di dibattito argomentativo (Debate), ci si è resi conto della difficoltà degli studenti ad argomentare partendo da documenti e rispettando le opinioni altrui. È quindi stata predisposta l’attività Agorà
in cui, una volta al mese, gli studenti dibattessero su argomenti scelti alternativamente da loro o dal Consiglio di classe, adottando una procedura di discussione esplicita e condivisa.
Chi sono gli adolescenti con cui gli insegnanti si confrontano tutti i giorni? Per rispondere a questa domanda e avviare una riflessione fondamentale ci siamo rivolti allo psicoterapeuta e docente di psicologia Gustavo Pietropolli Charmet, che ha dedicato la sua vita professionale allo studio dell’adolescenza. Da questo contatto è nato un confronto con l’Istituto Minotauro di Milano che è stato un punto di riferimento per momenti di formazione e di supervisione dei consigli di classe e dei team di progetto.
Sul problema del bullismo, rilevato come fenomeno diffuso soprattutto sui mezzi di trasporto scolastici, in un Istituto che accoglie studenti da tutta la