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Lettera a un lettore mai avuto
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E-book62 pagine36 minuti

Lettera a un lettore mai avuto

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Con candida schiettezza, l’autrice riflette su vari argomenti: la scuola prima di tutto e il mestiere dell’insegnante, il ruolo dello Stato e della famiglia, e poi la guerra, le droghe, donandoci disamine lucide e coscienziose.

“Sia chiaro che non voglio far parte di coloro che prevaricano gli altri, non voglio essere egoista e badare solo ai miei interessi, ma voglio far valere i miei diritti; voglio che gli altri mi stiano a sentire, voglio che questa lettera ad un lettore mai avuto giunga a destinazione.”

Chiara Novak è nata a Palazzolo sull’Oglio (Brescia) il 2 dicembre 1957. Nel 1975 ha conseguito il diploma di maturità magistrale presso l’istituto “Veronica Gambara” di Brescia. Nello stesso anno si è iscritta all’università di Padova, Facoltà di Psicologia; ha sostenuto parecchi esami, ma non ha terminato gli studi. Nel 1976 ha iniziato a insegnare nella Scuola Elementare; un lavoro che ha svolto con passione per circa trent’anni, per poi diventare assistente amministrativa in Istituti scolastici statali per altri dieci anni. Nel 1982 ha sposato un artista da cui ha avuto due figli. Ora, divorziata e in pensione, si occupa dei suoi figli, e in particolare del nipote.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2023
ISBN9791220148139
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    Lettera a un lettore mai avuto - Chiara Novak

    cover01.jpg

    Chiara Novak

    Lettera a un lettore mai avuto

    © 2023 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

    www.europaedizioni.it - info@europaedizioni.it

    ISBN 979-12-201-4642-5

    I edizione dicembre 2023

    Finito di stampare nel mese di dicembre 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distributore per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.

    Lettera a un lettore mai avuto

    Ai miei figli Catherine e Alexandre

    e a mio nipote David,

    perché possano vivere in un mondo migliore.

    INTRODUZIONE

    Sì, lo confesso, volevo fare la cantante, ma purtroppo quest’idea m’è venuta un po’ tardi, all’età di circa trent’anni.

    A diciott’anni avevo altro in mente; avevo le idee un po’ confuse. Non volevo fare l’insegnante, non volevo sposarmi e fare una vita borghese.

    Volevo fare la psicologa, anzi no, l’assistente sociale, anzi no la sociologa, anzi no, la vagabonda.

    E invece eccomi qua, a fare una vita normale piena di stress e di problemi.

    È di questi problemi che vi voglio parlare.

    PRIMA PARTE

    FARE LA MAESTRA

    Per imparare ad insegnare ho impiegato parecchi anni.

    Un insegnante deve avere conoscenze e abilità che si acquisiscono con lo studio, ma soprattutto con l’esperienza.

    Un buon insegnante deve conoscere la disciplina che insegna, avere le nozioni di base sulla psicologia dell’età evolutiva, conoscere e saper applicare la normativa vigente e ogni nuova legge, decreto, circolare; avere capacità relazionali e instaurare rapporti positivi innanzitutto con i bambini, ma anche con i superiori, colleghi, genitori e con enti vari.

    Nella prima parte della premessa ai programmi della scuola elementare emanati nel 1985 si afferma che "La scuola elementare ha per suo fine la formazione dell’uomo e del cittadino (io avrei specificato della donna cittadina) nel quadro dei principi affermati dalla Costituzione della Repubblica Italiana; essa si ispira altresì alle dichiarazioni internazionali dei diritti dell’uomo e del bambino (vedi sopra) e opera per la comprensione e la cooperazione con gli altri popoli.

    La scuola elementare che ha per compito anche la promozione della prima alfabetizzazione culturale, costituisce una delle formazioni sociali basilari per lo sviluppo della personalità del bambino, dà un sostanziale contributo a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art. 3 Costituzione) e pone le premesse all’esercizio effettivo del diritto-dovere di partecipare alla vita sociale e di svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società (art. 4 Costituzione)".

    Io penso che sia molto difficile, ma non impossibile, raggiungere queste finalità; ritengo inoltre che la capacità più importante per un insegnante, che è innanzitutto un educatore, è quella di educare alla convivenza democratica e quindi un insegnante deve essere lui stesso democratico, non deve essere né autoritario né lassista (democrazia non significa anarchia).

    Il bambino in età evolutiva ha bisogno di

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