È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti
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Info su questo ebook
Quali sono i meccanismi su cui si costruisce e chi ne soffre maggiormente?
Droghe, alcol, sigarette, caffè, psicofarmaci, mercurio ed additivi fino ai disturbi alimentari, al doping, alla tecnologia, al gioco d’azzardo, al lavoro, allo shopping, all’infodemia, al cyberbullismo, alla pornografia e all’estetica portata all’eccesso, il libro prende in esame diverse tipologie di abuso e dipendenza, con particolare attenzione agli aspetti clinici e psicopatologici.
Sono tante le forme di addiction, specifiche dei nostri tempi, che toccano ed inficiano anche i rapporti più intimi e le relazioni stesse.
L’aspetto più problematico che il libro prende in esame è la ricerca smaniosa ed anomala di sostanze psicoattive e il desiderio di mettere in pratica comportamenti pericolosi, pur nell’evidenza della loro profonda tossicità.
Sebbene facciano parte di un’evoluzione epocale inarrestabile, è solo con la conoscenza ed attraverso la divulgazione che le derive più inquietanti e dannose di queste dinamiche possono essere arginate, nella consapevolezza e capacità di tornare ad essere artefici e padroni della nostra vita.
Indice degli argomenti:
Parte Prima
L’aspetto tossicologico. Abuso e Dipendenza.
Sostanze Stupefacenti e Psicotrope. Farmaci e nuove Tecnologie. Psicofarmaci e Doping.
Veleni e Mercurio. Tabacco e Nicotina. L’Alcol.
Nutrizione e Obesità. Anoressia e Bulimia. L’industria Alimentare. Additivi. Caffè.
Parte Seconda
Vivere sul web. Internet e cellulare. Hikikomori.
Gioco d'azzardo.
Rapporti d'amore e dipendenze affettive.
Sexting, Cyberbullismo e Revenge Porn. Pornografia e Pedofilia.
L’ossessione del Lavoro. Sovraccarico Cognitivo e Infodemia. Shopping Compulsivo.
Il Ritocco Estetico e la chirurgia.
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Anteprima del libro
È Tossico - Beatrice Silenzi
Prefazione
di Rino Froldi
La chiave di lettura di questo pregevole libro di grande interesse è nella parola dipendenza, considerata soprattutto nella sua accezione negativa in grado di incidere sulla qualità della vita. In realtà Beatrice Silenzi studia, con molta chiarezza e lucidità, una molteplicità di aspetti dei rapporti umani di natura sociale e relazionale che possono creare dipendenza ovvero determinano gli effetti peggiori sulla salute dell’individuo, intaccano il suo equilibrio mentale, l’aspetto economico, la vita di relazione e sociale
.
La trattazione sintetica e divulgativa, ma rigorosa sotto il profilo scientifico, spazia in maniera esaustiva dal campo delle sostanze d’abuso come stupefacenti e alcol, alle devianze comportamentali con particolare interesse a quelle legate al mondo informatico, senza peraltro tralasciare aggiornati riferimenti normativi.
Tematiche queste di grande attualità e centrali specialmente nei riguardi del mondo giovanile.
Molto meritevole e ben riuscito è lo sforzo di individuare nei complessi meccanismi della psiche umana e nei percorsi sociali le motivazioni di tali disagi.
La narrazione non si limita soltanto alla individuazione delle patologie legate alle dipendenze
ma identifica nel sapere, ovvero in una approfondita conoscenza dei fenomeni alla base delle devianze, attraverso anche il necessario sviluppo di una corretta informazione, l’unico modo se non altro per contenerle.
Lo stile scorrevole e la completezza nell’affrontare i temi del malessere rendono il testo facilmente accessibile e utile anche per coloro che nell’attività lavorativa debbano confrontarsi con tali problemi.
Di sicuro, al di là delle notizie tecniche e dei numerosi dati a disposizione, da questo libro fluisce una volontà educativa e di tensione morale che offre al lettore stimolanti spunti di riflessione.
Il vuoto dentro di Noi
Introduzione
Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato. Se lo riempi con altro, ancora di più spalancherà le fauci. Non si chiude un abisso con l’aria
. Emily Dickinson
Quante volte si avverte la sensazione di vivere in un mondo complicato in cui ci sentiamo insignificanti e disorientati? Di cosa abbiamo realmente bisogno? E come riuscire a dare un senso profondo alla nostra esistenza?
Sono domande su cui è necessario soffermarsi, per capire. Frutto di un’esigenza? Certo non nascono a caso, ma emergono, talvolta improvvisamente, chiedendo puntuale. Altre volte sono il risultato di una riflessione che dura da anni e che giunge, infine, a compimento.
A queste domande può far seguito una totale indifferenza (perché non abbiamo la capacità emotiva di comprenderne il senso), o un senso di paura (per non dover guardare in faccia situazioni scomode), o una nuova consapevolezza (nel prendere finalmente coscienza di noi e delle situazioni che viviamo).
E mentre l’inconscio rivela bisogni e mancanze alla base delle scelte da compiere, dimostrando quanto sia difficile fare valutazioni importanti, la quotidianità, tra mille opportunità e difficoltà di ogni giorno, prende il sopravvento, senza concedere pause di riflessione. Non abbiamo tempo, dunque, per accorgerci di noi stessi, quando ci troviamo invischiati in un magma in cui si vorrebbe solo cambiare tutto, perché più niente ci appare autentico, perché la curiosità è perduta e la spontaneità, che si aveva da bambini, è un ricordo lontano. Il mondo che ogni essere umano ha contribuito a costruire (e che qualche visionario vorrebbe riformare!) oggi ci presenta un conto salato e, piaccia o no, paghiamo le conseguenze di ciò che è stato fatto.
E così accade che, per difendersi, la maggior parte della gente desideri solo una vita tranquilla con basi solide su cui costruire: una famiglia unita, un lavoro sicuro, amici fidati. Eppure, il bivio che il Destino pone davanti ad ognuno di noi presuppone una scelta individuale e condizionata da molti fattori, compiuta bilanciando cuore e mente. Alcuni sono protesi solo all’ascolto del proprio cuore, nella ricerca di un equilibrio che possa armonizzare quelle scelte con la complessità dell’esistenza quotidiana. Altri si nutrono di snervanti, continue esperienze in cui cimentarsi in modo assoluto, vissute pienamente, senza mai accontentarsi. Altri ancora cercano di restare in sintonia con la propria parte emotiva, mentre la razionalità preme per avere attenzione. Tra aspirazioni e raggiunta normalità, in ognuno risiede una parte oscura in cui desideri, sentimenti e pensieri viaggiano, attraverso mondi inesplorati, alla ricerca di un qualcosa che renda mai realmente sazi, nonostante la soddisfazione di traguardi già raggiunti. In ogni essere umano c’è un luogo circoscritto e buio, uno spazio vuoto in cui egli può entrare in contatto con la sua parte più profonda ed avere l’opportunità di conoscersi, di migliorare, di cambiare o di perdersi. Un vuoto che per qualcuno si trasforma in malessere e turbamento, che affiora dopo aver vissuto l’ennesimo fallimento, o quando non si ha più un obiettivo a cui aspirare. Un vuoto che risiede in chi è fragile, esprimendo tutta la tristezza, l’inquietudine e lo smarrimento di cui è capace. C’è chi si sente più piccolo di un granello di sabbia di fronte a qualcosa di più vasto ed incomprensibile.
Le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che attribuisce al disturbo depressivo la definizione di male del secolo, vengono puntualmente convalidate e confermate. La patologia che colpisce indistintamente adulti e ragazzi (anche giovanissimi), si caratterizza per la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni fisiche, fisiologiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo
, come indicato dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).
Talvolta, invece, l’idea di un nuovo desiderio da appagare si insinua piano piano in quel nulla, creando tensione, voglia ed impeto, incarnando l’insoddisfazione descritta da filosofi e poeti, nella spinta a cercare nuovi significati alla vita.
Per alcuni quello spazio vuoto è talmente esiguo da essere gestibile. Per altri è totalizzante e, per questo, fuori controllo, ciononostante, quando lo si sperimenta, quel vuoto si palesa con tutto il suo carico di frustrazione e di mancanza, chiedendo solo di essere colmato.
Come? I saggi avrebbero tanto da insegnare, se solo avessimo la voglia di seguirne l’esempio con coraggio. Invece, la maggior parte della gente, per indole o temperamento, è spesso lontana da quel modo di pensare e di agire. Molti infatti, semplicemente esistono, senza domandarsi se quel vuoto possa essere riempito da benessere e bellezza, anziché da cose meschine e senza scopo. Nondimeno, per poter uscire finalmente da quel limbo, è necessario compiere una puntuale e critica riflessione individuale, corroborata da nuove conoscenze ed aspetti culturali e formativi, che siano sempre attenti ed oggettivi.
È compito precipuo di chi fa informazione e comunicazione, di chi insegna, dei giornalisti, dei ricercatori e degli scienziati promuovere e divulgare dati e notizie, affinché si chiarisca, in modo imparziale, una volta di più, la direzione da seguire.
Il sapere, la preparazione, l’esperienza sono le basi utili a riempire quel vuoto ed è dovere individuale studiare per apprendere nozioni da rielaborare in modo critico, senza mai smettere di porsi domande, di sperimentare e, soprattutto, senza lasciar spegnere quel lampo di curiosità che troppo spesso viene sostituito da false certezze.
L'Aspetto Tossicologico
Capitolo I
Nell’ambito della conoscenza vi sono tematiche che meritano attenzione, ascolto e consapevolezza perché impattano quotidianamente nella vita di ogni essere umano.
Quando, poco più che ventenne studentessa di Giurisprudenza, mi sono avvicinata allo studio della Tossicologia Forense, ho compreso quanto fosse importante divulgare determinate argomentazioni, per comprenderle pienamente, al di là di credenze e giudizi preconfezionati.
L’obiettivo di tale approfondimento, oggi, mi sembra, ancor più, utile e doveroso.
Per gli adulti allo scopo di capire la portata di un fenomeno ed i suoi risvolti e, se genitori, per educare responsabilmente i propri figli. Per i ragazzi al fine di crescere, prendendo coscienza dei fatti della vita. In senso ampio la Tossicologia è una disciplina scientifica che analizza gli effetti collaterali delle sostanze chimiche sugli organismi viventi e che, come spiega l’Enciclopedia Treccani, ha il suo campo di applicazione nella medicina generale, in quella del lavoro e legale, dal cui ambito tende a staccarsi per costituirsi in disciplina autonoma (come tossicologia forense), avente ad oggetto, oltre alle tradizionali indagini - sulla rilevanza civile e penale degli avvelenamenti - quelle nuove e significative sull’impatto penale e amministrativo dell’inquinamento industriale e del doping sportivo
.
Suo compito principale, quindi, è capire quale sia l'azione diretta o indiretta delle sostanze negli episodi di intossicazione e lo studio, in fase sperimentale preclinica, di un farmaco prima della sua immissione in commercio.
Argomento di indagine sono anche quelle sostanze, comunemente considerate veleni, tossiche solo in modo indiretto e quelle che (a causa di meccanismi di stimolazione enzimatica) lo diventano se combinate con altre. In questo settore rientra la categoria dei fitofarmaci che, nell’eliminare specie viventi indesiderate o nocive, sono, purtroppo, la prima causa di inquinamento ambientale e contaminazione alimentare.
Assai significativa è l’analisi tossicologica compiuta sui solventi, sui composti radioattivi, sui minerali utilizzati per produrre materiali ignifughi e sui metalli pesanti. Il piombo, ad esempio, è pericoloso per l'organismo perché, facilmente solubile in acqua, è presente nelle condutture delle vecchie abitazioni, oltre che negli smalti, nelle vernici, nelle ceramiche e nei vetri, mentre l’alluminio, usato solitamente per realizzare pentole e caffettiere, per conservare il cibo, oppure per ricoprirlo, si