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Il pensiero dell'infinito: Riflessioni sull'infinito dal punto di vista filosofico, matematico, fisico e psicoanalitico
Il pensiero dell'infinito: Riflessioni sull'infinito dal punto di vista filosofico, matematico, fisico e psicoanalitico
Il pensiero dell'infinito: Riflessioni sull'infinito dal punto di vista filosofico, matematico, fisico e psicoanalitico
E-book73 pagine31 minuti

Il pensiero dell'infinito: Riflessioni sull'infinito dal punto di vista filosofico, matematico, fisico e psicoanalitico

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Info su questo ebook

La vita è un soffio e spesso oscuriamo questa realtà con la vacua illusione di essere onnipotenti, indistruttibili, fieramente giusti. A costo di dimenticare l'infinito che abita in noi.
LinguaItaliano
Data di uscita24 mag 2017
ISBN9788893780407
Il pensiero dell'infinito: Riflessioni sull'infinito dal punto di vista filosofico, matematico, fisico e psicoanalitico

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    Anteprima del libro

    Il pensiero dell'infinito - Paola Restiglian

    Hopcke

    L’INFINITO CHE C'È IN ME

    Quand’ero bambina non mi ha mai convinto l’idea che la realtà fosse solo come me l’avevano rappresentata gli adulti. Ho sempre intuito che esistesse o che potesse esistere una prospettiva diversa e più ampia del mondo, dell’universo e forse di tanti altri universi. Già da bambina mi sentivo una piccola filosofa! Grazie a Socrate ho capito che soffro e ho sempre sofferto della mia ignoranza, dei miei limiti di conoscenza. So di non sapere. L’ho sempre saputo a livello inconscio, anche nell’infanzia, prima di approcciarmi agli studi di filosofia. Poi l'ho realizzato a livello conscio. E guardando il mondo con gli occhi dell’età adulta, non sono affatto cambiata. Questa consapevolezza mi angoscia. Non mi riconosco nel comportamento delle persone a cui non interessa proprio nulla del perché dell’umanità! Amo la filosofia. Amo la sapienza. Ho la stessa ingenuità e curiosità intellettuale di quand’ero bambina! Mi sono sempre sentita come Sofia. Per quale motivo non risulta spontaneo alla gente c.d. normale parlare e discorrere di che cosa siamo, da dove veniamo e perché esistiamo e se sia per caso previsto che dovremo andare da qualche parte dopo il breve passaggio sulla terra? A me sembra così naturale pensarci! E forse è per questo che a volte mi sento fuori tempo e fuori spazio, oltre la relatività delle vicende quotidiane, attratta da infiniti collegamenti e direzioni, verso dimensioni diverse, altre dal tangibile. Io mi sento vivere su due livelli di esistenza o forse più, stimolata dall’ambiente esterno con lo sguardo rivolto al mio io inconscio, ai simboli, ai segnali, agli eventi sincronistici della mia vita. Spesso ho la testa fra le nuvole, attratta da una realtà molto più ampia di quella in cui la maggior parte della gente è convinta di vivere, universale. Molte persone percorrono il loro cammino su questo pianeta senza chiedersi mai da dove derivi la vita o accontentandosi delle molteplici dottrine a loro opportunamente impartite in tenera età. Mi chiedo come ciò sia possibile. Molti danno importanza a innumerevoli futili questioni senza volgere mai lo sguardo verso il pensiero dell’origine, del perché della vita. All’uomo contemporaneo, alle persone attorno a me quotidianamente non sembra interessare la presa di coscienza della realtà oltre l’apparenza, dell’essere oltre il finito e il terrestre, il tangibile. Questo stato generale di incoscienza mi turba. Com’è possibile pensare e vivere solo il quotidiano, solo il particolare relativo? Sicuri delle nostre conoscenze, ma è così tanta ancora la strada da percorrere all’interno della nostre psiche! Tutti dovremmo porci delle domande filosofiche. Per quale motivo solo

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