Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Viaggio al pianeta Aipotu: Alla ricerca del giusto processo
Viaggio al pianeta Aipotu: Alla ricerca del giusto processo
Viaggio al pianeta Aipotu: Alla ricerca del giusto processo
E-book106 pagine1 ora

Viaggio al pianeta Aipotu: Alla ricerca del giusto processo

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Una maggioranza sempre crescente dei cittadini ritiene che l’attuale sistema della giustizia non funzioni. Il suo barocco e contraddittorio formalismo giuridico rende lunghissimi i processi, sia quelli civili, con gravi danni per l’economia, sia quelli penali, che prolungandosi per troppo tempo finiscono per essere comunque ingiusti nei confronti degli imputati e anche delle vittime. Il numero dei rinviati a giudizio è eccessivo e ancor più anomala è l’alta percentuale di quelli che verranno assolti. Molte sono le proposte per modificare quella che è diventata una specie di “Ruota della fortuna” – nella speranza di imbroccare il magistrato giusto – ma come presentarle in modo più accessibile e meno pesante a un vasto pubblico di non specialisti? Questo piccolo libro ci prova con un racconto distopico (o più esattamente “eutopico”) ambientato in un pianeta molto lontano e diverso dal nostro.
LinguaItaliano
Data di uscita2 ago 2023
ISBN9788893187688
Viaggio al pianeta Aipotu: Alla ricerca del giusto processo

Correlato a Viaggio al pianeta Aipotu

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Viaggio al pianeta Aipotu

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Viaggio al pianeta Aipotu - Furio Gubetti

    fronte.jpg

    Frontespizio

    FURIO GUBETTI

    VIAGGIO

    AL PIANETA

    AIPOTU

    Alla ricerca del giusto processo

    Prefazione di Alessandro Meluzzi

    Colophon

    In copertina: foto di Edward Lich da Pixabay

    https://pixabay.com/illustrations/justice-right-case-law-court-2071539/

    Copertina a cura di

    Nicola Giornetta

    Conversione in formato epub a cura di

    Francesca Cattina

    © 2019 by Edizioni Segno

    Via E. Fermi, 80/1

    33010 Feletto Umberto – Tavagnacco (UD)

    Tel. 0432 575179 – Fax 0432 688729

    www.edizionisegno.it – info@edizionisegno.it

    cc/p 83376087

    ISBN 978-88-9318-455-7

    ISBN ebook 978-88-9318-768-8

    Prima edizione digitale: luglio 2023

    Prefazione,

    di Alessandro Meluzzi

    ‘Viaggio al pianeta Aipotu’ ha come evidenti antecedenti ‘Utopia’ di Tommaso Moro e ‘La Repubblica’ di Platone, ma anche celati precedenti in molti viaggi epici nell’Oltretomba, da Enea a Dante. Nel caso di Furio Gubetti la città ideale o la nazione ideale vengono sostituite dal pianeta ideale. Il protagonista Mark, un avvocato terrestre, prende il volo verso l’Universo alla ricerca di una giustizia giusta, che sulla Terra è andata perduta.

    La tradizionale forma dialogica si ammanta di novità, scegliendo come interlocutore e guida una donna, che conduce il protagonista lungo le strade di un mondo utopico che sa di non essere il Paradiso Terrestre. Aipotu è comunque l’Inferno ma gli uomini hanno imparato a governare saggiamente, in armonia con la Natura e solidali tra loro secondo i principi di Libertà, Merito e Solidarietà.

    Il romanzo fantascientifico affronta varie problematiche che nel XXI secolo non hanno trovato ancora una soluzione e a cui l’autore tenta di dare risposta in un lontano futuro, servendosi non solo della filosofia ma anche della religione.

    Viviamo in una società caotica e il caos genera disquilibrio nei rapporti con gli altri, figuriamoci in relazioni internazionali. Si può e si deve ritrovare equilibrio o grazie alla parola di Gesù, o, se si preferisce una visione laica, rispolverando Kant con il suo Cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi. L’unico antidoto al caos è un rinnovamento spirituale, perché soltanto lo spirito è immortale. Ma non si tratta di una spiritualità politica in stile Umma islamica. Una spiritualità, religiosa o laica, che ci riporti all’essenza di un’unione di intenti che prenda, però, in considerazione le ­specificità.

    I

    Il Tribunale, un imponente edificio neoclassico di abbagliante candore, incombeva sulla città.

    Mentre scendeva la bianca scala marmorea un uomo, grigio nell’abito severo dal taglio antiquato, imprecava a fior di labbra: È troppo, questa volta è troppo, un bastardo colpevole, senza alcun ragionevole dubbio, di un delitto infame, uno stupro, resta impunito per un cavillo… maledetto formalismo giuridico.

    Il giovane avvocato era un idealista, soffriva quando doveva difendere i colpevoli e perciò, tranne il raro caso in cui il cliente era riuscito a convincerlo della sua innocenza, accettava soltanto il ruolo di Parte Civile. Ancora una volta, però, non era riuscito a tutelare la vittima e si sentiva furioso, indignato e impotente.

    Aveva bisogno di qualcosa di forte ed entrò in un bar, il primo incontrato. Il locale era piccolo, ma luminoso, con un arredo minimalista, essenziale, pulitissimo e deserto. Dietro il bancone c’era un uomo alto, pallido e secco, di età indefinibile e uno sguardo profondo. Non sembra proprio un barista, pensò l’avvocato. Mi sembra che lei si sia preso una bella incazzatura – disse il pallido con un sogghigno benevolo – cosa le posso servire per migliorargliela un po’?. Potremmo provare con una vodka, se ne ha una buona. Lei è un buon osservatore, cosa faceva prima di diventare un barista?. Arrossendo lievemente il pallido sussurrò imbarazzato: Anche lei è un buon osservatore, ero un astronauta. Lo ha capito dalla mia magrezza curva e il colorito cereo, vero?. Un astronauta! Però… fin da ragazzo ho sempre avuto un grande interesse per i viaggi spaziali, ma avevo paura e quindi ho finito per fare l’avvocato, purtroppo…. Perché dice così? A me sarebbe piaciuto molto fare l’avvocato… oltre ai pericoli e la lontananza da casa, gli astronauti nei lunghi mesi di navigazione si annoiano a morte… i marinai dei bei tempi antichi almeno ci guadagnavano in salute, noi invece…, sospirò guardandosi sconsolato nello specchio dietro le bottiglie. È per questo, per la salute, che ha rinunciato alla carriera di astronauta?. No, sono in pensione…. Così presto?!.

    Non per niente è un lavoro riconosciuto come molto usurante, quindi è possibile andare in anticipo. Ero stanco di vagabondare e grazie alla liquidazione, più un mutuo, ho potuto comprare questo locale…. Ma perché proprio un bar?. Sull’astronave mi occupavo della cambusa e della mensa… e poi mi piace parlare con i clienti, gente che passa, sempre nuova. Per troppi anni sono stato costretto a vedere le solite facce e a sentire ripetere all’infinito gli stessi discorsi… basta, ero stufo. Però – ribatté l’avvocato – avrà visto chi sa quanti pianeti diversi e meravigliosi, non prova nostalgia per qualcuno di essi? No… forse sì, un pianetino all’estremo opposto della galassia, Aipotu il suo nome, nulla di straordinario tranne una cosa: è l’unico posto dove ho trovato una giustizia giusta. L’avvocato sobbalzo sbalordito sullo sgabello. Cosa… cosa ha detto? Una giustizia giusta?. Si, laggiù sono stato assolto, e in tempi brevi, da una ingiusta accusa per un grave reato, nonostante fossi uno straniero con pochi soldi e nessun santo in paradiso. È stato fortunato…. No, là è la regola, nessuno si lamenta del sistema giudiziario, tutti lo ritengono efficiente, imparziale ed equo. In nessun altro pianeta ho trovato una cosa simile. Incredibile…. Sì, incredibile ma vero.

    Dopo una lunga pausa, necessaria per digerire la straordinaria notizia, arrivata proprio nel momento in cui aveva la tentazione di cambiare mestiere, il giovane legale osò chiedere: So che rischio di essere indiscreto, ma se la sente di raccontarmi di quale reato era stato accusato? Sono un avvocato e quindi tenuto al segreto professionale…. Come avvocato no, ma come amico sì, sono disponibile a dirglielo. Io mi chiamo Jim. Ed io Mark. Dopo una sorridente e franca stretta di mano Jim disse: Fui accusato di rottura di promessa di matrimonio…. Non è un reato poi tanto grave…. Per loro sì. Credono che le donne devono abitare con un uomo che le protegga…. Sono forse islamici? No, appartengono a una setta di cristiani ortodossi, mi sembra si chiamino Vecchi Credenti e provengano dalla Russia, ma prima sono passati dall’America…. Quindi le donne sono tutte delle casalinghe?. No, lavorano anche fuori, anzi nella sanità e nell’insegnamento credo siano più degli uomini, ma abitano con un uomo, padre, fratello, marito o figlio, che le tratta come regine della casa. Nessuno le obbliga a restare, ma se diventano single tutti, uomini e donne, le considerano delle poverette da compiangere. Una situazione simile, credo, a quella delle ebree ortodosse, con la differenza che i loro uomini non si dedicano esclusivamente allo studio dei testi sacri, lavorano insieme alle donne, come gli Amish. Chi mi accusava era una single, ecco perché il mio era un reato grave… se lo avessi commesso…. A me puoi dirlo, se non come avvocato, almeno come amico fidato: cosa avevi combinato realmente?, disse Mark ammiccando malizioso. Beh, effettivamente avevo corteggiato una bella tardona… solo qualche bacio, perché non permetteva niente di più, ma mai, te lo giuro, ho fatto, e nemmeno pensato, promesse di matrimonio… alla fine, sul banco dei testimoni, persino la poveretta, che forse in buona fede aveva equivocato le mie dolci parole d’amore, era stata costretta ad ammetterlo, a denti stretti. Dopo un breve silenzio Mark concluse: Strani costumi su quel pianeta…. Si strani, però laggiù tutti sembrano più sereni che qui da noi…. Come mai questi Vecchi Credenti, se ho capito bene il loro nome, sono finiti tanto lontano?. "Come

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1