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Lo specchio dell'anima
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E-book367 pagine5 ore

Lo specchio dell'anima

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Info su questo ebook

Un uomo si imbatte in una vicenda drammatica e incredibile che ne segnerà per sempre il corso della propria esistenza. Per scoprire i motivi degli accadimenti, inizia una ricerca senza sosta verso la verità. Una rincorsa a perdifiato e spasmodica, tra colpi di scena e rivelazioni che lo porterà sulla soglia della scoperta di se stesso e del senso propria stessa vita. Riuscirà poi a completare il suo percorso? Chiunque ha un motivo per vivere su questa terra e tutti dovremmo sempre correre nella direzione della verità senza mai escludere nulla, solo perché lontano dall'umana comprensione.  "... Si affrettò a dare corrente all'appartamento dall'interruttore generale, poi accese la luce del corridoio. Il mobile era li, alla sua sinistra. Alex si avvicinò con passo incerto perché sapeva cosa lo attendeva e infatti i misteriosi e per certi versi minacciosi avvenimenti non tardarono a palesarsi..."

LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2023
ISBN9798223601302
Lo specchio dell'anima
Autore

Gianluca Morea

Gianluca nasce e vive a Roma. Sin da ragazzo mostra interesse verso l’arte della scrittura che comincia a coltivare scrivendo versi in rima e racconti brevi. Dotato di una fervida immaginazione e di una creatività particolarmente spiccata, riesce a rendere ogni sua opera un vero e proprio viaggio interiore, un’introspezione celata dietro il nero dell’inchiostro che adorna le bianche pagine dei fogli lasciati a testimonianza della sua vera essenza. Oltre a “Lo specchio dell’anima”, l’autore si è cimentato nella produzione e pubblicazione di raccolte di poesie.

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    Anteprima del libro

    Lo specchio dell'anima - Gianluca Morea

    Bibliografia:

    Un dolce stil nuovo

    Raccolta di poesie edito da Amazon 2021 pubblicato con lo pseudonimo Jalluka19

    Raccolta che racconta di Rime

    Raccolta di poesie edito da Amazon 2020 pubblicato con lo pseudonimo Jalluka19

    Lo specchio dell’anima

    Romanzo edito da Amazon 2019 pubblicato come Gianluca Morea

    Blue

    Raccolta di poesie edito da Amazon 2018 pubblicato con lo pseudonimo Jalluka19

    Io sono la poesia

    Raccolta di poesie edito da Amazon 2018 pubblicato con lo pseudonimo Jalluka19

    Rime trascritte Emozioni tradotte

    Raccolta di poesie edito da Amazon 2017 pubblicato con lo pseudonimo Jalluka19

    Riflessi 141

    Raccolta di poesie edito da Pagine 2015 come Gianluca Morea

    Volevo ringraziarti, caro lettore, per avermi dato fiducia acquistando questo libro.

    Gianluca Morea

    Un uomo si imbatte in una vicenda drammatica e incredibile che ne segnerà per sempre il corso della propria esistenza. Per scoprire i motivi degli accadimenti, inizia una ricerca senza sosta verso la verità. Una rincorsa a perdifiato e spasmodica, tra colpi di scena e rivelazioni che lo porterà sulla soglia della scoperta di sé stesso e del senso propria stessa vita. Riuscirà a completare il suo percorso?

    Buona lettura

    Lo specchio dell’anima

    Coraggio cara entriamo in questo negozio, sai che adoro i mercatini e i negozietti di chincaglierie, così Alex convinse sua moglie Lucy ad entrare in quel negozio che sarebbe meglio definire grande magazzino di cose vecchie. I due insieme alla figlia di tre anni Eleanor stavano passeggiando per una via di un quartiere in periferia di Roma, in una domenica uggiosa di autunno inoltrato. Non faceva freddo, come accade spesso a Roma in quel periodo dell’anno e anche se il cielo era scuro e a volte lasciava cadere qualche goccia di pioggia, come a monito di un imminente acquazzone, la famiglia non sembrava esserne preoccupata. L’aria era calda, una giornata umida che minacciava pioggia ad ogni nuvolone scuro che il vento di scirocco portava sulle loro teste. Ecco allora quel negozio con molte vetrine che mostravano gli oggetti in vendita tutti rigorosamente usati, come indicava appunto l’insegna: Tutto rigorosamente usato. Alex non poté resistere alla tentazione e convinse quindi la moglie a seguirlo, trascinato da quegli affascinanti pezzi di antiquariato e oggettistica varia che le generose vetrine mostravano. Orologi antichi, cappelli, monocoli, gemelli da camicia, ferma cravatta e bastoni da passeggio, le sue passioni! Alex sarebbe capace di dilapidare un patrimonio in nome della sua mania di collezionare oggetti simili, Lucy lo asseconda da buona amorevole moglie, anche se a lei di tutta quella robaccia non interessa assolutamente nulla. Va bene, entriamo ma non perdiamoci troppo tempo!, esclamò seppur con tono paziente la donna. Cinque minuti e ti voglio fuori, anche perché sai che Eleanor dopo un po’ si stanca di questo genere di cose, contrattò Lucy. Lui annuì rassicurandola, anche se entrambi sapevano che le cose sarebbero andate diversamente; infatti, Alex quando entrava in questo genere di negozi si perdeva in un mondo tutto suo, apparendo incantato ed estasiato in una sorta di trance da celebrazione per il passato. Ed ecco che a uno a uno si sofferma osservando scrupolosamente ogni stand o vetrina, analizzava e metteva a fuoco tutto quello che il negozio poteva offrirgli, si vedeva benissimo che mentre osservava la sua fantasia volava lontano in un tempo remoto, in un passato a lui tanto caro che purtroppo non poté vivere. Questo era un suo grande rammarico, essere nato in un’epoca sbagliata come amava ripetere lui e immergendo la fantasia in questo tipo di oggetti, in qualche modo saziava la sua anima inquieta. Alex è un impiegato di una grandissima multinazionale delle telecomunicazioni, il suo lavoro non lo entusiasma anzi lo annoia a morte, ma a quasi quarant’anni non può certo pretendere di cambiare occupazione. La cosa positiva era sicuramente che il lavoro gli lasciava molto tempo libero. Insomma, il classico impiegato che ha uno stipendio fisso e un posto di lavoro sicuro, anche se negli ultimi tempi la crisi economica minacciava anche i posti più sicuri come il suo, blindati dai famosi contratti a tempo indeterminato. Alex è un sognatore, ama scrivere e perdersi nella sua fantasia per attingere poesie e pensieri, componimenti e aforismi. Si diletta persino come romanziere anche se non ha pubblicato mai nulla, troppo geloso delle sue creazioni e forse troppo poco intraprendente per cercare consensi presso qualche editore, lasciando per sé il suo talento. In questo genere di negozi trovava il suo mondo fatto di fantasia e nello specifico in questo negozio tutto rigorosamente usato, s’immergeva senza alcun pudore in libri dei primi del Novecento, poltrone del mille e ottocento, tutto un armamentario che metteva in risalto un passato elegante e glorioso che l’umanità conobbe e che ora ripudiava, svendendo quei cimeli come fosse cianfrusaglia qualunque di cui disfarsi al più presto. Per lui era assolutamente assurdo e se ne avesse avute le capacità economiche avrebbe riempito casa di quegli oggetti solo al fine di conservarli, custodirli ed ammirarli. Purtroppo, il suo stipendio era assolutamente ordinario e quindi doveva per forza di cose accontentarsi di sognare, guardare e solo in sporadiche occasioni di poter comprare, ovviamente nulla di troppo esoso, solo piccoli oggetti di poco conto. Ma Alex vive anche una sorta di dicotomia, infatti nonostante lui adorasse questi oggetti così datati, come vecchie chiavi arrugginite di portoncini antichi e cose del genere, amava uno stile ultra moderno ed essenziale nell’arredamento, rifiutando di acquistare o giudicare bello tutto ciò che apparteneva all’arte povera o antica in fatto di mobili e complementi d’arredo. In questo grande negozio si vendeva un po’ di tutto, oltre agli oggetti da lui bramati, anche vestiti, elettrodomestici e mobili, molti dei quali in stile antico, quasi da antiquariato. Passando nei corridoi del locale, Alex si soffermò a consultare un vecchio libro, la targhetta di presentazione recitava millenovecento diciannove, la rilegatura era in sofferenza, bisognava maneggiarlo con estrema cura e delicatezza, la copertina era decisamente deteriorata e a mala pena si riusciva a leggerne il titolo. Si trattava di una raccolta di poesie che rendeva onore al valore del libro reso bellissimo dal suo aspetto vissuto, dal suo odore di polvere e di stantio che caratterizzava i manoscritti o libri antichi. Guarda amore, non è favoloso? Solo quaranta euro! Incredibile tesoro, direi di prenderlo non credi?. Lucy lo guardò con gli occhi strabuzzati, argomentando il suo diniego spiegando al marito preso da quelle letture e perso in quelle rime, che quaranta euro erano veramente troppi e che il loro budget per spese accessorie o per così dire superflue, era di molto inferiore. Lucy è una donna pratica che viveva con poco, si accontenta e cerca di non eccedere mai. Lavora presso un negozio di abbigliamento come commessa. Anche lei non ama troppo il suo lavoro che però le dà la possibilità, lavorando cinque ore al giorno e solo al mattino di passare molto tempo con la figlia Eleanor. Ovviamente la retribuzione è piuttosto bassa ed essendo andata via di casa poco più che ventenne, non appena ebbe trovato il suo primo impiego, era abituata a vivere senza avere troppe pretese, avvezza a fare i conti per arrivare alla fine del mese. Insomma, una donna che divenne adulta molto prima del tempo previsto dalla natura, proprio all’opposto del marito che aveva vissuto in casa con i suoi genitori fino al matrimonio e che era abituato a sperperare tutto quello che guadagnava per i propri sfizi. Proprio per questo i due si completavano, lui più spregiudicato e disponibile a spendere per cose futili, lei più parsimoniosa e attenta a spendere solo per cose necessarie. Insomma, la giusta miscela che permetteva alla coppia di vivere armoniosamente assecondando sia i capricci di lui che, i giustificati freni alle spese senza controllo, di lei. Ma Alex era terribilmente attratto da quella raccolta di poesie dal titolo Pensieri d’amor, sfogliando i fogli di carta ruvida ed ingiallita, lesse a sua moglie alcuni versi per cercare di convincerla dell’acquisto: "...ed io perso nello sguardo tuo,

    innamorato del tocco tuo,

    soave e caldo

    come può esser solo il più freddo inverno,

    rincorro un tuo sorriso,

    deciso

    come sono a lasciar traccia,

    di quel diadema scolpito, nella tua faccia,

    mi immergo nel giusto colore, come un pennello

    e dipingo questa mia tela,

    che dedico alla mia altra metà, della mela..."

    Recitò con voce calda e profonda esclamando poi: è fantastica!. Commentò poi entusiasta: Dobbiamo prenderlo, non accetterò alcun rifiuto da parte tua, con tono deciso, rivolgendosi alla moglie. Lei altro non poté che prendere atto del fatto che non sarebbe riuscita ad evitare che Alex comperasse quella raccolta di poesie che tanto lo aveva entusiasmato, così cercò di accelerare la visita per evitare che il marito perdesse la testa per atre cose che quel paese dei balocchi per nostalgici poteva offrirgli. Ok va bene lo prendiamo ma ora però andiamo, avevamo detto soli cinque minuti e invece ne sono passati molti di più, perciò ora vai alla cassa, disse perentoria Lucy, senza ottenere tuttavia alcun risultato, così la scaltra moglie cercò di far perdere interesse al marito facendolo passare per la parte dove era esposta la mobilia che lui detestava. I due erano profondamente diversi, lui sognatore lei più pratica e forse queste diversità caratteriali affondavano le radici proprio nelle loro diverse vicende trascorse individualmente. Lucy era figlia di un commerciante romano, autoritario e a volte, anzi troppo spesso, avvezzo ad alzare le mani per ottenere le sue ragioni e di una madre casalinga, di origini olandese, sottomessa al marito e incapace di reagire al regime semi dittatoriale che il padre padrone imponeva in famiglia. I due si conobbero in un viaggio di piacere che lui da giovane ad Amsterdam, dove incontrò la futura moglie che lavorava come addetta alle pulizie in un albergo in centro. Nell’agiatezza economica, immersi in un benessere solo materiale, Lucy e le sue due sorelle erano solite dimostrarsi intolleranti nei confronti di questo tipo di despotismo, i litigi tra le figlie ed il padre erano frequentissime e lei, essendo la maggiore delle tre, era quella più ribelle ed intraprendente nel rivendicare una certa libertà e nel palesare tutta l’insofferenza per quel tipo di andamento familiare. Alex invece era il quarto figlio, il padre Joseph era un ex ufficiale della marina americana, nato a Brooklyn, che per anni fu destinato a svolgere le sue attività militari nel mediterraneo occidentale. La sua base di pertinenza fu per lunghissimo anni a poche centinaia di chilometri da Roma e per questo la famiglia si trasferì nella capitale stabilmente. La mamma Emma invece era stata impiegata in banca quando abitava ancora in America, per la precisione a Tampa, in Florida. Quando si trasferirono definitivamente a Roma, si limitò a fare la casalinga impegnata com’era a crescere i 4 figli, di cui 3 nacquero in Florida e il solo Alex a Roma. Alex essendo il più piccolo, era anche il più coccolato e viziato da tutti i componenti della grande famiglia, questo spiega il suo stile di vita un po’ naif e talvolta irresponsabile. Alex amava definirsi un’artista proprio per queste sue spiccate doti di scrittore che fin da ragazzo palesava e per il fatto di vivere con estrema leggerezza la sua vita. Alex era entusiasta del libro che teneva gelosamente nella mano sinistra, mentre con la destra stringeva la mano di Eleanor, Lucy camminava subito dietro di loro passando tra i vecchi mobili mentre Alex tendeva a tirare dritto a passo spedito incurante di quello che aveva attorno. Intanto che si recavano verso la cassa per pagare il libro di poesie Eleanor rallentò il passo, quasi si fermò girandosi alla sua sinistra staccandosi dalla mano del padre, poi sussultò e rabbrividendo accelerò il passo quasi correndo per raggiungere nuovamente la mano di Alex. Lucy dal canto suo seguiva i due a pochi passi di distanza e assistendo al comportamento singolare della figlia indugiò anche lei alla sua sinistra fissandosi di fronte ad un mobile con uno specchio incastonato dentro. Lo osservò accuratamente per vedere cosa avesse turbato la figlia, ma non riuscì a capire di cosa si trattasse ma al tempo stesso non riusciva a distogliere lo sguardo da quel mobile, continuava a fissare la propria immagine riflessa allo specchio. Era come incantata, rapita, come se si trovasse di fronte a degli occhi intriganti di uno sfacciato adulatore. Alex si voltò e vide la moglie imbambolata davanti al mobile: tesoro che ti prende? Volevi uscire in tutta fretta e ora ti sei addormentata di fronte a quello stupido mobile?, disse ironico. Lucy non lo degnò di uno sguardo, era fissa ferma di fronte a quello specchio, presa com’era da quel mobile e quando il marito si avvicinò tenendo per mano Eleanor, questa si ritirò facendo diversi passi indietro e Alex guardandola sbigottito le chiese se c’era qualcosa che non andava: amore mio cosa succede? Cosa ti prende?. La bambina continuava a tirare il padre indietro senza proferire parola, mentre Lucy incurante del mondo che la circondava continuava a fissare quel pezzo di antiquariato. Alex spazientito e sorpreso da quegli strani comportamenti esclamò: ma insomma che diavolo succede? Cosa vi prende a tutte e due? Mi volete dare una qualche spiegazione? Lucy?. Lucy riuscì a distogliere il proprio interesse dallo specchio solo dopo che Alex l’afferrò per un braccio e la scosse, come a volerla svegliare da questo incredibile torpore che l’aveva colpita. Ey ma che fai?. Chiese lei con aria sorpresa, cavolo tesoro sono minuti che sei imbambolata davanti a questo specchio e non rispondi alle mie domande, che ti prende?. Ribatté lui domandando alterato. Lucy lo guardò e gli disse che voleva a tutti i costi quel mobile perché lo riteneva bellissimo. Scordatelo amore non se ne parla, quell’obbrobrio in casa nostra non lo voglio e poi hai visto il prezzo?. Aggiunse poi: hai fatto storie per i miei quaranta euro, ora senza batter ciglio ne spenderesti più di quattrocento per questo coso antiquato e bruttissimo? Proprio non ti capisco!. In questi termini fu la risposta secca di Alex. La moglie insistette, contrattando col marito: scusami, io ho accettato un tuo capriccio ora sei tu a doverne accettare uno mio e poi sei stato tu a insistere per entrare in questo negozio; quindi, non farla troppo lunga e prendiamolo...ti prego, ti prego, ti prego..., implorò la moglie civettando, ammiccando e seducendo il marito. Alex si arrese e decise di accontentare la moglie che solitamente non si mostrava mai insistente e pretenziosa. D’accordo lo prendiamo, ma ora affrettiamoci alla cassa altrimenti rischi di consumare quello specchio prima ancora di portarlo a casa oppure, lui consumerà te visto che sono dieci minuti che ammiri il tuo stesso riflesso. Lo sai amore che non hai bisogno di uno specchio per sentirti bella vero? Io te lo ripeto e ricordo in continuazione quanto sei stupenda, sentenziò entusiasta Alex. Lucy sorrise più per aver ottenuto quanto voleva che per i complimenti sdolcinati del marito e a malincuore dovette distogliere lo sguardo dal mobile e improvvisamente intristita si avvicinò alla cassa col marito. Provvidero al pagamento dei due beni appena acquistati e uscirono dal negozio per proseguire la loro passeggiata, ma gli animi erano notevolmente mutati. Alex era da un lato entusiasta per il suo libro di poesie, era però anche pensieroso per l’enorme spesa sostenuta per acquistare un mobile che a lui non piaceva affatto e che non sapeva dove mettere all’interno della propria abitazione, per recare meno fastidio possibile alla sua vista. Eleanor era invece inquieta, impaurita e teneva forte la mano del papà rimanendo stranamente taciturna per il resto del pomeriggio, mentre Lucy era a tratti euforica per la sua conquista fatta ai danni del marito, per essere riuscita a comprare il nuovo mobile che tanto aveva voluto. La famiglia continuò a camminare fino alla macchina senza dirsi una sola parola e senza riuscire più a darsi un’occhiata, uno sguardo. Sembrava essere calato un gelido velo d’inquietudine e tristezza sui tre, che li abbracciava stretti come un serpente avvolge tra le sue spire la preda prima di divorarla. Salirono nell’automobile e anche per l’intero tragitto verso casa, nessuna parola fu pronunciata, Alex guidava sognando il momento di potersi ritirare col suo libro di poesie, Lucy smaniava per poter avere subito il suo nuovo mobile di antiquariato immaginando in quale posto della casa l’avrebbe potuto collocare, di come avrebbe voluto e potuto prendersene cura, ripulendolo e lucidandolo, ne sentiva già l’odore dell’antico legno. Per quanto riguarda Eleanor, lei era impaurita e seduta sul suo seggiolino per tutto il tempo strinse tra le mani l’immancabile scimmietta di pezza, nella quale riponeva immensa fiducia e nella quale si rifugiava ogni volta che si sentiva triste o spaventata. A casa le cose non cambiarono, mentre si apprestavano a preparare la cena, sembravano più tre individui capitati insieme per sbaglio che una vera e propria famiglia, apparivano così lontani i momenti sereni e di gioia che li aveva contraddistinti fino a quel pomeriggio. La sera ormai incombeva e l’ora della cena col suo rituale fatto di racconti su quanto accaduto ad ognuno nella giornata appena trascorsa, sembra un lontano ricordo. Era incredibile la lontananza incolmabile che separava Alex e Lucy e neanche l’amore sconfinato per la figlia era in grado di farli tornare ad una distanza accettabile. Di colpo Alex si destò come se colpito da un’illuminazione, alzò lo sguardo dal suo piatto ed esclamò: ma cosa diavolo succede questa sera? Non abbiamo più spiccicato una parola da almeno tre ore!. Eleanor alzò titubante la testa e rivolse i suoi occhi verso la mamma, che svegliata dall’esclamazione del marito sembrò finalmente capace di uscire da quel letargo psicologico che l’attanagliava ormai da diverse ore. Era come se i tre per motivi diversi vivessero in mondi paralleli e che quelle parole perentorie di Alex avessero riportato tutti sullo stesso pianeta, la loro casa, a ricomporre la loro famiglia. Scusami amore mio, ero soprappensiero e non mi sono resa conto del tempo che passava così rapidamente, è come se avessi vissuto un salto temporale che mi ha trasportato dal negozio a questa tavola, senza rendermi conto di tutto quello che abbiamo fatto nel frattempo, argomentò Lucy, aprendo un meraviglioso sorriso. Eleanor confortata dalla ritrovata dolcezza della madre prese coraggio e riuscì a rasserenarsi quel tanto che bastava per mangiare quello che le avevano preparato. Infine, Alex, rinfrancato dal sorriso e dalle parole della moglie si tranquillizzò e sorrise di rimando alla donna finendo il pasto in brevissimo tempo. Tutto sembrava essere tornato alla normalità. Dopo cena e dopo aver sistemato la cucina, i tre si dedicarono a loro, accudendosi vicendevolmente. Lucy ed Eleanor si fecero un bel bagno caldo insieme mentre Alex giocava con la figlia da fuori la vasca immergendovi dei simpatici pupazzetti di plastica a forma di pesciolini. In questo modo era solito fare con Eleanor quando faceva il bagnetto ridendo e giocando tutti insieme. La giornata si concluse con i tre che si addormentarono tutti nello stesso letto, dopo che la mamma ed il papà finirono di leggere una bella storia della buona notte alla bimba.

    I giorni passarono in maniera del tutto normale nella consuetudine familiare, la solita routine fatta di attenzioni reciproche e di amorevoli cure, insomma la solita vita di sempre. Eleanor che al mattino andava a scuola, Alex che si recava in ufficio dopo averla accompagnata e Lucy che si dirigeva presso il negozio di abbigliamento nel quale era impiegata. Dopo circa una decina di giorni venne consegnato il mobile, i facchini portano in casa il mobile abbandonandolo vicino alla porta di ingresso, lasciando decidere con comodo ad Alex e Lucy sulla giusta collocazione dello stesso. Certo era veramente fuori luogo in quella casa, mobili modernissimi e minimalisti di colori particolari, bianchi, rossi laccati e neri lucidi decorati da acciaio satinato. Anche le tinte delle pareti erano moderne, colori accesi illuminati da faretti e lampade da terra e alle finestre tende veneziane. Insomma, un mobile antico immerso in un ambiente ultra moderno rappresentava un vero pugno nello stomaco. Neanche a dirlo Alex rabbrividiva solo al pensiero di quel mostro in casa, figurarsi ora che l’incubo si era materializzato, lo aveva proprio dentro casa e non sapeva dove relegarlo per poterlo meglio sopportare. Lucy era euforica, fuori di sé dalla gioia, per lei l’importante era averlo con sé, in casa sua. Le bastava questo e non si curava affatto che in qualsiasi posto lo si cercasse di mettere stonava come una voce stridula che cerca di intonare la più soave delle melodie. Le varie prove diedero tutte esito negativo, nel salone una madia bianca laccata e uno scarno mobile a giorno per contenere il cinquanta pollici ultra sottile non poteva certo sopportare la vicinanza di un rudere simile. Nella camera da letto della coppia, soprattutto considerando il colore bianco spugnato di avorio della pittura delle pareti e i tendaggi moderni, neanche a parlarne. Con il letto basso privo di spalliera che allargava la sua struttura ai lati all’altezza della testa del letto dove si creava lo spazio per poggiare un libro o gli occhiali di vista, insomma dei modernissimi comodini e un grande armadio con ante scorrevoli proprio non poteva starci. La cameretta di Eleanor anche sembrava impossibile da accomodare con quello strano mobile, visto che le pareti erano tinteggiate di lilla e i mobili erano rosa e viola. Ovviamente in bagno e in cucina proprio non poteva essere sistemato visto che non era certo né da toilette, né tanto meno da arredo cucina. Alex proprio non sapeva cosa farsene di quell’orrendo pezzo d’antiquariato e nel modo più assoluto non riusciva a capacitarsi sui motivi che lo avevano spinto a spendere tutti quei soldi per un mobile che detestava e verso il quale provava solo disprezzo. Lucy invece, capendo l’impossibilità a piazzare il suo adorato specchio, ruppe gli indulgi ed esclamò decisa: lo lasceremo qui! L’ingresso è il posto più adatto!. Alex non poté rimandare la discussione che sembrava ormai inevitabile e come un fiume in piena sbottò: ma cosa dici? Come puoi pensare di lasciarlo qui? Non ti rendi conto che non ha senso metterlo qui?. Proseguì inarrestabile: siamo stati due idioti a comprare questo coso, non dovevamo prenderlo soprattutto spendendo così tanto!. Non riusciva a darsi pace e come una lingua d’acqua inferocita che sfondando una diga scende devastando ciò che incontra, allo stesso modo Alex voleva annichilire sua moglie inveendo e continuando a sbraitare, argomentando l’incauto acquisto, il prezzo eccessivo e soprattutto l’impossibilità di metterlo in un posto consono a casa loro. Lucy lo lasciò sfogare serafica, sapendo che una volta sbollita la rabbia del marito avrebbe avuto la meglio e che la sua decisione sarebbe andata bene anche a lui. Il suo sguardo era inevitabilmente furbo come quello di una volpe che sta per sferrare l’attacco al malcapitato pollaio, aveva quello che desiderava e non c’era altro pensiero che potesse turbarla, neanche la figlia che si dimostrava ancora spaventata da quello strano mobile. Infatti, poco si curava Lucy delle lamentele e dello sguardo intimorito di Eleanor, né si chiedeva o le chiedeva il motivo di tanta diffidenza verso il nuovo acquisto. Si limitava a immaginare in quale punto dell’ingresso sarebbe stato meglio, vedendosi da quello specchio ritratta più bella che mai. Eleanor proprio non voleva saperne di fraternizzare con quel mobile, ancor di più la sua paura nasceva dallo specchio che cercava di evitare a tutti i costi, neanche Alex preso dalla discussione si accorse del disagio della bambina. La sera a cena, i tre erano nuovamente avvolti da quel mantello di inquietudine e indifferenza che li aveva caratterizzati la sera stessa dell’acquisto, immersi nei loro silenziosi pensieri consumavano il loro pasto a capo chino, senza una parola detta o uno sguardo scambiato. Nessun sorriso né un gesto di amore, i tre sembravano nuovamente piombati ognuno nei loro mondi paralleli dei quali gli altri erano estranei. Eleanor in cuor suo si sentiva disperata e spaventata tanto che a stento riusciva a contenere il terrore che l’attanagliava, mentre Alex era ancora contrariato per avere il mobile in casa e per la discussione assurda con la moglie, la quale lo aveva lasciato inveire senza controbattere privandolo della sacrosanta soddisfazione di un bel litigio. Lucy l’aveva lasciato cuocere nel suo rancore e nella rabbia senza dargli la possibilità di un contraddittorio. Proprio per questo lei si sentiva tranquilla e rasserenata, i suoi occhi bramavano quello specchio da contemplare e il fatto di non aver ceduto al marito e non averci poi litigato la rendeva ancora più forte e disinvolta. A dispetto di questo però non aveva alcuna voglia di parlare col marito, tanto meno con la figlia, voleva solo perdersi davanti al suo riflesso, come la regina cattiva che amava farsi ripetere dal suo specchio magico quanto fosse la più bella di tutte. Di fatto vedere la sua immagine riflessa in quello specchio le dava l’impressione di essere più bella, avvenente e seducente che mai. La serata si concluse con Alex che si addormentò stremato da una mostruosa emicrania che lo aveva colpito dopo la discussione. Poco prima invece Eleanor insisteva per dormire nel letto coi suoi genitori, ma la mamma non volle assolutamente assecondare quello che per lei era un semplice capriccio: Eleanor assolutamente no! Non se ne parla, devi andare a dormire in camera tua nel tuo letto e basta! Non voglio aggiunger altre inutili parole, vai in camera tua e dormi!, mentre la figlia la implorava: ti prego mamma, ti prego solo per questa notte, fammi dormire con te...ti prego.... Ma le sue preghiere non sortirono alcun effetto sulla madre che perentoria le intimò di andare nel suo letto a dormire senza fare troppe altre storie. Eleanor obbedì mortificata. Si infilò velocemente nel letto coprendosi fino sopra il capo con le coperte, come a volersi riparare dalla paura che la pervadeva rintanandosi sotto il morbido guscio, stringendo al petto la sua scimmietta di pezza. Come tutte le sere Alex si recò nella stanza della bambina per darle la buona notte e trovandola nascosta sotto lo spesso manto di coperte, le chiese premuroso cosa avesse: tesoro che fai qui sotto, che succede?. Eleanor stentò nel tirare il capo fuori dal suo scudo, mentre Lucy che li aveva raggiunti dava spiegazioni al marito cercando di interpretare il disagio della bambina: questa sera non so cosa le prenda, voleva dormire con noi, sembra che sia tornata indietro di un anno. Piagnucolando chiedeva di dormire nel nostro letto, chiarì con tono autoritario. Udendo queste parole pronunciate con astio dalla madre, scoppiò a piangere disperata. Alex guardò la moglie in malo modo e prese in braccio sua figlia cercando di tranquillizzarla e calmarla. Dopo qualche minuto, ci riuscì e la coppia si congedò dalla bambina dandole la buona notte. Raggiunta la loro camera da letto Alex si scagliò contro Lucy: si può sapere cosa ti prende? Perché l’hai trattata così? È solo una bambina può capitare che abbia momenti come questi!, lei senza scomporsi, stranamente gelida e distaccata si limitò a ribattere: non è più una neonata, certe sceneggiate non deve farle, è grande ormai!. La coppia andò a dormire, di certo non con lo spirito migliore, ma si addormentarono entrambi abbastanza rapidamente. La notte non trascorse tranquilla Lucy si svegliò diverse volte, smaniosa senza sapere di cosa. Aveva voglia di fare qualcosa, ma non aveva piena percezione di cosa volesse fare, non aveva chiaro di cosa avesse bisogno, sentiva solo un impulso uno stimolo che la teneva sveglia. Alex invece dormiva profondamente, almeno fino a quando la figlia non lo svegliò a forza di urla tremende e disperate. Sia lui che Lucy scattarono in piedi e corsero in camera di Eleanor che piangeva disperata e continuava ad urlare. Lucy si avvicinò per prima, ma poi indugiò nel prenderla in braccio per coccolarla e calmarla, allora ci pensò Alex a tirarla su e ad avvolgerla tra le sue braccia, cercando di farla calmare: amore...tesoro...calmati ti prego, ci siamo noi qui, mamma e papà. Dai piccola mia smetti di piangere.. La bambina si rassicurò in quell’abbraccio e alzando gli occhi ancora spauriti disse con una dolcezza disarmante: papà posso dormire con te questa notte? Ti prego. Naturalmente Alex non poté sottrarsi di fronte ad una richiesta posta con simili modi ed accettò di farla dormire con loro, annuendo amorevolmente. Lucy non era d’accordo, incredibilmente si mostrava ancora insensibile nei confronti dei bisogni della figlia e sbottò: Niente da fare caro, disse rivolgendosi al marito sarcasticamente, lei dorme nel suo letto in camera sua e basta! sentenziò. Allora Alex, senza scomporsi ma mostrandosi comunque arrabbiato per questo reiterato comportamento della moglie, decise di dormire nel letto della figlia insieme alla bambina, lasciando Lucy dormire da sola nel loro letto. La coppia per diversi motivi non chiuse occhio, mentre Eleanor trovò pace e sembrava nutrirsi di quel calore amorevole che Alex le infondeva e che invece colpevolmente Lucy le aveva negato. Alex dal canto suo era troppo nervoso e arrabbiato per riuscire ad addormentarsi, pensava e non si capacitava del perché la moglie si stava comportando in quel modo. Di fatto lei era cambiata nell’ultimo periodo, sembrava più fredda e distaccata, insensibile verso le richieste e i bisogni anche legittimi della figlia. Lucy invece sdraiata nel suo letto con gli occhi spalancati fissava sinistramente il soffitto, elettrizzata da quella strana smania che la investiva e che però ancora non si palesava in un vero e proprio bisogno. Era tranquilla ma smaniosa al contempo, di saziare e soddisfare un impulso sconosciuto ed indecifrabile. La mattina Lucy

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