Progetto restauro Speciale n. 62
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Info su questo ebook
Schede (di Chiara Lodi e Cristiana Sburlino)
- Il funori - Il funori nella conservazione - I materiali impiegati al workshop - Impieghi del funori nel restauro - Caratteristiche del funori - Preparazione della soluzione di funori per riscaldamento - Preparazione della soluzione di funori a temperatura ambiente - Applicazione e conservazione della soluzione funori - Il funori purificato (Jun-Funori) - Applicazioni pratiche dell’adesivo funori - Consolidamento della pellicola pittorica - Velinatura di opere su tavola e affreschi - Velinatura di protezione di un’opera su carta in vista dell’asportazione della controfoderatura - Applicazione di inserti su un’opera su carta - Altri adesivi della tradizione giapponese
Traduzioni
Adesivi di origine vegetale impiegati nel workshop dello Hyogushi, colui che restaura e si occupa del montaggio dei dipinti giapponesi (Katsuhiko Masuda - traduzione di Cristiana Sburlino); Funori: panoramica di un consolidante in uso da 300 anni (Joseph R. Swider, Martha Smith traduzione di Chiara Lodi); La caratterizzazione del funori, estratto di alga rossa, come materiale per il restauro (Hayakawa Noriko, Araki Tomonori, Kainuma Satoshi, Taguro Tokuichi, Kawanobe Waratu traduzione di Taguchi Kaori); Studi sul polisaccaride Jun-Funori impiegato per il consolidamento della pittura opaca (Thomas Geiger, Françoise Michel traduzione di Cristiana Sburlino)
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Anteprima del libro
Progetto restauro Speciale n. 62 - Alberto Finozzi
PROGETTO RESTAURO
Trimestrale per la tutela dei
Beni Culturali
anno 17 - numero speciale - 2012
CODICE ISSN 1974-7799
rivista fondata da
Giulio Bresciani Alvarez
Direttore
Renzo Fontana
Direttore responsabile
Luca Parisato
Vicedirettore
Anna Pietropolli
Responsabile di redazione
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Redazione
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Corrispondente dall’Inghilterra
Claudia Sambo
Corrispondente dagli U.S.A.
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Periodicità
trimestrale
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Ogni fascicolo
Italia: € 10 - estero € 20
Registrazione presso il Tribunale
di Treviso n. 971 del 19.09.1995
In copertina
Pennelli giapponesi.
Le opinioni espresse negli articoli pubblicati dalla rivista Progetto Restauro impegnano esclusivamente i rispettivi autori.
eBook by ePubMATIC.com
ISBN: 9788863363470
SOMMARIO
Utilizzo della colla funori nel restauro
Si ringraziano per l’aiuto alla realizzazione di questo numero speciale di Progetto Restauro:
Prof. Noriko Hayakawa, Prof. Ryoko Kamei, Kaori Taguchi, Chiara Batocco, Letizia Satto, Stefano Volpin
DUE PASSI AVANTI E UNO INDIETRO
¹
Alberto Finozzi, restauratore
Hayakawa e Kamei, rispettivamente ricercatrice presso il National Research Institute for Cultural Properties di Tokio e restauratrice di opere su carta, in un breve confronto con i partecipanti durante la parte pratica del corso "impiego e utilizzo della colla Funori nel restauro"² ebbero a manifestare la loro sorpresa e curiosità nell’avere trovato in Italia tanta attenzione per un materiale che appartiene alla loro secolare tradizione.
Questa sorpresa da parte loro sottolineava una differenza importante di atteggiamento tra gli operatori nel restauro dei due paesi: l’interesse, tra quelli italiani, di conoscere materiali e metodi diversi, anche molto lontani da quelli abitualmente impiegati e, a dire di Hayakawa e Kamei, quello molto più radicato
dei colleghi giapponesi. Nella loro realtà vi è tuttora un processo di apprendimento e di lavoro che si fonda sulla continuità delle pratiche tradizionali. Materiali e metodi sono trasmessi dal maestro all’allievo – o in quelle formative dal docente allo studente³– senza nulla dover cambiare nel corso del tempo nel tramandare quello che è sempre stato fatto. Non si tratta però, ora, in un astratto album dedicato alla corsa verso i primati dell’innovazione, di accostare due immagini così diverse come quelle appena descritte per affermare che la posizione italiana è quella vincente. Sono risultanze che riflettono e restituiscono valori culturali e materiali di due diversi sistemi di società, e in buona parte lo sono anche le tecniche artistiche che costituiscono il patrimonio materiale dell’arte in Giappone. Penso che questo corso abbia offerto una grande occasione di apprendimento. Il Funori, pur essendo di origine naturale, in Giappone è un materiale studiato a fondo⁴, come e meglio di tanti prodotti di sintesi, caratterizzato anche dalle varie specie di alghe e dalla loro provenienza, vista l’abbondanza di questi vegetali offerta dalla natura in quel paese di mare. Così il suo impiego nel restauro riesce a legare molto bene la pratica consolidata con la conoscenza scientifica del prodotto.
Questa buona pratica non dovrebbe conoscere confini geo-culturali, ma essere ovunque un principio elementare e da perseguire nell’ambito di un settore così delicato come quello del restauro. Troppo spesso nel nostro Paese si oscilla tra scelte confuse che spaziano dalle fughe in avanti verso la corsa al prodotto nuovo, quasi per diventarne l’esperto esclusivo, o al contrario la scelta di attingere soltanto a un ricettario di materiali consolidati per risolvere tanti problemi insieme o diversi⁵.
Dopo alcune esperienze di aggiornamento più o meno recenti (il corso con Heiber su thread-by-thread tear mending o quello sul ciclododecano con Hangleiter), la tendenza di fare due passi in avanti
cominciò a manifestarsi a più riprese con le più svariate proposte applicative di questi prodotti anche oltre i limiti stabiliti proprio dall’esperienza dei docenti. Ad esempio la colla di storione sembrerebbe adatta a sostituire la colla di pelli della tradizione italiana, oppure il ciclododecano usato su materiali organici, sublimando, in teoria non dovrebbe portare a conseguenze spiacevoli. Ma per gli impieghi in situazioni confuse, poco studiate o nuove, furono proprio Heiber ed Hangleiter a sconsigliarne un uso troppo libero e poco verificato di questi prodotti, ed a suggerire idealmente il passo indietro
.
Da questo corso sul Funori proveniva per me una grande aspettativa data dalla possibilità di poterlo impiegare come consolidante del colore nei dipinti contemporanei o con superfici opache⁶. Tant’è che questo argomento era diventato un punto importante del programma. Altrettanto grande è stata la delusione quando, durante la parte pratica, questa colla è stata sconsigliata per lo scopo immaginato, in quanto non soltanto è inadatta per l’insufficiente forza coesiva che riesce ad esprimere, ma soprattutto perché le grandi dimensioni della sua molecola ne impediscono la penetrazione capillare.
Adesso, anche grazie al prezioso apporto delle traduzioni di articoli selezionati sul Funori che le curatrici hanno prodotto ed inserito in questa pubblicazione, ne sappiamo qualcosa in più e, forse, saremo in grado di gestire questa colla non come un primato personale
, ma piuttosto come un ulteriore strumento che potrà ampliare le