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Il dono rubato
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Il dono rubato
E-book184 pagine1 ora

Il dono rubato

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Info su questo ebook

Cosa accade quando il dono più grande, quello di un figlio, viene improvvisamente portato via da un evento drammatico? Paola Conte lo racconta attraverso lo scorrere dei giorni del suo diario e il suo impegno per mettere fine alla strage stradale. Spera che il suo racconto possa suscitare interesse verso un argomento che i più, forse per scaramanzia, non vogliono affrontare e si augura che la sua storia possa dare speranza a chi fatica a risalire dal baratro. Quello dell’autrice non vuole essere “l’esempio” ma un esempio di come si possa trasformare il dolore in qualcosa di positivo, di come sia possibile tornare a vivere attraverso un cammino non facile, con tempi e modalità diversi ma realizzabile, con la certezza che arriverà sempre qualcosa di buono, di bello.
LinguaItaliano
Editore78EDIZIONI
Data di uscita15 nov 2023
ISBN9791222458250
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    Anteprima del libro

    Il dono rubato - Paola Conte

    copertina

    Paola Conte

    Il dono rubato

    Copyright 78EDIZIONI 2023

    Tutti i diritti riservati

    78EDIZIONI

    via Roma 89/A

    35010 Massanzago (PD)

    www.78edizioni.it

    Il ricavato derivante dalla vendita del libro sarà devoluto dall’autrice a programmi di educazione stradale.

    UUID: 75ab52b8-08ca-4ba8-a852-bf5e1f76c2cb

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Chi sono?

    Prefazione

    Un paese come tanti

    8 settembre 2003

    IL DIARIO DI PAOLA

    11 settembre 2003

    29 settembre 2003

    1 novembre 2003

    8 novembre 2003

    13 novembre 2003

    1 dicembre 2003

    6 dicembre 2003

    7 dicembre 2003

    13 dicembre 2003

    14 dicembre 2003

    16 dicembre 2003

    31 dicembre 2003

    1 gennaio 2004

    27 gennaio 2004

    17 febbraio 2004

    14 marzo 2004

    21 marzo 2004

    5 maggio 2004

    23 maggio 2004

    29 maggio 2004

    26 giugno 2004

    27 giugno 2004

    11 luglio 2004

    17 agosto 2004

    Agosto 2004

    21 agosto 2004

    27 agosto 2004

    7 settembre 2004

    8 settembre 2004

    2 ottobre 2004

    20 dicembre 2004

    1 gennaio 2005

    27 gennaio 2005

    12 febbraio 2005

    Aprile 2005

    14 aprile 2005

    19 aprile 2005

    27 aprile 2005

    6 maggio 2005

    10 maggio 2005

    29 maggio 2005

    7 giugno 2005

    26 giugno 2005

    7 settembre 2005

    28 ottobre 2005

    2 novembre 2005

    3 gennaio 2006

    14 gennaio 2006

    26 marzo 2006

    7 maggio 2006

    14 maggio 2006

    10 luglio 2006

    11 luglio 2006

    7 settembre 2006

    Dicembre 2006

    Primavera 2007

    23 marzo 2007

    7 settembre 2007

    1 gennaio 2008

    14 marzo 2008

    31 marzo 2008

    11 maggio 2008

    5 Marzo 2009

    11 luglio 2009

    7 settembre 2009

    13 novembre 2009

    Il lago del pianto

    9 gennaio 2010

    16 maggio 2010

    7 settembre 2010

    20 novembre 2010

    7 agosto 2011

    7 settembre 2011

    Lecce, 16 febbraio 2012

    1 maggio 2012

    2 luglio 2012

    11 luglio 2012

    7 settembre 2012

    14 settembre 2012

    25 aprile 2013

    17 maggio 2013

    20 maggio 2013

    7 settembre 2013

    2014

    7 settembre 2014

    28 febbraio 2015

    11 luglio 2015

    7 settembre 2015

    2016

    7 settembre 2016

    20 novembre 2016

    Marzo 2017

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    7 settembre 2021

    14 febbraio 2022

    11 luglio 2022

    24 agosto 2022

    11 settembre 2022

    IL DOLORE SI TRASFORMA IN IMPEGNO

    L'autrice

    Ringraziamenti

    Ad Andrea

    e a tutte le vittime di violenza stradale.

    A chi crede nel cambiamento

    e vuol fare la propria parte.

    Chi sono?

    Sono forse un re?

    No, certo.

    Non mi ascolta nemmeno il gatto.

    Sono dunque un eroe?

    Neanche.

    Ho paura perfino di un chihuahua.

    Un archeologo allora?

    Non so distinguere

    neanche due pietre.

    Sono dunque... che cosa?

    Sono solo un bambino

    con tanti sogni in testa.

    Andrea

    No, sei molto di più.

    Sei immenso Andrea.

    Papà te lo diceva sempre e di questa immensità noi ti ringraziamo. Eravamo felicissimi quando sei arrivato e ti abbiamo percepito da subito come un Dono, un dono speciale per tuo fratello Filippo, un dono che ci sarebbe stato anche dopo di noi, un dono che fisicamente è durato solo 12 anni, che ci è stato rubato, che però continua ed è diventato un dono per tutti, per tanti.

    Leggendo un libro di Kuki Gallmann, mi ha colpito questa frase:

    Ascolta attentamente, e soprattutto ricordati che le storie vere devono essere raccontate, tenerle per se stessi è come tradirle.

    Ho deciso, così, di scrivere la mia, nel tentativo di dimostrare che una dura esperienza, come quella affrontata da me e dalla mia famiglia, si può attraversare trasformando il male in bene. È sempre il bene che deve vincere e, per poterlo fare, ciascuno di noi ha delle potenzialità e dobbiamo trovarle per approfondire, allenarle, usarle e trasformarle in risorse preziose.

    Prefazione

    di Paolo Montefrancesco

    Il 7 settembre 2003 era una tranquilla domenica in una piccola frazione di una cittadina trevigiana, che si avviava alla fine dell’estate e all’inizio di una nuova stagione scolastica. In un tranquillo pomeriggio di sole, cosa potrebbe accadere a Campigo di Castelfranco Veneto? Come agente di Polizia Stradale, quel pomeriggio, sono stato inviato a effettuare i rilievi di un grave incidente stradale. Un motociclista, all’uscita di una doppia curva pericolosa, ha investito un giovanissimo ragazzo in bici che stava per accedere alla strada sterrata che porta alla casa dei nonni. Il giovane è stato soccorso e trasportato all’Ospedale dove hanno tentato di salvarlo. Al termine dei rilievi, per gli accertamenti dovuti, ho accompagnato il motociclista al Pronto Soccorso di Castelfranco Veneto e, per la prima volta, ho incontrato Sergio. Qualche giorno dopo, per le rituali prassi burocratiche, ho conosciuto Paola. Sergio e Paola sono i genitori di Andrea. Di Sergio ricordo, in particolare, l’enorme compostezza e dignità nel momento in cui il motociclista, una volta compresa la gravità di quanto avvenuto, lo ha abbracciato chiedendone il perdono. Di Paola ho avuto modo di conoscere l’inesauribile forza d’animo. Una forza vitale che l’ha portata a scrivere questa testimonianza, che è una condivisione per quanti hanno vissuto la stessa tragica esperienza e lottano per sopravvivere ad essa. Ed è, soprattutto, un dono per chi non vuole che quanto accaduto si ripeta e per coloro che credono sia possibile, ogni giorno, fare una piccola azione di prevenzione. È la narrazione di un lento processo di metamorfosi, durato vent’anni. Un percorso di rinascita impossibile, scandito da date certe e luoghi precisi, accompagnato da nomi di donne e uomini che l’hanno reso possibile. È un esempio significativo che aiuta a comprendere il concetto di comunità, dell’importanza di essere, fare, divenire comunità e di come la comunità-famiglia possa venire inclusa nell’abbraccio di una comunità-paese. È anche l’esempio di quante piccole comunità possano affiancarsi in questo processo di evoluzione positiva, di chi ha vissuto lo stesso dolore e che opera per evitarlo e, per quanto possibile, alleviarlo. È la più grande comunità sociale, amicale e religiosa formata da un insieme di comunità reali, tangibilmente connesse e lontane anni luce dalle ordinarie comunità virtuali dei social e delle serie TV. Ecco che l’impegno di Paola nello scrivere, dovrebbe diventare quello di ciascuno di noi nel leggere questa testimonianza perché, solo leggendo, si potranno cogliere i suoi molteplici aspetti, tra i quali (non ultimo) la necessità di tornare alle fondamenta della collettività - se non proprio alla comunità di incontro, pratica e concreta – nelle piazze, al bar, allo stadio, nel giardino di un parco o attendendo i figli all’uscita della scuola. La strada che Paola ci indica è quella del fare in mezzo alla gente, del riprendere in mano la propria vita attraverso l’agire per altri, dell’andare oltre il dolore e di non cedere ad esso, nella perseverante ed ostinata azione che è, per lei, l’organizzazione di manifestazioni e la partecipazione a innumerevoli incontri per la promozione e lo sviluppo di una cultura della prevenzione delle tragedie stradali. Per cui Paola scrive per ricordare Andrea e lo fa usando tutte le sfumature dell’amore di una madre per il proprio figlio. Le parole di Paola, però, non si fermano all’evocazione del sentimento, diventano motivo di riflessione nelle aule scolastiche dove lei incontra centinaia di studenti o esortazione nei confronti di chi amministra la res publica. Le sue parole sono l’atto di amore di ciascuno, verso il prossimo, a cominciare da sé. E lo svela in questo intimo diario, riappropriandosi nel tempo, del

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