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L’uomo senza frontiere: Gli stati alterati di coscienza
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E-book317 pagine3 ore

L’uomo senza frontiere: Gli stati alterati di coscienza

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Estasi mistica, coscienza cosmica, esperienza oceanica, esperienza trascendentale, nirvana, samadhi, satori… In cosa consistono questi stati alterati di coscienza? Come vi si può accedere? La rtealtà è limitata solo a ciò che i nostri cinque sensi percepiscono?

Pierre Weil ha dedicato la sua vita allo studio della natura della coscienza umana. In questa sua introduzione alla Psicologia Transpersonale, egli ci dimostra che nell’uomo esistono infinite potenzialità di crescita. Nelle sue parole:

“L’uomo contiene le potenzialità di un immenso seme, che può aprirsi, crescere e svilupparsi. Realizzare tali potenzialità è lo scopo fondamentale di ogni essere umano.

Questo libro presenta le tappe e le fasi del recesso evolutivo, propone la mappa di un possibile percorso. Ma tocca al lettore mettersi in cammino, nessuno può percorrere la strada al suo posto. Egli può procedere come vuole e se lo vuole, con un maestro o senza maestro, ma sempre guidato dalla sua forza interiore."
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2016
ISBN9788871834672
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    Anteprima del libro

    L’uomo senza frontiere - Pierre Weil

    Capitolo I

    IL MOVIMENTO TRANSPERSONALE

    La Psicologia Transpersonale

    Durante tutta la storia dell’umanità ci sono stati uomini, considerati spesso saggi o santi, che hanno affermato di essere entrati in contatto diretto con la verità e di aver avuto l’intuizione intensa e indescrivibile di una dimensione differente da quella della vita di tutti i giorni. Sia nell’antichità, che nell’epoca moderna, le tradizioni sacre di tutte le religioni confermano la realtà di queste esperienze, vissute da coloro che dovevano diventare capifila di grandi correnti filosofiche o religiose come: Krishna, Gautama ‘il Buddha’, Mosè, Ezechiele, Ramakrishna, Ramana-Maharishi, Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, ecc.

    Anche molte persone ordinarie hanno esperienze del genere ma, spesso, preferiscono tenerle segrete, perché le considerano troppo intime o per timore di non essere capiti ed essere considerati folli. Alle volte, perfino uomini di scienza hanno questo tipo di rivelazione, ma ne parlano soltanto in opere postume, come nel caso di Jung.

    A questo tipo di esperienze sono stati dati molti nomi: estasi mistica, esperienza mistica, esperienza cosmica, coscienza cosmica, esperienza oceanica, esperienza trascendente, nirvana, samadhi, satori, regno dei cieli, settimo cielo, ecc. A partire dall’Antichità, per raggiungere questo stato d’illuminazione sono stati elaborati numerosi metodi. Si possono citare, fra gli altri, lo Yoga, il Sufismo, lo Za-Zen, il Tai-Chi, diverse tecniche di meditazione, la Teosofia, il Rosacrocianesimo, la Cabala ebraica, la Massoneria, l’Alchimia, gli esercizi di Ignazio di Loyola. Le convergenze e le divergenze fra questi metodi sono state messe in evidenza dagli studi antropologici sulle religioni, in particolare da Mircea Eliade. René Guénon ha insistito perfino sull’esistenza di un tronco comune che egli chiama ‘la Tradizione’.

    Nel corso degli ultimi quindici anni, soprattutto negli Stati Uniti, diversi fattori hanno contribuito ad un rinnovato interesse, questa volta negli ambienti scientifici, per tutto quello che si riferisce a questo tipo di esperienze. In psichiatria, l’utilizzazione di droghe psichedeliche e più particolarmente dell’acido lisergico o LSD ha permesso di raggiungere questa dimensione e di ampliare il campo della coscienza, provocando una sorta di esperienza cosmica o A.S.C. (Altered State of Consciousness - Stato Alterato di Coscienza). I lavori di Einstein e dei fisici moderni confermano l’esistenza di dimensioni fuori dal tempo e dallo spazio, così come quella dell’anti-materia e perfino dell’anti-universo.

    D’altra parte, i viaggi nello spazio permettono di immaginare meglio quale sia il posto occupato dall’uomo nell’universo. La facilità di comunicazione avvicina l’Oriente all’Occidente, mentre si fanno numerose osservazioni sulle modificazioni somatiche, in particolare bio-elettriche, che avvengono durante l’estasi mistica. In psicoterapia, è stato notato l’effetto terapeutico di certi tipi di esperienze di picco (Peak Experience di Maslow), che producono la completa trasformazione del sistema di valori dell’individuo in cui avvengono. Tutti questi fatti hanno contribuito a far nascere un nuovo ramo della psicologia: la Psicologia Transpersonale. Quest’espressione sembra essere stata utilizzata per la prima volta, da Roberto Assagioli, il creatore della Psicosintesi, e da Jung. La prima associazione di Psicologia Transpersonale fu fondata negli Stati Uniti nel 1969 e fra i suoi membri annoverava personalità come Charlotte Buhler, Abraham Maslow, Allan Watts, Arthur Koestler, Viktor Frankl.

    Si pubblica una rivista i cui editori sono Anthony Sutich, Michael Murphy e James Fadiman. Tuttavia, bisogna ricordare che già nel 1966, in Canada, era cominciata la pubblicazione di una rivista, sotto la direzione di uno psichiatra, Raymond Prince, rivista consacrata allo studio della coscienza cosmica. La Psicologia Transpersonale è il ramo della psicologia specializzato nello studio degli stati di coscienza, particolarmente dello stato transpersonale e degli stati detti superiori o di illuminazione. In questi stati si esce dalla dimensione abituale dello spazio-tempo, percepita dai nostri cinque sensi.

    In essi si produce un’espansione della coscienza, in cui la realtà viene percepita direttamente, in un modo che ricorda molto i concetti della fisica moderna. Sulla base delle pubblicazioni attuali (The Journal of Transpersonal Psychology) possiamo tentare di definire una metodologia per il nostro campo di studio. Da un lato, si riconoscono facilmente le influenze dirette o indirette dei differenti rami della psicologia occidentale: sperimentale, fisiologica, patologica, clinica, evolutiva, comportamentista, gestaltica, psicanalitica, esistenziale, umanista. Dall’altro, si può individuare una forte influenza dei metodi orientali quali lo Yoga, lo Zen, il Sufismo, sia come oggetto di studio, sia come ispirazione di fondo.

    Inoltre, la Psicologia Transpersonale è in stretto rapporto con altre scienze quali la fisica, la biofisica, la genetica, la sofrologia, la neurologia, la psichiatria, la sociologia e l’antropologia. Un posto particolare va attribuito alla parapsicologia. Questa scienza, come si sa, ha per oggetto lo studio di certi ‘fenomeni’, chiamati ‘paranormali’ ed utilizza principalmente i metodi psicometrici tradizionali. Possiamo dire che questi fenomeni sono concomitanti con gli stati di coscienza studiati dalla Psicologia Transpersonale. Questi due campi sono, dunque, profondamente collegati fra loro. La Psicologia Transpersonale, essendo in rapporto con queste discipline scientifiche, dovrebbe arrivare ad una sintesi progressiva di tutti i dati, sintesi che permetterebbe, forse, di far luce sul problema tanto complesso dell’esperienza trascendente: ecco perché si può considerare olistica l’impostazione della Psicologia Transpersonale.

    È ancora troppo presto per costruire una teoria completa; tuttavia, possiamo tentare di esaminare i primi risultati ottenuti sia attraverso studi sperimentali e clinici, sia attraverso analisi speculative. È stato fatto un grande sforzo per definire in maniera operativa la natura dell’Esperienza Cosmica, in modo da poterla distinguere dagli altri stati di coscienza. Fra le caratteristiche isolate da alcuni autori possiamo citare:–

    L’unità o, meglio, la non-dualità: la scomparsa, cioè, della percezione dualistica io-Mondo o soggetto-oggetto.

    Il carattere ineffabile: l’esperienza non può essere descritta con il linguaggio ordinario.

    Il carattere di realtà: una certezza assoluta che quello che è stato vissuto è reale, spesso persino molto più reale del vissuto quotidiano normale.

    La trascendenza dello spazio-tempo: si entra in un’altra dimensione, il tempo non esiste più e scompare lo spazio tridimensionale.

    Il sentimento del sacro: la sensazione che stia accadendo qualche cosa di grande e di meraviglioso, persino di sacro.

    La scomparsa della paura della morte: la vita è percepita come eterna, anche se l’esistenza fisica continua ad essere vissuta come transitoria.

    Il cambiamento del sistema dei valori e del comportamento: spesso si constata un cambiamento in direzione dei valori B di Maslow (Bellezza, Verità, Bontà). C’è un distacco progressivo dai valori materiali. L’Essere si sostituisce all’Avere.

    Possiamo segnalare anche altre caratteristiche; per esempio, la visione di una luce abbagliante, apparizioni benefiche o malefiche a seconda dei casi, o lo sviluppo di poteri paranormali, ma questi ultimi non sempre sono presenti. La realtà dell’esperienza viene controllata attraverso apparecchiature elettrocardiografiche ed elettroencefalografiche. Tuttavia, ci sono ancora dei dubbi sulla specificità delle reazioni fisiologiche, anche se queste sembrano indicare che qualcosa di particolare accade a livello delle funzioni cerebrali negli individui in stato di estasi. E se l’inizio e la fine dell’esperienza possono essere controllati osservando il ritmo encefalico, con questo metodo non se ne può assolutamente stabilire il contenuto.

    Recenti studi sul ‘bio-feedback’ indicano che alcuni metodi di condizionamento permettono di entrare in uno stato alterato di coscienza. Anche per mezzo del digiuno o di altri stimoli è possibile raggiungere stati d’estasi. Tuttavia, il problema della similarità fra i due vissuti, quello prodotto dal condizionamento, e la vera estasi mistica, resta irrisolto. Come si fa in psicometria, è possibile preparare dei test, dei questionari, e sottoporre i risultati ad analisi statistica. Con analisi fattoriali sembra che sia stato isolato qualche fattore distintivo.

    Gli psicanalisti del tempo di Freud chiamavano lo stato transpersonale ‘esperienza oceanica’ e lo consideravano come una regressione al seno materno. Vi sono diverse ipotesi a proposito di questa regressione; si parla, infatti, di regressione ai livelli post-uterino, intra-uterino e pre-uterino. Altri, al contrario, pensano che l’esperienza cosmica non sia una regressione, ma uno stato evolutivo superiore.

    Attualmente, si tenta di tracciare delle mappe dei diversi stati di coscienza e di determinare le modalità attraverso cui si può accedere a ciascuno di essi. Le descrizioni più frequenti comprendono dai cinque ai sette livelli, e si ispirano, per lo più, ai differenti sistemi yoga.

    Secondo il nostro punto di vista, non c’è nessuna contraddizione fra la tesi regressiva e quella evolutiva. I termini regressione ed evoluzione non hanno più molto senso quando si parla di esperienze che si situano fuori del nostro spazio-tempo e che convergono tutte in un punto comune, come vedremo più avanti.

    Possiamo citare anche gli studi sull’ipnosi. Questi studi tendono a paragonare alcuni stati ipnotici all’esperienza cosmica. Anche qui prevale la tesi della regressione; benché, anche in questo caso, tutto indichi che questi stati si situino al di là del livello del sonno profondo.

    Come è noto, numerosi autori considerano l’astinenza sessuale un fattore importante nella genesi di questo tipo di esperienze. Grazie ad una trasformazione dell’energia sessuale, l’estasi sessuale diventerebbe estasi cosmica. L’orgasmo individuale è paragonato a quello che è chiamato da alcuni autori, ‘orgasmo cosmico’. Resta da determinare quale tipo di relazione esista fra i due.

    Bisogna anche accennare al punto di vista della psicologia sociale. In effetti, il contenuto mentale di certi stati mistici, come descritti dai cristiani o dai buddisti, sembra direttamente legato al contesto culturale. Questo problema è in rapporto diretto con l’ipotesi di Jung secondo cui gli archetipi, pur possedendo un valore universale, si manifestano in modo diverso da cultura a cultura. È un’ipotesi che vale la pena di esaminare da vicino.

    Le esperienze con la mescalina e con l’acido lisergico pongono dei problemi che meritano un’attenta analisi, in quanto riguardano sia il rapporto fra droga e esperienza mistica, che quello fra realtà e allucinazione. Tutto sembra indicare che nell’uomo, oltre alle ordinarie facoltà mentali, esista anche la capacità di pervenire alla conoscenza per via diretta, intuitivamente.

    Secondo la tradizione, questa capacità sarebbe in qualche modo collegata alla ghiandola pineale, che i fisiologi che studiano i batraci considerano un vero e proprio terzo occhio. Studi recenti, condotti su questa ghiandola, hanno permesso di scoprire che in essa sono presenti cellule fotosensibili e che, inoltre, essa secerne un ormone inibitore delle gonadi sessuali.

    Se, da una parte, si pensa agli immensi sforzi fatti dalla scienza occidentale per ottenere una miglior comprensione della realtà e se, dall’altra, si ammette che, imparando a controllare la mente, si può giungere a percepire in modo diretto ed immediato questa realtà, si deve riconoscere che varrebbe la pena di mobilitare tutte le nostre energie per l’investigazione imparziale ed obiettiva della mente, anche a rischio di avanzare inizialmente delle ipotesi senza fondamento.

    La Psicologia Transpersonale ci pone di fronte a molti problemi cruciali per l’umanità. Per esempio, ancora oggi è difficile definire che cosa si intenda per ‘percezione normale’ e, più ancora, che cosa voglia dire ‘normale’. Il concetto di normalità cambia a seconda delle epoche, delle società e delle culture.

    La Psicologia Transpersonale rimette in causa la validità della nostra percezione fondata sui cinque sensi e il nostro razionalismo cartesiano, l’una e l’altro frutto di automatismi e di condizionamenti di natura sociale. Essa mette anche in questione l’abitudine di considerare malati mentali tutti coloro che hanno delle percezioni insolite, non fondate sui cinque sensi o sulla logica convenzionale; ci si domanda, fra l’altro, se un gran numero di internati negli ospedali psichiatrici non siano, in realtà, esseri normali incamminati sul sentiero che porta all’espansione della coscienza. È un grave problema che gli psichiatri un giorno dovranno pur affrontare.

    La Psicologia Transpersonale è rilevante anche per coloro che si interessano al fenomeno mondiale della droga. Tutto indica che i ‘drogati’ sono in contatto con realtà diverse da quella ordinaria, o che sono alla ricerca di queste realtà. Si potrebbe dare loro un aiuto più efficace se le autorità fossero meglio informate sulla natura delle esperienze psichedeliche, e se coloro che sono alla ricerca della verità imparassero ad usare vie esenti da pericoli.

    Nella Psicologia Transpersonale soggetto ed oggetto si fondono in una sola realtà: ciò sconvolge le frontiere stesse della psicologia. Ecco una sfida alla psicologia dell’avvenire. Come dice Carl Rogers: Forse emergeranno nella prossima generazione giovani psicologi, pieni di speranza, meno condizionati dagli insegnamenti universitari, che oseranno sviluppare metodi non esclusivamente basati sui cinque sensi, mettendosi alla ricerca di una realtà in cui presente, passato e futuro non sono che una cosa sola, in cui lo spazio non è più una barriera e il tempo non esiste, una realtà che può essere percepita e conosciuta soltanto se si è passivamente ricettivi e non attivamente proiettati all’esterno. È questa una delle sfide più straordinarie alla psicologia. Queste parole di Rogers sono state pronunciate nel 1972 e sembravano riferirsi ad un futuro lontano ed ecco che quello che Rogers presagiva, in questi ultimi anni è sul punto di realizzarsi. Questi psicologi non sono sempre giovani, ma affrontano i problemi con tutti i mezzi a loro disposizione, aiutati, in questo compito, da psichiatri, sociologi, antropologi, lama tibetani, swami indù e mistici della civiltà giudaico-cristiana.

    Lo Stato Transpersonale

    Poiché lo stato transpersonale è l’oggetto essenziale della Psicologia Transpersonale, è del tutto logico cominciare tentando di definirlo. Questa definizione è di grande importanza perché può aiutarci a distinguere fra il vero stato transpersonale e gli altri tipi e livelli di esperienze. Si tratta, dunque, di stabilire quali siano le caratteristiche peculiari di questo stato. Sorge una prima difficoltà: la molteplicità dei termini utilizzati per descriverlo. Alcuni autori considerano questi termini sinonimi, mentre altri pensano che essi esprimano livelli di coscienza differenti. Quali sono, per esempio, le somiglianze e le differenze fra i seguenti termini?

    Le differenze di termini sono dovute non soltanto alle diversità culturali e religiose, ma anche al fatto che abbiamo a che fare con esperienze eminentemente soggettive, difficilmente comunicabili e, spesso, perfino incomunicabili. Mentre esiste una certa coerenza nel contesto di uno stesso sistema filosofico o religioso, è difficile definire le corrispondenze fra gli stati di coscienza in culture diverse come la cristiana, l’indù, la buddista o la sufita. Per esempio, nella mistica cristiana esiste una distinzione fra:–

    – la placitudo arida o notte dei sensi

    – la placitudo soave

    – la pienezza dell’unione

    – l’unione estatica soave

    – l’unione arida o notte dello spirito

    – l’unione trasformante o nozze mistiche

    Questa classificazione di gradi ispirata a Santa Teresa d’Avila e a San Giovanni della Croce potrebbe essere comparata a quella dei sufiti:–

    –‘Qurb’ o sentimento della presenza di Dio, raggiunto attraverso la concentrazione.

    –‘Mahabba’ o perdita di se stessi nella contemplazione.

    –‘Fana’ o raggiungimento dell’unità fra ricordo (Zikir), soggetto che ricorda (Zakir) e oggetto del ricordo: l’‘Um’ (o Mazku).

    –‘Baja’, che Idris Shah chiama ‘Coscienza oggettiva’.

    Perfino nel caso ben conosciuto del Samadhi dello yoga di Patanjali, incluso nella prima lista, in realtà possono distinguersi diversi gradi.

    Il termine ‘Coscienza Cosmica’ è stato proposto, nel 1901, dallo psichiatra canadese Richard Maurice Bucke per definire uno stato che si situa al di là della coscienza ordinaria, comune agli uomini e ad una parte degli animali. Questo termine designa un’esperienza nel corso della quale si percepisce la fondamentale unità del Cosmo e ci si riconosce in essa (e non fuori di essa come si potrebbe immaginare); quest’esperienza è accompagnata da sentimenti di pace profonda, di pienezza e d’amore per tutti gli esseri. È l’esperienza diretta dell’operare e della ragion d’essere dell’universo, della relatività delle quattro dimensioni del tempo e dello spazio, della pochezza e dell’illusorietà del mondo nel quale viviamo. Spesso quest’esperienza è accompagnata da un senso d’illuminazione. Poiché la morte viene percepita come una transizione e non come una fine, la paura che essa suscita scompare completamente. Quest’esperienza può essere, e in generale è, il risultato di una lunga e lenta evoluzione e segna l’inizio di una profonda trasformazione che porta a fare propri i più alti valori dell’umanità.

    Nel mio lavoro, anch’io ho utilizzato in passato l’espressione ‘coscienza cosmica’; attualmente preferisco parlare di ‘stato transpersonale’, per evitare il rischio di confusione segnalato prima. Si tratta di uno stato di coscienza, di un’esperienza interiore, nel corso della quale ci si riconosce come una cosa sola con la totalità dell’universo, trascendendo il dualismo, prodotto illusorio della mente.

    Le testimonianze che seguono ci daranno un’idea della natura dell’esperienza transpersonale.

    C. G. Jung. Ricordi, Sogni, Riflessioni:–

    Non avrei mai pensato che si potesse avere un’esperienza del genere e che una tale beatitudine fosse possibile. Queste visioni e questi avvenimenti erano perfettamente reali, non c’era niente di artificiale; al contrario, tutto era estremamente oggettivo. Si esita ad usare il termine ‘eterno’, tuttavia quello che ho vissuto posso descriverlo soltanto come la beatitudine di uno stato atemporale, in cui passato, presente e futuro erano un tutto unico. Tutto quello che avviene nel tempo era concentrato in una totalità oggettiva. Più niente era separato o poteva misurarsi con concetti temporali. Quest’esperienza aveva un carattere ineffabile, indescrivibile. Come posso rappresentarmi, simultaneamente, di vivere l’ieri, l’oggi e il domani? Presente, passato e futuro sarebbero fusi in una sola, ineffabile presenza. La mente potrebbe afferrare una somma, una scintillante totalità in cui è contenuta l’attesa di quello che comincerà, ma anche la sorpresa per quello che è appena accaduto e la soddisfazione o la delusione per quello che sta avvenendo. Un tutto indescrivibile nel quale siamo fusi e che, tuttavia, percepiamo con una totale soggettività. Di fronte ad una tale realtà restiamo muti, perché essa è a mala pena concepibile. L’oggettività vissuta in questo sogno e in queste visioni riguarda l’individualizzazione completa.

    Jung si riferisce qui ad un’esperienza avuta in ‘punto di morte’. In seguito ad un arresto cardiaco, egli era stato dichiarato clinicamente morto e, prima di essere riportato in vita dai medici, ebbe delle straordinarie visioni. Fra l’altro, poté osservare dallo spazio il globo terrestre e fu testimone della morte del suo medico (morte che poté predire). Il lettore può fare riferimento al capitolo X di Ricordi, Sogni, Riflessioni, prima citato.

    San Giovanni della Croce, Oeuvres Complètes:–

    Ero tanto penetrato

    tanto assorbito, tanto rapito,

    che il mio senso restò

    privo di ogni sentire

    e il mio spirito dotato

    d’un capire senza capire,

    oltrepassando ogni scienza.

    Colui che arriva là veramente

    perde se stesso;

    tutto quello che sapeva prima

    gli sembra grande banalità

    e la sua scienza si accresce tanto

    che egli,

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