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Riunione di Famiglia
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E-book114 pagine1 ora

Riunione di Famiglia

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Info su questo ebook

Una saga familiare?  E’ una storia vera? La memoria può essere selettiva: e cosa può coprire i vuoti della narrazione, se non la sensazione che un ricordo evoca.
"Bisogna essere un St-Ives per capire i St-Ives", fu la prima cosa che mi disse Edith, la storica governante. Il mio è stato un viaggio dei scoperta nel tempo.
LinguaItaliano
Data di uscita4 gen 2024
ISBN9791222492414
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    Anteprima del libro

    Riunione di Famiglia - Mayer Viginia

    Virginia Mayer

    RIUNIONE DI FAMIGLIA

    UUID: e02b2ad0-f05f-4c09-9428-dc22830ca9d9

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Riunione di Famiglia

    Riunione di Famiglia

    Il Dr Thomas Mason St-Ives mi telefonò: "Jinny, sto per vendere la proprietà. Dobbiamo svuotare la casa degli oggetti personali: in pratica, di tutto eccetto gli arredi.

    Dovresti dare un’occhiata tutte le carte nello studio del nonno e vedere se c’è qualcosa da tenere. Per il resto, vestiti, vasellame, biancheria dà tutto in beneficenza o buttala. Mi fido di te. Abbiamo venti giorni per sgombrare tutto. Ci sentiamo..

    Non mi lascò nemmeno il tempo di replicare; ma era sempre stato così: conciso e sintetico. Non si potevano fare lunghi discorsi con lui.

    Eccomi qui, io, Jinny Roberts, sola custode del regno dei St-Ives. Un nome quasi leggendario per questa piccola cittadina sperduta lungo la costa. La casa, imponente e magnifica, come tutti i componenti della famiglia-affascinava ed intimoriva.

    Ricordo ancora la prima volta in cui entrai in quella casa. Abitata da quelle strane creature – esseri bellissimi e perfetti, che paiono umani- ma parlano e si muovono in modo indecifrabile.

    Avevo solo sedici anni e fu chiamata a dare una mano alla signora Edith, la governante storica, per il compleanno del Signor St-Ives - momento in cui tutta la famiglia si riuniva.

    Bisogna essere un St-Ives per capire i St-Ives fu la prima cosa che mi disse. - Quindi niente domande od osservazioni. Non sta a noi capire, ma solo fare.

    Eppure, era chiaro che la Signora Edith adorava parlare della famiglia della quale sembrava custodirne tutti i segreti.

    No, Constantine non è un St-Ives. E’ stato preso in affido dopo l’incidente.

    Guidava il padre delle ragazze: l’unico figlio del signor St-Ives. Fu uno schianto terribile: morirono tutti: John St-Ives, i genitori di Constantine e Christabel, la gemella di Estella. Solo Constantine ne uscì incolume.

    La sera tornando a casa passai da mio nonno, che era un poliziotto in pensione, e gli chiesi se si ricordava dell’incidente.

    Certo, fu una tragedia. E non fu mai chiarito la ragione dello schianto. Nessun segno di frenata nessuna auto in senso inverso. Qualcuno parlò di un avvertimento. Certo è che James St-Ives si ritirò dalla vita politica e adottò il ragazzino sopravvissuto.

    La mattina dopo insistei per portare il caffè nella sala della colazione per dare un’occhiata da vicino a Constantine.

    Era seduto a tavola. Quando entrai mi sorrise.

    Oh, il caffè: ci voleva proprio. E tu chi sei? mi chiese squadrandomi. Era veramente attraente, di una bellezza distaccata e consapevole che lo rendeva irresistibile.

    Jinny, balbettai.

    Bene, Jinny. Ora sì che il giorno comincia bene: avevamo proprio bisogno dell’aroma di caffè e di un raggio di sole che illuminasse la stanza.

    Grazie, Jinny. Non badare a Constantine. Fa così con tutte, intervenne Martha.

    Cos’è che farei con tutte?

    Giocare, spiegò Martha in tono di rimprovero, -ma solo secondo le tue regole.

    Quando è arrivato in questa casa Constantine? Chiesi alla signora Edith, mentre asciugavamo le posate.

    - Il signor Constantine per te, mi corresse. – Qualche tempo dopo l’incidente. Aveva tredici anni, era un bambino. E fu una benedizione per Estella. Quasi non parlava più dopo la morte di Christabel. La madre aveva scelto proprio quel momento per andarsene in Australia a trovare il fratello – una pausa di riflessione, disse. Ma non ritornò mai più; si risposò e si sistemò laggiù, lasciando le ragazze al nonno.

    Così, il signor St-Ives si ritrovò quattro ragazze ed un ragazzo adolescenti da seguire. Ma, dopo aver lasciato la politica, questa divenne la sua ragione di vita, quasi un’eredità permanente, un unico respiro.

    Ricordo che Estella lo prese per mano e lo portò alla spiaggia.

    Constantine prese un bacchetto e scrisse sul bagnasciuga: PUOI PARLARE CON ME.

    Estella prese il bacchetto che lui le porgeva e scrisse a sua volta: MI ASCOLTERAI?

    La risacca cancellava le lettere velocemente.

    VOGLIO ASCOLTARTI

    Estella si mosse veloce sulla battigia per comporre la sua frase.

    SAPPIAMO PARLARE LA STESSA LINGUA?

    PERCHE’ DUBITARNE?

    Fra lui ed Estella si formò subito un profondo legame, un’unione.

    La prima notte che Costantine trascorse qui nella casa al mare, ricordo che l’orizzonte si gonfiò di tempesta: all’esterno tutto veniva travolto dal vento e le imposte cominciarono a sbattere. E fu così che trovai Estella nel letto di Constantine. Era quello che succedeva, quando c’era Christabel: condividevano sempre il letto nelle notti di temporale.

    Constantine frequentava la scuola d’arte e il signor St-Ives gli concesse di creare il suo studio nella capanna sulla spiaggia: adorava disegnare e fotografare già allora. Una volta entrai per dare una pulita e rimasi impressionata: le pareti erano coperte di foto e di disegni di Estella. Le sue mani, i suoi capelli, il suo sorriso, la curva della schiena: frammenti della sua persona frantumati e ricomposti sulle pareti della capanna. Un insieme affascinante ed inquietante al tempo stesso.

    Era un piacere vederli insieme: avevano il magico dono di riuscire a combinare e condividere gli aspetti quotidiani dell’esistenza. Senza che questi corrompessero la dimensione di sogno gioioso che era il loro stare insieme e legame profondo che li univa- una specie di magnetismo affettivo che si irradiava ovunque fossero insieme.

    Eppure, c’era qualcosa di incompiuto nel loro rapporto. Io credo che il signor St-Ives avesse sperato di vederli insieme come una coppia, ma non accadde. Lui ha avuto molte ragazze e qualcuna fu anche portata qui a casa a conoscere la famiglia. Ora frequenta questa Cristina da un paio d’anni.

    Ed Estella è sposata?

    Sì, a sorpresa ha sposato uno scrittore, Luc - che insegna anche all’università. Hanno passato tre mesi qui nella casa, solo loro due. Lontano dalla città- troppo vibrante e energica- nella quiete apparente e immobile della casa per scrivere- o meglio, per riuscire a completare il suo ultimo libro.

    Luc era stato irremovibile: Devo isolarmi e concentrarmi solo sullo scrivere. Ci trasferiamo, spiegò al Signor St-Ives -Devo fissare le parole, così come la gente le usa: basta con le descrizioni. La trama ha bisogno di essere animata di dialoghi e pensieri.

    Sentii Estella parlare al telefono con Constantine: "Luc è sempre calmo e controllato, non si perde mai nei suoi grandi affreschi storici: ogni dato e verificato, ogni data precisa, ogni espressione misurata. Ma è così l’umanità? O è solo la sua astrazione?

    E’ strano come mi stia assuefacendo a questa vita di isolamento ed immobilità silenziosa e dolente. Adoravo la città: il movimento incessante, i larghi viali, gli edifici imponenti e la gente indaffarata- ognuno con sua meta precisa-che non può perdere tempo, che svela

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