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L'Alba del Quarto Reich
L'Alba del Quarto Reich
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E-book379 pagine4 ore

L'Alba del Quarto Reich

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Info su questo ebook

A pochi giorni dai festeggiamenti per i 10 anni dalla caduta del Muro di Berlino, il Cancelliere tedesco deve affrontare una crisi politica interna, il suo vice sembra coinvolto nella fondazione di una Società Segreta Neonazista, mentre tutti coloro che provano a smascherarlo vengono sistematicamente eliminati.
A Salisburgo intanto scompaiono 2 ragazzi che cercano le prove su alcuni esperimenti fatti da una casa farmaceutica che sembrano essere causa di strane morti tra la popolazione. Le indagini del Capo della polizia Scheker portano diritte al Presidente della famosa "TH Pharma", una delle case farmaceutiche più influenti del pianeta.
Con un intreccio di eventi e flashback sconvolgenti il Cancelliere tedesco e il Capo della polizia di Salisburgo, presto scopriranno come i Servizi Segreti più potenti al mondo siano arrivati ad una verità inquietante.
Il Terzo Reich non è stato sconfitto così come tutti pensano e la Seconda Guerra Mondiale non è finita nel modo in cui è stata raccontata sui libri di storia.
Continui colpi di scena, suspense ed emozioni contrastanti porteranno ad un epilogo sorprendente.
LinguaItaliano
EditoreMarco G
Data di uscita14 feb 2024
ISBN9791223007327
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    Anteprima del libro

    L'Alba del Quarto Reich - G Marco

    L’Alba

    del Quarto Reich

    Copyright©2021 - Marco G.

    Revisione©2024

    www.autoreindipendente.it

    Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.

    Questo romanzo è un’opera di fantasia.

    Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti luoghi e persone, vive o scomparse è assolutamente casuale.

    Capitolo 1

    Il trillo del telefono destò dal torpore serale del dopo cena il capo della Polizia di Salisburgo Andreas Scheker.

    Dall’altra parte del ricevitore vi era uno dei suoi agenti.

    «Signore, abbiamo trovato il cadavere di uno dei ragazzi scomparsi. Pensiamo sia il più giovane.»

    «Maledizione Tobias siete entrati nella recinzione?»

    Scheker balzò dal divano su cui si era appisolato.

    «No, il cadavere era al di fuori del recinto. Probabilmente è stato ferito dentro e lui si è trascinato oltre la rete metallica.»

    «Chiamate la scientifica. Arrivo subito.»

    Erano passate quasi 24 ore da quando due ragazzi di Salisburgo, Oliver Bicovic e Franz Huber, sembravano spariti nel nulla. Qualcuno li aveva visti l’ultima volta vicino alla grande recinzione che delimitava la proprietà della famosa casa farmaceutica TH.Pharma.

    L’auto di uno dei ragazzi, una Jeep di marca straniera, era stata trovata a pochi metri dal cancello ovest, il più grande dei cinque che permettevano l’accesso alla proprietà della multinazionale.

    Il responsabile alla sicurezza della casa farmaceutica con varie scuse e appellandosi alla riservatezza, non aveva messo a disposizione i filmati a circuito chiuso registrati dalle loro telecamere che avrebbero chiarito il mistero di quell’auto abbandonata senza motivo, facendo infuriare il capo della Polizia il quale, dirigendosi sul luogo del delitto, urlava da solo in auto come un matto.

    Adesso ci penso io a quei farabutti, li faccio arrestare tutti questa volta. Se necessario vado fino a Vienna a parlare direttamente con il Cancelliere.

    Scheker, percorrendo i pochi chilometri che separavano Salisburgo dal luogo del ritrovamento, pensò a tutti i problemi nati tra la TH.Pharma e la popolazione locale.

    Era dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che tra la gente del piccolo paese di Kuchl, situato sul confine tedesco, e la multinazionale erano sorti problemi di convivenza arrivati fino a denunce per inquinamento ambientale e manifestazioni di piazza, soprattutto dopo alcune misteriose morti tra gli abitanti a causa di infezioni polmonari giudicate insolite.

    Inoltre la TH.Pharma aveva sconfinato senza autorizzazione occupando abusivamente alcuni terreni per costruire nuovi laboratori. Visti i favori politici di cui godeva, non era mai stato concesso a nessuno di entrare nella proprietà della casa farmaceutica per controlli specifici nonostante le Commissioni nominate da un Giudice incaricato a svolgere le indagini, trasferito poi in altra sede perché considerato scomodo.

    Al capo della Polizia tornò in mente il coraggioso sindaco di Kuchl, rimasto vittima di uno strano incidente stradale dopo essersi schierato contro la potente casa farmaceutica odiata da tutti. Da anni a Salisburgo e dintorni la popolazione non aspettava altro che un passo falso della TH.Pharma e quel ragazzo trovato morto dai suoi agenti mentre cercava di uscire dal recinto dello stabilimento poteva essere l’errore tanto atteso.

    Scheker arrivò in procinto del grande cancello ovest, uno degli accessi principali allo stabilimento della casa farmaceutica, e sorrise leggermente pensando che la resa dei conti poteva essere vicina.

    Capitolo 2

    Intanto a Berlino, all’interno del Palazzo del Reichstag, il Cancelliere tedesco Eric Dormull era preoccupato.

    Da quando era stato nominato Capo del Governo non aveva mai affrontato una situazione così complessa politicamente. Il suo vice, Mark Lender, aveva rilasciato dichiarazioni alla stampa da far sospettare che idee neonaziste serpeggiassero all’interno del Parlamento tedesco.

    Dormull si rendeva conto di come il comportamento del suo vice e di alcuni Ministri del Governo avrebbe potuto in breve tempo rovinare irrimediabilmente l’immagine della nuova Germania che si stava preparando, insieme a tutte le Nazioni aderenti, ad adottare una Moneta Unica all’interno di una grande Europa unita, in cui la stessa Nazione tedesca si apprestava a diventarne indiscussa protagonista.

    Dal 1994, anno della sua prima elezione a Cancelliere, aveva lavorato insieme ai Primi Ministri e Capi di Governo degli altri Paesi Membri della Comunità Europea per fare in modo che la stessa, non solo si realizzasse sotto i migliori auspici, ma crescesse come solida struttura economica grazie alla nuova moneta, l’euro, di cui lui stesso era sostenitore convinto.

    Nei giorni successivi alle sciagurate dichiarazioni di Mark Lender, proprio i Ministri con cui aveva lavorato negli anni passati lo chiamarono indispettiti esigendo delle spiegazioni a cui il Cancelliere rispose con grande imbarazzo scusandosi a nome di tutta la Germania.

    Mentre Dormull se ne stava al buio nel suo ufficio assorto nei suoi cupi pensieri, entrò l’Agente Andy Raut, Capo della sua scorta. Il Cancelliere capì che qualcosa di grave doveva averlo sconvolto, l’uomo sembrava ferito lievemente a una mano ma soprattutto pareva stranamente nervoso.

    L’Agente Raut si guardò intorno e parlò sottovoce come se qualcuno fosse a origliare di nascosto le sue parole.

    «Signore lei è in pericolo.» Una pausa, poi continuò. «Dobbiamo organizzarci per contrastare le criminali manovre di quella gente e dobbiamo fare in modo che lei rimanga sotto scorta giorno e notte.»

    Dormull spalancò gli occhi.

    «Cos’è accaduto Andy? Prove ragazzo, lo sai, ho bisogno di prove schiaccianti.» La voce del Cancelliere tremò.

    «Mi ascolti Signore, dopo il nostro incontro di ieri ho attivato tutti i canali che possono arrivare a fornirci le prove di cui lei ha bisogno. Non mi fido più del BND, per cui ho messo in campo due ex agenti del KGB e due ex poliziotti della Stasi.»

    L’Agente si fermò tornando verso la porta dell’ufficio, l’aprì e la richiuse come a controllare che qualcuno non fosse dietro a origliare, poi continuò il suo racconto.

    «Gli ex poliziotti della Stasi sono spariti dalla circolazione, i due ex Agenti del KGB sono morti. Yuri morto suicida, almeno così dicono alla Centrale di Polizia, è stato trovato impiccato a un lampione in Alexanderplatz verso mezzogiorno.» Andy prese fiato. «Appresa la notizia della morte di Yuri ho deciso di anticipare l’appuntamento con Igor, l’altro ex Agente del KGB. Sono arrivato troppo tardi, l’ho trovato con la gola tagliata nel suo appartamento. L’assassino era ancora lì con il coltello in mano che frugava nei cassetti, così c’è stata una violenta colluttazione e...»

    L’Agente s’interruppe toccandosi la mano leggermente ferita.

    «Erano anni che non uccidevo un uomo, non ho avuto scelta, o lui o me.»

    Il Cancelliere fissò il Capo della sua scorta notando la mano destra tenuta in modo innaturale.

    «Oh mio Dio Andy sei ferito?»

    «Non è nulla, ora dobbiamo pensare alla sua sicurezza.»

    Dormull tremò alla sola idea di dover affrontare una sorta di scandalo legato a un omicidio.

    «Sei stato attento a non lasciare tracce? Sei riuscito a scoprire qualcosa di più? Il BND, perché non ti fidi?»

    «Nel BND qualcuno gioca sporco, per ora dobbiamo lasciarli fuori. Esiste una sorta di Setta segreta, la lista dei partecipanti aumenta ogni giorno e quello che hanno intenzione di fare lo sappiamo bene adesso. Sono le prove che mancano, quelle fotografiche le dovevo ricevere dai due Agenti trovati morti oggi, anche se quello che mi preoccupa di più sono i soci fondatori di questa organizzazione.»

    Lo sguardo di Andy si fece cupo.

    «Mark Lender sarebbe il loro capo e Max Buker uno dei loro leader, insieme ad Al Maier e Martin Guter. Vi sono foto e testimonianze. Se sono riusciti a eliminare due ex Agenti del KGB e a far sparire due ex poliziotti della Stasi, questi personaggi sono davvero pericolosi.»

    Seduto alla scrivania Dormull sentì per qualche istante il cuore cessare di battere.

    «Maledizione» imprecò rosso in viso per la collera.

    Maier era il Presidente del Bundestag, il Parlamento Federale tedesco, Martin Guter era il Presidente di una delle più famose case farmaceutiche del mondo, l’austriaca TH.Pharma, con cui il Governo tedesco collaborava da anni. Entrambi i personaggi erano famosi e di grande fama Internazionale.

    «Conosco Al Maier da quando portava i calzoncini corti, come posso credere a tutto ciò?! Martin Guter poi, è tra i cinque personaggi più in vista del pianeta, con tutte le scoperte che ha realizzato la sua casa farmaceutica come potremmo sostenere contro di lui certe accuse?»

    Andy lasciò sfogare il Cancelliere, poi senza esitare continuò a raccontare quello che aveva scoperto in quei giorni.

    «Non credo che i miei informatori abbiano pagato con la vita certe indiscrezioni sbagliate. Se sono morti ne sappiamo entrambi il motivo.»

    Gli occhi verdi di Andy fissarono il Cancelliere.

    «La Società segreta su cui stiamo indagando si chiama New Thule. Durante le loro riunioni parlano di costituire un nuovo Ordine Nero, tutte follie legate al Terzo Reich e al nazismo, se ricordo bene. Inoltre il mio informatore nell’ultimo incontro mi ha confermato che i Servizi Segreti occidentali si stanno occupando del caso visto l’immobilismo dei nostri del BND.»

    Dormull sobbalzò dalla sedia e un brivido gli percorse la schiena. Sapeva bene che la Thule fu in passato la Società Segreta che ispirò Hitler con i suoi seguaci nella fondazione del Partito Nazista, e che l’Ordine Nero era legato all’occulto esoterismo che i nazisti praticarono durante gli anni in cui salirono al potere.

    Ma la cosa che lo preoccupò di più era la fuga di notizie fuori dai confini tedeschi.

    «I Servizi Segreti occidentali? Sei sicuro Andy?»

    «Certamente Signore, sembra che i più attivi in azione siano quelli francesi del DGSE insieme a quelli israeliani del MOSSAD. Se non avessero ucciso il povero Igor ne avrei saputo di più. Sicuramente questa storia non rimarrà a lungo nascosta, dobbiamo trovare una soluzione al più presto. Signore, lei è in pericolo, potrebbe diventare un ostacolo ai loro piani.»

    «Cosa vogliono esattamente questi criminali, Andy?»

    La risposta senza esitazioni dell’Agente fu raggelante.

    «La Germania, Signore.»

    Capitolo 3

    A più di mille chilometri di distanza dal Cancelliere tedesco, un uomo nell’ombra della notte camminava a passo svelto ansimando. Svoltando di colpo a sinistra infilò una viuzza stretta e tutto infreddolito entrò in un portone.

    Si chiamava Tomas Brike e conduceva una vita tranquilla scrivendo per un giornale sportivo, abitava a poche centinaia di metri dal Palazzo dei Papi ad Avignone, anche se originario di Salisburgo. Si era trasferito per amore in Provenza e gli amici francesi l’avevano ribattezzato l’austriaco.

    Brike entrò in casa ancora col fiatone.

    «Tachipirina. Mi hanno dato della tachipirina.»

    La moglie Corinne lo guardò attonita.

    «Tomas non serve a nulla quella. Adesso calmati, ho chiamato la guardia medica e ho spiegato loro cosa succede, tra cinque minuti saranno qui.»

    Un’ora dopo Brike, seduto in macchina con la moglie, seguì l’ambulanza che trasportava il figlio verso l’ospedale, taciturno come un automa. Poi la donna ruppe il silenzio.

    «Perché sei così terrorizzato Tomas? Cosa succede? È vero sta male, ma non sembri più tu.»

    L’austriaco in effetti era sempre stato un uomo dal carattere anglosassone, deciso nel prendere in mano qualsiasi situazione, sempre con la soluzione a portata di mano, al contrario della moglie che invece era sempre stata più apprensiva, soprattutto nei confronti del figlio.

    Quella sera, però, i ruoli dei coniugi Brike parevano invertiti, i fantasmi del passato tormentavano l’uomo che sembrava fragile e impotente.

    Il ricordo del fratello, morto sotto i suoi occhi anni addietro, riaffiorava nella mente di Tomas paralizzandolo.

    «Ehi, parlo con te, mi stai ascoltando?»

    «Sì tesoro, ma non riesco a pensare che a mio fratello Peter. Continuo a rivederlo tremolante con la febbre alta. Quando ho visto Albert con lo stesso viso e la voce uguale alla sua che mi chiedeva aiuto, sono tornato indietro nel tempo.»

    Tomas sospirò.

    «Forse è una coincidenza, mio fratello aveva quindici anni come Albert e come lui fino al giorno prima non aveva nulla. Poi la febbre, la corsa in ospedale, i dottori incapaci di...»

    «Basta Tomas.» La moglie lo interruppe bruscamente. «Non facciamoci prendere dal panico. Non è detto che sia come pensi tu e poi aspettiamo di arrivare in ospedale.»

    La donna pronunciò quelle parole per farsi coraggio e scuotere il marito nascondendo abilmente le sue paure.

    Le ritornarono in mente le perplessità di Tomas nell’avere un figlio per via di quello che i medici gli avevano detto anni prima, in virtù di quella morte misteriosa del fratello gemello.

    Difformità anomale congenite, problemi con il DNA, cose che per Corinne non avevano senso, soprattutto dopo le analisi mediche fatte quando rimase incinta, che avevano escluso qualsiasi problema alla coppia in attesa del primo figlio.

    Intanto l’auto dei Brike seguendo l’ambulanza che trasportava il ragazzo, arrivò nel parcheggio del Pronto Soccorso di Avignone.

    Come tutti gli ospedali anche quello di Avignone si presentava asettico, impregnato di odore di disinfettante.

    Corinne e Tomas seduti in una saletta si sentirono chiamare.

    «Signori Brike. Chi sono i signori Brike?»

    Una figura esile si dirigeva verso di loro.

    «Siamo noi» rispose l’austriaco.

    «Sono il dottor Rapen. Miei cari sarò franco con voi.» Gli occhi del medico si chiusero leggermente. «La situazione clinica del ragazzo è grave, lo farò trasferire a Nizza dove sono più attrezzati di noi e poi sinceramente non capiamo se sia un virus sconosciuto o qualcosa di simile.»

    Tomas restò impietrito. Le parole di quel dottore erano le stesse usate da chi curò suo fratello Peter prima che questi morì senza riprendere conoscenza.

    Corinne, al contrario, cominciò a interrogare il medico incalzandolo di domande su tutte le possibili cause di quella presunta infezione o virus che sembrava essere entrata nelle difese immunitarie del loro figliolo.

    Qualche istante più tardi Brike, assorto nei suoi pensieri, sentì stringersi il braccio.

    «Albert tra due ore sarà trasferito a Nizza e noi abbiamo appena il tempo di fare qualche telefonata, prepararci una piccola valigia e trasferirci con lui. Temo che la situazione non si risolverà velocemente, i dottori sono confusi, non sanno esattamente se sia un virus sconosciuto oppure il sistema immunitario che non reagisce all’attacco di un semplice batterio.»

    Il tono di voce della moglie sembrò a Tomas più quello di un Comandante che della sua Corinne. Scattò in piedi quasi con un balzo facendo oscillare la panchina su cui era seduto e poco dopo si ritrovò ancora in macchina, questa volta diretto verso casa.

    Intanto, da un furgone che seguiva con discrezione i coniugi Brike, un uomo effettuò una chiamata.

    «Comandante ci siamo. I Brike sono usciti in questo momento dal Pronto Soccorso.»

    «Sapete quello che dovete fare con il ragazzo, al resto ci penso io. Tra qualche minuto sarò ad Avignone.»

    Terminata la conversazione, l’uomo chiamato Comandante chiuse una cartellina di plastica con sopra stampato il logo del DGSE, Direction Générale de la Sécurité Extérieure.

    Capitolo 4

    Mentre a bordo della sua volante stava arrivando in prossimità della grande recinzione che contornava la proprietà della casa farmaceutica, al Capitano Scheker tornarono in mente le parole del suo collega Joe prima che questi fosse trasferito al commissariato di Linz.

    Stai attento Andreas, quella è gente pericolosa che non si ferma davanti a nulla, io me ne vado amico, ho una famiglia da proteggere.

    Scheker non aveva una famiglia, aveva divorziato da anni e i suoi genitori erano morti da molto tempo. Si era distinto più volte per il coraggio e la dedizione al suo lavoro, tutto ciò gli aveva fatto guadagnare stima e affetto sia tra i colleghi sia tra i suoi superiori, ricevendo un premio direttamente dal Cancelliere austriaco per essere uno dei migliori servitori dello Stato.

    Arrivato a destinazione Scheker scese dall'auto e diede una veloce occhiata intorno, poi come d’abitudine rivolse una serie di domande ai suoi agenti arrivati sul posto prima di lui per cercare di capire la situazione.

    Il ragazzo trovato morto era Oliver Bicovic, il più giovane dei due scomparsi la sera prima. Sembrava fosse sgusciato da un buco profondo scavato a terra ai piedi della recinzione, probabilmente aveva cercato di fuggire. La cosa strana era che nessuno si era accorto di quel buco, nonostante quel tratto di recinzione fosse stato perlustrato varie volte nelle ultime 12 ore.

    Scheker notò che all’interno della recinzione vi era una zolla di terreno rimossa e perfettamente ritagliata della stessa misura della buca. Capì immediatamente il motivo per cui nessuno fino all’ultimo giro di perlustrazione si fosse accorto di nulla.

    La scientifica intanto, giunta sul posto con due dei suoi uomini, dopo aver raccolto tutta una serie di dati ebbe la certezza che il ragazzo fosse morto in virtù di una ferita al fianco destro provocata sicuramente da un fucile di precisione.

    «Signore, abbiamo bisogno di un mandato per entrare all’interno della TH.Pharma. Il ragazzo deve aver raggiunto lo stabilimento attraverso il buco scavato a terra. Probabilmente qualcuno dopo aver scoperto l’intruso gli ha sparato, crediamo sia morto da poco, ma dobbiamo aspettare il medico legale.»

    L’Agente della scientifica sospirò.

    «Non immaginiamo le reali motivazioni che hanno spinto il giovane a entrare, certo è, Signore, che se cercate due ragazzi da più di 12 ore qualcosa non torna.»

    Scheker aggrottò la fronte. La prima cosa che gli saltò in mente fu che meno di 10 ore prima quelli della TH.Pharma, oltre a non aver messo a disposizione i filmati delle telecamere di sorveglianza, avevano dichiarato di non aver visto nessuno dei due ragazzi scomparsi. Invece uno era morto, qualcuno gli aveva sparato con un fucile da cecchino mentre cercava di scappare dal loro stabilimento. Era chiaro che anche l’altro ragazzo doveva essere da qualche parte dentro lo stabilimento e si augurò fosse ancora vivo.

    Questa volta quei bastardi hanno esagerato e c’è scappato il morto. Speriamo non abbiano ucciso anche l’altro.

    Poi il capo della Polizia con espressione soddisfatta rispose all’Agente della scientifica che chiedeva di entrare nello stabilimento.

    «Sarà un vero piacere. Entro un’ora avrete quel mandato.»

    Scheker si grattò la nuca fissando il suo interlocutore.

    «Stiamo per cominciare una battaglia, entreremo in casa di quei bastardi. Sono anni che aspetto.»

    Capitolo 5

    I coniugi Brike abitavano nel centro di Avignone. L’elegante appartamento era situato all’ultimo piano di un prestigioso edificio da dove si vedeva il Palazzo dei Papi, che anche quella sera era illuminato a giorno.

    I due entrarono in casa preoccupati per la sorte del loro figliolo, avvertirono solo pochi intimi della loro assenza e in pochi minuti prepararono i bagagli per andare a Nizza, ma all’improvviso il campanello suonò.

    Tomas precedette la moglie e aprì la porta trovandosi davanti un uomo alto quasi come lui, con i capelli brizzolati tagliati cortissimi.

    «Desidera?» chiese il padrone di casa.

    «Devo parlare con Tomas Brike.»

    La risposta dello sconosciuto fu immediata quanto il suo balzo improvviso. S’infilò in casa passando con autorevolezza tra la porta e l’austriaco che la teneva aperta con un braccio.

    Brike, spiazzato da quella mossa, cercò di impedire all’uomo di entrare in casa ma era troppo tardi, l’ardito ospite era già nel salottino vicino all’ingresso.

    «Sono io. Ma lei chi è? Cosa diavolo vuole?» Tomas cominciò a innervosirsi.

    «Agente Fox, Sevizio Segreto francese. Lei e suo figlio siete in pericolo.»

    Il tizio mostrò un distintivo.

    «Ma cosa sta farneticando?! La prego signore esca da casa mia o chiamo...»

    A sorpresa la moglie intervenne.

    «Tomas chiudi la porta. Ti prego, chiudi la porta» sussurrò sottovoce.

    L’uomo ebbe un attimo d’indecisione. Guardò la donna con fare interrogativo ma non ebbe neppure il tempo di pensare, lo sconosciuto per la seconda volta in pochi istanti lo sorprese nuovamente pronunciando parole che gli sembrarono inaudite.

    «Allora Agente Flo, mi auguro che tuo marito sia preparato mentalmente perché ci sono delle novità importanti. La situazione sta precipitando e da quando sei fuori dai Servizi sono successe molte cose. Le prove che abbiamo raccolto sembrano inequivocabili.»

    Brike inizialmente restò muto. Poi senza rendersene conto alzò la voce innervosito.

    «Agente Flo? Corinne chi è quest’uomo?»

    La moglie non ricordava di averlo mai visto in quello stato, ma affrontò la situazione senza indugio.

    «Calmati Tomas. Ci sono questioni che non siamo mai riusciti ad affrontare, Fox è un amico e se questa sera è qui temo dovremmo fare quello che dice lui.»

    Brike sconvolto cominciò a urlare.

    «Voglio sapere cosa succede, non capisco più nulla Corinne. Cosa vuol dire Agente Flo? Cosa c’entri tu con questo signore? Cosa c’entra nostro figlio?»

    Quelle domande esigevano una risposta, Corinne però non ebbe modo di spiegarsi perché Fox, prendendo la parola, la zittì prima che potesse intervenire.

    «Signori scusatemi, sono intervenuto pensando che tra voi qualche chiarimento in questi anni fosse avvenuto, ma non importa, avrete modo di farlo strada facendo quando vi lascerò soli. Se sono qui è perché la situazione ormai non poteva più attendere.»

    L’uomo fece una breve pausa.

    «L’aggravarsi delle condizioni di vostro figlio ha costretto la mia squadra a intervenire prima del previsto. Adesso vi prego di calmarvi, ho delle cose importanti da dirvi.»

    Capitolo 6

    L’Agente Fox cercò le parole giuste per cominciare.

    «Tomas pensavo di trovarti preparato a una situazione di questo genere, invece mi sbagliavo. Mi chiamo Fox e sono il Comandante della GASA, una Squadra Speciale del DGSE, Servizi Segreti francesi. Ti sembrerà incredibile quello che sto per raccontarti, ma da cinque anni raccogliamo prove che stanno confermando una pericolosa verità. Questa è una storia lunga e io sarò il più breve possibile.»

    L’uomo si leccò le labbra, Brike non mosse un muscolo.

    «Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale quando il conflitto volgeva a favore degli Angloamericani, gli uomini di Hitler portarono a termine qualcosa di più pericoloso per la Comunità Internazionale di qualsiasi arma segreta, i tedeschi perfezionarono un progetto cominciato molti anni prima. Dal 1938 provarono a clonare l’uomo, facendo esperimenti di tutti i tipi sulle cellule e sul DNA umano. Volevano arrivare a clonare le loro cellule, cercando il modo più idoneo per raggiungere la perfezione della razza ariana. Hitler era pronto a tutto pur di raggiungere quello scopo e vi dedicò tutte le sue forze per ottenere il risultato sperato.»

    L’Agente Fox fece una pausa, i coniugi Brike erano immobili ad ascoltarlo.

    «Mentre in Germania i bombardamenti a tappeto degli Angloamericani ottenevano i primi risultati contro i nazisti, questi, utilizzando cavie umane, arrivarono a realizzare il primo clone umano della storia. Solo pochi fedelissimi, oltre a Hitler, erano a conoscenza di quello che accadeva nei laboratori del Reich. Sembra che gli esperimenti siano riusciti, tutto il mondo è convinto di essersi liberato dei nazisti e invece i loro cloni sono in circolazione da anni, vivi e vegeti nella massima segretezza.»

    Fox guardò Tomas che restava in silenzio.

    «Stanno emergendo cose incredibili, domani avrò gli ultimi rapporti, sembra che i nazisti sotto forma di clone si muovano con strategia militare, la vecchia guardia prima di passare il testimone si organizzò in maniera quasi perfetta per tracciare la strada alla nuova generazione. Alcune cose però non sono andate per il verso giusto, non tutti i cloni sanno di essere clonati e parecchi di loro sono morti. Secondo i medici che stanno seguendo il caso, ci sarebbe una sorta di effetto collaterale o rigetto. L’uomo clonato non è poi così perfetto come sembra.»

    Gli occhi di Fox si posarono ancora su quelli di Tomas, il quale pareva non comprendere bene. L’Agente provò a far capire meglio all’austriaco cosa stava realmente accadendo.

    «Quello che è successo a tuo fratello Peter, caro Tomas, è successo anche a molti altri ignari cloni. Sembra però che voi due siate gli unici gemelli partoriti da quelle clonazioni.»

    Tomas impallidì reagendo con stizza.

    «Secondo te io sarei un clone nazista? E mio figlio? Lui cosa c’entra in questa storia?»

    «Sì, sei un clone dei nazisti. Tuo padre si chiamava Peter Brike, Comandante della Luftwaffe, l’Aeronautica tedesca, ed era il confidente di uno dei più importanti Gerarchi nazisti del tempo, il numero due del Reich: Rudolf Hess.»

    Fox rispose senza esitazioni.

    «Probabilmente hai trasferito tutto il codice genetico del tuo DNA a tuo figlio, lo stesso codice che aveva tuo fratello Peter, ma io non sono un dottore, saranno loro a spiegarti tutto.»

    L'Agente francese chinò leggermente il capo verso il suo interlocutore.

    «Tuo figlio non sarà trasferito a Nizza ma nella nostra base di Cavaillon. I miei uomini hanno predisposto tutto il necessario per il trasferimento. Tu verrai con noi, i

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