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L’oro della Reichsbank: Dipartimento 89
L’oro della Reichsbank: Dipartimento 89
L’oro della Reichsbank: Dipartimento 89
E-book265 pagine3 ore

L’oro della Reichsbank: Dipartimento 89

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Info su questo ebook

Quando la Germania è sotto attacco, l'unica risposta è la morte.

Febbraio 1945 : Con la fine della guerra ormai vicina, il regime Nazista sposta tutti i propri soldi e le riserve della Reichsbank, da Berlino alle miniere di sale di Merkers. Ma un po' di quell'oro viene rubato e non verrà mai più ritrovato.

Settembre 2017 : Una campagna elettorale nazionale piena di colpi bassi si svolge in Germania. Nazionalisti di estrema destra, collegati ad uno dei candidati di punta, terrorizzano le strade ammazzando a volontà.

La Decker riceve l'ordine dalla Cancelliera Tedesca di mettere fine alla violenza. Ma non sanno che l'oro scomparso della Reichsbank ed una icona Nazista che si credeva perduta, avrebbero reso Berlino una polveriera pronta ad esplodere.

LinguaItaliano
Data di uscita14 nov 2020
ISBN9781071575345
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    Anteprima del libro

    L’oro della Reichsbank - Mark O'Neill

    1

    Il Capitano Sophie Decker si svegliò nell'oscurità, urlando dal dolore. Drizzò la schiena e tossì del sangue che le colò lungo il collo.

    Le fitte di dolore erano assolutamente intense. Le paralizzavano il centro del petto, rendendole il respiro estremamente difficile. Provò a muoversi, ma ancora il dolore si accentuò di nuovo, lasciandola stravolta e senza fiato. Muoversi era fuori discussione.

    Prendersi un colpo era una merda. Il problema era che stava diventando un'abitudine in cui ricadeva spesso, per quanto provasse ad evitarla. I problemi la seguivano come un brutto odore. I colleghi le avevano dato un soprannome, Jinx (portasfortuna), visto che per loro, questo era lei. E quando stava con loro, arrivava il pericolo, e di solito si finiva con sangue, lacrime e morte. Quale fosse il soprannome che usavano invece alle sue spalle, non osava nemmeno immaginarlo.

    La Decker era stesa sull'erba umida di un parco in periferia, vicino ad un albero, Non si sentiva un suono e, giudicando dal buio, erano le prime ore del mattino. Le luci stradali brillavano in distanza, ma il posto dove si trovava era coperto dall'oscurità. In altre parole, c'erano poche possibilità che qualcuno la trovasse e chiamasse un'ambulanza. Probabilmente sarebbe già morta alle prime luci dell'alba. Provò di nuovo a muoversi ma il dolore la convinse che spostarsi era un'idea molto brutta.

    La Decker aveva la sensazione che ci fosse qualcun altro, lì vicino. Non si era avvicinato e non era venuto di fronte a lei. Ma la Decker sapeva che qualcuno la stava osservando, e che quella stessa persona non avrebbe chiamato nessuna ambulanza. Era più facile che venisse a finire il lavoro.

    Un rumore dal sentiero di ghiaia confermò le sue peggiori paure. Con una smorfia per il dolore inarrestabile, sputando il sangue dal gusto ramato, la Decker provò a sedersi per provare a vedere dove era finita la pistola. Sentì la fondina, attaccata alla sua cintura, ma non riuscì a trovare la sua Glock da nessuna parte. E nemmeno la più piccola calibro 25 semi automatica di riserva, che di solito stava nella fondina alla caviglia. Le avevano sottratto le armi. Era disarmata ed allo scoperto, ovviamente non era una buona situazione. La Decker era brava a districarsi dalle situazioni difficili, ma lei per prima non riusciva a capire come avrebbe potuto uscirne, questa volta.

    Gli scricchiolii sul ghiaino continuarono, più forti man mano che la persona si avvicinava. Alla fine, la Decker riuscì a vedere la sagoma di una ombra oscura sempre più vicina. Tutto quello che poteva fare era attendere per riuscire a vedere chi fosse, quando la faccia finalmente venne allo scoperto.

    Sei tu disse, digrignando i denti, avrei dovuto intuire che eri un traditore, fin dall’inizio.

    Shhh, rispose l’altro, calmo e tranquillo, le parole non mi toccano, e tutto il resto. Considerando che sei tu ad avere un proiettile nel petto, e io sono quello con la pistole, sarei più cortese. Magari implorerei.

    La Decker rise piano, e strinse i denti per il dolore. Implorare? Chi ha detto che i tedeschi non hanno il senso dell’umorismo? Fai letteralmente scompisciare.

    Non ho mai capito le persone come te disse l’altro, controllando i colpi in un’arma che la Decker riconobbe essere la sua Glock scomparsa. Qui sei tu quella sull’orlo dell’estinzione e ti comporti come se fosse una semplice giornata di lavoro. È molto strano.

    Vuoi uccidermi con la mia stessa pistola? Poetico, non c’è che dire.

    Pensavo potesse farti piacere. Una agente governativa disillusa, con una sindrome depressiva che teneva nascosta, si uccide con la sua stessa arma. Chiuderanno il caso, considerandolo un suicidio, a tempo di record.

    Allora datti una mossa. Parli troppo.

    L’avversario guardò la Decker, quasi con disappunto negli occhi, come se si aspettasse una maggiore resistenza dalla donna. Scosse la testa e puntò la Glock verso la Decker.

    Addio, Capitano.

    Prima che riuscisse a sparare, si udì un rumore dietro di lui. Provò a voltarsi con la pistola in pugno, ma Wolfgang Schmitz gliela tolse dalle mani senza alcuno sforzo. Improvvisamente disarmato, rimase in piedi senza sapere cosa sarebbe successo dopo. La pistola in mano a Schmitz gli poteva certamente dare una buona idea.

    Non avresti dovuto spararle disse Schmitz, brutto errore.

    Aspetta…

    Non aspettò. Due colpi, ed ambedue i proiettili raggiunsero il bersaglio, uccidendo sul colpo l’avversario della Decker.

    Lei lo guardò con grande difficoltà, sull’orlo dell’incoscienza. Come al solito, il tuo tempismo è impeccabile.

    Poi svenne.

    Gli occhi della Decker si aprirono di colpo. Ancora una volta era buio, ma invece di essere stesa all’aperto in un parco con una pallottola nel petto con la prospettiva di morire, adesso era stesa in un letto molto confortevole nel suo appartamento di Berlino.

    Ancora una volta lo stesso dannato sogno. Lo stesso di ogni notte da quella di otto mesi prima. Dalla notte in cui Schmitz l’aveva salvata quando, dopo aver trovato il corpo del suo collega, era venuto a cercarla.

    Dopo era stata immediatamente trasportata in ospedale, dove aveva subito un’operazione d’urgenza per toglierle il primo proiettile dal petto. Per parecchio, i medici avevano avuto dei dubbi sul fatto che ce l’avrebbe fatta. Poi finalmente, una volta fuori pericolo, l’avevano costretta a prendersi sei mesi di riposo. Per lei, abituata ad una vita molto attiva, rimanere in ozio per tutto quel tempo era diventato un vero e proprio inferno. Alla fine, le concessero di rientrare prima in servizio con la promessa di limitarsi al solo lavoro d’ufficio. Lei accettò, ma se i suoi superiori avevano pensato anche solo per un momento che lei onorasse il patto, sarebbero stati fortemente delusi. Fino a quel momento, era riuscita a rompere la sua promessa in ogni singolo giorno di servizio. Nonostante fosse fra i militari da tanto tempo, e fosse lei stessa un ufficiale che pretendeva disciplina e rispetto, traeva piacere dal ribellarsi alle autorità. Questo le aveva procurato degli ammiratori, cui piaceva il suo stile non prendiamo prigionieri, ma anche un sacco di nemici, che le avevano affibbiato molti soprannomi, alcuni irripetibili. Alcuni di questi nemici erano molto potenti ed avevano una memoria molto lunga. Non che le importasse granché, di quello che pensavano gli altri.

    La Decker capì che, per quella notte, non avrebbe più dormito, quindi scese con cautela le gambe dal letto e si alzò piano. Il petto era ancora dolorante per la ferita del proiettile, ma lei non era fatta per le cose facili. A causa di questo, il processo di guarigione stava procedendo più lentamente del normale. Camminò verso il bagno, vestita della sua t-shirt e di un paio di pantaloni da ginnastica, dove trovò una boccetta di antidolorifici nell’armadietto dei medicinali, ne prese due e li ingoiò con un bicchiere d’acqua. Il dottore le aveva ordinato di smettere di bere, e qualche volta questo le sembrava quasi peggio di essere stata ferita. La sua naturale inclinazione all’incoscienza, però, non era arrivata fino ad uccidersi da sola per niente, e quindi con riluttanza aveva accettato di smettere con l’alcool.

    Attraversò il salotto buio del suo appartamento. Non sembrava molto vissuto, visto che lavorava tantissimo e non possedeva molti oggetti. Scostò le tende di lato e guardò fuori dalle alte finestre. Il salotto, adesso, era parzialmente illuminato dalle luci della strada, un cane abbaiava, distante.

    La strada era completamente deserta ma, nel giro di qualche ora avrebbe cominciato ad affollarsi con il solito tran-tran di pendolari e studenti. Si appoggiò al muro vicino alla finestra per guardare fuori, desiderava tanto di poter aver una vodka in mano. Nella testa, poteva sentire ancora il suono degli spari nel parco di Monaco, chiuse gli occhi, come se questo servisse a bloccare fuori il rumore. Ma sapeva che era inutile.

    Quando si parla di servizi di sicurezza interna e di sicurezza estera, il Regno Unito ha MI5 e MI6. Gli Stati Uniti hanno FBI e CIA. La Germania ha Bundesamt für Verfassungsschutz (BfV) e Bundesnachrichtendienst (BND).

    BfV è il servizio di intelligence domestica, responsabile per tutte le minacce interne alla Germania, attentati alla sicurezza nazionale ed alla sicurezza pubblica. BND è il servizio di intelligence estera, che si occupa di tutte le minacce agli interessi tedeschi all’estero, occupandosi di raccolta di intelligence straniero.

    Ma se BfV e BND non sono molto conosciuti dai membri del pubblico tedesco, quello che è assolutamente top secret è l’esistenza di un’altra agenzia denominata Dipartimento 89, di fatto sconosciuta a chiunque faccia parte del Governo Tedesco. Sono solo due le persone che ne sono a conoscenza: la Cancelliera ed il suo Capo di Gabinetto. Questo ente era stato formato da poco meno di un anno, dopo che la Cancelliera era riuscita a scampare ad un tentato omicidio.

    Mantenere la conoscenza dell’esistenza del Dipartimento 89 entro dei confini era essenziale. Se il Dipartimento fosse diventato di pubblico dominio, lo scandalo che ne sarebbe conseguito avrebbe fatto crollare il governo tedesco e molto probabilmente avrebbe spedito la Cancelliera Tedesca alla Corte Internazionale dei Crimini a Le Hague.

    Il Dipartimento 89 si occupa delle situazioni interne e di quelle internazionali ed è stato descritto come la squadra di fuoco della Cancelliera. Completamente fuori dal controllo del Bundestag, il Parlamento Tedesco, e totalmente illegale sotto ogni aspetto, il Dipartimento 89 aveva gestito quel genere di situazioni che i metodi convenzionali della legge non erano in grado di affrontare, per il limiti delle norme tedesche, di quelle dell’Unione Europea e di quelle internazionali.

    Per quello che riguardava il Dipartimento 89, non esistevano limiti. Erano spietati, molto allenati, senza pesi morali e freni. Operavano nelle pieghe oscure del governo, e molti cittadini erano vivi solo grazie a loro, senza nemmeno sapere chi fossero, in realtà, i loro angeli custodi.

    La Decker era a capo del Dipartimento 89. Era stata incaricata quando un assassino chiamato lo Scorpione aveva provato ad assassinare la Cancelliera, Claudia Meyer, l’anno prima. Dopo aver neutralizzato le guardie del corpo della Cancelliera,i aveva puntato la sua arma contro di lei, e la Decker si era gettata sopra la Meyer per proteggerla e con l’aiuto di Schmitz era riuscita ad uccidere

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