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AMARE: FINO A QUANDO?
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E-book207 pagine2 ore

AMARE: FINO A QUANDO?

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Info su questo ebook

Fino a quando ci si deve spingere in un rapporto di coppia e quando, invece, non vale più la pena tentare o, addirittura, diventa rischioso per sé stessi e per gli altri?

Come facciamo a riconoscere il vero amore, tenendo lontane le tante forme di finto amore, che comprimono la coppia e rendono i partner dipendenti o schiavi di un rapporto logoro e malato?

Questo libro si addentra nelle profondità dell'amore in tutte le sue forme, dalla potente attrazione fisica alla profonda connessione mentale e spirituale che lega le persone. Esamina la trasformazione dell'amicizia in amore, il ruolo cruciale della fiducia, e come la modernità abbia modellato la nostra comprensione delle relazioni, sfidando la nozione di "amore liquido" di Bauman. Attraverso un'esplorazione delle diverse manifestazioni dell'amore, l'opera invita i lettori a riflettere sulla natura delle loro relazioni e sul significato di amare ed essere amati in un mondo in rapido cambiamento.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2024
ISBN9791222723785
AMARE: FINO A QUANDO?

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    Anteprima del libro

    AMARE - FILIPPO DELVECCHIO

    1. AMORE COME EVOLUZIONE DELL'AMICIZIA O

    ALTRO?

    Il primo problema fondamentale è capire da dove deriva il sentimento che noi chiamiamo AMORE. È una mutazione, o magari un'evoluzione deN'amicizia o, al contrario, è quest'ultima che deriva dal primo? Oppure non hanno alcun collegamento tra loro e ci stiamo ponendo un problema fittizio, che non ha ragione di essere?

    È una domanda che può sembrare anche insolita o, addirittura, strana; eppure è alla base di tante diverse situazioni pratiche che viviamo e va approfondita, perché rappresenta il fondamento su cui costruire e consolidare pensieri e comportamenti, idee e azioni che sicuramente coinvolgono più soggetti nella quotidianità del micro-mondo di ognuno; ma, allo stesso tempo, può anche allargare il coinvolgimento, fino a comprendere il macro-mondo cui i mondi più piccoli sono collegati, analizzando se le azioni che da questi rapporti derivano, provocano conseguenze importanti, tali da interessare e modificare la quotidianità della vita di più soggetti, oltre a quelli direttamente interessati al rapporto³ vissuto direttamente.

    E allora, questa situazione va analizzata, perché ciò è necessario a comprendere da dove derivano tanti atteggiamenti che, senza una attenta comprensione deN'origine e del percorso, non trovano le giuste motivazioni che spiegano decisioni e comportamenti conseguenti.

    1.1 Amicizia come base per un percorso di costruzione dell'amore: inclusività o esclusività?

    A mio modo di vedere, l'amicizia è alla base di qualsiasi sentimento che implica una seppur minima capacità di relazionarsi con gli altri, tale da generare anche la più piccola possibilità di fidarsi di un altro fuori da sé e da aprirsi e costruire un rapporto personale ed intimo, in cui l'altro è qualcuno in cui riporre la propria fiducia.

    Quando nasce e si evolve un senso di fiducia reciproca, comincia ad essere costruito un aspetto valoriale, che è l'amicizia.

    Infatti, se ... chi vive oggi questo sentimento, tende ad isolare rispetto all'esterno il partner e sé stesso, costruendo una sorta di recinto virtuale che impedisca le intromissioni di altri soggetti, in modo da proteggere la coppia da qualsiasi altra frequentazione, spesso, allo stesso tempo, ... chiude i ponti dall'esterno, tendendo a rendere sterili i rapporti di amicizia precedentemente creati ...⁵.

    Come ho già avuto modo di approfondire in un altro mio lavoro⁴, l'amore può certo essere una evoluzione particolare dell'amicizia; ma, al tempo stesso, alcune forme di amore distorcono il senso di amicizia e ne allontanano il significato intrinseco.

    Perché l'amicizia possa trasformarsi in amore, occorre alimentare un rapporto, una vicinanza, un collegamento, una complicità che consolida la sintonia tra i due soggetti coinvolti ed evita conseguenze come quelle appena descritte.

    Al contrario, ... un rapporto che non ha alla base la fiducia nella capacità dell'altro di essere leale nei confronti del partner, è destinato a durare poco o, peggio, a mantenersi sul sospetto, sulla paura e sulla continua messa in discussione di tutti i traguardi raggiunti⁷.

    Ed ecco che il rapporto tra amicizia e amore non è fatto per arrivare ad una scelta drastica che escluda uno dei due; ma può essere costruito in modo parallelo, senza che una escluda l'altro, perché l'amore che funziona tra i partner non preclude la frequentazione e la crescita dei rapporti di amicizia. Anzi, ne fa crescere il valore, condividendo con le persone che si ritiene speciali la nascita, la crescita e il consolidamento dell'amore per l'altro.

    Il sostegno che un vero amico può dare, come persona terza che, con maggiore lucidità, perché non coinvolta, percepisce nei meandri della vita dell'amico, e vede il germe dell'innamoramento crescere e consolidarsi, può veramente essere sia il sostegno, anche nel mare dei giudizi di vicini e parenti, sia, se necessario, il monito che un vero amico deve dare, in caso ci si voglia a tutti i costi buttare a capofitto in una storia che può anche essere pericolosa per la propria vita e per il proprio avvenire, perché potrebbe non avere futuro.

    Il coinvolgimento e, al tempo stesso, la terzietà del vero amico rispetto alla poca lucidità dovuta alla partecipazione diretta di chi vive una storia in prima persona, impongono al primo di trovare il modo più indolore per aprire gli occhi a quest'ultimo, per proteggerlo dai rischi che potrebbe correre.

    Ma se, al contrario, a dispetto degli altri, il percorso vale la pena di essere affrontato, l'amico deve essere il più forte baluardo a cui appoggiarsi per vivere la propria storia, sapendo che c'è qualcuno che può essere in grado di coprire le spalle e appoggiare le scelte dell'altro, anche se difficili.

    Un vero amico sa essere presente con forza, quando serve e, al tempo stesso, sa essere discreto e stare al suo posto, se necessario, facendo un passo indietro proprio per l'amicizia che lo lega.

    Ed ecco, allora, che non vi è il bisogno, da parte di uno dei partner, di allontanare dalla coppia le amicizie che gli stessi hanno costruito nel corso degli anni, per un falso senso di fittizia preoccupazione fondata su un eccesso di gelosia o per una forma di coercizione o manipolazione⁸.

    Le amicizie vere sono fondate su un consolidato rispetto reciproco e non lavorano contro il rapporto di coppia; ma, al contrario, lo proteggono e aiutano ad alimentarlo.

    Se poi le amicizie indeboliscono il rapporto di coppia, il problema non sono queste ultime, ma un rapporto a due che non ha fondamenta solide; al contrario, tende ad essere debole già di suo e le azioni esterne non fanno altro che evidenziarne le fragilità interne.

    In questo caso i problemi sono altri e vanno affrontati in modo diverso.

    Non c'è persona più nobile

    Di quella che riesce

    A gioire

    Per la felicità degli altri,

    pur avendo

    la tristezza nel cuore.

    Fabrizio Frizzi

    1.2 Può l'amicizia diventare amore?

    Se l'amicizia si trasforma in amore, si parte certo avvantaggiati dalla reciproca conoscenza, che consente di saltare sicuramente la prima fase dell'approccio iniziale e della costruzione reciproca della vita in comune, per passare ad un livello più alto, di attaccamento e amore reciproco.

    La conoscenza che il partner ha dell'altro, in questo caso, è profonda e consente di discernere quello che l'altro ha nel cuore e di capire subito i bisogni, le esigenze e le aspettative dell'altro. E questo percorso, per essere fruttuoso, deve essere reciproco.

    Allo stesso tempo, però, se si possono superare alcuni problemi legati alle fasi iniziali del percorso di conoscenza, può esserci il pericolo di non dedicarsi davvero all'altro, ma, piuttosto, a far sì che l'altro sia completamente dedicato a noi, per porre basi unilaterali nella costruzione di un rapporto affettivo, non fondato sull'equilibrio, ma su l'imposizione di una posizione di forza, che consenta alla personalità più forte e possessiva di esercitare una influenza opprimente, piuttosto che condividere percorsi comuni di disponibilità reciproca. Tutto ciò proprio perché la conoscenza che si ha dell'altro consente questi passaggi.

    Probabilmente è proprio questo il fattore negativo e il pericolo da evitare: usare la conoscenza dell'altro per modellare il rapporto sulle debolezze già conosciute dello stesso, senza costruire un percorso a due che consenta di affinare e plasmare il rapporto in essere, completando le carenze dell'altro con le proprie attitudini e i propri pregi.

    Se, invece, si agisce in questo modo, si può creare una sintonia e un affiatamento che completi la coppia e non vincoli uno dei due alle sole esigenze dell'altro, mortificando la capacità di essere in due, per far sì che al confronto aperto e senza preclusioni si preferisca la prevaricazione delle proprie posizioni precostituite.

    In questo caso, l'amicizia, evidentemente, poteva essere interessata e finalizzata ad altro e, quindi, già dall'inizio, nelle intenzioni di una delle parti, vi era questo come scopo e, quindi, l'amicizia non era sincera.

    Sarebbe stato opportuno, in questo caso, verificare a monte la lealtà del rapporto e la bontà delle intenzioni prima di fare ulteriori passi.

    ___________________

    ³ Se le deviazioni di un rapporto generano atti violenti, che vengono percepiti realmente dalla comunità, anche per merito di denunce o iniziative di privati e associazioni, queste provocano conseguenze che, inevitabilmente, coinvolgono i media, i social e tutti i canali di informazione, tanto da modificare la vita quotidiana di una intera comunità e costringere la stessa a pensare di adattare le proprie abitudini per contrastare questi fenomeni. In questi casi la limitatezza del micro-mondo perde di efficacia e genera interessi più larghi, agendo come una pietra in una superficie liquida, in grado di modificare lo stato della superficie stessa, attraverso cerchi concentrici, che, man mano, si espandono sempre più verso i limiti esterni, fino a costringere anche il macro-mondo ad occuparsi di queste situazioni, accantonando anche la sua naturale indifferenza, verso un progressivo reale coinvolgimento, che lo costringe a muoversi per trovare una soluzione fattiva.

    ⁴ Amicizia: vale la pena crederci ancora? (2018)

    ⁵ Amicizia: vale la pena crederci ancora? (2018), pag. 64

    ⁶ Vedi capitolo 18 e sottocapitoli seguenti

    ⁷ Amicizia: vale la pena crederci ancora? (2018), pag. 64

    ⁸ Vedi capitoli 18.6 e 18.7

    2. L'AMORE DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE CORRISPOSTO?

    In genere si pensa che l'amore, per essere vissuto, deve essere un rapporto a due: quindi, non vi è amore senza la reciprocità del rapporto, perché per il significato stesso dell'amore, perché nasca, si alimenti e venga vissuto, porta a pensare che si sia in due.

    Niente di più sbagliato.

    La reciprocità del sentimento che ci lega è un passo fondamentale, ma non necessario per alimentare l'amore per l'altro e non decisivo per parlare di amore in generale.

    L'amore per un altro è un sentimento che nasce e cresce in un soggetto, che si alimenta di questa aspirazione volta a mettere in comune la propria vita con un altro soggetto diverso da sé; ma, a volte, non si ha il coraggio di esporsi, non vi sono i presupposti per farlo, non è il momento giusto (e potrebbe non esserlo mai), non si prende la decisione di cambiare la propria vita, nonostante nella propria testa e nel proprio cuore ci sia il desiderio forte di vincolarsi ad un altro, per condividere con lui il proprio cammino e le proprie esperienze future. O si è già impegnati e non si ha il coraggio di cominciare una nuova esperienza o non lo si ritiene opportuno per una serie di fattori sia esterni che intranei.

    E così, passa il tempo e ci si abitua a convivere con un sentimento che non viene manifestato e, di conseguenza, non viene nemmeno corrisposto, perché sconosciuto all'altro.

    Questa situazione, spesso, è alla base di altre problematiche (che affronto in altri momenti) che derivano dalla carenza principale: quella che non ci permette di comunicare i nostri sentimenti, i desideri e le aspirazioni che viviamo dento di noi verso l'altro che sentiamo affine.

    E così, se siamo già impegnati in un altro rapporto, viviamo infelici e irrealizzati e facciamo della nostra vita un profondo e continuo vuoto parziale, perché tendiamo a non sentirci completi, ma, al tempo stesso, dedichiamo energie ad una vita triste e piena solo di quotidianità ripetitiva, che non genera prospettive, mentre accumuliamo sogni che non prenderanno mai vita perché saranno solo frutto di desideri inespressi e mai condivisi, che ci renderanno vuoti e tristi dentro.

    Se siamo soli, convivremo con la nostra solitudine nel corso del tempo e faremo di questa situazione una perdurante mancanza, che sarà il nostro vero compagno di vita, portandoci a riempire di continui vuoti la nostra quotidianità, senza darci la possibilità di confrontarci con chi potrebbe anche essere il nostro completamento, ma non lo saprà mai.

    Questo tipo di situazione può durare a lungo, anche tutta una vita, ed è, forse, il lato più inespresso di un sentimento che resta represso nel proprio cuore e non produce positività nell'esistenza di chi lo vive e di chi gli è attorno, parte del suo mondo; tutto perché, perennemente chiuso in una realtà parallela nota solo al solitario protagonista, che non potrà mai essere condivisa e portare vantaggi e benefici.

    Anche a scuola⁹ abbiamo più volte avuto modo di constatare le conseguenze di questa realtà, studiano poeti, artisti e scrittori che hanno trrovato come unica via d'uscita di questa vita mai vissuta, solo la possibilità di mettere su carta, su tela o in altro modo, i propri sentimenti, condividendo ciò che provavano in modo generalizzato con tutti i loro lettori e trovando una elevata capacità creativa per opere che, a volte, hanno lasciato il segno e ci hanno trasmesso il senso della profondità dei sentimenti che hanno legato l'autore alla propria fonte di ispirazione e continuano a legare noi all'autore, come in un passaggio di consegne lungo il cammino della storia, della letteratura e dell'arte.

    Questo perché è più facile trasmettere ciò che si prova a tutti, celandolo nella globalità dei destinatari, in modo che, chiaro ai più, sia oscuro al vero destinatario, piuttosto che confrontarsi direttamente con chi è il reale punto di caduta di tali opere.

    Questo tipo di amore, inespresso, condiziona totalmente la vita reale e, se si è già legati ad un'altra persona, si considera il partner come un soggetto

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