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Risorse intangibili e made in Italy
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E-book152 pagine1 ora

Risorse intangibili e made in Italy

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All’estero Italia è sinonimo di qualità, eccellenza, stile, cultura ed eleganza. Si tratta di un primato riconosciuto e affermato, soprattutto in settori strategici per l’export del nostro Paese quali: abbigliamento, agroalimentare, arredamento e automotive. Le quattro A che esportiamo in tutto il mondo. A partire da queste premesse, l’autore analizza il Made in Italy quale risorsa intangibile che caratterizza il nostro intero sistema economico e manifatturiero. Spesso si parla di risorse intangibili – ovvero tutti i beni immateriali che possono essere riassunti sotto la macrocategoria della reputation – riferendosi a una singola impresa, ma il concetto può essere applicato anche a un Paese intero. In questo modo, è possibile ritrovare i valori che caratterizzano la storia produttiva italiana e, soprattutto, scoprire il loro potenziale non ancora pienamente espresso.
LinguaItaliano
EditoreNextBook
Data di uscita1 mag 2024
ISBN9788885949553
Risorse intangibili e made in Italy

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    Anteprima del libro

    Risorse intangibili e made in Italy - Luigi Sisi

    INTRODUZIONE

    Da tempo si cerca di definire e quantificare in termini monetari le risorse intangibili, così come per quelli materiali, per i quali determinare il valore economico è più facile. Quantificare attrezzature, immobili e altri beni materiali non è un compito difficile. Ma quanto vale l’immagine di una organizzazione, la sua reputazione, il capitale umano, le relazioni positive che ha stabilito nel tempo con fornitori, clienti, opinione pubblica. Quanto incidono effettivamente tali risorse intangibili sul volume delle vendite e sugli utili. Sicuramente, le risorse materiali senza le capacità delle risorse umane, una immagine positiva e un consenso favorevole dell’opinione pubblica non otterrebbero da sole risultati. Pertanto, anche se non si riesce a stabilire il valore economico preciso del capitale intellettuale, così come per quello materiale, è importante sapere che è determinante e necessario per la crescita, lo sviluppo e la competitività dell’organizzazione nel tempo.

    Non a caso, le organizzazioni mondiali investono sempre di più in risorse intangibili, per l’acquisizione di competenze, di informazioni, in attività di comunicazione nei confronti di tutti i pubblici di riferimento, per migliorare le proprie potenzialità e poter acquisire dei vantaggi economici. Le competenze, le conoscenze veicolate attraverso un processo di comunicazione ben definito, costituiscono degli elementi fondamentali e necessari per l’organizzazione e per la sua sopravvivenza. In un contesto in continua evoluzione, in cui le esigenze di mercato cambiano in modo anche veloce, è fondamentale acquisire le risorse necessarie per seguire tali mutamenti in modo corretto rispondendo adeguatamente alle diverse esigenze dell’ambiente esterno e interno all’organizzazione.

    In questo volume si propone una definizione delle risorse intangibili delle organizzazioni e come esse influiscono attualmente sul sistema delle loro attività, al fine di creare valore e vantaggio competitivo, migliorare il rapporto con i pubblici di riferimento e accrescere competenze, informazioni e aumentare il loro potere, perfezionando le proprie capacità e quelle del personale a tutti i livelli. Nei capitoli successivi, si presenta una possibile programmazione delle risorse intangibili per facilitarne l’analisi e l’applicazione, e il Made in Italy come risorsa intangibile del territorio e delle imprese che ne fanno parte.

    Il simbolo Made in Italy ha acquisito nel tempo un insieme di valori e significati esclusivi dell’Italia, differenziando prodotti e imprese da quelli concorrenti di altri paesi esteri.

    Le risorse delle organizzazioni sono da considerarsi come un complesso di risorse materiali e immateriali, nello specifico un insieme di: capitale, lavoro e sapere.

    Senza il sapere, valore intangibile, il capitale materiale rimarrebbe tale, non avrebbe la capacità produttiva necessaria per la realizzazione di beni e servizi da proporre in modo competitivo ai pubblici di riferimento.

    Le risorse intangibili hanno acquisito, soprattutto negli ultimi anni, una importanza sempre crescente nel sistema delle organizzazioni, sia per la loro capacità di differenziazione, sia per la possibilità di acquisire l’interesse dei potenziali interlocutori e clienti e anche per mantenere stabili nel tempo le relazioni. Tali risorse hanno un valore importante per la definizione dell’organizzazione e per la sua valutazione.

    Le risorse materiali e tangibili mantengono comunque un loro valore, anche se dovessero perdere l’interesse del mercato o pubblico di riferimento riguardo a ciò che offrono. Come afferma Alan Greenspan: «A firm is inherently fragile if its value added emanates more from conceptual as distinct from physical assets. Trust and reputation can vanish overnight. A factory cannot».

    In definitiva, Greenspan ritiene che una organizzazione o impresa, potrebbe perdere la sua reputazione nel giro di una notte, mentre, comunque, lo stabilimento rimane, la risorsa materiale continuerà a esistere e avrà in ogni modo un suo valore materiale di mercato. Il valore intangibile, inteso soprattutto come competenza, conoscenza, capacità e immagine autorevole, consente di poter guidare meglio l’organizzazione, altrimenti rimarrebbe una immobilizzazione¹ senza la possibilità che produca valore e profitto nel tempo in relazione alle esigenze, orientamenti di mercato e opportunità che si possono creare e sviluppare.

    I beni materiali, gli immobili e le attrezzature destinati alla produzione, nel caso si dovessero perdere quelli immateriali, mantengono comunque il loro valore, secondo, appunto, la definizione di Greenspan. Per l’acquisizione delle risorse materiali, riferendoci sempre allo stabilimento di una attività di produzione, occorrono degli investimenti per la loro realizzazione e acquisto dei macchinari necessari alla produzione, i quali potrebbero essere superiori a quelli sostenuti per l’acquisizione delle risorse immateriali. Nel riproporre una organizzazione o una struttura al mercato nel caso in cui si decidesse di cederla per mancanza di capacità di realizzare profitto, si potrebbe non recuperare l’investimento iniziale speso per acquisirla e realizzarla.

    In ogni modo, gli investimenti in risorse intangibili negli USA sono cresciuti negli ultimi anni, superando quelli degli investimenti materiali. Ci sono autori, pertanto, che sostengono l’importanza delle risorse immateriali nel sistema economico attuale, rendendo tali risorse intangibili simili a titoli negoziabili sul mercato, commercializzabili e fondamentali per lo sviluppo della competitività e crescita del valore. Pertanto, la sola risorsa materiale non basta per la creazione di valore e realizzazione del profitto dell’organizzazione nel tempo. Uno dei maggiori e considerato studioso delle risorse intangibili è Hiroyuki Itami, autore del volume Le risorse intangibili, il quale ha esaminato negli anni Ottanta, l’impatto di tali risorse invisibili nel sistema manageriale giapponese e la loro importanza nella pianificazione strategica delle organizzazioni.

    Secondo gli autori Robbins and Moylan, gli investimenti in R&S hanno contribuito, negli ultimi cinquanta anni, alla crescita del PIL di circa il 6,7% in più rispetto agli investimenti in risorse tangibili. Questo evidenzia quanto sia aumentata la necessità di sviluppare in modo pianificato le risorse intangibili per il raggiungimento degli obiettivi nella strategia dell’organizzazione.

    Pertanto, i beni materiali dell’organizzazione necessitano delle risorse intangibili per poter produrre del profitto nel tempo. Risorse intangibili come quelle della conoscenza, delle competenze, dell’immagine e reputazione sviluppate nel tempo, delle relazioni interpersonali che ne aumentano la possibilità di creare valore e opportunità di profitto, fanno ormai parte del sistema strategico dell’organizzazione. È chiaro che le risorse intangibili, devono essere continuamente aggiornate, migliorate, sviluppate e adeguate alle esigenze dei pubblici di riferimento.

    L’insieme delle risorse intangibili che le organizzazioni italiane hanno sviluppato, ha acquistato grande importanza e autorevolezza anche nei paesi esteri, costruendo nel tempo il Made in Italy, caratteristico e distintivo di un sapere italiano, con specifici connotati, caratterizzato da creatività, qualità, capacità di rendere i beni e servizi unici e distintivi.

    Il valore italiano delle risorse intangibili si riflette, in modo decisivo, in molti paesi internazionali, nei quali si sono diffuse più consistentemente informazioni riguardante il capitale intellettuale del nostro paese, cultura della competenza, in modo unico e spesso inimitabile. Da tali competenze e risorse si sviluppa il vantaggio competitivo delle organizzazioni italiane creando quella differenziazione e valore ricercato dai pubblici di riferimento dei paesi esteri.

    È da ribadire che le risorse intangibili o immateriali sono importanti e decisive, ma non son le uniche variabili che portano l’organizzazione a sopravvivere e avere risultati positivi. Altre variabili concorrono al raggiungimento degli obiettivi e al successo, i quali non possono essere tutti conosciuti e noti anticipatamente e che possono portare l’organizzazione ad avere anche dei riscontri non positivi nel mercato e contesto di riferimento. Tali variabili, si presentano durante la sua programmazione e realizzazione delle attività, nel momento in cui determinano le reazioni di tutto il pubblico.

    1

    LE RISORSE INTANGIBILI

    NEL SISTEMA DELLE ORGANIZZAZIONI

    1.1 L’insieme delle risorse in una organizzazione

    In La ricchezza delle nazioni (1776), il filosofo ed economista scozzese Adam Smith sosteneva che la ricchezza della nazione non è dovuta esclusivamente alle risorse naturali che possiede, ma alla generazione dei prodotti attraverso il lavoro, alla capacità, artigianalità dell’individuo di trasformare in beni materie prime. Pertanto, il lavoro era la fonte di ricchezza per ogni nazione. Adam Smith riteneva importante l’arte, la destrezza e l’intelligenza con cui vi si esercita il lavoro e il rapporto tra coloro che sono impiegati in lavori produttivi.

    La produzione era al centro dello sviluppo dell’economia. La realizzazione del lavoro era comunque frutto di abilità, di intelligenza, di destrezza, in definitiva di capacità e competenze che sono delle risorse immateriali, risorse determinate dall’uomo e dalle sue esperienze. Dal valore economico creato prevalentemente dalle risorse materiali, al valore economico incentrato sullo sviluppo delle risorse immateriali. Le abilità e il saper fare sono state comunque sempre importanti e necessarie per la determinazione del valore, anche se probabilmente non c’era ancora piena coscienza.

    Con il crescere dell’importanza delle risorse intangibili per la creazione di valore e vantaggi competitivi nell’attività delle organizzazioni, diminuiscono gli investimenti in risorse materiali a favore di quelli immateriali.

    L’attuale sistema economico e relazionale è indubbiamente basato sullo sviluppo delle competenze e conoscenze, senza le quali le organizzazioni avrebbero scarse possibilità di costruire dei valori e vantaggi competitivi.² Le risorse immateriali sono generalmente create dall’organizzazione, volontariamente o casualmente, e sono difficili da scambiare, rispetto invece alle risorse materiali. La maggior parte delle risorse immateriali sono comunque create volontariamente, programmate e sviluppate nel tempo, come l’immagine di marca o le competenze acquisite, frutto anche di una esperienza maturata nello

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