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Il mostro sotto il letto
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Il mostro sotto il letto
E-book106 pagine1 ora

Il mostro sotto il letto

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Info su questo ebook

Salvatore è il padre di una bambina affetta da una malattia genetica rarissima.
Attraverso una lunga lettera indirizzata alla propria moglie, racconterà le difficoltà che la vita ha posto loro davanti, ma lo farà con il sorriso e l’ironia di chi sa che ce l’ha fatta.
Perché Salvatore è così: lotta, cade e sembra spesso sul punto di arrendersi.
Poi guarda gli occhi a mandorla della moglie e si ricorda per cosa valga la pena continuare a combattere.
Si rialza, prende sua figlia in braccio, bacia sua moglie, e torna sul ring per combattere quel mostro spaventoso che da sempre è rimasto nascosto sotto il suo letto.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mag 2024
ISBN9791256370108
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    Il mostro sotto il letto - Salvatore Savasta

    Salvatore Savasta

    Il MOSTRO

    sotto il letto

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati.

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    ISBN 979-12-5637-010-8

    Proprietà letteraria riservata

    © Giraldi Editore, 2024

    Edizione digitale realizzata da Fotoincisa BiCo

    Alla mia Zaira:

    Che la Luna ti culli,

    Che la stella ti vegli,

    Che la notte ti porti,

    I sogni più belli.

    Papà

    Amare non basta.

    È per innamorarci che esistiamo.

    Ogni mattina.

    Di qualcosa di nuovo,

    Eppure sempre della stessa persona.

    Prefazione di

    Gianluca Bota

    18 marzo 24

    Ciao Gianluca. Scusa se ti disturbo. Ti scrivo perché come sai ho chiuso l’accordo con Giraldi Editore per la pubblicazione del mio primo libro. E considerando che se sono qui a poter parlare di questa pubblicazione lo devo anche un po’ a te, che mi hai presentato Rossella, ho pensato che un modo per sdebitarmi possa essere quello di chiederti di scrivere la prefazione alla mia prima creatura letteraria.

    Ciao Salvatore. Non mi disturbi per niente. Cavolo che onore. Mi hai spiazzato. Ne sono davvero onorato. Ma ci tengo a precisare che, se lo fai solo per poterti sdebitare, non è necessario. A me basta che tu sia felice di questa avventura. Quanto a me, non c’è bisogno di arrivare a tanto. Mi accontento di due milioni di euro. E siamo in pace così.

    Ah ah ah. No! Non lo faccio solo per quello ma anche perché mi piace l’idea di affidare a te la prefazione del mio libro. Mi piacerebbe davvero tanto.

    Salvatore, ne sono davvero onorato e lusingato. Per me è una cosa meravigliosa questa. Però vorrei che tu considerassi che sarebbe la prima volta che scrivo una prefazione e soprattutto che lo farei solo se tu mi dessi carta bianca. Ciò significa che devi considerare un alto rischio che la tua prima creatura venga rovinata già prima che nasca.

    Assolutamente sì. Decido di rischiare.

    Wow. E allora io ne sono felicissimo. Non vedo l’ora di leggerlo e poi pensare a cosa scrivere per te e per la tua opera.

    Fantastico. Ti invio una copia da leggere.

    Grazie mille, Salva.

    Grazie a te, Gianlu.

    24 marzo 24

    Ciao Salva. Eccomi qua. Ho appena finito di leggere ciò che mi hai inviato. Mi è piaciuto molto. Davvero particolare. Avrei da farti delle domande ma direi che abbiamo tempo.

    Ciao Gianluca. Dai, bello. Sono felice ti sia piaciuto. Ora non vedo l’ora di leggere ciò che scriverai.

    A tal proposito, Salva, ci sono cose specifiche che vuoi che dica? O, al contrario, cose che vuoi che non dica? Insomma, hai indicazioni da darmi?

    No. Nessuna! Anzi sono molto curioso di leggerti. Hai carta bianca.

    E che cazzo! Va bene. Allora mi tocca impegnarmi sul serio qua. Ma proprio non hai da dirmi niente niente per aiutarmi?

    No. Se non che non vorrei essere al tuo posto. Ah ah ah.

    Ecco. Appunto. Mannaggia a me. Dovevo accontentarmi di un milione di euro. Ah ah ah.

    "Ah ah ah. Pensa che quando ho raccontato a mia moglie che tu avresti scritto la prefazione, le sue parole, con faccia stupita, sono state: E che dovrebbe scrivere Bota se non vi siete neanche mai visti dal vivo? E io le ho risposto: Boh. Che cazzo ne so. Vedrà lui".

    Bene. Ti voglio bene anche io. Porca puttana.

    Questa è stata la corrispondenza su WhatsApp che ho intavolato con Salvatore Savasta.

    Se dicessi che io e lui siamo amici direi una cosa non vera. Perché in realtà prima di quel 18 marzo io e Salvatore ci siamo solo scritti qualche messaggio su Messenger. Avevo letto uno dei post da lui pubblicati sulla sua pagina FB Savastascrivecose in cui raccontava di aver scritto un libro e che si accingeva ad avviare la trafila necessaria per provare a farsi pubblicare da una casa editrice. Cosa sicuramente non facile oggigiorno. Perché oramai siamo tutti scrittori e poco lettori e le case editrici fanno fatica ad ascoltare tutti coloro che vorrebbero vedere i loro lavori pubblicati. Non siamo amici, dicevo, ma seguivo i suoi post da un po’, leggevo quello che scriveva e notavo come ogni volta che pubblicava qualcosa c’erano tante persone pronte a commentare le sue parole, a condividere o semplicemente mostrare il loro apprezzamento con un like.

    Non siamo amici.

    E forse proprio per questo pensai che se gli avessi scritto per dirgli che avrei potuto aiutarlo, mettendolo in contatto con la mia casa editrice, non mi sarei impegnato in alcun modo nei suoi confronti.

    Avrei chiamato la direttrice di Giraldi e le avrei semplicemente detto: Ciao Ross. Senti, c’è un tipo che seguo su Facebook che scrive post lunghissimi e a tratti anche incomprensibili. Io non sono mai riuscito a leggerne uno fino alla fine, ma vedo che c’è tanta gente che interagisce con lui e dai commenti sembrerebbe anche che siano contenti di trascorrere ogni volta un quarto d’ora intenti nella lettura. Sembra che abbia scritto un libro e sta cercando qualcuno che lo pubblichi. Non so neanche perché te lo sto dicendo. Sai che non ti ho mai proposto nessuno di tutti quelli che mi hanno chiesto di aiutarli ma, boh, mi sono sentito di farlo. Secondo me potrebbe essere interessante.

    E così feci.

    Scrissi a Salvatore raccontandogli che avevo pubblicato dei romanzi con Giraldi Editore, che avevo un ottimo rapporto con la Direttrice editoriale e che se a lui interessava potevo metterlo in contatto con lei. Lui mi rispose che sarebbe stato fantastico avere questa opportunità. Chiamai quindi Rossella, diedi a lei il numero di lui, a lui quello di lei e… stop!

    Io non ne volevo più sapere.

    Dopotutto a lei avevo detto di proposito che per me l’aspirante scrittore era prolisso e anche poco comprensibile. In modo che non potesse poi rinfacciarmi di averle fatto perdere tempo qualora non le fosse piaciuto ciò che voleva pubblicare.

    Mentre per quanto riguardava il Savasta c’era poco altro da dirsi. Non avrebbe potuto chiamarmi a ogni ora del giorno per sapere se avevo notizie, cosa ne pensavano in casa editrice, o chissà che altro. Perché non avrebbe potuto? Perché non siamo amici!

    Lo so, starete pensando: Ma perché Salvatore ha chiesto proprio a ’sto qua di scrivergli la prefazione quando lui non fa altro che precisare che non sono amici?

    Lo state pensando! Lo so. E qualora non lo stiate pensando, pensatelo. Perché se no quello che scriverò nelle prossime righe non avrebbe senso e quindi non avrebbe neanche senso leggere poi il seguito della prefazione fino a demotivarvi ad andare avanti, non leggendo neanche più il libro. Vi ritrovereste ad aver speso dei soldi inutilmente, a lasciarlo lì appoggiato sul comodino per qualche mese per poi usarne i fogli come carta da accartocciare per impacchettare oggetti fragili venduti su Vinted.

    Lo state pensando vero? Vi state chiedendo il perché della scelta di Salvatore?

    Beh… sinceramente io la risposta non la conosco ma credo di aver conosciuto un po’ Salvatore e credo di poter dire che lui ha scelto me proprio per lo stesso motivo. Perché non siamo amici!

    E cosa siamo allora?

    Siamo due sognatori, siamo due matti, siamo due spassionati passionali ai quali piace condividere pensieri e idee con persone sconosciute. Per smuovere pensieri, per provocare reazioni, per dare la possibilità a chi ne ha bisogno di mettere i puntini sulle i. A chi ha bisogno di conforto di trovarlo nelle nostre parole. A chi sa che leggendoci potrà vivere un sorriso, di farlo serenamente.

    Ci divertiamo sui social a raccontare di

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