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Cronache di Croveo: dal 1896 al 1980
Cronache di Croveo: dal 1896 al 1980
Cronache di Croveo: dal 1896 al 1980
E-book683 pagine9 ore

Cronache di Croveo: dal 1896 al 1980

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Info su questo ebook

In Valle Antigorio, si trova frazione di Croveo, con le località di Beola, Osso, Esigo e Goglio. Le notizie raccolte dalla stampa ossolana partono dal 1896 e terminano nel 1980.
Interessanti dal punto di vista storico e religioso sono alcuni articoli scritti da Don Amedeo Ruscetta, il prete viperaro, come quello della narrazione del suo viaggio in Terra Santa, pubblicato in diverse puntate sul Popolo dell'Ossola nel 1934 o quello pubblicato nel 1953 intitolato “Come si viveva 50 anni fa in Valle Antigorio, Formazza e paesi consimili” ed altri del suo successore Don Luciano Lilla.
Molti fatti curiosi saranno stati raccontati in famiglia dai nonni o da parenti vari, altri sconosciuti o dimenticati a causa dei molti anni trascorsi.
I giornali da cui sono tratti gli articoli, consultati presso la Biblioteca Comunale Gianfranco Contini e presso il Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola, sono i seguenti: L'Ossola, L'Indipendente, La Libertà, Il Popolo dell'Ossola, L'Amico dell'Ossola, Il Toce, Il Commercio Ossolano, La Gazzetta del Lago Maggiore, Risveglio Ossolano, Eco Risveglio.

LinguaItaliano
EditoreMnamon
Data di uscita14 giu 2024
ISBN9788869497230
Cronache di Croveo: dal 1896 al 1980
Autore

Umberto De Petri

È nato a Domodossola nel 1955. Ha sercitato la professione di guida ambientale escursionistica e svolto attività didattica in collaborazione con diverse scuole della zona.Collabora con alcuni enti dell'Ossola, in particolare con la Riserva del Sacro Monte Calvario, per la conduzione di visite guidate all'interno dell'area protetta.Interessato alla storia e alle tradizioni della propria terra, negli ultimi anni ha raccolto in fascicoli una serie di articoli tratti da vecchi giornali ossolani, a partire dalla fine dell'Ottocento.

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    Anteprima del libro

    Cronache di Croveo - Umberto De Petri

    CRONACHE DI CROVEO

    (Articoli di giornali ossolani)

    (1896-1980)

    chiesa

    Ricerca a cura di Umberto De Petri

    UMBERTO DE PETRI

    CRONACHE DI CROVEO

    Mnamon Editore

    Introduzione

    Dopo avere completato le cronache di Salecchio, Premia, Mozzio, Viceno, Cravegna e Crodo, per esaurire la raccolta sulla Valle Antigorio mancava solo il Comune di Baceno, che dividerò in cinque parti: per la frazione di Croveo, con le località di Beola, Osso, Esigo e Goglio ho raccolto le notizie riportate dalla stampa ossolana a partire dal 1896.

    Si tratta di storie di vita quotidiana, in cui avvengono nascite, morti, matrimoni, inaugurazioni, incidenti, ecc.

    Interessanti dal punto di vista storico e religioso sono alcuni articoli scritti da Don Amedeo Ruscetta, il prete viperaro, come quello della narrazione del suo viaggio in Terra Santa, pubblicato in diverse puntate sul Popolo dell'Ossola nel 1934 o quello pubblicato nel 1953 sul Popolo dell'Ossola intitolato Come si viveva 50 anni fa in Valle Antigorio Formazza e paesi consimili ed altri del suo successore Don Luciano Lilla.

    Molti fatti curiosi saranno stati raccontati in famiglia dai nonni o da parenti vari, altri sconosciuti o dimenticati a causa dei molti anni trascorsi.

    I giornali da cui sono tratti gli articoli sono stati consultati presso la Biblioteca Comunale Gianfranco Contini e presso il Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola e sono i seguenti: L'Ossola, L'Indipendente, La Libertà, Il Popolo dell'Ossola, L'Amico dell'Ossola, Il Toce, Il Commercio Ossolano, La Gazzetta del Lago Maggiore, Risveglio Ossolano, Eco Risveglio.

    Ringrazio come sempre i responsabili della Biblioteca Gianfranco Contini di Domodossola, Ester e Marco, per l'estrema gentilezza nel fornire i periodici da consultare.

    Un grazie di cuore rivolgo ai Padri Rosminiani Don Andrea Bellebono, parroco di Croveo, e a Don Fausto Gobber, per avermi dato la possibilità di sfogliare i periodici da loro conservati presso il Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola.

    Un ringraziamento sentito rivolgo allo Studio Fotografico Pessina per la foto della funivia di Goglio e ai signori Claudio Francioli e Roberto Fava Beda per le immagini d'epoca.

    Infine ringrazio il fotografo Marco De Giuli per la composizione scritto-immagini. Con queste Cronache sono giunto alla 42ª raccolta sui paesi ossolani.

    In copertina: La Chiesa Parrocchiale di Croveo (Foto di Luigi Paciello)

    Domodossola, 4 aprile 2023

    Umberto De Petri

    Le cronache

    L'OSSOLA N.27 DEL 4/7/1896

    Comune di Baceno. - È aperto il concorso al posto di maestra della Scuola femminile di Croveo, classificata fra le rurali di 3. classe, cui ha annesso lo stipendio minimo legale di £ 500, oltre a due camere per alloggio ed al giardino. Le domande dovranno essere presentate al Sindaco entro il corrente mese.

    Baceno, 1. luglio 1896.

    COMINOLI – Segretario.

    *********

    L'OSSOLA N.16 DEL 24/4/1897

    Croveo (Baceno) – In questa frazione avvenne una di quelle disgrazie che commuovono un'intiera popolazione. Due giovinotti, forse per trasportare in Italia roba di contrabbando, tentarono passare la montagna carichi, si dice, di rastrelli.

    Giunti su una vetta altissima e coperta di ghiaccio, scivolarono in un burrone, profondo ottanta metri circa. Uno, certo Lani Andrea, d'anni 27, venne trovato cadavere e trasportato a casa, ora riposa l'eterno sonno nel cimitero del suo villaggio; l'altro è malconcio, e ne avrà per parecchi giorni innanzi riprendere il lavoro.

    Di quante e gravi disgrazie è mai causa il contrabbando! Quasi ogni settimana un morto e una famiglia nel lutto!

    *********

    L'OSSOLA N.18 DEL 8/5/1897

    Croveo (Baceno) – Da alcuni anni reggeva questa parrocchia il giovane sacerdote D. Agostino Bardone; perchè buono e socievole era ben voluto dalla popolazione, la quale ne lo stimava e se lo teneva caro.

    Per ragioni di servizio fu trasferito a S. Maurizio della Costa quale Cappellano del beneficio del SS. Rosario. In sua vece fu destinato col primo maggio il sacerdote novello D. Luigi Laria.

    *********

    L'OSSOLA N.20 DEL 22/5/1897

    Baceno. - Martedì 18 corrente ebbe luogo l'annuale distribuzione di sale a tutti gli abitanti di Baceno e Croveo, lascito del defunto D. Ignazio Capis della Silva. Tale rendita (circa £ 200) è amministrata dalla locale Congregazione di Carità, la quale, si dice, avrebbe anche il diritto di devolverla ad altra beneficenza, e non sarebbe forse mal fatto, giacchè la maggioranza della popolazione può certo far a meno di questo chilo di sale all'anno, e tutti credo apprezzerebbero maggiormente la benefica intenzione del testatore se quella rendita fosse p. es. destinata a ripristinare nelle nostre scuole l'annuale distribuzione dei premi (che era una volta fra noi una delle nostre più belle feste) e a sussidiare gli alunni poveri che non possono provvedersi l'occorrente per la scuola. Oppure potrebbe anche servire di primo fondo per erigere un Asilo infantile; anni sono una gentil signora s'era fatta strenua propugnatrice di questa nobile ed utile idea, ma si dovette desistere, perchè il comune non volle dare proprio neanche un soldo; avrà certamente avuto ragione, ma ora quelle duecento lire, unite alle piccole quote che le famiglie non affatto povere pagherebbero, non potrebbero bastare per un piccolo asilo con una maestra sola?

    *********

    L'OSSOLA N.32 DEL 14/8/1897

    Baceno. - In Croveo, frazione di questo paese, vive una zitellona, la quale era piuttosto belloccia coi suoi vent'anni, e a Domodossola, dove fu domestica in uno dei principali spacci di vino, era adocchiata dai molti avventori.

    Al presente si è imposta una missione delicata; far guarire gli ammalati..! Recatasi, anni sono, in un paesello posto sul Lago Maggiore, in casa da un vecchio, al quale un frate, da lui difeso dagl'insulti dÈ soldati, aveva donato un gran libro, su cui si leggono i rimedi a tutti i mali che affliggono l'umanità, si istruì e divenne esperta nell'arte difficile di far guarire!! E ora, ispirata dal desiderio di porgere sollievo ai sofferenti per gravi malattie fisiche, e anche per vivere di quanto la provvidenza si degna lasciarle cadere nel grembiule, si reca nelle valli, e prescrive a destra e a sinistra rimedi infallibili!

    Con questi calori forse tornerebbero utili alla benefattrice alcune settimane di bagni a doccia.

    *********

    L'OSSOLA N.10 DEL 5/3/1898

    Baceno. - Il fatterello non è recente ma vale la pena a raccontarlo e poi, per chi non lo sa è sempre nuovo.

    Il 24 scorso gennaio un tale U...E... della frazione di Croveo, entrato furtivamente verso le ore 21 nella casa di Cassinelli Giovanna, per amoreggiare colla di lei domestica, dietro accordo fatto con questa, si nascose sul solaio.

    Al rumore dei suoi passi la padrona si insospettì, e temendo la presenza d'un ladro, si mise a gridare. Capì il giovanotto che per lui non spirava buon vento e levatosi le scarpe scese precipitosamente le scale; il figlio della padrona accorso e tenendo in mano un grosso bastone, lasciò al fuggente un legnata che certo servì di lezione a quell'innamorato da solaio.

    *********

    L'OSSOLA N.54 DEL 31/12/1898

    Leggenda – Le Caldaie del Diavolo. - Nei tempi antichi - quando ancora i santi operavano prodigi e il diavolo andava pel mondo a giocar tiri birboni alla povera umanità - sorgeva nel letto del Devero, sotto Croveo, un molino che, distrutto e riedificato più volte, si vede tuttora sulla destra riva del fiume, presso le caldaie. Erane proprietario un vecchio ubriacone e attaccabrighe, il quale di buono non aveva che una figlia, Lucia, bella e savia ed altrettanto amata da tutti, quanto il padre era cattivo e detestato.

    Essendo il vecchio Domenico l'unico mugnaio per tutto il paese circostante, i contadini dovevano, sebbene a malincuore, portare a lui il grano da macinare: cosicchè egli aveva sempre molto lavoro, il cui frutto però spendeva quasi tutto nelle osterie, in compagnia di cattivi soggetti del suo stampo: e quando rincasava erano alterchi e persino busse per la povera fanciulla.

    Ora avvenne che un bel dì un giovane forestiero giunse a stabilirsi in Croveo, per impiantare pur lui un mulino: e per usufruire della forza del Devero, prese stanza quasi in faccia a Domenico, sull'opposta sponda del fiume. Non è a dirsi quanto il vecchio fremesse d'ira contro l'importuno competitore, tanto più che la gente subito prese a favorire il nuovo venuto, perchè più robusto e operoso, attendeva meglio alle loro bisogna; e poi anche per farla in barba al vecchio prepotente, da cui aveano sino allora dovuto dipendere.

    Ma ben diversi e più teneri sentimenti risvegliò nel cuore di Lucia la presenza di Michele, il giovane mugnaio, il quale pure corrispose ben presto al suo affetto, e segretamente si amarono e giurarono di esser per sempre felici insieme. Ma per fra questo occorreva il consenso paterno, cosa quasi impossibile da ottenere. Lucia però, forte del coraggio che le infondeva l'amore, tentò l'ardua impresa. Disgraziata! appena ebbe arrischiate le prime parole, si ebbe in risposta dall'inferocito genitore una sfuriata d'improperi e bestemmie, di pugni e calci, e finalmente fu cacciata di casa come una figlia maledetta.

    La povera derelitta, accecata dal dolore e dalla passione, corse a cercar rifugio in quella casa ove non doveva entrare che sposa: Michele l'accolse con trasporto, e da quel giorno vissero insieme, sperando che il vecchio venisse poi a più mite consiglio e desse il suo consentimento, per suggellare dinanzi all'altare la loro unione.

    Ma invece Domenico, sempre più esacerbato contro i due amanti, accomunandoli nel medesimo odio mortale, meditava la vendetta; ma fino allora non ne avea trovato una che gli sembrasse abbastanza crudele; e si arrabattava il cervello cercando sempre.

    Una notte che non poteva chiudere occhio, con quell'idea fissa nella testa, sentendosi quasi soffocare fra le anguste pareti della sua cameretta, si alzò dal letto e uscì a respirare la fresca aria notturna. A pochi passi da lui vide seduto uno sconosciuto, che lo guardava con occhi luccicanti come bragia nell'oscurità: stava per ritirarsi, intimorito dalla presenza dello straniero, quando questi si alzò, gli venne incontro e così gli parlò:

    - Non temere, o Domenico; sebbene tu non mi abbia mai veduto, io sono tuo amico, e vengo per aiutarti.

    - Io non vi conosco, rispose meravigliato il mugnaio.

    - T'inganni, tu i conosci bene, e mi sei molto amico.

    - Chi siete dunque?

    - Sono il diavolo! soggiunse l'altro, e diede in uno scroscio di riso stridulo e sinistro che fece tremare Domenico dal capo alle piante. "Sì, continuò, sono il diavolo, tuo buon amico, e vengo per aiutarti nella vendetta che da lungo tempo stai meditando.

    - Oh! se tu dicessi il vero, ti darei volentieri anche l'anima, pur di vendicarmi di quegli infami.

    - La tua anima vale ben poco, del resto sono certo di averla alla tua morte: ma non domando nulla da te, voglio prestar l'opera mia disinteressata, solo pel bene che ti porto.

    - Dimmi dunque come potrai aiutarmi.

    - Confida in me, e sarai vendicato quanto brami.

    - Vorrei che fosse in questa notte stessa, in questo medesimo istante!

    - Ebbene, giacchè lo vuoi, si compia il fato: tua figlia e il suo amante morranno fra pochi momenti: e così avrò guadagnato due anime di più, perchè essendo essi in peccato mortale, andranno dritti dritti all'inferno".

    Ciò detto scomparve.

    Domenico, trasecolato, rimase a lungo immobile allo stesso posto, finchè la campana del villaggio lo scosse co' suoi lenti rintocchi; suonava mezzanotte, l'ora delle streghe e della morte. Un brivido gli corse per le ossa, e la voce dei sacri bronzi si ripercosse come rampogna nel suo petto, e risvegliò un vivo rimorso per la vendetta orrenda che stava per compiersi contro colei ch'era pur sua figlia. Allora corse tutto affannoso dal vecchio romita che abitava in una piccola grotta (che ancora adesso esiste) scavata nella roccia, poco sopra il fiume. Il santo vecchio udì con raccapriccio la narrazione dell'accaduto ed esortò il pentito mugnaio alla penitenza ed al perdono. Non avea appena terminato di parlare, che un sinistro bagliore apparve all'alto della montagna dominante il villaggio. Allora il solitario si gettò ginocchioni, colle braccia protese, orando fervorosamente per impetrare la protezione celeste: e frattanto il mugnaio, impietrito dal terrore, assisteva alla diabolica scena che si svolgeva fra quei dirupi.

    Rischiarato da fiamme infernali, il diavolo era apparso sulla vetta, in tutta la sua orridezza.

    (Continua)

    *********

    L'OSSOLA N.1 DEL 6/1/1899

    Leggenda – Le Caldaie del Diavolo. - Cont. num. prec. - Dopo avere contratto il viso ad un sogghigno di gioia dette un gran pugno sulla roccia che si spezzò come fragile vetro: prese uno di quei frammenti, grande come una casa, lo sollevò quale fuscello e lo fece rotolare in basso, chinandosi poi sull'abisso a guardare. Il masso rimbalzando di roccia in roccia con fragore di tuono che fece tremare la terra, precipitò giù, minacciando di ruina il molino di Michele: ma quando gli fu quasi addosso e stava per schiacciarlo, insieme co' suoi abitatori, si arrestò d'improvviso e giacque immobile a pochi passi. Il demonio allora afferrò un altro sasso più grande, lo lanciò con tutta la sua forza nello spazio: questa volta il macigno d'un sol colpo giunse a valle, ma quando fu presso il mulino, lo sorvolò, lasciandolo incolume, e andò a conficcarsi profondamente nel suolo, poco lungi. Allora il diavolo, digrignando i denti per rabbia, e proferendo orribili bestemmie, gettò un altro masso, e poi altri e altri ancora ma tutti rispettarono miracolosamente la casetta dei due amanti, che, pallidi ed esterrefatti, correvano da un canto all'altro, dando pazze grida, senza osar di uscire, per non rimanere stritolati.

    Dopo ripetuti e vari tentativi, il diavolo, sfinito da sì lunghi sforzi, consumando dentro sè il furore impotente, dovette finalmente rinunciare alla sua impresa e alla lotta contro il Cielo; e tornossene all'inferno vinto e scornato.

    Tutti gli abitanti del paese spaventati dal terribile fracasso, quando il pericolo fu cessato e spuntò l'alba, corsero dal romito dove trovarono il vecchio mugnaio, ravveduto e pentito, ancora mezzo morto per lo spavento: vi accorsero pure Michele e Lucia, la quale, quando vide il padre, gli si gettò ai piedi, ed egli la rialzò, abbracciolla e perdonò ad entrambi: e poco dopo si celebrarono le nozze, e tutti tre condussero giorni felici nella maggior armonia.

    Finchè visse il vecchio eremita tutto andò bene, e più nessun pauroso avvenimento conturbò la quiete del paese: ma appena, carico d'anni e in odore di santità, egli venne a morire, il diavolo decise di prendere la rivincita dello scacco avuto. La notte stessa del dì che fu sepolto il vegliardo, più non temendo l'effetto delle sue preci, volle mettere ad esecuzione il suo disegno, semplice, ma di esito sicuro. Si trattava di accumulare i macigni, da lui sì infruttuosamente precipitati al piano, nel letto stesso del Devero, per ostruirne il corso, in modo che l'acqua, elevandosi in poco tempo, invadesse i punti circostanti e ne annegasse gli abitanti dei due mulini, che sorpresi dal sonno, non avrebbero potuto fuggire in tempo.

    Prese dunque due massi enormi, li trascinò alla riva del fiume e li sollevò in alto per precipitarveli in mezzo; ma per lo sforzo e nella fretta scivolò sull'umido terreno e cadde nell'acqua con sì mala sorte, che i due massi, cozzando l'un contro l'altro, ne afferrarono in mezzo la coda. Per ira e dolore il demonio mandò acutissime grida, che rintronarono per valli e per monti, come ululato di mille lupi presi al laccio. Cercò più volte invano di svincolarsi dalla terribile stretta; finalmente in un parossismo di spasimo e di furore, diede tale uno strappo, che un pezzo di coda rimase fra le rocce e lui andò a gambe levate, battendo del capo sopra uno dei massi, dove produsse una lunga spaccatura. Per la seconda volta dovette darsi per vinto dinanzi a quella potenza occulta, più forte di lui, e tutto sanguinoso e cosparso di fango, si sprofondò nelle viscere della terra.

    I due massi, bizzarramente, accostati pel vortice l'un contro l'altro, giacciono fin d'allora in quella posizione e formano un ciclopico arco, sotto cui il torrente Devero, bianco di schiuma, si precipita in rumoreggiante cascata nel profondo vortice, che il volgo battezzò col nome di caldaie del diavolo.

    Quando il mugnaio e i suoi figli si avvidero del pericolo cui erano sfuggiti, resero grazie al santo eremita che, ancor dopo morto, li avea salvati: e per scongiurare ogni ulteriore tentativo dello spirito malefico che li perseguitava, fecero dal parroco spruzzare d'acqua benedetta gran tratto di paese intorno. E d'allora in poi messer Satanasso più non comparve in Croveo.

    Poco tempo dopo lo strano avvenimento, scoppiò quella terribile pestilenza che distrusse quasi per intero Domodossola e spopolò tanti paesi della vallata, e fu a portare la desolazione e la morte in tutta la Lombardia e in altre regioni d'Italia. Gli storici attribuirono la tremenda epidemia all'invasione delle soldatesche spagnuole e dei lanzichenecchi, che sparsero dovunque sul loro passaggio i germi del contagio. Nulla di più falso che tale asserto! La vera, l'unica causa ne fu la coda del diavolo rimasta impigliata fra i due massi.

    Quando quello schifoso brano di carne cominciò a putrefarsi, né più né meno che se fosse stato d'una bestiaccia qualunque, un fetore insopportabile, ammorbò l'atmosfera e ne rimase infetta l'acqua del Devero, che andò a portare il pestifero veleno lungo tutto il territorio bagnato da detto fiume, dal Toce, dal Ticino e dal Po, dove quelli si riversano.

    Per molto tempo il mortale flagello continuò a mietere migliaia di vittime e solo ebbe termine dopo che, cessando di stillare nel fiume l'ultima goccia di putredine infernale, le acque non riacquistarono la primitiva purezza e trasparenza.

    Il diavolo potè essere pienamente soddisfatto e darsi per risarcito a esuberanza per la perdita di quel pezzettino di coda, se fu dessa causa di tanta strage e tanto lutto per l'umana specie, da lui sì mortalmente odiata.

    Era proprio quello il caso di dire che il diavolo ci avea messa la coda.

    OTTORINO LEONI.

    *********

    L'OSSOLA N.17 DEL 29/4/1899

    Baceno. - Il giorno 18 corrente in queste scuole comunali Baceno e Croveo ebbero luogo gli esami di proscioglimento. Presiedeva la Commissione esaminatrice l'egr. Sig. Ceschi Giuseppe docente benemerito nelle scuole di Crevoladossola.

    Sopra 14 esaminati, 13 ottennero lodevolmente il relativo certificato. Lode pertanto ai nostri Docenti, che tanto s'affaticarono per la felice riuscita. Lode pure alle locali Autorità, il cui unanime intervento ad assistere gli esami, prova una volta più quanto loro stia a cuore il progresso della scuola e della gioventù.

    Ci auguriamo, pel bene delle nostre scuole e degli allievi, che abbiano più spesso a succedere queste geniali festicciuole scolastiche; anzi sarebbe degna di plauso, l'idea di ripristinare l'uso delle pubbliche feste scolastiche con solenne distribuzione dei premi.

    I nostri Insegnanti farebbero cosa degna di loro, promuovere queste solennità; avrebbero certo tutto l'appoggio delle Autorità comunali: Coraggio dunque, e all'opera.

    DEVERO.

    *********

    L'OSSOLA N.30 DEL 29/7/1899

    Croveo. - È giunto qui, or sono alcuni giorni, il novello Sac. Don Amedeo Ruscetta nativo di Artò, mandato da Sua Ecc. il Vescovo a reggere quest'alpestre Parrocchia.

    La popolazione croveese s'augura che rimanga qui a lungo; e noi gli mandiamo di cuore il ben venuto.

    *********

    L'OSSOLA N.34 DEL 26/8/1899

    Croveo. - Percorrendo la strada carrozzabile che da Baceno mette al nostro paese, poco prima delle case ove incomincia il paese si vede a sinistra sotto la strada una bella fontana con largo e comodo lavatoio.

    Quest'opera importante fatta a tutte spese dei signori Fratelli Rigacci persone benemerite del paese e che fanno onore all'Ossola col loro commercio.

    Già il loro genitore aveva detto che in quella posizione si doveva trovare un fontanile, incominciarono le ricerche e nel settembre dello scorso anno l'opera era finita.

    Così si ottenne un'acqua fresca, purissima ed eccellente, di facile digestione e quindi da preferire ad ogni altra.

    Un elogio quindi, e ben meritato ai signori Rigacci che sempre ricordano con buone opere il loro paese nativo ed ogni anno lasciano la Roma chiassosa per passare qualche tempo nella tranquillità di Croveo.

    *********

    L'OSSOLA N.5 DEL 3/2/1900

    Croveo. - È aperto il Concorso per la rivendita dei generi di privativa posta alla nostra frazione il cui reddito è di £ 100.

    Il Concorso è limitato alle persone residenti nella provincia, e le domande devono presentarsi coi documenti voluti all'Intendenza di Finanza di Novara.

    *********

    L'OSSOLA N.7 DEL 17/2/1900

    Croveo. - Finalmente per iniziativa di persone che amano il progresso, anche nella borgata di Croveo, come si è già pubblicato nello scorso numero, verrà aperta una rivendita di Sale e Tabacchi, e gli abitanti ne risentiranno vantaggio.

    Essendo questa borgata distante da Baceno, nell'inverno quando le strade sono ingombre di neve, coloro che desiderano comperare un sigaro od hanno bisogno d'acquistare il sale, devono fare alcuni chilometri di strada, con grave disturbo e pericolo anche della loro salute.

    *********

    L'OSSOLA N.14 DEL 7/4/1900

    Croveo. - Si stanno facendo i preparativi per l'impianto della conduttura d'acqua potabile che riuscirà di generale utilità. Come già si disse anche qui ora abbiamo la gabella regia per sale e tabacco, essa è stata affidata al titolare Sig. Bariletti Augusto, oste.

    Un elogio quindi e ben meritato al nostro Sindaco, che tanto s'interessa pel bene pubblico, come pure all'intera giunta municipale che efficacemente lo coadiuva.

    *********

    L'OSSOLA N.20 DEL 19/5/1900

    Valle Antigorio. - Il Maestro Sala Agostino di Baceno scriveva all'Eg. Ispettore Scolastico, il giorno 17 corr. la seguente lettera:

    Festa degli Alberi. - Già da tempo parecchio vagheggiavo, dopo l'istituzione della festa degli alberi fatta da S. E. il nostro ministro, di poterne far una qui a Baceno e Croveo per dimostrare a questi figliuoli l'utilità di coltivare e rispettare i boschi.

    Ma per fare tale festa credo sarebbe necessario l'ottenere dai vivai governativi delle piantine di larici e pini da piantare su questi terreni comunali, come già fecero a Bognanco e da poco tempo fa a Bannio. Tale piantagione, crederei secondo me, che il tempo migliore sarebbe in ottobre p. v. nell'incominciare dell'anno scolastico.

    A Lei, egregio superiore, raccomando la mia idea, idea che si potesse effettuare sarebbe un vantaggio non solo per le scolaresche, ma anche per il comune di Baceno che sempre taglia dei boschi, senza pensare al rimboschimento.

    Capisco che qui l'idea a certuni di festa degli alberi non va troppo a capello, ma avendo il di lei appoggio e quello delle superiori Autorità, sono certo che a tutto si riuscirebbe.

    Scusi, ripeto, la ma cicalata, e se Ella crede di poter effettuare quanto ho esposto La prego d'un suo cenno di risposta per averne norme ed indirizzi.

    Gradisca pertanto i miei più sentiti rispetti, e mi confermo di V. S. Ill. dev.

    Agostino Sala, Insegnante.

    *********

    L'OSSOLA N.23 DEL 9/6/1900

    Croveo. - Disgrazia. - Sabato 2 corrente una bambina di 6 anni, certa Lusetti di qui nella località alla Torre del Passo, passando su un ponte provvisorio fatto sul fiume Devero, cadde nella corrente di esso e venne travolta rapidamente e sparì fra le vertiginose onde senza aver potuto soccorrerla.

    Povera bambina! Sventurati genitori, quale strazio!

    *********

    L'OSSOLA N.38 DEL 22/9/1900

    Croveo. - Ritardata. - Il 9 del corr. mese venne qui festeggiata la Natività di Maria Vergine titolare di questa Chiesa!

    Musica, sparo di mortaretti che echeggiavano fra queste pittoresche rocce, verginelle, cavagnette, ed alla sera una ben riuscita illuminazione alla casa della Signora Cambroni, contribuirono a rendere solenne la cara festicciuola. Noi ne rendiamo ben meritata lode a questo Sig. Rettore Don Ruscetta, sempre sollecito della sua missione.

    Fu pure, tenuto calcolo dei tempi che corrono, abbondante l'offerta fatta da questa popolazione Crovese.

    La festa non venne poi turbata da disordine alcuno.

    *********

    L'OSSOLA N.46 DEL 17/11/1900

    Baceno. - È nel desiderio generale che sia vera la notizia fatta circolare relativamente alle riparazioni importanti da farsi alla strada che, passando per le frazioni al Passo e Goglio, mette all'Alpe Devero.

    *********

    L'INDIPENDENTE N.19 DEL 15/5/1901

    Croveo. - Fra una quindicina di giorni farà bella mostra di sè sul nostro campanile il nuovo orologio della Ditta Fratelli Moroglio di Torino, rinomati e ricercati fabbricanti d'orologi da torre. Era una cosa tanto, ma tanto necessaria e, appunto perchè tale, tutti i croveesi sono contentissimi e ringraziano e lodano il loro buon parroco Don Amedeo Ruscetta il quale s'è fatto iniziatore d'una sì bella opera e che ha lavorato instancabilmente, finchè non ebbe raggiunto la somma necessaria.

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    L'OSSOLA N.36 DEL 7/9/1901

    Baceno. - Appena cessati i lugubri rintocchi delle campane di questo paesello che chiamavano ad accompagnare alla tomba una vittima dell'alpinismo che lasciò la vita giovanile sul Cervandone: un'altra vittima, ma del lavoro, si spense, come fior rigoglioso, a 25 anni.

    Virginio Frassetti di Giovanni di Croveo lavorando da boscaiuolo a condurre del legname da Esigo poco lontano dalla stessa borgata, con altri suoi compagni, fu percosso sui fianchi da un grosso tronco che lo sbalzò lontano: raccolto dai pietosi compagni, e portato in famiglia, cessò di vivere dopo poche ore.

    Immaginare è più facile che il descrivere il dolore che proveranno i suoi genitori.

    A. S.

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    L'OSSOLA N.25 DEL 21/6/1902

    Croveo. - Un tale, certo G. G. di qui, tornato dall'America, dove fece una discreta fortuna e che a giorni intendeva di ripartir di nuovo per quella terra, per un momentaneo squilibrio mentale, il giorno 15 corr., verso le 11, si gettò dal ponte d'Osso, e proprio sotto le rinomate caldaie di Croveo, nei vortici delle frementi acque del fiume Devero, lasciando sullo stesso ponte la quasi nuova giacca che indossava.

    Fortuna volle che in quell'orrido tenebroso non trovò la morte, perchè vista la giacca da alcuni ragazzi che passarono di lì, corsero come scoiattoli in paese, portandone la notizia, ed il trattore sig. Bariletti Agostino, con altri uomini si recarono sul luogo e videro ancor vivo seduto sur un grosso macigno, nel baratro di quella spaccatura, il disgraziato G. G. sbattutovi, si crede, da quei flutti frementi.

    Il coraggioso Bariletti legatosi ad una corda tenuta dai compagni di salvataggio, scese e legò il poveretto colla stessa corda e lo fece tirar su dai compagni, poscia collo stesso mezzo tornò egli pure sul ciglio, contento d'aver compiuto un atto veramente filantropo, con pericolo della propria vita per salvare quella dello sventurato conterrazzano.

    Segnaliamo alla pubblica estimazione l'atto generoso del trattore sig. Bariletti.

    A. S.

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    L'OSSOLA N.26 DEL 28/6/1902

    Croveo. - Il sig. G. G. che fu salvato dalle acque del Devero, ci prega di dire che la sua caduta nel torrente fu una disgrazia e non un atto volontario. Tanto pel vero.

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    L'OSSOLA N.34 DEL 23/8/1902

    Croveo. - Necrologio. - (A. S.). Un pietoso caso avvenne in questo paese.

    Serafino Francioli, oste, perdeva circa venti giorni fa la compagna di sua vita, la moglie, rimanendo nella costernazione co' suoi figli per l'irreparabile perdita.

    Giovedì 7 corrente, verso le 8 pom. circa, colto egli stesso da improvviso malore, si dovette coricare in letto e in men che si dica spirò.

    È più facile immaginare che descrivere lo strazio del cuore di alcuni suoi figli, che trovavansi soli in casa al momento del triste caso, orbati come da fulmine, dei loro amati genitori. Povera umanità, di quante desolate sciagure è mai colpita! I coniugi Francioli lasciano orfani sette figli tutti in minore età, l'ultimo dei quali conta appena tre anni.

    I superstiti figli, piombati nel dolore nell'april della vita, si confortino però nel pensiero, che lo spirito degli amati loro genitori dal cielo implorerà su loro quel conforto e quella santa rassegnazione cotanto necessaria in sì crudele sventura: i figli maggiori, coll'aiuto dei tutori, siano di guida ai fratelli e sorelle ancor piccini.

    ***

    Disgrazia. - (A. S.). Le disgrazie sono pur troppo come le ciliege; una tira l'altra.

    Quel tale, certo G. G., buttatosi nelle frementi acque del fiume Devero, che coraggiosamente fu salvato allora dall'Agostino Bariletti e di cui scrivemmo in un numero di questo pregiato giornale, il 12 corrente, sempre per momentaneo squilibrio mentale, si buttò giù da una roccia, alta circa 100 metri e quasi a picco, nella località ove dicesi al Fugnun, rimanendo si capisce, all'istante cadavere. Povero disgraziato!

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    L'OSSOLA N.49 DEL 5/12/1903

    Baceno. - Grave fatto di sangue tra agenti di finanza. - Nella sera del 28 novembre u.s. la guardia scelta Sciacca Rosario di Santoro d'anni 34 da Riposto (Catania) e la guardia semplice Doglio Giovanni d'anni 23 da Mombaruzzo (Alessandria) venivano mandati di servizio nelle adiacenze dell'Alpe Devero, ed infatti se ne partivano dalla Caserma di Baceno verso le ore 21 apparentemente sani di mente e di corpo.

    Percorso un chilometro lo stradale che conduce alla frazione Croveo e precisamente alla località detta Acqua del Leone i sovrannominati agenti si fermarono, e cosa ne sia ivi avvenuto tra di loro, non è ancor ben spiegato, ma il fatto è che vennero trovato stesi al suolo con un colpo d'arma da fuoco ciascuno, all'orecchio destro lo Sciacca ed all'orecchio sinistro il Doglio. Le ferite devono aver causato la morte istantanea dei due disgraziati.

    Il tragico avvenimento deve essersi svolto prima delle ore ventitrè perchè a quell'ora furono visti giacenti al suolo da una donna che da Croveo si recava a Baceno a chiamare la levatrice, Alberti Angiolina, per recarsi colà necessitando la sua opera. L'Alberti giunta in quella località vide anch'essa le due persone stese al suolo e credendo fossero ubriachi o sorpresi da malore, non avendo potuto accertar altro essendo priva di lume, corse dal Parroco di Croveo ad avvertirlo del rinvenimento aggiungendo che forse abbisognavano di soccorso.

    Il Parroco Don Amedeo Ruscetta prontamente in compagnia di certi Proletti e Giani di Croveo si recò soppraluogo munito di lanterne e di quanto poteva esser necessario in quella contingenza, ma pur troppo ogni opera tornava vana perchè erano già cadaveri e dalle ferite schizzava fuori parte della sostanza cerebrale.

    Avvisate del fatto accorsero sul luogo le Autorità di Crodo col medico Dottor Enrico Delbarba e procedettero alle prime indagini. Successivamente intervenne il distinto quanto valente sig. Giudice Istruttore di Domodossola, Avv. Andreis, il quale siamo certi farà la luce sulle causali del tenebroso fatto.

    La ipotesi più probabile è che lo Sciacca abbia ucciso il Doglio e poi si sia suicidato, ed infatti sia per la identità delle ferite, sia per la posizione dei cadaveri, per la mancanza di due colpi nella rivoltella dello Sciacca, che si accertarono esplosi di recente, sia per il proiettile rivenuto nel cervello della guardia Doglio preciso agli altri contenuti nella rivoltella dello Sciacca, e tutto il resto ritrovato in stato normale non possono indurre a diversa ricostruzione del fatto.

    Le cause finora non sono ancora ben delucidate, ma anche quando si escluda la premeditazione dello Sciacca nel compiere il misfatto, le ricerche dovranno estendersi aVenere prima ed a Bacco poi. Giovedì ebbero luogo i funerali dei due disgraziati con intervento di discreto numero di persone.

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    LA LIBERTA' N.21 DEL 22/5/1905

    La tragica fine di Cesare Alberti. - Il giorno 18 verso le 8 Cesare Alberti, uno dei tre fratelli Alberti, albergatori a Baceno e a Devero, ritornava dalla frazione Osso a Baceno guidando un carro ed un cavallo che aveva comperato la sera prima a Formazza. Giunto a Croveo dove la strada è ripidissima, il freno si spezzò e il cavallo non potendo trattenere il peso del carro che fu spinto avanti con veemenza dirigendosi verso un muro di cinta dove minacciava di sfracellarsi. L'Alberti per evitare la disgrazia saltò a terra cercando di fermare il cavallo.

    Fatti pochi passi carro e cavallo precipitavano nel fossato laterale della strada schiacciando il povero Alberti. Pochi minuti dopo spirava senza aver potuto proferire parola. L'infelice lascia la moglie e 11 figli. Sabato a Baceno gli furono resi commoventi funerali.

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    L'OSSOLA N.22 DEL 3/6/1905

    Baceno. - (Ritardata). - Cesare Alberti noto negoziante, conducendo un carro di tavole, forse troppo pesante, nella discesa del Buglio in Croveo, vi lasciò miseramente la vita schiacciato dal pesante carro contro un muro.

    Lascia 11 figli tutti in minore età, la moglie, i fratelli, sorelle, e la già più che ottantenne madre inconsolabili. A tutti le nostre sentite condoglianze.

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    L'INDIPENDENTE N.39 DEL 27/9/1905

    Croveo. - Necrologio. - Nell'età greve di anni 95 spirava domenica l'anima buona alla sede degli eletti Lunghi Filippo. La persona da tutti conosciuta per rettitudine ed onestà durante il suo lungo cammino attraverso il tempo trascorso, ha lasciato in cuore una profonda mestizia, un sincero dolore che si unisce a condividere lo strazio della desolata famiglia.

    Lungi da idee politiche che ne potessero fare un uomo di parte e come tale in contrapposto agli amici farsi dei nemici, Lunghi Filippo sempre si attenne all'unico pensiero di essere un uomo onesto, un forte lavoratore, utile al suo paese ed alla famiglia.

    I funerali che ebbero luogo nella mattinata di ieri furono per l'imponenza della popolazione intervenuta, degna prova di quell'affetto che le persone buone sanno lasciare sulla terra a testimonianza della rettitudine in vita. Il paese ricorderà per lungo tempo il vecchio estinto e la famiglia orbata del suo capo in questo ricordo troverà forse non lieve conforto.

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    L'OSSOLA N.3 DEL 20/1/1906

    Baceno. - Furteide. - Ignoti ladri volendo dedicarsi a severi studi di alchimia mancavano tra l'altro di una caldaia. Costoro dopo molte riflessioni pensarono di visitare il caseggiato di certo Antonietti Giovanni sito in frazione Goglio di Baceno ed ivi rinvenuta una bella caldaia di rame, l'asportarono coll'intenzione però di restituirla all'Antonietti appena terminati gli studi degli ignoti alchimisti.

    Il danno risentito ammonta a lire venticinque.

    Ursus.

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    L'OSSOLA N.8 DEL 24/2/1906

    Baceno. - Una maestra che muore sulla breccia. - Agnese Barbetta, maestra a Croveo, venerdì sera 16 corr., cessò improvvisamente di vivere, appena uscite dalla scuola le sue numerose discenti. Chiamò, sentendosi mancare, il casaro, che pel suo servizio abita nel locale delle scuole e a lui disse: (e furono le sue ultime parole) "Chiamatemi presto la mamma mia, - ma essa da Baceno accorse, frettolosamente avvertita, e trovò la sua cara figliola già esanime. -

    Inutile il dire lo strazio dell'ulcerato suo cuore e di quello dell'intera popolazione croveese al divulgarsi, come lampo, della ferale notizia della repentina morte dell'educatrice che in quella borgata spezzava da dieci anni con zelo ed amore il pane dell'educazione ed istruzione. Trasportata la salma la sera stessa a Baceno, le venne fatto lunedì u.s. un imponente funerale, al quale intervenne il municipio del luogo, molti insegnanti della valle, le quattro scuole comunali e molto popolo di Baceno e Croveo. - Sulla sua tomba pronunciarono commoventi parole, la giovane Vittoria Sala, il maestro di Crodo sig. G.Vesci, ed il maestro A. Sala. Noi spargiamo gigli e rose sulla fossa della virtuosa estinta, ed alla Signora Barbetta madre, al fratello Professore, alle due sorelle superstiti, mandiamo dalle colonne di questo giornale le più vive e sentite condoglianze.

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    L'OSSOLA N.19 DEL 12/5/1906

    Baceno. - Gli sconosciuti alchimisti che rubarono la caldaia di rame da una stalla posta in regione Goglio di Baceno in danno della proprietaria Lunghi Maria, e di cui ne tenni parola nel gennaio scorso avendo terminato le loro esperienze ne fecero restituzione depositando detta caldaia sulla soglia della stalla cui venne tolta. La danneggiata Lunghi, soddisfatta pel rinvenimento della caldaia, ringrazia i signori ignoti ladri del loro buon cuore.

    Ursus.

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    L'OSSOLA N.35 DEL 1°/9/1906

    Baceno. - A sostituire la non mai abbastanza compianta Agnese Barbetta già maestra nella borgata di Croveo venne testè nominata da questo Consiglio Com. ad unanimità di voti la signorina Sarazzi Maria di Crevoladossola.

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    L'OSSOLA N.26 DEL 26/6/1907

    Baceno (Croveo). - Necrologio. - La mattina del 22 volgente, la morte come falce inesorabile, recise l'ottimo giovinotto Luigi Lunghi di Pietro non ancor trentenne buono affabile e laboriosissimo.

    Un crudele morbo che né le cure dell'arte medica né quelle della sua famiglia valsero a strapparlo dalla tomba schiusasi innanzi tempo. Il povero Luigi lascia nello strazio crudele i suoi vecchi genitori, la sua giovane moglie, una bambina, fratelli e sorella e quanti lo conoscevano.

    Domenica u.s. gli vennero fatti imponenti funerali, ai quali intervenne tutta la popolazione, e la locale società operaia con bandiera.

    Vale, o buon Luigi, il tuo spirito aleggi sopra il tuo tetto paterno, al quale eri tanto affezionato. A tutta la famiglia le nostre sentite condoglianze.

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    L'OSSOLA N.28 DEL 13/7/1907

    A giorni l'Impresa per la conduttura dell'acqua del Devero incomincerà i lavori per la costruzione della nuova strada carrozzabile da Osso (Croveo) sino a Goglio e si avrà quindi un via vai di lavoratori. Ci auguriamo che non venga turbato l'ordine e la moralità pubblica.

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    L'OSSOLA N.39 DEL 28/9/1907

    Baceno. - Mentre si rammentava la storica data dell'entrata in Roma, XX Settembre, tre paesani di Croveo di Baceno entravano carichi di generi di contrabbando dalla Svizzera in Italia.

    Ma giunti nelle vicinanze di Codelago vennero sorpresi dagli agenti di Finanza che li inseguirono accanitamente. Quelli dale gambe appena un po' lunghe si salvarono, vittima rimase solo un ragazzo dodicenne appunto dalle gambe corte che venne dichiarato in arresto.

    Lo zelo dimostrato dagli agenti è superiore ad ogni elogio; molto discutibile è invece la legalità dell'arresto, ricordando l'art. 54 C. P. della legge Ronchetti e la prestata garanzia per le multe, non essendo accertato il contrabbando in unione.

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    L'OSSOLA N.48 DEL 30/11/1907

    Baceno. - Questa società operaia di M. S. festeggiò il 24 c. l'annua riunione con una sfilata dei soci con bandiera sino a Croveo; colà giunti venne dal sig. Agostino Bariletti offerto il vermout d'onore, indi si fece ritorno a Baceno ed alle 12 venne servito dai sigg. Frat. Alberti prop. del noto Albergo Devero il sociale e fraterno simposio, ai quali facciamo i nostri complimenti per l'ottima riuscita. Inutile il dire che durante il pranzo regnò la più schietta allegria, non mancandovi neppure una parte del gentil sesso bacenese. - Alle frutta parlò il Presidente della Società l'Eg. sig. Avv. Notaio Iussi qui residente e cola calda parola espresse con chiarezza di concetti gli scopi filantropici d'una società Op. quando vi esiste concordia, unione e fratellanza. - Tanto alla sfilata del corteo ed al pranzo, la banda del luogo si fece onore eseguendo allegre suonate. - Sempre avanti nel progresso sociale.

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    L'OSSOLA N.14 DEL 4/4/1908

    Baceno. - Stanotte ignoti ladri tentarono di rubare a Croveo ma non vi riuscirono. Con maggior fortuna ritentarono a Baceno nel pubblico esercizio del signor Fattorini, asportandovi, mediante scasso, lire cinquecento. L'autorità indaga.

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    L'INDIPENDENTE N.13 DEL 25/3/1908

    Baceno. - A scanso di timori infondati ed a confronto degli amatori e conservatori dell'arte antica si conferma che la Torre del Passo, monumento regionale, presso Goglio, costrutta da Ludovico il Moro nel secolo XV, quale baluardo contro l'invasione dei Vallesani, sussiste tuttora e non verrà per nulla alterata dalla sua antica forma, sebben vi passi per mezzo la nuova strada altrettanto degna di ammirazione pel sistema praticato di una costruzione eseguita alla romana dalla Ditta Conti.

    Come pure si hanno a consolare i villeggianti del paradiso dell'Ossola (Devero), i quali potranno nuovamente godere e ammirare a sazietà la deliziosa ed attraente Cascata dei Ponti; sapendo che la presa d'acqua che verrà colà costrutta, diminuirà soltanto di una parte l'acqua di cui il torrente abbonda nella stagione estiva.

    Intanto che si attende la stagione propizia per il proseguimento dei lavori in Croveo, Goglio e Devero, l'Impresa sta demolendo la rocca della strada di Pontemaglio, la quale viene scavata per lo spazio di m. 0,80 contro la rocca stessa e di m. 1,50 superiormente; ampliamento necessario per il passaggio delle pesanti dinamo delle 3 officine elettriche, e più comodo per tutti i veicoli.

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    L'OSSOLA N.46 DEL 14/11/1908

    Croveo. - L'8 corr. la Società Operaia di Baceno tenne qui l'annuale adunanza nella nuova casa di Dionigi Proletti e sebbene messer tempo ci abbia regalato una giornata uggiosa ed invernale, pur tuttavia, i soci sfidando il mal tempo, intervennero numerosi alla riunione generale.

    Dopo discussi amichevolmente gli ordini del giorno tutti gl'intervenuti, colla musica di Baceno si recarono alla trattoria Eureka del Sig. Agostino Bariletti al quale mandiamo un plauso ben meritato pel servizio e per il menù del pranzo sociale. Alle frutta parlò, applaudito, il Presidente della Società egregio signor avv. Notaio Jussi.

    Le feste sociali, fraterne e pacifiche lasciano nel cuore degli intervenuti i più cari ricordi e ci fanno coraggio animandoci al sentimento del dovere collo stringerci tutti nello stesso tempo attorno al tricolor vessillo sacro a noi, bagnato dal sangue dei martiri che morirono sacrificando la loro vita per l'unità della patria.

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    L'INDIPENDENTE N.12 DEL 24/3/1909

    Baceno. - Il stimato e caro amico nostro Agostino Bariletti, noto negoziante di Croveo che da qualche giorno trovasi gravemente ammalato, facciamo a lui l'augurio di prossima guarigione, perchè possa colla sua intelligente attività, continuare l'opera sua benefica e di esperto commerciante nella Villa di Croveo.

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    L'OSSOLA N.26 DEL 26/6/1909

    Società Pro Devero. - Prego la nota gentilezza di codesta On. Direzione onde voglia pubblicare la seguente lettera che ho ricevuta dall'eg. Ing. Comm. Ettore Conti ed anticipatamente ringrazio.

    Giovanni Leoni.

    Signor Presidente della Società Pro Devero"

    Come le è stato detto dal mio Ingegnere sig. Villoresi, le confermo che se per la necessità del trasporto del materiale destinato alla centrale di Goglio dobbiamo togliere qualche pietra costituente l'arco Visconteo sulla strada da Croveo a Goglio, ci impegniamo formalmente a rimetterlo in opera dopo terminati i trasporti, così che l'antica costruzione non abbia a soffrirne menomamente.

    Di tanto ci tengo a darle precisa assicurazione sapendo quanto Ella si interessa a tutto quanto contribuisce alla bellezza ed al prestigio della Valle.

    Distinti saluti.

    E. Conti."

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    L'OSSOLA N.44 DEL 30/10/1909

    Baceno (Goglio) (28 corr. - bech in crus) Lo stabilimento della Società per Imprese Elettriche Conti è quasi ultimato, ed a giorni arriveranno le colossali macchine generatrici dell'energia che formeranno così uno dei primarii impianti d'Italia.

    L'attività e lo studio continuo dell'Eg. Ing. Villoresi, e suoi Ing.ri dipendenti, meritano plauso speciale se si pensa alle difficoltà continue incontrate durante i lavori!

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    L'OSSOLA N.6 DEL 5/2/1910

    Goglio (Baceno). - ( 3 febb. ) - Uno skiatore disgraziato. - Il giovane elettricista Brioschi, addetto al noto impianto elettrico della Società Conti, avendo voluto troppo audacemente lanciarsi cogli sky sulla neve di fresco caduta, senz'essere troppo pratico, scivolò malamente producendosi la grave frattura di una gamba. Venne tosto trasportato all'Ospedale Fate bene Fratelli in Milano.

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    L'OSSOLA N.9 DEL 26/2/1910

    Baceno. - Questo Comune dopo vivace e lunga discussione fra gli egregi padri coscritti, decise di mettere a concorso il posto di Becchino per Baceno e Croveo. Era ormai tempo! Il nostro paese, spiacente il dirlo, non è amante del progresso e non intende per nulla migliorare i pubblici servizi.

    Immaginatevi che agli spegni-moccoli (pardon), volevo dire i sacrestani della chiesa si era imposto il servizio di manutenzione del cimitero quasi senza ricompensa e quali signori paurosi, sì dico paurosi anche di una semplice ombra nera, non osarono mai alzare la loro voce.

    Finalmente si decisero e con un buon ragionato ricorso diedero le loro dimissioni. Inde irae! Si pretendeva dal Comune che quei signori continuassero per usanza tradizionale nel loro servizio asserendo che le loro proteste erano ingiustificate! E non si pensava che quel ricorso suonava protesta da parte di un'intiera popolazione!

    Un consigliere però sostenne a spada tratta la questione riuscendo, se non in tutto, almeno in parte a convincere l'amministrazione che il Comune ha bisogno di riforme radicali in fatto di pubblici servizi e che i salariati perchè possano disimpegnare bene le loro attribuzioni debbono anche essere adeguatamente compensati.

    E per ora punto. Molti altri argomenti verranno presto in campo in tema di amministrazione dei nostri interessi comunali!

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    L'INDIPENDENTE N.11 DEL 16/3/1910

    Croveo. - La famiglia Rovelli di qui può veramente dirsi perseguitata dalla sventura. Circa un anno fa il suo capo, che per ironia del caso, chiamavasi Fortunato, mentre era intento ai lavori per la conduttura della forza elettrica in territorio di Goglio, colpito da un macigno vi perdeva miseramente la vita.

    Il primo corrente, un'altra gravissima disgrazia toccava alla sventurata famiglia Rovelli, il figlio Cesare quattordicenne, essendo salito sull'asse posteriore di una vettura che scendeva velocemente verso Baceno, perdette l'equilibrio, ed andò conficcare il capo fra i raggi della ruota di destra.

    Il vetturale, pensando che al veicolo fosse occorso qualche guasto, fermò di botto, ed invece trovò il povero piccino in uno stato sanguinolento e profonde ferite gli solcavano il viso.

    Trasportato a casa, gli si prodigarono tutte le cure del caso ma a nulla valsero; il disgraziato piccino, che era sempre rimasto in stato comatoso, la sera di mercoledì cessava di vivere fra l'angoscia dei famigliari.

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    L'OSSOLA N.15 DEL 9/4/1910

    Grave incendio a Goglio. - Martedì sera 5 corr., in Goglio e nella palazzina della Società Conti abitata dalla famiglia dell'Ingegnere Ruffeni e dal Dott. Scalini, si sviluppò un incendio che assunse tosto formidabili proporzioni e distrusse in breve, e senza possibilità di riparo, la casa e tutto il mobilio che vi si conteneva. Se l'incendio si fosse sviluppato di notte si sarebbero, certamente, dovute deplorare delle vittime umane.

    L'Ing. Ruffeni e la sua signora a malapena poterono sfuggire colla famiglia e col Dott. Scalini, in preda ad un terrore ben facile ad immaginare. Tutto, essi ci hanno dichiarato, tutto fu perduto: mobili, danaro, gioie ecc.

    Siamo rimasti coi puri abiti che vestivamo al momento del sinistro! È a notarsi che l'incendio trovò facile esca nel rivestimento interno della casa che era tutta in legno, tanto da rendere vano ogni tentativo di arresto nel suo sviluppo, e di spegnimento. Le fiamme gigantesche si confondevano colla neve fittissima che imperversava. Una scena macabra!

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    IL POPOLO DELL'OSSOLA N.5 DEL 15/4/1910

    Le streghe del Cistella (Dalle leggende locali). - L'ultimo scritto di Venanzio Barbetta. - Oh!... bello è quassù l'antico paese delle streghe! Ecco i pianori, ov'elle danzavano in cerchio coi cornuti stregoni; ecco le caverne profonde, ove in misteriosi conciliaboli preparavano gli incanti ed i malefizi. Venivano da tutte le parti, portate sull'ali del diavolo; erano esse stimatissime donnette che sei dì della settimana andavano a Messa e poi il sabato a cavallo d'una scopa trottavano sul Cistella per la tregenda.

    Oh che strani fantasmi nudi al chiaro lunare! Scendevano fino a terra i lunghi capelli; gli occhi lucevano d'un magico bagliore; un'ebbra gioia scintillava sui bruni volti e come serpi guizzavano l'agili membra, ballando il minuetto. A mezza notte facevano bollire la grande pentola; dentro era una broda spessa nella quale poi, al suono di magiche parole, gettavano i peli delle barbe dÈ loro mariti; guai se questi vagavano allora lontani dal talamo!

    Sotto forma o d'una civetta o d'una nera gatta o d'altra bestia li inseguivano, tormentandoli con strane grida, e quei poveri uomini, spaventati, ritornavano tosto a casa recitando paternostri e facendosi gran segni di croce.

    Ma l'antico astuto Thoma di Cassinvecchie alfine se ne stancò; egli accese un gran forno, si sedette lì da lato e lesse in un libro misteriose parole; allora tutte le streghe furono costrette da una magica potenza ad andarsi a bruciare nel forno. Oh che lunga schiera ne vide egli venire! e quante donne sparirono allora da Baceno e da Croveo!... anche sua moglie era fra esse e passando in forma di biscia per farsi riconoscere e ottener forse misericordia lo percosse colla coda.

    Egli pieno di gioia attizzò allora vieppiù il fuoco e così ebbe fine l'antica schiatta delle streghe. Credono però molti che le nostre buone donne, benchè non si mutino più in serpi o in civette, abbiano tuttavia nelle vene assai di quel sangue.

    31-12-909     Giuseppe Venanzio.

    N. R. È questa l'ultima pagina vergata dal compianto amico, e col cuore ancora stretto dall'angoscia la offriamo ai lettori, a triste ricordo.

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    L'OSSOLA N.18 DEL 30/4/1910

    Baceno. - Finalmente la nostra Spett. Giunta Com. ha deciso di restaurare gli edifici comunali di Baceno e Croveo e quanto prima si porrà mano ai lavori. E poiché si sta iniziando il primo passo per portare qualche miglioria nel nostro paese non sarebbe anche ora di provvedere per un servizio di pompa e relativi pompieri tanto necessario, e per il progetto così desiato di una derivazione di acqua potabile? Al nostro buon Sindaco la risoluzione di questi due piccoli problemi, di massima utilità.

    Oratorio di Osso (Foto di Luigi Paciello)

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    L'OSSOLA N.23 DEL 4/6/1910

    Goglio. - Infortunio Mortale. - Certo Bianchi Francesco da Bisuschio (Varese) oste, nell'andare a caccia delle marmotte sopra la località detta le Chiovende, scivolò in un burrone battendo il cranio e restando cadavere.

    Martedì in Baceno ebbero luogo i funerali con grande concorso di popolo, e con intervento dell'autorità municipale, e di rappresentanti della Ditta Conti.

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    L'OSSOLA N.25 DEL 18/6/1910

    Baceno. - Infortunio. - Lunedì mattina da Devero veniva con una carrozza trasportata d'urgenza all'Ospedale di S. Biagio di Domodossola, l'operaio ventottenne Uttinacci Ercole di Croveo, addetto ai lavori dell'impresa Conti.

    L'Uttinacci mentre stava lavorando

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