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Solo l'amore potrà salvare l' uomo Perchè non possiamo dirci cristiani
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Solo l'amore potrà salvare l' uomo Perchè non possiamo dirci cristiani
E-book428 pagine9 ore

Solo l'amore potrà salvare l' uomo Perchè non possiamo dirci cristiani

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Info su questo ebook

L’originalità di questo lavoro consiste nel fatto che esso rappresenta l’incontro tra studi differenti: teologia, psicoanalisi ed evoluzionismo. Ognuno con il proprio linguaggio questi studi hanno scoperto che dentro il mondo interiore sconosciuto degli esseri umani sono presenti e agiscono quotidianamente due tipi di funzionamento dell’io: l’io è diviso.
Primo uomo, uomo vecchio, Adamo, funzionamento dell’io primitivo e paranoico, homo erectus sono termini che rappresentano il primo tipo di funzionamento dell’io nel quale prevale il principio del piacere, il narcisismo, la megalomania, le fantasie magiche e onnipotenti (desiderio di divenire dei padri eterni) e la paranoia.
Uomo nuovo, Gesù, funzionamento dell’io evoluto e sano, homo sapiens invece sono termini che rappresentano il secondo tipo di funzionamento dell’io nel quale prevale il principio di realtà, il riconoscimento di essere deboli, piccoli, vulnerabili, delle proprie pulsioni di ostilità, della bontà, del valore e dell’importanza dell’altro, che conducono alla nascita dentro di noi della gratitudine, del perdono, dell’amore integrale per se stessi e gli altri e al desiderio di costruire una società giusta.
Questo passaggio ci conduce ad una concezione di uomo intero ed è possibile soltanto se ci siamo sentiti amati a sufficienza, in caso contrario dentro di noi avviene una paralisi, un blocco, una pietrificazione affettiva che ci porta alla negazione della nostra vita interiore e della nostra realtà psichica interna: in questo caso il nostro sviluppo psicologico subisce un arresto e ritorniamo al funzionamento dell’io primitivo e paranoico nel quale prevale il disprezzo, il dominio e il trionfo sugli altri, che tuttora prevalgono in tutte le società del mondo.
Questa concezione di uomo intero ci fa rendere conto che l’essere umano non nasce totalmente libero e buono (“Nessuno è buono”), ma deve sforzarsi e lottare dentro se stesso per divenirlo e per costruire nuove, più evolute e sane relazioni con gli altri e una nuova società autenticamente umana. I mali dell’uomo e del mondo sono radicati nel funzionamento dell’io primitivo e paranoico e non possono essere estirpati!
Il funzionamento dell’io primitivo ci ha portato a vedere gli altri come nemici e a costruire società basate sul possesso, sul dominio e sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, ha generato satana, cosa nostra e le mafie, il credersi depositari della verità tutta intera, l’assolutismo e il dogmatismo, il fondamentalismo, il terrorismo…
Il funzionamento dell’io evoluto e sano ci condurrà ad un pensiero debole, umile e delicato, che ci porta a non usare la forza fisica e la violenza ma a riconoscere con coraggio la nostra vita interiore, le nostre pulsioni ostili e distruttive, la bontà, il valore e l’importanza degli altri fino a sentirli amici e compagni di viaggio e insieme costruire una nuova società più giusta.
LinguaItaliano
Data di uscita6 ott 2014
ISBN9786050324327
Solo l'amore potrà salvare l' uomo Perchè non possiamo dirci cristiani

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    Solo l'amore potrà salvare l' uomo Perchè non possiamo dirci cristiani - Michele Nula

    VOLONTA’

    PREFAZIONE

    L’originalità di questo lavoro consiste nel fatto che esso rappresenta l’incontro tra studi differenti: teologia, psicoanalisi ed evoluzionismo.

    Ognuno con il proprio linguaggio questi studi hanno scoperto che dentro il mondo interiore sconosciuto degli esseri umani sono presenti e agiscono quotidianamente due tipi di funzionamento dell’io: l’io è diviso.

    Primo uomo, uomo vecchio, Adamo, funzionamento dell’io primitivo e paranoico, homo erectus sono termini che rappresentano il primo tipo di funzionamento dell’io nel quale prevale il principio del piacere, il narcisismo, la megalomania, le fantasie magiche e onnipotenti (desiderio di divenire dei padri eterni) e la paranoia.

    Uomo nuovo,Gesù, funzionamento dell’io evoluto e sano, homo sapiens invece sono termini che rappresentano il secondo tipo di funzionamento dell’io nel quale prevale il principio di realtà, il riconoscimento di essere deboli, piccoli, vulnerabili, delle proprie pulsioni di ostilità, della bontà, del valore e dell’importanza dell’altro, che conducono alla nascita dentro di noi della gratitudine, del perdono, dell’amore integrale per se stessi e gli altri e al desiderio di costruire una società giusta.

    Questo passaggio ci conduce ad una concezionedi uomointero ed è possibile soltanto se ci siamo sentiti amati a sufficienza, in caso contrariodentro di noi avviene una paralisi, un blocco, una pietrificazione affettiva che ci porta alla negazione della nostra vita interiore e della nostra realtà psichica interna: in questo caso il nostro sviluppo psicologico subisce un arresto e ritorniamo al funzionamento dell’io primitivo e paranoico nel quale prevale il disprezzo, il dominio e il trionfo sugli altri, che tuttora prevalgono in tutte le società del mondo.

    Questa concezione di uomo intero ci fa rendere conto che l’essere umano non nasce totalmente libero e buono (Nessuno è buono), ma deve sforzarsi e lottare dentro se stesso per divenirlo e per costruire nuove, più evolute e sane relazioni con gli altri e una nuova società autenticamente umana. I mali dell’uomo e del mondo sono radicati nel funzionamento dell’io primitivo e paranoico e non possono essere estirpati!

    Il funzionamento dell’io primitivo ci ha portato a vedere gli altri come nemici e a costruire società basate sul possesso, sul dominio e sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, ha generato satana, cosa nostra e le mafie, il credersi depositari della verità tutta intera, l’assolutismo e il dogmatismo, il fondamentalismo, il terrorismo…

    Il funzionamento dell’io evoluto e sano ci condurrà ad un pensiero debole, umile e delicato, che ci porta a non usare la forza fisica e la violenza ma a riconoscere con coraggio la nostra vita interiore, le nostre pulsioni ostili e distruttive, la bontà, il valore e l’importanza degli altri fino a sentirli amici e compagni di viaggio e insieme costruire una nuova società più giusta.

    Oggi molti teologi e studiosi delle Scritture si sono orientati ad accettare la teoria dell’evoluzione.

    "I dati oggettivi forniti dalla scienza non esauriscono la ricerca della verità. Non si può fare a meno di essi, occorre conoscerli e occorre che le affermazioni filosofiche e teologiche non li contraddicono. (V. Mancuso Io e Dio" pag. 167) Gli stessi studiosi delle Scritture oggi sostengono che è appurata la natura mitica dei racconti di genesi e affermano che: "La tipologia letteraria di questi racconti appare […] sapienziale, frutto della riflessione umana sulla vita e sulla storia dell’uomo" Rocca 15 Luglio 2010 pagg. 54-55.

    Nel suo libro Per una spiritualità più adulta pagg. 76-78 C. Molari afferma: "L’origine e l’evoluzione del cosmo sono il faticoso e progressivo emergere dal nulla o dal vuoto delle cose che possono accogliere in modo completo l’offerta dell’essere e della vita solo attraverso tappe successive e gradi incompleti […] L’imperfezione del creato, perciò, appare come una necessità dello sviluppo e il male si presenta come lo scotto pagato dalle cose al nulla per giungere alla perfezione. In prospettiva dinamica, quindi, si potrebbe definire il male del mondo come la necessaria espressione dell’incapacità (da parte della creatura) di accogliere in un solo istante e compiutamente il dono di essere e la conseguente necessità di passare attraverso stadi di incompiutezza e di imperfezione […] Ci si potrebbe chiedere se Dio aveva la possibilità di creare le cose perfette e complete fin dall’inizio. La risposta è: no, perché la creatura non può essere senza limiti e imperfezioni, dato il suo carattere temporale. Essendo strutturalmente tempo, essa può raggiungere la perfezione solo in una successione degli eventi. La storia quindi è l’ambito dove la forza creatrice, che è positiva e amorevole, sta sollevando la realtà dal nulla originario alla perfezione compiuta. Tale azione tuttavia non deve essere considerata esterna alla creatura, bensì costitutiva e operante dal di dentro. "Non è affatto per impotenza ma per la stessa struttura del Nulla, sul quale si dispiega, che Dio per creare non può che procedere che in una sola maniera: ordinare, unificare a poco a poco, una immensa moltitudine di elementi con la sua forza di attrazione, utilizzando il gioco probabile dei grandi numeri. (Teilhard de Chardin, comment je vois" p. 212) […]In questo senso si può concludere che non può esistere creazione senza male provvisorio."

    La maggioranza dei teologi e studiosi delle Scritture sono d’accordo nel sostenere che lo scopo principale dei profeti e degli evangelisti non era quello di narrare dei racconti storici ma di trasmettere dei messaggi teologici che alla fine riguardano la nostra profonda e piena umanità e la nostra felicità.

    Nelle pagine 144 e 145 del libro Percorsi comunitari di fede C. Molari scrive: Due brevi riflessioni sul genere letterario di queste letture (Bibliche). Il primo racconto, quello della Genesi, è di tipo mitico, quindi utilizza dei simboli per narrare le origini del male dell’uomo. Non è mai esistito un uomo che si chiamava Adamo (‘adam vuol dire l’uomo) e una donna che si chiamava Eva: sono simboli per riflettere sulle origini dell’umanità, sul male e sull’incidenza del peccato nella storia umana. Il Vangelo invece è un racconto di tipo meditativo. Gli ebrei usano il termine midrash per indicare questo genere di racconti, che non narrano ciò che è accaduto, ma intendono presentare il significato degli eventi.

    Fino a quando non interverranno prove contrarie è giunto il momento che tutti riconosciamo la scientificità della teoria dell’origine dell’universo e della vita, accettandone tutte le conseguenze: 1- Dio non ha creato direttamente l’uomo ma ha creato le condizioni, i principi, le leggi (V. Mancuso parla di Principio Ordinatore impersonale) che hanno permesso la nascita dell’universo e della vita e al settimo giorno si è riposato, si è ritirato in disparte, alla giusta distanza, non intervenendo direttamente nella storia degli uomini (Dio si è incarnato in un uomo non nella storia (V. Mancuso); 2- l’essere umano è il risultato di un lento e faticoso processo evolutivo, di un continuo esodo e cammino dalla sua originaria animalità verso la sua piena umanizzazione e, in base ai dati in nostro possesso, non ha più senso parlare di caduta o di salto, di colpa, di peccato originale, di libero arbitrio, di originaria bontà e perfezione dell’uomo.

    "[…] l’universo consiste in un processo che è lecito chiamare evoluzione in quanto passaggio da minore a maggiore organizzazione che avviene anche mediante caos, un’evoluzione che procede anche mediante involuzioni […] Non c’è nessuna armonia prestabilita, non c’è nessun disegno già disegnato che cala dall’alto […] il processo cosmico mostra una salita dal basso verso l’alto, una crescente tendenza all’organizzazione. Non senza dolore e assurdità, non senza selezione naturale, anzi, grazie al dolore e grazie alla selezione naturale […] Lo scopo dell’universo è il cuore, cioè la mente consapevole e giusta; ancora di più, direi buona e quindi bella […] (V. Mancuso Io e Dio" pagg. 169-170)

    "Il male è alle origini, perché la nostra avventura comincia con le forme più elementari, incompiute, imperfette, inadeguate. La creazione emerge dal nulla, che è il male assoluto […] Dobbiamo liberarci dalla convinzione che ci sia stata all’inizio una condizione perfetta. La situazione perfetta è alla fine, è il traguardo a cui siamo chiamati. (C. Molari Percorsi comunitari di fede" pagg. 146-147)

    Quando prenderemo in seria considerazione le informazioni che le scienze ci hanno fornito fino ad oggi, e ci alleneremo a non interpretare le Scritture in maniera letterale e concreta e se impareremo a giudicare noi stessi ciò che è buono, giusto e vero, allora non avremo più bisogno e abbandoneremo concetti come caduta o salto, peccato originale, libero arbitrio, originaria bontà dell’uomo, come il clero si ostina ad affermare in maniera sicura, assoluta e indiscutibile; se così fosse perché Gesù avrebbe detto: Padre perdonali perché non sanno quello che fanno?

    Al contrario nell’ipotesi che l’uomo sia il risultato di un processo evolutivo genetico, affettivo e spirituale dobbiamo rivedere la nostra immagine di Dio e di uomo e ritornare a quello che ha detto nei vangeli Gesù che è l’unico ad aver visto il Padre. Dobbiamo fare l’ipotesi che Dio desiderando e decidendo l’esistenza di figli a sua immagine e somiglianza abbia accettato di correre dei rischi e di essere disposto a pagarne il prezzo. Da questo punto di vista la croce e il dolore rappresentano il prezzo che Dio e gli uomini devono pagare se questi ultimi vogliono crescere, evolversi e divenire esseri umani interi, consapevoli, responsabili, veri e felici.

    Accettare l’ipotesi della teoria dell’evoluzione non significa pensare che le azioni dell’uomo sono determinati dalla genetica (nazi-fascismo) o dalla società (comunismo) o che l’uomo sia irresponsabile delle sue azioni. Usando espressioni evangeliche, l’essere umano sta compiendo una sterminata fatica e sforzo per rendersi conto, ri-negare, liberarsi, venire alla luce e rinascere compiendo il passaggio (pasqua) dalla morte alla vita, dal funzionamento dell’io primitivo e paranoico a quello dell’io evoluto e sano. Per questo Gesù ha detto di non essere venuto per giudicare e condannare ma per servire e per salvare gli uomini: rendendoli consapevoli del loro mondo interiore (il di dentro, il cuore, le viscere), della contemporanea presenza negli uomini di grano e di zizzania, incoraggiandoli e sostenendoli nella incessante ricerca di amore, di verità, di giustizia, di comunione che li renderà liberi, interi e felici costruendo relazioni benevoli e fraterne con gli altri e una nuova società che permetterà a tutti di gustare il senso pieno di una vita autentica. Prima che credenti e non credenti, tutti noi siamo soprattutto esseri umani e dovremmo ricercare insieme il senso pieno della vita e dell’uomo!

    Secondo Gesù, inoltre, la scelta più importante non è dire a parole di credere o non credere nell’esistenza di Dio ma far nascere dentro di noi l’uomo nuovo, capace di costruire nuove relazioni con gli altri e un mondo nuovo dove regni l’amore, la verità, la giustizia, la condivisione, la convivenza pacifica: questo vuole dire fare la volontà del Padre, andare alavorare nella vigna del Padre, realizzare il Regno di Dio.

    Da quanto detto diviene più chiaro anche il sottotitolo del libro Perché non possiamo dirci cristiani, che ha un evidente riferimento al libro di B. Croce Perché non possiamo non dirci cristiani. Quando scopriamo la grandiosità e la straordinarietà del messaggio di Gesù ci rendiamo conto che sono pochi quelli che pensano e vivono da veri cristiani. La provocazione di questo sottotitolo sta nel fatto che riflettendo sui Vangeli emerge, in maniera chiara ed evidente, un modo di vivere proposto da Cristo lontano mille miglia da quello che pratichiamo la maggior parte degli uomini e le società esistenti, alcune delle quali si dichiarano cristiane.

    Tutte e due queste modalità di funzionamento dell’io, di relazionarsi con gli altri e di vivere sono sempre presenti in ogni uomo, in ogni struttura psicologica individuale e non possono essere sradicate (Nessuno è buono, dentro di noic’è grano e zizzania ).

    Avere un cuore puro, vergine, semplice significa: 1- avere uno sguardo incontaminato dagli assoluti, dall’idolatria delle leggi, delle tradizioni, delle conoscenzeedessere consapevoli che questi due tipi di funzionamento dell’io sono naturali; 2- percepirsi in maniera intera e completa, con aspetti ostili e benevoli, armonizzando e integrando questi aspetti e modalità di funzionamento psichico.

    Il peccato originale non sta nel nascere con queste tendenze (narcisismo, megalomania, paranoia, disprezzo, bramosia di possesso, di dominio e di trionfo ) ma risiede nello scegliere consapevolmente di vivere seguendo prevalentemente tali tendenze. Il male è negare l’esistenza del male dentro noi stessi e che noi, nostro malgrado, causiamo del male agli altri.

    Ecco perché Gesù ci ha invitato a vigilare: il funzionamento dell’io primitivo e paranoico è sempre attivo e può dominare i nostri pensieri e le nostre azioni. In noi è presente una lotta interna continua e quotidiana tra il funzionamento dell’io primitivo e paranoico ( zizzania ) e il funzionamento dell’io evoluto e sano ( grano ).

    In definitiva, il peccato consiste nel perdere la direzione della nostra maturazione umana, nel non crescere, nel continuare a mettere al centro il proprio io, non riconoscere la bontà e l’importanza dell’altro e non evolvere verso un funzionamento dell’io più evoluto, maturo e sano. In questo modo l’uomo pecca, manca o sbaglia il bersaglio, perde le tracce, va in crisi,non raggiunge un equilibrio psicologico e affettivo, la gioia piena e la beatitudine.

    Gesù si è chiamato Figlio dell’uomo, per indicare la sua piena umanità. Egli si è spogliato della sua divinità per condividere fino in fondo l’avventura umana. L’impegno di Gesù non era di fare un mondo cristiano, ma un mondo interamente ed autenticamente umano, un mondo che raggiunga la convivenza pacifica e la comunione nella incessante ricerca di amore, di verità, di giustizia.

    Se vogliamo dirci ed essere veramente cattolici e cristiani dobbiamo seguire Gesù nel rendere noi stessi e gli altri persone integralmente e pienamente umane, libere e felici. Per me il termine cristiano rappresenta tutto ciò che è autenticamente e pienamente umano; cristiano è colui che valorizza, esalta, fa crescere la piena ed autentica umanità: la capacità di amare gratuitamente anche i nemici, di avere compassione degli altri, di avere misericordia, di saper perdonare, di usare il potere per servire, di condividere con gli altri le proprie ricchezze. Essere cristiani, avere una identità cristiana non deve portare alla contrapposizione con gli altri, ma ad accoglierli come fratelli: chi non è contro di noi è con noi.

    Con l’annuncio della Buona Notizia di Gesù non ci sono più fedeli e infedeli, puri ed impuri, maschio e femmina, ebrei, mussulmani, cristiani, buddisti, induisti, credenti e non credenti ma esseri umani creati dallo stesso Padre.

    Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

    Non ha senso, come fanno alcuni, parlare di identità cristiana assimilandola ad una esclusività occidentale. Il Concilio Vaticano II° ha dichiarato che il Vangelo non è legato a nessun popolo e a nessuna cultura e che esso può e deve incarnarsi in tutte le culture secondo le loro filosofie, i loro riti e le loro tradizioni. (Battista Borsato).

    CAPITOLO PRIMO

    INTRODUZIONE

    "I cieli e la terra passeranno,

    ma le mie parole non passeranno."

    Luca 21, 33.

    Prima di iniziare ad esporre le mie argomentazioni, mi sembra necessario dare delle chiavi di lettura.

    La prima chiave di lettura è che l’obbiettivo principale di questa ricerca riguarda la verifica della veridicità, della utilità e della attualità della proposta cristiana effettuata partendo dall’uomo: solo ciò che libera, fa crescere e rende autenticamente beati e fa sentire una gioiapiena agli esseri umani sarà considerato vero.

    Due precisazioni. La prima è che il progetto di Gesù, come la storia ci sta mostrando, non è un punto di partenza, ma un punto di arrivo; inizialmente, l’uomo tende a seguire la ricerca sistematica del piacere, la bramosia di possesso e di dominio, il narcisismo, la mania di grandezza, l’invidia, il disprezzo e il considerare gli altri dei nemici. La seconda precisazione è che anche se si riuscirà a dimostrare che il messaggio evangelico, considerato nella sua interezza, ci rivela la piena ed autentica umanità, ciò non vorrà dire che il cristianesimo è l’unica e vera religione che possiede tutta la verità e tutte le altre sono false e non servono a niente. Dio, Padre buono durante i secoli ha dato a tutti i popoli persone sagge ed illuminate perché gli uomini non perdano il senso vero di se stessi e della vita, e per guidare tutti gli uomini alla beatitudine e alla gioia piena.

    In primo luogo, perché l’ha detto Gesù stesso: Giovanni 16, 12-13 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera; Marco 9, 38 […] chi non è contro di noi è per noi.

    Gesù non ha rivelato tutto e chiunque opera con spirito di verità, di giustizia, di amore è con Dio e Dio con lui, e può salvarsi e compiere opere di salvezza.

    In secondo luogo, perché anche se crediamo che Cristo è Dio, nello stesso tempo è uomo vero; Dio, l’Infinito, l’Incontenibile, non può essere contenuto e rivelarsi totalmente ad un uomo: Dio si rivela e si rivelerà a tutta l’umanità. Il Dio dei cristiani, uno e trino, ama le differenze, la molteplicità, la comunione e la convivenza pacifica tra tutti gli uomini.

    In terzo luogo, Cristo ha invitato tutti gli esseri umani a non chiamarsi padri o maestri: Uno solo è il Padre, il Maestro, L’Assoluto, l’Inizio e la Fine. Gli uomini sono fratelli, uguali, ognuno con i propri talenti, le proprie incompletezze, imperfezioni e limiti. Matteo 23, 811: Ma voi non fatevi chiamare rabbi perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno padre sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia il vostro servo.

    Infine Cristo ci ha invitato a non fermarci a Lui, a non ripetere quello che ha fatto, ma a portare avanti il suo progetto e a compiere azioni più grandi: Giovanni 14, 12 : Chi crede in me compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi .

    Gesù da un lato non è relativista, proclamando che Dio, l’Assoluto, la Verità, il Senso della Vita è una Realtà che esiste, che va ascoltata, amata e continuamente ricercata, incontrata e sentita in profondità ma non potrà mai essere posseduta dagli esseri umani; dall’altro lato invita gli uomini a rifiutare e a liberarsi dagli assoluti, ad accettare di essere piccoli, incompleti, umili, relativi, riconoscendo i limiti della natura umana, sviluppando un sano senso del reale e ricercando incessantemente e coraggiosamente amore, verità, giustizia, libertà e comunione. La verità va cercata da tutti perché a tutti si rivela lo Spirito. E questo significa approdare da una concezione clericale, secondo la quale solo l’autorità possiede la verità, ad una concezione laicale della Chiesa: tutto il popolo è incendiato dallo Spirito (Schegge di Parola Anno C pag. 164, B. Borsato, Editrice Monti).

    Il clero ha fatto riferimento ad una immagine di Dio biblica e paranoica (frutto del funzionamento dell’io primitivo e paranoico): un Essere duro, che condanna, che punisce, che pretende che gli uomini si rendano puri, prima di essere perdonati. "Al tempo di Gesù la religione si riteneva assoluta e aveva preso il posto di Dio e Gesù abbatte questa concezione sacralizzante. Gesù desacralizza la religione, porta Dio fuori dal tempio, Dio abita nella storia e nella vita. Gesù vuole annunciare che ogni persona e ogni coscienza può incontrarsi con Dio senza il bisogno della legge. Liberare le persone e le coscienze dai principi indiscutibili e fissi è il primo compito di Gesù." ( Battista Borsato )

    Il Volto di Dio che ci dà Cristo (frutto del funzionamento dell’io evoluto e sano) è quello di un Padre che vuole un mondo fondato sulla fratellanza e la comunione, che ama e perdona gratuitamente ed incondizionatamente tutti gli uomini (anche se sbagliano direzione) a tal punto da mandare l’unico figlio e lasciarlo morire in croce, un Dio che disonora se stesso per rendere onore all’uomo che ha perso il suo onore ( B. Borsato ).

    Il peccato è la diminuzione o la perdita di umanità, mancare il bersaglio, perdere le tracce, non essere felici non vivendo una vita autentica e piena; Il peccato originale è: 1- immaginare Dio non come un Padre buono che vuole la felicità dell’uomo, ma come un essere che vuole limitare, comprimere e non far crescere gli esseri umani; 2- avere con gli altri relazioni ostili, non cooperanti, non solidali e non di sostegno; 3- vivere seguendo in maniera prevalente il proprio tornaconto personale, le fantasie di onnipotenza e di mania di grandezza, fantasticando di poter divenire un padreterno; 4- pensare di crescere, di diventare grandi e di trovare la felicità nei beni materiali, trasformandoli da mezzi in fini; tutti questi aspetti possono essere ricondotti al funzionamento dell’io primitivo e paranoico.

    La gerarchia si è rivolta prevalentemente a quella parte dell’uomo immatura, insicura, che ha paura di crescere, di pensare autonomamente, di cercare e di formarsi delle proprie convinzioni, che si chiude in se stessa e non si apre agli altri e alla vita, che ha bisogno di un capo e di un branco che gli dia degli orientamenti per non sentirsi solo e ha fornito delle leggi assolute, dei punti di riferimento indiscutibili, dei valori non negoziabili; così facendo non promuove la crescita della parte più matura ed evoluta degli esseri umani.

    Gesù, invece, con la sua proposta si rivolge a quella parte di noi che vuole crescere, si vuole aprire agli altri e alla vita, formarsi delle convinzioni non fisse, ma flessibili, robuste e profonde che ci permettono di operare miracoli, di rendere liberi e felici noi stessi e gli altri ( Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? ; Se la vostra fede fosse grande come un granello di senape, direste a questo albero spostati e si sposterà ; Il buon pastore entra nel recinto delle pecore e le conduce fuori e cammina davanti ad esse Giovanni 10, 3).

    Al centro, al primo posto della vita degli uomini non deve esserci la dottrina morale e sociale della Chiesa, ma Cristo e i Vangeli: tutto ciò che non può essere ricondotto ai Vangeli o è contro tale messaggio non dovrà essere considerato vero dai cristiani ( Bisogna obbedire prima a Dio e poi agli uomini ).

    Se la gerarchia ecclesiastica, infine, è contro il relativismo vuol dire che è contro il relativo ed il temporaneo ed a favore del dogmatismo, dell’assolutismo, del totalitarismo e del fondamentalismo?

    Il cammino di fede, di ricerca di verità, di giustizia, di condivisione è interminabile. L’altro, che è Dio, è irraggiungibile, rimane sempre straniero, mistero, enigma. Ci si può e ci si deve avvicinare senza pretendere di possederlo e di esaurirlo […] Per questo si parla di pensiero nomade alla continua ricerca della verità. Il voler fissarsi su principi indiscutibili e irreformabili è il contrario della fede e dell’esperienza religiosa perché Dio è sempre imprevedibile e incontenibile. L’incertezza, quindi, fa parte di questa ricerca. Anche la scienza è progredita dalla incertezza verso la certezza. L’incertezza è la base della ricerca, come la domanda e il dubbio sono il fondamento di ogni vero camminare e cercare. ( Battista Borsato )

    Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. (Isaia 55, 6-9)

    Come in tutte le organizzazioni sociali, nella Chiesa sono presenti due orientamenti: tradizionalista e progressista. Il primo orientamento è rappresentato da quelle persone che interpretano le Scritture in maniera letterale e concreta, credono che Dio, in maniera diretta per mezzo dei profeti e di Cristo, ci abbia rivelato in maniera definitiva e completa la verità tutta intera e le leggi di Dio, e che agli uomini bastasse ripetere quello che aveva detto e fatto Gesù. Queste persone credono che la gerarchia ha il compito di dirigere e governare le anime, che esse siano fragili, deboli, bisognose di certezze, immature, non capaci di discernere tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto, tra il vero e il falso; questo orientamento ha portato la gerarchia a considerarsi luce delle genti, Maestra (Uno solo è il Maestro Mt. 23, 89) , detentrice della Verità, arrivando, come avevano fatto gli ebrei, a creare una tradizione e una dottrina, che, nella pratica, vengono messe prima di Cristo e dei Vangeli, rendendo relativi Dio, Cristo, le Scritture e gli esseri umani.

    Il secondo orientamento è rappresentato da coloro che, studiando attentamente i Vangeli, li interpretano in maniera simbolica come libri che narrano non prevalentemente dei fatti storici ma dei racconti di fede. Queste persone usando le proprie facoltà critiche, intuitive e creative, confrontandosi con gli altri e la vita ("I segni dei tempi" ), si rendono conto che Gesù vuole liberare le coscienze, non vuole dare leggi assolute (Il sabato è stato fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato), non ha rivelato la verità tutta intera e chi crede in lui compirà le opere che ha compiuto lui e ne farà di più grandi. Queste persone credono che l’umanità, pur fragile, relativa ed imperfetta, abbia le capacità di rendersi libera dai condizionamenti interni ed esterni, di crescere, divenire pienamente umana e costruire una società giusta.

    La gerarchia e buona parte dei cattolici sembrano dominati dal primo orientamento, definito tradizionalista, autoritario e conservatore, e questo è uno dei motivi per cui ancora oggi continuano a votare centro destra, a disprezzare il comunismo e i comunisti italiani.

    Il secondo atteggiamento viene definito progressista, in quanto vuole fare progredire, far crescere gli esseri umani, aiutare a sprigionare tutte le facoltà intellettive e creative delle persone, metterle in contatto con il loro mondo interiore più profondo, proiettarle verso il futuro, condurle a Cristo, ai Vangeli, alla verità e al senso della vita per far nascere un nuovo uomo ed una nuova società, come Dio li spera fin dalle origini. Tale orientamento non conduce ad adattare Gesù ai tempi, ma ad approfondire lo studio dei Vangeli per comprendere sempre meglio il messaggio ed il senso originari.

    Lo studio approfondito dei Vangeli ci fa scoprire che anche Cristo come uomo non sapeva tutto e ha dovuto fare un cammino di ascolto e di crescita (vedi l’episodio della donna Cananea) che lo ha condotto a divenire un essere umano pieno e completo che è avanti anni luce rispetto alla gerarchia ecclesiastica e agli uomini. Egli cammina avanti e ci precede nel lungo cammino che porterà alla nascita di un uomo nuovo e alla sua piena umanizzazione. Alla luce dei Vangeli come si può definire Cristo: tradizionalista o progressista?

    Gesù ha demolito il primato del tempio e della legge, non ha accettato la tradizione ebraica che aveva smarrito il senso profondo dei comandamenti di Dio ( Amare Dio e gli uomini ):

    Matteo 15, 36 : […] Ed egli rispose loro: Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Dio ha detto: onora il padre e la madre ed inoltre chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Invece voi asserite: Chiunque dice al padre o alla madre: Ciò con cui ti dovrei aiutare è offerto a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione."

    Paolo nella lettera ai Romani così si esprime: Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio (Rm 12, 12) e Matteo ( 16, 21-27 ) scrive Và dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!

    Dentro ognuno di noi, compreso il Papa, c’è satana, un avversario, un nemico interno che ci porta a seguire il tornaconto personale, il narcisismo, la mania di grandezza, la paranoia, la bramosia di possesso, di dominio e di trionfo (funzionamento dell’io primitivo e paranoico).

    Gesù si è staccato dalla famiglia e dai parenti, ha pensato con la sua testa, ha amato e sofferto fino a dare la sua vita per rendere tutti gli uomini liberi e felici. Al centro del suo messaggio ha messo l’uomo, la sua felicità e la sua autentica umanità, non ha dato leggi assolute, al di sopra dell’uomo (Il sabato è stato fatto per l’uomo non l’uomo per il sabato).

    Gesù "[…] manifesta la sua nuova religione, la religione dell’amore, che infrange la religione dell’obbedienza. Qual’è lo specifico del cristianesimo? Il suo antropocentrismo teologico, il legare la volontà di Dio al bene dell’uomo. Il nucleo sorgivo del cristianesimo è amore di Dio come amore dell’uomo. Non si dà alcun amore di Dio che non sia amore dell’uomo, come non si può dare un reale amore dell’uomo che non venga da Dio. Lo specifico della fede cristiana è pensare il vero e l’intero a partire dall’uomo. In questa prospettiva non è più possibile accettare sacrifici umani alla divinità. Di nessun tipo, non solo fisici, neppure morali o intellettuali. Nessun sacrificio umano è più possibile perché il Dio cristiano è il Dio uomo, è colui che ha legato interamente se stesso alla vita degli uomini, di ogni singolo uomo […] Dio completamente dalla parte dell’uomo. ( Per amore" V. Mancuso, Mondatori )

    Le parole di Gesù facevano intravedere un uomo ed un mondo nuovi fondati sull’amore, sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sulla convivenza pacifica e sulla condivisione. In questo senso credo che Gesù non possa definirsi tradizionalista, ma progressista e persino futurista: una persona che sperava in un uomo nuovo, nuove relazioni ed in una nuova società più giusti ed umani.

    Paradossalmente coloro che sono contro il relativismo culturale e mettono al primo posto la dottrina e la tradizione della Chiesa rendono relativo il pensiero e la proposta di Cristo ed assolutizzano la loro dottrina e le loro leggi di Dio. Per esempio, sul celibato dei preti la gerarchia ecclesiastica continua ad affermare la sua non modificabilità nonostante non espressamente richiesto da Gesù (molti degli apostoli scelti da Gesù erano sposati).

    Per concludere questa prima chiave di lettura riporto un passo tratto dal libro di E. Fromm Psicoanalisi e religione pag. 58: […] dai loro frutti li conoscerete […] Se una religione contribuisce a promuovere nei suoi fedeli la vitalità, la forza morale, la libertà e la felicità, i suoi frutti sono buoni. Ma se contribuisce a reprimerli, a renderli infelici e sterili, quella religione, qualunque cosa dicono i suoi dogmi, non può essere nata dall’amore.

    La seconda chiave di lettura è la seguente: dal Vangelo risulta che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, si è fatto uomo ed ha dato la sua vita per amore di Dio e degli uomini; da questo fatto inconcepibile e misterioso si deduce che il Dio dei cristiani non vuole opprimere l’uomo, imporgli le Sue idee o condannarlo, ma vuole liberarlo e salvarlo. La proposta cristiana va interpretata sotto il profilo della liberazione e della gioia piena dell’uomo già in questa vita, anche se esse raggiungeranno la pienezza e la perfezione nell’altra. Riporto alcuni passi del Vangelo che confermano ulteriormente questa chiave di lettura.

    Matteo 2, 27 : Il sabato è stato fatto per l’uomo non l’uomo per il sabato.

    Matteo 11, 28-30 : Venite a me, voi tutti, che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero.

    Matteo 20,25-28 :Ma Gesù, chiamateli a sé disse: I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra di voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la Sua vita in riscatto per molti".

    Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Giovanni 15,11).

    Da questi passi emerge chiaramente che Cristo non si è fatto uomo per giudicare, per condannare, ma per salvare, per far vivere all’umanità una gioia piena, non è venuto per opprimere, ma per servire e per liberare gli uomini. A molti una interpretazione del messaggio evangelico in chiave di liberazione potrà sembrare un poco strana ed inaccettabile per diversi motivi.

    Un primo motivo può essere imputato alla interpretazione che la gerarchia ecclesiastica ha dato nel corso dei secoli della proposta di Cristo, mettendo l’accento più sui divieti che sui valori, schierandosi dalla parte dei potenti e non dei deboli. Per esempio in Salvador, all’inizio, ha condannato la teologia della liberazione. Di conseguenza il clero ha dato un’immagine di se stessa e del messaggio di Cristo anacronistici, sorpassati, inutili o addirittura dannosi all’uomo, soprattutto ai deboli e ai poveri; non ha incoraggiato l’avvicinamento ai Vangeli delle persone, anzi ha contribuito ad allontanarle. Un secondo motivo può essere ricercato nel fatto che una parte dell’uomo (funzionamento dell’io primitivo e paranoico) tende a vedere Dio e la Bibbia come fonti di oppressione. Di conseguenza nell’uomo nasce la tendenza a seguire il suo tornaconto personale (fondata sulla ricerca sistematica del piacere, sul possesso e sul dominio), i cui frutti sono il capitalismo e il comunismo reale, in cui una minoranza opprime e sfrutta la maggioranza. Nell’uomo nasce la tendenza a sentirsi un padre eterno, a decidere da solo, senza, anzi contro il volere di Dio.

    Vedere Dio come oppressore e decidere da solo è generato anche dal fatto che l’uomo proietta in Dio Padre l’immagine che si è costruita dell’uomo padre. L’uomo padre difficilmente riesce ad aiutare a liberare il figlio e a proporgli la sua esperienza; lo opprime e gli impone soprattutto limiti e divieti, non riuscendo ad instaurare un rapporto affettivo stabile e profondo.

    La logica di Dio Padre è uguale a quella dell'uomo padre? Studiando i Vangeli, oggi riscopriamo che il Dio dei cristiani non vuole sacrifici ed opprimere l’uomo o dargli soltanto limiti e divieti, ma vuole liberare e rendere pieni di gioia gli esseri umani. Liberazione non vuole dire fare a meno della sessualità, di una giusta affermazione di se stessi, di possedere il necessario, ma rendersi conto che essi non sono il fine della vita (Non di solo pane vive l’uomo), ma sono solo dei mezzi. Occorre non fermarsi ad appagare tali desideri oltre misura e servirsene per acquistare quelle energie che ci permettano di ricercare insieme agli altri e confrontandosi con i Vangeli, il senso profondo ed autentico della vita.

    La logica del Dio dei cristiani è all’opposto della logica umana: la prima mette al centro gli altri e vuole servire e liberare l’uomo, mentre la seconda mette al centro l’io e si vuole servire degli altri, anche con la forza, per soddisfare i suoi bisogni.

    La terza chiave di lettura è che questo libro non si muove solamente sul piano razionale, ma anche sul piano affettivo e su quello dell’esperienza di vita. Per facilitare la spiegazione,

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