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La moglie del messia: La qualificazione della donna attraverso l'uomo
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La moglie del messia: La qualificazione della donna attraverso l'uomo
E-book143 pagine2 ore

La moglie del messia: La qualificazione della donna attraverso l'uomo

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Info su questo ebook

L’adulto che si guarda allo specchio quasi mai accetta di riconoscersi per quello che è, anzi ha paura della propria immagine, la evita, si sente in imbarazzo, perché ha perso il contatto con il suo corpo e sposta la sua identità su un’ipotetica immagine ideale.
Anche la donna è vittima di questo inganno; per far sì che lo specchio rifletta un’immagine riconoscibile è necessario che trovi il coraggio di andare oltre, a indagare, a esplorare la sua essenza, ricercando l’emancipazione nella sfera interiore, liberandosi dei condizionamenti culturali e sociali alla scoperta della propria autenticità.
LinguaItaliano
Editorel'ancora
Data di uscita12 giu 2018
ISBN9788828334316
La moglie del messia: La qualificazione della donna attraverso l'uomo

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    Anteprima del libro

    La moglie del messia - Giovanna Ferrero

    GIOVANNA FERRERO

    LA MOGLIE DEL MESSIA

    La qualificazione della donna attraverso l'uomo

    Questo libro è dedicato a tutte quelle donne

    che sanno di avere intelletto d'amore (Dante)

    e di essere un mistero senza fine bello (G. Gozzano).

    E a tutti quegli uomini che sanno

    che le donne hanno intelletto d'amore

    e che sono un mistero senza fine bello

    2018

    Titolo: LA moglie del messia

    Autore: Giovanna Ferrero

    Copyright © 2018

    Tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, deve essere preventivamenle autorizzata dall’Editore. Nell’eventualità che testi o illustrazioni altrui siano riprodotti in questa pubblicazione, l’autore é a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire. L'autore porré rimedio, dietro segnalazione, ad eventuali non volute omissioni e/o errori nei relativi riferimenti.

    I° Edizione: aprile 2018

    INDICE

    Presentazione della Dott. Marina Carrè

    Prima parte

    La moglie del messia

    L'era del messia

    Basta!

    Il mio progetto

    Seconda parte

    Il privilegio di servirlo

    Susi ovvero L'escalation del dare

    Gina ovvero Una cucciolina in cerca di un collare

    Seduco, ergo sum

    Gli escort

    L'altra

    E loro?

    Qualcosa che vale

    L'ha uccisa, ma l'ama ancora!

    Il tempo è scaduto!

    Quale conclusione?

    Ringraziamenti

    Presentazione

    Lo specchio è un oggetto affascinante, infatti, nello stesso tempo, ci rimanda la dimensione oggettiva della realtà e ci aiuta a scoprirne l'essenza. Questa sua abilità magica è contenuta nel suo nome di derivazione latina che significa sguardo, oggetto, apparenza, visione, immaginazione, concetto, inoltre è interessante pensare che in italiano speculare, come aggettivo, indica un'immagine che riflette qualche cosa, come verbo, ha il significato di indagare con l'intelletto. L'adulto che si guarda allo specchio, difficilmente riesce a compiacersi di sé come il bambino che gioca con il riflesso della propria immagine, perché ricerca la conferma narcisistica del proprio esistere o la propria conformità ad uno stereotipo sociale. Quasi mai accetta di riconoscersi per quello che è, anzi ha paura della propria immagine, la evita, si sente in imbarazzo, perché ha perso il contatto con il suo corpo e sposta la sua identità su un'ipotetica immagine ideale. Anche la donna è vittima di questo inganno, per far sì che lo specchio rifletta un'immagine riconoscibile è necessario che trovi il coraggio di andare oltre, a indagare, a esplorare la sua essenza, ricercando l'emancipazione nella sfera interiore, liberandosi dei condizionamenti culturali e sociali alla scoperta della propria autenticità. Quando la donna non è in contatto con la sua vera natura, sente il disagio di vivere e reagisce con la rabbia e l'isolamento, crogiolandosi nel ruolo di vittima, o adattandosi ad una comoda prigione che la priva un po' per volta della facoltà di scegliere, o utilizzando le proprie capacità per dominare, facendo proprio lo stesso sistema di potere che l'ha asservita. ln ogni donna si nasconde un essere naturale e selvaggio, una forza costituita da istinto, creatività, intelligenza emotiva, capacità organizzativa; per molto tempo queste doti sono state svalutate limitando il mondo femminile alle sole capacità di dedizione e di cura. La ridefinizione dei generi avvenuta negli anni settanta, ha confermato l'importanza delle pari opportunità tra sessi. Attualmente si tende a valorizzare il processo di autoconoscenza e di auto accettazione che è il requisito essenziale per raggiungere la felicità. L'esperienza di vita più soddisfacente si realizza quando si raggiunge una perfetta armonia tra corpo, mente ed emozioni, in questo modo felicità e virtù coincidono.¹

    Ho la fortuna di possedere il Novo Dizionario Scolastico della Lingua Italiana di P. Petrocchi, Fratelli Treves Editori del 1933, mi diverto ad andare a cercare la definizione di donna e trovo: la femmina dell'uomo e come sinonimi: femmina, dama, matrona, consorte, compagna, coniuge, fanciulla, donzella, damigella, zitella, zitellona; recupero anche dei proverbi: Acqua, fuoco e mala ƒemmina cacciano la gente di casa. Al buio tutte le gatte sono bigie. Ne' donna né tela al lume di candela. Astuzia di donna le vince tutte. Le donne hanno un punto più del diavolo. Chi disse donna disse danno, a cui le donne ribattono E chi disse uomo disse malanno. Donna buona vale una corona.

    Decido di continuare la mia ricerca sul Dizionario della lingua italiana di G. Devoto e G. C. Oli, casa Editrice Le Monnier del 1990, e alla voce donna, leggo: l'individuo femminile della specie umana, o, collettivamente, l'altro sesso (opposto e complementare all'uomo), di seguito scorro aggettivi ed oggetti collegati alle donne, ed ecco ritrovo chi dice donna dice danno, purtroppo mezzo secolo non è servito a cancellare questa discutibile opinione. Continuando a scorrere con gli occhi, mi imbatto in una serie di sostantivi che definiscono lo status della donna: moglie, amante o concubina, femmina compiacente, domestica, solo in seguito sono presi in considerazione mestieri previsti al femminile: donna poliziotto, donna ferroviere, donna prete, donna manager. Poiché il dizionario, in ultimo, mi fa presente che questo termine deriva dal latino domina, consulto il Vocabolario della lingua latina di L. Castiglioni e S. Mariotti, Loescher Editore del 1989, cerco domina e leggo: padrona (di casa), sposa, padrona, sovrana, regina. Sento il desiderio pungente di verificare il significato di dominus, ed in effetti scopro che all'equivalente femminile delle succitate definizioni, vengono aggiunti: proprietario, capo, signore, arbitro, organizzatore, tiranno, dio. Nella mia mente scorrono i secoli e le molteplici declinazioni di questi ruoli, percepisco e comprendo la causa del dolore delle donne.

    Un proverbio dice che il volto è lo specchio dell'anima, infatti, nel fisico si riflettono le esperienze vissute a livello emotivo, e nessun intervento estetico può attenuarne le tracce. La bellezza duratura dell'anima e del corpo non si raggiunge, infatti, attraverso la finzione o il mascheramento, ma con il coraggio di guardare profondamente dentro la propria immagine, per portare alla luce le zone d'ombra esistenti. È necessario affrontare il proprio dolore, perché l'infelicità momentanea, permette una felicità duratura. Bisogna uscire dalle pastoie del copione che ci ha indotto a mettere in atto sempre le medesime strategie, se vogliamo che la nostra vita sia pienamente consapevole e creativa è necessario indagare nel nostro passato, fatto anche di comportamenti appresi, di ingiunzioni genitoriali, per porre le basi di un cambiamento mediante atteggiamenti che possono essere dis/appresi e re/imparati. Affrontare le proprie emozioni significa comprendere le motivazioni dei nostri comportamenti e di quelli degli altri, imparare ad accettarsi, conferendo un significato ad ogni fenomeno della vita. Così facendo ci si libera dal risentimento e dal senso di colpa e si possono rivedere volti e voci che in un tempo passato ci avevano imposto delle scelte e che ora non ci suscitano più angoscia. Rispettando se stessi e gli altri ci si armonizza con il ritmo del1'universo. Se invece neghiamo la nostra natura autentica e altrui, ci alieniamo dall'equilibrio che governa tutte le forme di vita che vivono nello spazio compreso fra terra e cielo, dimenticando che in noi, oltre alla parte sofferente, è presente anche l'energia guaritrice, che ci permette di raggiungere la salute, fondamento psicologico della felicità, perché noi siamo potenti (potes sumus) e cioè capaci, idonei, efficaci e quindi, se ce lo riconosciamo, abbiamo il potere di vivere soddisfatti e felici.²

    Queste sono le riflessioni che mi ha ispirato il testo della dott.ssa Giovanna Ferrero, poiche lei stessa come uno splendido specchio, ha permesso a tante donne di riconoscere la loro vera natura. Grazie!

    Maria Carré Pedagogista


    1   Liberamente tratto da Antonioli Giovannella (ginecologa, consulente sessuale), Carrè Marina (pedagogista) - Specchio delle mie brame, chi è la più cosciente del reame? Esperienza di un gruppo femminile di autoaiuto      ←

    2   Op. cit.     ←

    Prefazione

    E se tutto fosse dipeso da una costola? Per chiarire il motivo della domanda, rileggiamo il testo biblico nella parte iniziale dell'Antico Testamento e, più in particolare, il brano della Genesi.

    E il Signore Dio disse: Non è bene che l'uomo sia solo; gli voglio dare un aiuto che gli sia simile. Allora, dice la Bibbia, Dio creò ogni specie di animali e li portò da Adamo perché lui desse loro un nome. Così Adamo fece, ma non gli bastava perché ...non trovava un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolto all'uomo una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perche dall'uomo è stata tolta.

    Tutti conosciamo questo racconto in cui molti studiosi della Bibbia (Biglino e altri) hanno visto il primo esempio di clonazione. Ipotesi allascinante e degna di approlondimento: pare che ci siano tutti gli elementi necessari, anestesia e punti di sutura compresi, per interpretare così questo racconto.

    Ma torniamo a tempi più vicini a noi. Simone de Beauvoir, scrittrice e compagna ufficiale di Jean-Paul Sartre, molti millenni dopo il racconto biblico, nel I949, nel suo libro intitolato: ll secondo sesso afferma: L'uomo ha il grande vantaggio di avere Dio a sostegno della legge che scrive e poiché l'uomo esercita la sua autorità sovrana sulle donne è proprio una grande fortuna che questa autorità gli venga per Investitura Divina. Per ebrei, musulmani e cristiani - tra gli altri - l'uomo è signore per diritto divino; il timore di Dio reprime ogni impulso di ribellione nelle donne oppresse.

    Molte studiose, antropologhe e ricercatrici di tradizioni, leggende, miti e simili si sono poste la domanda su come è potuta nascere e crescere nel corso del tempo l'idea che solo una divinità maschile abbia potuto creare l'universo, le stelle, i pianeti, le galassie, la nostra terra, la specie umana senza la partecipazione di un essere femminile.

    Domanda molto interessante e fonte di infiniti interrogativi, uno più affascinante dell'altro.

    La scrittrice americana Katleen McGovvan ne Il libro dell'amore (seguito de Il vangelo di Maria Maddalena) parla di hieros gamos, che significa matrimonio sacro, da cui nacque l'umanità, grazie alla presenza dei principi maschile e femminile, dello spermatozoo e dell'uovo, che viene fecondato e dà così vita all'essere umano.

    Nei templi indiani, da sempre, è presente il simbolo dell'unione tra yoni e lingam, cioè tra l'essere maschile e quello femminile, così come nel simbolo cinese dello ying e dello yang, ognuno dei quali contiene il principio dell'altro e che si presentano strettamente uniti. Solo così nasce l'embrione e cresce il frutto. Alcune leggende presenti in Asia parlano di Asherat, moglie di Dio. Entrambi, come la natura richiede, hanno creato insieme l'universo, il mondo, la specie umana.

    E' una bella provocazione, una sfida! Ma perché dovremmo aver paura di cercare, di voler

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